Edilizia residenziale | Bergamo

Riabitare l’edilizia storica con soluzioni innovative

Intervento su un immobile storico vincolato nel cuore di Bergamo Alta che ha permesso la creazione di 17 unità abitative sostenibili, in procinto di ricevere la certificazione Leed. L’approccio è stato quello di recuperare, ove possibile, sia nelle parti esterne sia in quelle interne, tutti gli elementi storici esistenti attraverso il restauro, da un lato, e il consolidamento, dall’altro, e proponendo al contempo nuove soluzioni nel rispetto del linguaggio tradizionale.

Rgr Architetti e Studio Zambelli operano un complesso intervento per portare a nuova vita un immobile storico, all’interno della cortina edilizia lungo via Arena e culminante con il Monastero di Santa Grata, a Bergamo Alta. I lavori, iniziati nel 2016, hanno permesso un’indagine archeologica di questa porzione della città che ha messo in evidenza stratigrafie e strutture “pertinenti alla frequentazione dell’area già a partire dall’epoca romana”.

Rilevante lo studio dello sviluppo dell’edificio e del suo contesto che l’impresa (e immobiliare) Percassi ha svolto, indagando su catasti storici, mappe e pergamene custodite nell’archivio di Bergamo. Il progetto ha portato alla realizzazione di 17 unità abitative dai tagli differenti, con balconi e tagli di luce che valorizzano le corti all’interno, e 22 posti auto per un totale di 3.000 metri quadrati di superficie.

Nelle parti comuni spiccano le scale in pietra antica con i soffitti affrescati, gli elementi strutturali lignei recuperati, le imponenti travi di rovere, il decoro e il dettaglio dei cassettoni in legno decorati, gli archi in pietra, i travetti e i colonnati che creano le logge.

Storia degli edifici

Il progetto riguarda due corpi di fabbrica adiacenti e tra loro connessi, ma differenti nella storia, nella struttura e negli interventi di cui sono stati oggetto nel corso degli anni. Il corpo di fabbrica fa parte di un isolato compatto, dal fronte continuo, forato da portali e finestre che caratterizzano ingressi e viste di cortiletti e cavedi interni. Le modifiche susseguitesi nei secoli ne hanno profondamente segnato la struttura muraria e, soprattutto, l’aspetto della facciata, arrivando all’assetto più recente, caratterizzato da un’imponente massività del piano terra da eleganti decorazioni al piano nobile e in quelli superiori.

L’immobile ha una storia antica: i muri di fondazione mostrano che parte del corpo risale al Duecento, da questa sono stati poi eretti volumi differenti nel corso del tempo; nella seconda metà del Settecento l’edificio fu sede del Consorzio per l’Assistenza ai Carcerati; nell’Ottocento si susseguirono numerose famiglie proprietarie dividendo l’immobile in appartamenti più o meno grandi, fino al 1921, quando l’edificio divenne la Casa della Banca Diocesana.

I soffitti affrescati recuperati.

L’intervento

Il progetto architettonico, confermata la destinazione d’uso residenziale, ha previsto la ridistribuzione interna con la suddivisione in appartamenti con tagli variabili da 56 fino a 382 metri quadri e la valorizzazione dei cortili interni la cortina edilizia.

L’approccio è stato quello di recuperare, ove possibile, sia nelle parti esterne sia in quelle interne, tutti gli elementi storici esistenti attraverso il restauro, da un lato, e il consolidamento, dall’altro, e proponendo al contempo nuove soluzioni nel rispetto del linguaggio tradizionale.

I materiali già presenti (pietra, ferro, legno) sono stati riutilizzati in chiave moderna nella scelta delle finiture e la stessa attenzione è stata posta per gli elementi tipologici dell’architettura, quali cornici, imbotti, architravi, parapetti, corrimani, serramenti e portoni di accesso dall’esterno.

Sistema costruttivo e restauro

Le fasi iniziali del cantiere hanno previsto il consolidamento e il restauro della struttura. Le fondazioni di entrambi i corpi sono realizzate in muratura, come da metodiche costruttive di epoca medioevale. Per la realizzazione dei posti auto al piano interrato sono realizzate sottomurazioni e opere a integrazione e consolidamento in calcestruzzo armato.

