L’Italia è un paese a forte rischio sismico: dei 14,4 milioni di edifici che costituiscono il patrimonio edilizio residenziale e non residenziale del nostro Paese, 9,3 milioni di edifici, in cui vivono 48,2 milioni di abitanti, ricadono nelle zone sismiche 1,2,3, e il 74% di questi edifici, pari a 6,9 milioni di unità, sono stati realizzati prima del 1980, periodo in cui non era obbligatoria una seria normativa antisismica, inoltre 1,4 milioni di questi edifici è in mediocre o pessimo stato di conservazione.
Incentivi e agevolazioni fiscali per la messa in sicurezza
Grazie ai recenti provvedimenti di tipo fiscale, volti a incentivare e agevolare gli interventi di diagnosi e di riduzione del rischio sismico degli edifici, si potrebbe finalmente dare inizio a un nuovo ciclo d’investimenti finalizzati alla messa in sicurezza del patrimonio del nostro Paese.
Ma esiste un grave deficit di conoscenza e in questo contesto Cresme e Isi (Ingegneria simica italiana) sono intervenuti realizzando uno studio di carattere scientifico finalizzato ad analizzare e descrivere le dimensioni e le caratteristiche del mercato a rischio nei diversi territori, le potenzialità degli incentivi fiscali e loro modalità di applicazione, le possibili tecniche d’intervento.
La descrizione, in termini scientifici, delle tecnologie antisismiche contenute nella sezione «Abaco d’interventi per la riduzione della vulnerabilità sismica» costituisce una parte fondamentale e particolarmente apprezzata dello studio perché mostra in concreto cosa è possibile fare.
Tour Italia Antisismica
Lo studio sarà presentato in 13 convegni gratuiti sul territorio, i primi si terranno il 14 novembre a Genova, il 15 novembre a Bologna e il il 5 dicembre a Napoli.
L’iniziativa vede coinvolto il mondo delle professioni tecniche con il patrocinio del Consiglio Nazionale degli Architetti, del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, del Consiglio Nazionale dei Geometri e Geometri Laureati e del Consiglio Nazionale dei Geologi, la partecipazione dei massimi esperti nazionali di antisismica, del mondo delle costruzioni e dell’amministrazioni degli edifici e del mondo dell’industria che fornisce le tecnologie necessarie a intervenire.
Sono parte dell’iniziativa anche soggetti che oggi consentono di beneficiare dei vantaggi fiscali e esperti in grado di descrivere con puntualità come è possibile ottenere gli incentivi.
Il tour è realizzato con il sostegno di Eni gas e luce e con il contributo di Basf, Ecosism, Ferriere Nord, Hilti, Mapei, Stabila, Tecnokgiunti, Tecnostrutture, Seriana Edilizia.
I convegni sono diretti a professionisti (ingegneri, architetti, geometri, geologi) con riconoscimento dei crediti formativi, imprese di costruzione, amministratori di condominio, proprietari di immobili, amministratori pubblici e cittadini che desiderino una maggiore conoscenza del tema.
Le iscrizioni ai convegni sono obbligatorie online.
In Liguria
In Liguria, la classificazione sismica non individua zone 1 ad alta pericolosità. Vi sono però 41 comuni collocati in zona 2, a media pericolosità in cui vivono oltre 201.724 abitanti (nel 2018), pari al 13% della popolazione regionale e 171 comuni collocati in zona sismica 3 in cui vivono 1,26 milioni di persone pari a circa l’81% del totale dei residenti.
Gli edifici ricadenti nelle zone 2 e 3 che possono beneficiare degli incentivi fiscali per la riduzione del rischio sismico sono 278.000, per 112 milioni di mq. Considerando i costi medi di intervento per livelli di vulnerabilità e caratteristiche degli edifici la stima potenziale di mercato, se tutti intervenissero, è di 31,5 miliardi di euro.
In Emilia Romagna
In Emilia Romagna, la classificazione sismica non individua zone 1 ad alta pericolosità. Vi sono però 107 comuni collocati in zona 2, a media pericolosità in cui vivono oltre 1,3 milioni di abitanti (nel 2018), pari a circa il 30% del totale dei residenti. Il maggior numero di abitanti risiede in zona 3: 3,1 milioni di persone, pari al 70% della popolazione complessiva nella regione.
Gli edifici ricadenti nelle zone 2 e 3 che possono beneficiare degli incentivi fiscali per la riduzione del rischio sismico sono 944.000, per 369 milioni di mq. Considerando i costi medi di intervento per livelli di vulnerabilità e caratteristiche degli edifici la stima potenziale di mercato, se tutti intervenissero, è di 100 miliardi di euro.