I principali dossier relativi agli appalti pubblici che verranno affrontati in sede governativa e parlamentare sono:
- le deroga sugli appalti pubblici da variare entro ottobre
- istituzione di una commissione di inchiesta sugli appalti pubblici
- messa a punto dell’allegato infrastrutture
- programmazione delle risorse Cipe
- nuovo allegato infrastrutture al Def
Riforma degli appalti pubblici. Uno dei dossier più delicati dal punto di vista politico è quello della riforma degli appalti pubblici, che dovrebbe portare al recepimento delle direttive europee e alla contestuale sostituzione del codice dei contratti pubblici e del regolamento attuativo. L’esame del testo del disegno di legge delega, già approvato a giugno dal Senato, è stato ripreso dalla commissione Ambiente della Camera (relatori Angela Cera e Raffaella Mariani) riunitasi ieri per esaminare i 480 emendamenti depositati alla vigilia della chiusura dei lavori prima della pausa estiva. Sono numerosi i punti da affrontare come la disciplina dell’appalto integrato, la riforma degli incentivi alla progettazione di cui ha fatto più volte cenno la relatrice Mariani e la disposizione voluta dal Senato sull’obbligo di affidare in gara il 100% dei contratti oggi gestiti «in house» dei concessionari autostradali, tema sul quale si gioca un’importante partita sotto gli aspetti riguardanti la concorrenza, gli investimenti e l’occupazione. Il grosso del lavoro è stato svolto al Senato (relatore Stefano Esposito), si dovrebbe, quindi, evitare lo stravolgimento del testo, portando soltanto aggiustamenti su alcuni punti, fra cui, probabilmente quelli citati. L’obbiettivo è comunque quello di arrivare alla conclusione rapida dell’esame in commissione per portare il testo, entro i primi di ottobre, al varo da parte dell’aula parlamentare.
Nuovo regolamento attuativo. A seguire si aprirà la partita dell’attuazione della delega, che riguarderà non solo il nuovo codice ma anche il nuovo regolamento attuativo che sostituirà il dpr 207/2010 con la messa a punto dei decreti delegati da parte della commissione ministeriale di cui al decreto firmato da ministro Del Rio a luglio, che sarà seguita da una consultazione pubblica e dai numerosi pareri (Parlamento, Consiglio di stato, Conferenza unificata).
Altri provvedimenti. Diversi altri provvedimenti sono poi all’esame del Parlamento, dal disegno di legge del Senato, con il quale si istituirà una commissione di inchiesta sugli appalti pubblici, a quello sui contratti cosidetti segretati (in deroga alle ordinarie regole del codice dei contratti di sicurezza), oltre a quelli sul dibattito pubblico e sulla qualità architettonica che però sembrano sovrapporsi in qualche misura con la delega sugli appalti pubblici.
Fondi di coesione e opere cantierabili. Sul fronte governativo l’impegno più rilevante pare essere quello della programmazione delle risorse derivanti dai fondi di coesione 2014/2020 che appare però in ritardo visto che entro il 31 marzo il presidente del Consiglio avrebbe dovuto individuare dove allocare le risorse e, entro il successivo mese di aprile il Cipe avrebbe dovuto materialmente ripartire le risorse (più di 40 miliardi). Il Cipe dovrà anche procedere all’assegnazione delle risorse previste dal decreto «Sblocca Italia» (1,5 miliardi) da destinare a opere cantierabili, non più entro fine agosto ma entro fine ottobre.
Allegato infrastrutture al Def. Infine il ministero delle Infrastrutture dovrà presentare al Cipe, entro fine settembre, il nuovo allegato infrastrutture al Def per il quale si parla già di un taglio di opere della legge Obiettivo, che non verranno più considerate prioritarie. (A.T.)