Le strutture portanti verticali sono in muratura portante di pietra o mattoni (sempre di epoca medioevale), con addizioni più recenti in carpenteria metallica; anch’esse in alcune porzioni in particolare, sono state consolidate. Le opere di restauro delle facciate non hanno alterato il sistema costruttivo, ma hanno previsto in alcune porzioni la posa d’intonaco fibrorinforzato.

Le strutture orizzontali storiche sono in legno, con un’orditura principale e un assito soprastante; in alcune aree, oggetto di recenti interventi, sono presenti solai in laterocemento con carpenteria metallica. È stato necessario provvedere al consolidamento di tutti i solai con getti integrativi in calcestruzzo resi solidali alle strutture esistenti mediante connettori e l’inserimento di carpenteria metalliche integrative dove necessario.

Anche le orditure della copertura sono in legno, con manto in coppi e lattoneria in rame, e il restauro ha previsto il rifacimento dell’assito, l’inserimento di uno strato di isolamento termoacustico e la posa del manto in coppi di recupero. I camini sono realizzati in muratura utilizzando mattoni di recupero e seguendo la sagoma tradizionale.

I due cortili all’interno sono valorizzati con una pavimentazione in pietra piasentina fiammata, posata a correre in quello pedonale e a piano sega in quello carrabile (formato 30×30 cm e 80×30 cm), alternata a fasce di ciottoli di fiume selezionati bianchi e grigi, come la fascia perimetrale in quello pedonale.

Facciate storiche

L’immobile è caratterizzato da importanti opere artistiche, in particolar modo nell’edificio d’angolo tra via Arena e via Mayr con un compendio decorativo rilevante attribuito ad Antonio Maria Caneva, detto il Porlezzino, risalente agli anni a cavallo tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo. Il ciclo affrescato venne restaurato nel 1965 da Mauro Pelliccioli e nuovamente ripristinato con interventi puntuali in fase di cantiere.

La scelta delle tipologie d’intervento, dei materiali e delle metodologie da impiegare è legata allo stato di conservazione, ai materiali storici impiegati e alla tecnica di posa. Dopo il rilievo e l’esecuzione di saggi e prove di tollerabilità dei materiali, i restauratori hanno proceduto con interventi mirati. Da un lato è stato necessario riqualificare le murature con malte deumidificanti, consolidamenti eseguiti con malte speciali e il ripristino dell’intonaco seguendo le campionature di colore esistenti.

Per i prospetti maggiormente ammalorati è stata necessaria la rimozione integrale degli intonaci che non garantivano più idonee condizioni di ancoraggio e la posa di una nuova composizione a base di calce. Anche decori e cornici sono stati restaurati. Dopo la preventiva messa in sicurezza delle porzioni non più stabili e la preliminare pulitura con acqua demineralizzata, sono state rimosse le sovrammissioni incoerenti e le stuccature ammalorate, ponendo particolare attenzione al sistema di giunti e di fughe; a seguire, un trattamento contro muffe e muschi, la stuccatura del quadro fessurativo e la posa della nuova finitura coerente con gli altri fronti.

Dove non più presenti, sono posati nuovi contorni, in pietra di Sarnico bocciardata fine sui fronti esterni e in malta cementizia su quelli verso i cortili. I davanzali delle finestre e le soglie esterne per porte-finestre sono in pietra di Sarnico bocciardata o in pietra Serena extradura (bocciardata o sabbiata), con gocciolatoio.

Le scale comuni.

Gli appartamenti

Per rendere conforme l’edificio alle nuove normative, è stato realizzato un cappotto interno per l’isolamento delle pareti perimetrali: un’orditura metallica autoportante agganciata e resa solidale con i fronti porta una doppia lastra in cartongesso con interposto isolante (2,4+4+2,5 cm). Le partizioni interne sono costruite in blocchi di calcestruzzo alleggerito, se con funzione portante, in mattoni forati con isolamento interposto e in cartongesso su orditura metallica.

Le pareti esistenti in muratura, dove possibile, sono ripristinate con la rimozione e il rifacimento dell’intonaco. Anche i terrazzi e i balconi sono stati riqualificati nei parapetti in ferro e nei decori. È stata rifatta l’impermeabilizzazione e recuperata la pavimentazione storica; dove si è reso necessario riposarla, è stata utilizzata pietra piasentina levigata (15×15 cm posta in diagonale).

