Ricostruzione | Lallio, Bergamo

Ricostruire la qualità dei luoghi

Marco Acerbis ha progettato il nuovo showroom di Pentole Agnelli e l'annesso Ristorante Bolle dello chef Filippo Cammarata. Un intervento che ha riqualificato la zona industriale degli anni ’60 e creato luoghi di qualità. L’apparente continuità volumetrica cela i due corpi separati dello spazio dello showroom e del ristorante. Il primo ha una struttura in calcestruzzo prefabbricato, il secondo è realizzato in calcestruzzo armato gettato in opera post compresso.

Marco Acerbis | Progettista

Marco Acerbis | Progettista | ©Sebastiano Rossi

«Qui la materia si trasforma in emozione. Questa è stata la riflessione che ho fatto agli inizi del percorso di progettazione del ristorante. La grande lezione degli chef è proprio quella di trasformare la materia in qualcosa di molto superiore che non solo contribuisce a farci star bene fisicamente ma anche psicologicamente. La grande cucina è fatta anche di grandi emozioni. Nasce così un progetto architettonico fortemente materico, dove la scatola e la pelle del manufatto edilizio traspirano di sensazioni che sono trasmesse al visitatore sotto forma di emozione, sorpresa e desiderio di scoperta».

Il Ristorante Bolle a lavori ultimati. Involucro argentato, realizzato a frattazzo con motivi circolari, unito a oblò dai diametri variabili, si contrappone all’ampia superficie vetrata.

In uno dei capannoni dell’azienda Pentole Agnelli, completamente ricostruito, trovano spazio il nuovo showroom e il Ristorante Bolle dello chef Filippo Cammarata. L’intero progetto architettonico e d’interior design è stato curato dell’arch. Marco Acerbis che ha interpretato l’esigenza della committenza Agnelli di presentarsi al pubblico non solo con un nuovo spazio per la vendita, ma anche con un luogo che fosse un’esperienza di qualità nel mondo dell’alta cucina. La fabbrica si apre così alla comunità, riqualificando anche la zona industriale. A gestire in modo eccellente la costruzione l’impresa Brignoli di Bergamo.

Involucro

La facciata, caratterizzata dal contrasto tra pieni e vuoti, svetta per 10 metri lungo la strada, pur mantenendo il linguaggio e le proporzioni della tipologia del capannone industriale.

Marco Acerbis ha ricostruito interamente il volume architettonico con un sistema in calcestruzzo prefabbricato, dal quale separa visivamente e strutturalmente la palazzina dello showroom e del ristorante.

L’involucro presenta un rivestimento argentato, realizzato mediante posa a mano con frattazzo ma con un prodotto industriale che richiama l’idea dell’alluminio, materiale alla base delle imprese della famiglia Agnelli.

I motivi circolari dell’intonaco, uniti a oblò dai diametri variabili, si contrappongono all’ampia superficie vetrata della facciata: una sorta di timpano a tutt’altezza da cui si accede agli spazi aperti al pubblico.

La pelle esterna, caratterizzata da una decorazione manuale, ricorda il mondo dei fossili, dei metalli sciolti, dei grandi movimenti terresti, è il primo segno che la materia si muove e si trasforma. Qui con un disegno ideato da Acerbis, ma lasciata alla mano del decoratore, la materia si plasma e crea quel particolare equilibrio tra istinto e razionalità.

Struttura

Nonostante la continuità volumetrica, il capannone e lo spazio dello showroom e del ristorante sono due corpi separati. Il primo ha una struttura in calcestruzzo prefabbricato; mentre il secondo è realizzato in calcestruzzo armato gettato in opera post compresso – una tecnica costruttiva solitamente usata nelle costruzioni di grandi dimensioni e che, in questo caso, consente di avere una luce libera maggiore con sole due colonne che sorreggono l’intera soletta del primo piano.

Gli impianti sono integrati sul tetto e all’interno della controsoffittatura, dove sono ricavati i lucernari, consentendo alle finestre in facciata di estendersi per tutta l’altezza dell’edificio. Mentre all’interno la soletta del soffitto, non più orizzontale, inclina verso la vetrata.

Interni

L’interno mostra un’estetica minimale, con chiaroscuri netti, scaldati da pochi accenti in teak. I materiali sono semplici e i colori neutri, cemento chiaro e ferro cerato. Sulla sinistra, lo showroom è separato dall’atrio da un sistema di librerie con ripiani in legno che funziona da allestimento, e dagli unici due pilastri portanti che sorreggono la pavimentazione della sala ristorante soprastante.

La collezione di pentole Angelli è esposta su espositori in alluminio alveolare piegato con moduli sinusoidali, progettati su disegno di Acerbis. La vetrata con i ripiani in legno e le profonde trasparenze attraverso le pentole esposte riportano il visitatore, seppur temporaneamente, nel mondo reale degli oggetti e del design.

Lo spazio a doppio volume, illuminato da finestre a soffitto, sullo sfondo presenta la reception con il desk in ferro naturale cerato, lo stesso materiale che continua sul parapetto della scala d’accesso al primo piano.

La scala è posizionata in direzione opposta all’ingresso, per creare una pausa visiva ed enfatizzare l’arrivo al primo piano. Allontanandosi dallo showroom si comincia a salire le scale progettate nel senso opposto a quello dell’ingresso con corrimano in legno.

Il ristorante

Da una sala d’attesa con poltrone che si affaccia all’esterno, si accede alla sala ristorante di circa 60 coperti, schermata da divisori circolari e rotanti di 3 metri di diametro, realizzati in stucco veneziano su struttura metallica e cartongesso. Questi riprendono il tema degli oblò in facciata e consentono il riassetto della sala. Il soffitto dal colore scuro è ricoperto da pannelli Rockfon con proprietà fonoassorbenti.

Una finitura simile è stata ricreata sulla boiserie alle pareti, mentre una striscia di Led all’altezza dei tavoli la distacca dal resto del muro, trattato con la stessa resina chiara del pavimento.

L’interior design della sala è concepito per isolare il cliente all’interno di un ambiente minimale e ieratico, puntando i riflettori sui piatti dello chef: unica nota di colore in un ambiente volutamente neutro. La spazialità è giocata sulle dimensioni delle forme che creano tensione ed equilibrio. Un ristorante dalla grande pulizia formale e di grande rigore geometrico.

La cucina e lo chef table

La cucina è il frutto di un continuo scambio di idee tra lo chef e l’architetto sia sulla funzionalità dell’ambiente sia sull’inserimento dello chef table, il tavolo all’interno dove poter ammirare lo chef all’opera e, di fatto, mangiare con lui in cucina.

È costruito in muratura rivestita da una resina scura ed è illuminato da una finestra a soffitto che proietta all’interno la luce naturale. Le pareti attorno al tavolo sono rivestite da piastrelle bianche dal disegno rétro che evocano le cucine professionali della tradizione. Come una sorta di altare, lo chef table è un arredo fisso in un ambiente dove tutto è in movimento.

Chi ha fornito Cosa

Rivestimento involucro Baumit
Lampade indoor e outdoor Platek
Superfici soffitto e pareti della sala ristorante Rockfon Mono Acoustic
Ascensore Overlift
Rivestimento gres porcellanato Iris Ceramica
Lavabi e sanitari Flaminia
Lampade da sospensione bagno Flos
Caldaia Hoval
Unità trattamento aria Fast
Codizionatori LG
Riscaldamento a pavimento Emmeti
Foto Marco Introini

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