Edilizia residenziale | Rovigo

Edificio «insostenibile» trasformato in un complesso edilizio in classe A

Il processo di rigenerazione ha messo in campo una serie d’interventi per trasformare un edificio energivoro e insostenibile per i costi di gestione, in un manufatto sostenibile sotto il profilo economico e ambientale, attraverso strategie di risparmio energetico e riduzione dell’inquinamento. Le nuove murature portanti sono state realizzate in laterizio alveolare, più leggere di quelle in mattoni pieni esistenti. L’esigenza di elevata qualità degli alloggi ha richiesto l’utilizzo di materiali durevoli e di alto livello estetico.

Realizzato nei primi anni ’50, il palazzo denominato ex Enel, da allora, con la sua mole e una facciata austera in mattoni faccia a vista, caratterizza un tratto del Corso del Popolo, l’arteria principale della città di Rovigo.

Attorno al palazzo si affacciano edifici d’importanza storica notevole: la torre medievale Pighin, la sede del Conservatorio di musica, il Duomo, la porta Augustina, il palazzo trecentesco ex sede vescovile.

L’area in cui sorge l’immobile era originariamente lambita dall’antico fiume Adigetto, deviato negli anni ’30 per lasciare il posto all’ampia via Corso del Popolo con l’intento di dare un forte impulso alla crescita della città.

Edificato dal Genio Civile, fino all’inizio degli anni Duemila è stato destinato a sede principale di Enel in Polesine. Chiuso e venduto a un’assicurazione intorno al 2002, nel 2004 è stato acquistato dalla società immobiliare padovana Ediltea srl.

Ex Palazzo Enel com’era.

Il primo incarico affidato allo studio Navarrini è di redigere un Piano Integrato di Riqualificazione Urbanistica e Ambientale, uno strumento introdotto con la legge della Regione Veneto n. 23 del 1999 che si configura allo stesso tempo come un piano urbanistico e un programma, poiché assolve sia la funzione del piano attuativo sia quelle del contratto tra soggetti pubblici e privati, garantendo certezza dei tempi, dei costi e di risultati.

Con questo strumento, flessibile e rapido, si è potuto procedere alla trasformazione del complesso edilizio mutandone la destinazione d’uso, da esclusivamente direzionale, in un mix funzionale (residenze, uffici e negozi).

Lobiettivo del Piurea era di riqualificare non solo ledificio ma anche tutto il tratto di Corso del Popolo, dalle Poste Centrali a via Pighin, al tempo recintato, per farlo diventare una nuova piazza alberata e arredata.

Questo nuovo spazio urbano consente oggi agli studenti un passaggio diretto in sicurezza tra la sede del Conservatorio Musicale Venezze e la scuola media con l’annesso nuovo auditorium.

La riqualificazione urbanistica, ambientale ed edilizia di questo edificio si muove quindi contemporaneamente tra il rispetto dell’«immaginario collettivo», mantenendo integra la facciata in mattoni a vista su Corso del Popolo, e la volontà di caratterizzare l’intervento attraverso alcuni elementi che non sono mai solo il segno del nuovo, avendo sempre una valenza ambientale/funzionale.

Vista complessiva su Corso del Popolo.

Gli interventi mirano a restituire un’immagine contemporanea e unitaria. Il prospetto su Corso del Popolo si caratterizza per la presenza di due nuovi elementi: il volume dangolo e la loggia a sbalzo rivestiti in lamiera forata. Per quest’ultima il rivestimento funge da «seconda pelle» ed è tagliato secondo il ritmo delle aperture.

Verso la corte interna, a sud, si affaccia il giardino dinverno che risponde contemporaneamente al ruolo distributivo, estetico e di efficientamento energetico: pensato per ospitare il blocco scale delle residenze diviene un accumulatore passivo di energia termica con l’apporto della geotermia.

L’edificio, che presenta una pianta a L con la facciata principale sul Corso e la laterale sulla via Pighin, ha una cubatura di circa 15.000 m3 e un’altezza alla cornice di gronda di 17 m.

Planimetria generale.

Il sistema strutturale

Il fabbricato esistente è formato da due corpi a pianta rettangolare, uno prospiciente Corso del Popolo e l’altro prospiciente via Pighin, che si congiungono in corrispondenza dell’incrocio tra le due strade.

Durante i lavori è stato rilevato che i due corpi sono giuntati tra loro, quindi costituiscono due unità strutturali indipendenti e come tali sono state considerate nei calcoli, impiegando due modelli distinti per la loro verifica.

Il corpo su Corso del Popolo ha dimensioni in pianta di m 40.30×13.10, mentre quello su via Pighin ha dimensioni in pianta di m 23.10×12.10; entrambi erano composti da un piano seminterrato e da 5 piani fuori terra, ma il sottotetto aveva unaltezza non abitabile quindi è stato innalzato creando un piano aggiuntivo che costituisce un vero e proprio attico. La sopraelevazione ha comportato un intervento di adeguamento sismico, in zona sismica IV.

Interni, l’attico.

Nel corpo su Corso del Popolo tutta la zona di solaio non interessata dalle autorimesse è stata ribassata al livello della strada, per permettere l’accesso diretto ai nuovi negozi; ciò ha comportato la demolizione del solaio esistente e la costruzione di un nuovo solaio in laterocemento, collegato tramite cordoli alle murature portanti.

Sempre nel corpo su Corso del Popolo, sono stati messi in comunicazione i negozi a destra e a sinistra del vano scale mediante aperture nei muri trasversali; in corrispondenza delle nuove aperture sono state inserite cerchiature in acciaio costituite da telai chiusi in profili in acciaio tipo Hea; i muri trasversali interessati da quest’intervento sono stati consolidati con l’applicazione sulle due facce di betoncino di calcestruzzo armato con rete elettrosaldata.