I nuovi serramenti sono in legno di abete lamellare certificato Fsc, a uno, due o quattro ante, a battente e a vasistas; la pozione trasparente è in vetro termoisolante bassoemissivo con trasmittanza termica Uw < 1,4, Rw = 42 dB e permeabilità all’aria in classe 4. I sistemi di oscuramento sono realizzati con persiane in legno, su disegno simile a quelle esistenti. Per quanto concerne i portoncini, secondo lo spirito dell’intervento, sono recuperati quelli in legno massello esistenti e ripristinati dove eccessivamente deteriorati.

Le 17 unità immobiliari hanno ognuna un taglio differente per assecondare il ritmo interno esistente enfatizzando le peculiarità dello spazio e degli scorci sulla città antica e sulle corti; gli interni sono progettati con le medesime finiture. Parquet in legno di rovere prefinito a tre strati per i pavimenti, locali di servizio compresi, con posa a spina di pesce ungherese per gli ambienti maggiori o a correre per quelli di servizio (doghe con larghezza 100/120 mm e finitura naturale o verniciata), le pareti sono in intonaco bianco, in ceramica nei bagni.

Certificazione Leed

Il progetto è in fase di ottenimento della certificazione Leed Italia, una peculiarità per un edificio antico, uno dei pochi casi a livello internazionale su un immobile storico e vincolato. Leed promuove un approccio orientato alla sostenibilità, riconoscendo le prestazioni degli edifici in settori chiave, quali il risparmio energetico e idrico, la riduzione delle emissioni di Co2, il miglioramento della qualità ecologica degli interni, i materiali e le risorse impiegati, il progetto e la scelta del sito. Sviluppato dalla U.S. Green Building Council (Usgbc), il sistema si basa sull’attribuzione di crediti per ciascun requisito.

La somma dei crediti crea quattro livelli di certificazione: base, oro, argento, platino. All’interno del complesso sono state studiate soluzioni impiantistiche innovative ed efficienti, compatibili con gli edifici e con i limiti imposti dai vincoli di tutela artistica e storica degli immobili. L’intervento, infatti, oltre al recupero della struttura e dell’involucro, ha garantito un impianto domotico con gestione in remoto, un sistema termico integrato in grado di gestire la climatizzazione con riscaldamento e raffrescamento a pavimento, un impianto di ventilazione meccanica controllata, il controllo dei consumi idrici ed elettrici, oltre al recupero dell’involucro edilizio con la realizzazione del sistema d’isolamento termico e acustico delle unità immobiliari.

Strategia impiantistica

Il riscaldamento e il raffrescamento degli appartamenti sono affidati a pannelli radianti a pavimento a basso spessore. L’emanazione del calore avviene attraverso tutta la superficie del pavimento e la differenza di temperatura tra la superficie radiante e l’ambiente risulta tale da non innescare moti convettivi nell’aria; l’impianto mantiene il pavimento a una temperatura superficiale inferiore alla temperatura corporea umana (circa 29°).

Il sistema a pavimento è abbinato a un impianto di ventilazione meccanica con recupero di calore ad alta efficienza e a deumidificatori per la stagione estiva. L’impianto, compresa la produzione di acqua calda, è gestito da una centrale termica a gas metano con caldaie a condensazione (posta a piano terra). Il raffrescamento è affidato a un frigorifero condensato ad acqua posto all’interno delle singole unità immobiliari per una gestione completamente autonoma; valvole di commutazione stagionale poste all’interno delle abitazioni consentono al sistema di emissione di essere alimentato con acqua calda o con acqua refrigerata a seconda della stagione.

All’interno degli appartamenti è previsto un sistema domotico controllato attraverso pannelli touch che mettono a sistema, oltre all’impianto elettrico e la climatizzazione invernale ed estiva, anche la gestione dati e TV/Sat, la diffusione sonora e l’impianto antintrusione. Tutto gestibile anche da remoto tramite app dedicata, possono essere creati scenari dedicati programmabili in determinati orari della giornata.

