Costruire in laterizio | Livorno

Riqualificazione del quartiere Shangai a Livorno

La riqualificazione del quartiere Shangai a Livorno non è solamente il progetto di un nuovo isolato di edilizia sociale: ai Carmassi viene commissionato un intervento esemplare capace di porre le regole qualitative e compositive da rilanciare in interventi successivi, finalizzati alla ristrutturazione urbana dell’intero quartiere compreso tra l’isolato 415 e il complesso scolastico progettato dagli stessi architetti.

CIL 180 – Nel contributo introduttivo alla monografia Massimo e Gabriella Carmassi. Opere e progetti Marco Mulazzani ha indagato il senso del tempo nell’architettura di questi architetti.Per loro il tempo è condizione e prospettiva del progetto: l’architettura deve concretamente durare e per questo le solide murature laterizie proteggono l’intervento dal degrado materiale già diffuso su ogni costruzione all’intorno; l’architettura deve resistere ai gesti spontanei o alle personalizzazioni degli abitanti e per questo l’intero impianto del progetto è segnato da regole geometriche chiare e determinanti; deve sopravvivere ai cambiamenti urbani e per questo s’inserisce nel tessuto della città con caratteri permanenti, oltre a rimandi capaci di connettere l’opera alla memoria storica.

Il complesso dal viale alberato d’accesso.

Le scelte collocano il progetto nel tempo, divenute materia:

  • quella della giacitura principale a cui orientare le fabbriche e della conseguente gerarchia fra gli allineamenti delle architetture, per le quali viene preferita la direzione verso il mare, è capace di determinare tre dei quattro lati dell’isolato;
  • quella dei traguardi visivi lungo i percorsi, attraverso gli spazi pubblici interni, offre punti di riferimento e scenografie urbane; quella della presenza di aree di socializzazione nel cuore del quartiere, quali piazze e aree aperte ombreggiate, propone alla comunità residente di non allontanarsi;
  • quella dell’articolazione e variazione degli spazi pubblici deriva dai sistemi di piazze tipici della città storica e a quelli allude; quella della ricca proposta dei tagli abitativi, capaci d’ospitare nuclei famigliari eterogenei e così di costituire comunità più aperte;
  • quella degli spazi pubblici anche dentro agli edifici induce a disciplinare la vita comune mediante occasioni di socializzazione;
  • quella dell’articolazione e variazione degli spazi interni, in cui le componenti tipiche quali gli accessi, i percorsi di risalita verticale, la terrazza sommitale, si compongono differentemente a riconoscere posizioni e peculiarità di ogni fabbrica, valorizza i diversi specifici talenti di ciascuna porzione del lotto in cui si interviene;
  • quella di riproporre la citazione del muro storico, non solo quale archetipo della città consolidata, ma anche psicologicamente baluardo fra il proprio e l’altrui, infonde solidità, familiarità e sicurezza; quella del materiale laterizio come materiale della vera terra sotto i propri piedi, del territorio, della tradizione, dei centri storici, e ancora del muro, esprime il senso di radicamento al luogo di progettisti e residenti.

    Lo spazio pubblico interno all’isolato.

Il tempo sembra anche condizione italiana inevitabile dell’intervento pubblico, per cui alla progettazione intensa da parte degli architetti concentrata fra 2001 e 2008 si è sovrapposto  il periodo della fase progettuale esecutiva e della costruzione, assegnate ad altre figure rispetto ai Carmassi anche quanto a direzione dei lavori; nella consapevolezza dell’insieme di responsabilità sociali, umane, politiche, economiche, sottese al particolare progetto d’architettura finalizzato all’edilizia sociale, ogni maggior dote di tempo è stata interpretata dagli architetti quale occasione continua per migliorare il progetto.

L’alternanza di vuoti
e pieni laterizi.

La consapevolezza delle necessità e dell’importanza del progetto pubblico è tradotta particolarmente nell’articolazione dei piani bassi dei differenti corpi di fabbrica, in cui ingressi molteplici, rampe e scale, accessi ai piani interrati, vani pubblici di uso condominiale e giardini privati, si compongono in modi ogni volta differenti accrescendo la vitalità del disegno e la curiosità del vissuto.

La ricchezza progettuale di questi livelli viene incrementata dal rapporto fra essi e gli affacci dei piani superiori, reso dinamico dalla quantità di aperture e terrazzi privati inclusi nelle geometrie dei prospetti, oltre alla terrazza comune sommitale, tutti a distanze reciproche facilmente percorribili con lo sguardo e il parlato.

Le mamme controllano, le persone comunicano. Riporta inoltre la relazione di progetto: «Il primo livello di appartamenti è sopraelevato rispetto al piano di campagna non solo per proteggere le aperture da sguardi indiscreti ma per ottenere anche uno spazio supplementare per la distribuzione della rete impiantistica e degli scarichi, tale da consentire facili operazioni di manutenzione senza disturbare gli abitanti». L’intento compositivo è dunque affiancato dal pensiero costruttivo.

Ai piani bassi sui muri perimetrali si può toccare il mattone con le proprie  mani; nelle indicazioni di progetto i conci laterizi volevano essere posati con fughe pressoché annullate in spessore per contrastare i possibili effetti del dilavamento e ottenere il risultato ancor più massivo delle murature alternate alla leggerezza delle fasce di aperture e del tessuto connettivo fra il costruito.

I dettagli costruttivi chiedevano malta in tonalità e inserti in pietra rossa di Verona, secondo l’idea di monoliticità cromatica. I mattoni si distendono pure sui piani orizzontali dei calpestii comuni, rispetto ai quali le fabbriche sono estrusi regolari.

Fra la scuola e l’isolato residenziale 415 è racchiuso lo Shangai di Livorno, quartiere popoloso di origini umili, che dai due estremi deve trarre le regole per rigenerarsi continuativamente nel tempo.

Servizio a cura di Alberto Ferraresi, architetto.

Dettaglio costruttivo.

Chi ha fatto Cosa

Oggetto

Riqualificazione del quartiere Shangai. Isolato 415

Località

Livorno, Italia

Committente

ATER (oggi CASALP) – Casa Livorno e Provincia Spa

Progetto architettonico

Massimo, Gabriella e Lorenzo Carmassi

Progetto esecutivo e dl

Vito Borrelli

Collaboratori

Christopher Evans

Progetto strutturale

Alberto Ughi

Progetto impiantistico

Francesco Sambo, Fabrizio Tempestini

Impresa di costruzione

CO.GE.PA Costruzioni Generali Passarelli

Volume

26.573 m3

Costo complessivo previsto

7.500.000 euro

Fotografie

Cristiano Cossu e Massimo Carmassi

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