Puliture

Rimozione con gel di Agar

Puliture con gel di Agar sulle tempere della chiesa di S.Vincenzo in Urzano, Neviano degli Arduini, Parma.

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Saggi di pulitura nella cappella di destra
Sono state eseguite diverse prove per la rimozione dello strato steso alla fine degli anni Settanta. Scopo di queste prove è stato quello di valutare la tecnica più adeguata, efficace nella rimozione dello strato superficiale e, nello stesso tempo, rispettosa dello strato sottostante.
Saggio n.1 | rimozione a bisturi. La rimozione della decorazione del 1979 è stata effettuata a bisturi, previa bagnatura di acqua supportata in compresse di cotone. Il tinteggio si è rivelato non solubile nell’immediato, ma soggetto a rigonfiamento dopo alcuni minuti: ciò ne ha consentito un’asportazione agevole, con riduzione della sollecitazione meccanica e quindi del rischio a carico degli strati sottostanti. Questi sono dipinti con tempere idrosolubili e poggiano su sfoglie di scialbi di calce; sono quindi fisicamente instabili. L’osservazione a luce radente delle superfici mette in evidenza l’estensione dei sollevamenti e le zone di caduta riempite dai tinteggi.
Un saggio di pulitura eseguito sulla parete di fondo della cappella a levante ha portato alla luce un volto con nimbo, di angelo o di santo, dipinto a tempera. L’area è critica dal punto di vista della conservazione degli strati. Nel primo campione a impacco di acqua e bisturi non è stata eseguita la completa rimozione del tinteggio, per non causare una perdita estesa della pellicola pittorica. Il limite del metodo risiede nella tecnica a impacco, necessaria per far rigonfiare il tinteggio, ma non controllabile per l’aspetto di assorbimento dell’acqua da parte degli strati sottostanti.
Saggio n.2 | rimozione con gel di Agar. Sono state dunque fatte delle prove con gel rigidi di agar, a diverse concentrazioni, da Francesca De Vita e Michela Berzioli. I gel rigidi di Agar hanno una loro nicchia di applicazione. Vengono usati per operazioni di pulitura superficiale e di rimozione/rigonfiamento di sostanze idrofile su manufatti artistici suscettibili all’acqua e per interventi strutturali.
La casistica su pitture murali è per ora limitata ad alcuni restauri, per lo più per la pulitura superficiale e per la rimozione di alcune sostanze sensibili all’acqua, come il recente restauro del murale acrilico di Keith Haring a Pisa [Rava et alii, 2012]. La caratteristica dei gel rigidi di agar è quella di umidificare gradualmente e in modo controllato le superfici e assorbire, quasi fosse una spugna, sostanze idrosolubili da rimuovere e da far rigonfiare. Il risultato è molto soddisfacente, la pellicola pittorica, pur nella sua fragilità e nel suo stato d’impoverimento sotto scialbo, si è conservata coerente.
La mancanza di saturazione dei colori è un segno del fatto che non vi è stata diffusione acquosa nel dipinto. Un’altra prova è stata fatta con un gel al 2%, applicato per soli 5’; la minore concentrazione di Agar consente una maggiore bagnabilità del supporto, rendendo più difficile la rimozione del tinteggio. Un altro campione è stato eseguito con un gel acquoso spalmabile di Carbopol Ultrez 21(acido poliacrilico all’1,5% salificato), sempre allo scopo di far rigonfiare le sostanze solubili presenti nel tinteggio, controllando la diffusione dell’acqua negli strati pittorici. Il risultato di questa prova è stato molto buono, anche perché si tratta di una pratica che potrebbe essere applicata in cantiere, nel caso di recuperi di opere fragili e di elevato valore artistico. La rimozione del tinteggio superficiale è avvenuta controllando l’azione meccanica attraverso un contafili.

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