L’impianto antintrusione è formato da contatti perimetrali di tipo magnetico posizionati sui serramenti (finestre e portoncino d’ingresso) e rivelatori volumetrici; la tastiera di comando integra un combinatore Gsm/Gprs per l’invio della comunicazione di allarme all’esterno. Infine, un sistema di controllo carichi permette di limitare la potenza assorbita in particolari momenti; questa logica offre un duplice vantaggio: limitare la potenza contrattuale, e ridurre quindi i costi di fornitura, ed evitare l’intervento del contatore di energia per il superamento della soglia di potenza disponibile.

Il sistema permette di gestire fino a quattro utenze, liberamente programmabili: al superamento della soglia impostata le utenze saranno disattivate o messe in standby, con una sequenza di priorità definita dal proprietario e per un tempo utile a non superare le tolleranze ammesse dal contatore di energia. In modo automatico, dopo aver raggiunto la soglia inferiore di potenza, le utenze saranno rialimentate o riattivate.

Ritrovamenti archeologici

L’intervento de Le Dimore di Via Arena ha garantito il recupero, il restauro e la valorizzazione di spazi che celavano, nel sottosuolo soprattutto, tesori immensi. Sono stati portati alla luce una lucerna di epoca romana e uno stralcio di mosaico della stessa epoca, 70×100 cm, dello spessore di 20 cm, raffigurante la testa di Gorgone, ora custodito al Museo Archeologico di Bergamo.

Francesco Percassi | Presidente Impresa Percassi.

Francesco Percassi | Presidente Impresa Percassi

«Ci siamo innamorati della storia di quest’immobile, così come della sua complessità. Per noi ogni aspetto del progetto è stato una sfida e una volontà di entrare nella storia di Bergamo, scoprirne la sua ricchezza e portarla alla luce, valorizzarla e donarla al territorio. Un lavoro che ha visto in gioco una squadra di grandi professionisti, con la capacità di fare le scelte più valide per conservare la storicità degli spazi, offrendo qualità ed esclusività, altissime prestazioni, elevati standard di vivibilità e l’emozione di dimore che sono meraviglia ed eccellenza».

Arch. Maurizio Zambelli | Progettista.

Maurizio Zambelli | Progettista

«Pietra su pietra, è stato un lavoro da scoprire giorno dopo giorno date le continue scoperte e il continuo problem-solving che mettevamo in atto. Abbiamo tutelato la storia, l’abbiamo valorizzata e resa perfettamente abitabile, abbinandola a tecnologie avanzate e a un vivere domotico e sostenibile. Questo è un intervento amato dove ogni elemento è studiato profondamente: dalle griglie alle gronde fino alle cerniere degli scuri, ovviamente dal colore della facciata a tutti gli elementi di restauro che appartengono in maniera intrinseca all’edificio. Un lavoro che ha restituito armonia a questo manufatto, nella sua regolarità architettonica, nel fascino della sua corte, nei suoi affacci incredibili».

Arch. Barbara Radici | Progettista.

Barbara Radici | Progettista

«Il progetto ha arricchito ciascun protagonista del team di lavoro. Una sfida d’ingegneria, di archeologica e di architettura in un lavoro corale e coerente. Abbiamo voluto mantenere un linguaggio comune che valorizzasse la tradizione, integrare scelte di materiali dalla tradizione antica, come la pietra di Sarnico, con tecnologie innovative per la realizzazione di residenze sostenibili».

CHI HA FATTO COSA

Progetto e direzione lavori: Rgr Architetti, Studio Zambelli
Progetto termotecnico: Studio Bellini e Associati
Impresa edile: Impresa Percassi
Serramenti e rivestimenti interni: Oggetto Casa, Zanotti, Bi.Ci
Impianti elettrici e climatizzazione: C.E.M.I.
Pavimentazione: Trapattoni Marmi

CHI HA FORNITO COSA

Illuminazione: Viabizzuno, Horizon, Fontana Arte, Catellani & Smith, Sirnes, Ares, Luce Errebi
Pavimenti: Itlas
Rivestimenti: Appiani, Marazzi
Serramenti di acciaio: Seccosistemi
Placche: Grohe
Porte: Eclisse, Flessya
Maniglie: Olivari
Lavabi e Sanitari: Ceramica Globo, Galassia
Vasca: Kaldewei
Doccia: Ideal Standard
Rubinetteria: Bellosta

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