Infine, sono state rimodulate le aperture dei negozi su Corso del Popolo e allargate le entrate delle autorimesse dal cortile interno, consolidando i muri di facciata sempre con l’applicazione sulle due facce di betoncino di calcestruzzo armato con rete elettrosaldata.

Logge interne.

Al piano primo, secondo, terzo e quarto sono stati realizzati tre nuovi balconi verso la corte interna e due su Corso del Popolo, costituiti da una soletta in cemento armato che poggia sulla muratura portante perimetrale e ancorata al solaio esistente tramite una nuova soletta in c.a. dello spessore di cm 4 fissata con connettori in acciaio.

Sono state eseguite alcune aperture nelle murature portanti e in loro corrispondenza sono state inserite cerchiature costituite da telai chiusi in cemento armato.

L’ultimo piano, compreso il solaio del sottotetto esistente, è stato demolito ed è stato realizzato sulle murature portanti esistenti un nuovo solaio in latero-cemento, con la presenza di travi in cemento armato in corrispondenza dei nuovi muri portanti dell’attico, arretrati rispetto ai muri perimetrali dell’edificio.

Le nuove murature portanti sono state realizzate in laterizio alveolare, più leggere di quelle in mattoni pieni esistenti, che hanno portato l’altezza di gronda su Corso del Popolo da 16.60 m a 18.60 m.

Sulla sommità delle nuove murature in laterizio alveolare sono stati realizzati i cordoli in cemento armato, sono stati fissati i travetti della nuova copertura in legno, sensibilmente più leggera di quella esistente in latero-cemento; in questo modo i carichi in fondazione non sono aumentati in modo significativo, e quindi non sono stati necessari interventi sulle fondazioni esistenti.

Giardino d’inverno.

Opere in acciaio

La struttura in acciaio della facciata del giardino d’inverno si sviluppa su tutta l’altezza dell’edificio esistente in corrispondenza del giardino d’inverno, all’intersezione tra il corpo prospiciente Corso del Popolo e l’altro prospiciente via Pighin; è stata collegata a due nervature verticali in cemento armato incassate nella muratura dell’edificio.

Pilastri e travi hanno profilati Hea 200 e gli elementi verticali secondari hanno profilati Ipe 200. La scala interna in acciaio si sviluppa su tutta l’altezza dell’edificio esistente in corrispondenza del giardino d’inverno. I cosciali della scala hanno piatti 250×18 mm, pilastri e travi hanno profilati Heb 200.

Gli elementi in acciaio per le logge su Corso del Popolo e per le terrazze sul giardino interno sono strutture di collegamento che su Corso del Popolo collegano le logge ai vari piani, creando una facciata tamponata con lamiera forata; sulle terrazze interne la struttura in acciaio presenta solo piccoli tamponamenti laterali e sorregge il parapetto.

La nuova scala esterna è una struttura intelaiata in acciaio che si sviluppa su tre piani posizionata sul fronte stradale laterale all’edificio esistente. Per accogliere le colonne in acciaio è stata realizzata una platea di fondazione in cemento armato dello spessore di cm 50, con plinti rialzati.

Il solaio è in lamiera grecata con getto di completamento per uno spessore totale di 12 cm. I cosciali della scala hanno piatti 300×18 mm, pilastri e travi hanno profilati Hea 180 ed elementi secondari verticali con piatti mm 140×20. Le strutture del vano scala sono separate dall’edificio esistente da un giunto sismico.

Volume della scala d’angolo.

La paratia

L’area di scavo, in adiacenza all’edificio e in un ambiente fortemente urbanizzato, ha una dimensione in pianta di 20×45 m, la quota di fondo scavo si trova a 4.20 m dal piano campagna e la quota della falda indisturbata a 1/2 m dal piano campagna.

Sono stati analizzati gli effetti dell’aggottamento della falda previsto all’interno dei diaframmi per eseguire gli scavi all’asciutto: i terreni di fondazione sono infatti, sino a 5/6 m dal piano campagna, di natura limoso, argillosa e compressibili, e avrebbero potuto manifestare cedimenti anche significativi in seguito a un abbassamento della falda eseguito senza precauzioni.

Prima di procedere agli scavi di sbancamento per la realizzazione delle autorimesse interrate è stata quindi prevista la posa di una paratia dello spessore di cm 60, chiusa su tutti i lati a formare una vasca, costituita da diaframmi in cemento armato gettati in opera larghi 250 cm, affiancati e agganciati lateralmente che creano un fronte unico a tenuta idraulica.

Le teste dei diaframmi sono collegate da una trave di coronamento di base cm 60 e di altezza cm 80, mentre la lunghezza totale della paratia infissa nel terreno è di m 13.50, con un’altezza del fronte di scavo di m 4.20.

La profondità dei diaframmi è stata scelta in modo da garantire l’ammorsamento nello strato coesivo impermeabile e continuo, presente a partire da 13 m di profondità, con il completo confinamento idraulico dell’area di scavo sfruttando il livello impermeabile come «tappo di fondo» naturale; operando in questo modo è stato possibile effettuare gli scavi aggottando solo l’acqua presente nell’area confinata dai diaframmi, senza interferire e modificare il livello della falda al di fuori dell’area di scavo, con conseguenti cedimenti anche significativi degli edifici circostanti.

I vincoli a lungo termine saranno rappresentati dalla struttura di fondazione dell’autorimessa interrata, che va a contrasto contro la paratia sul fondo dello scavo, e dal solaio di copertura dell’autorimessa.

I vincoli a breve termine nella zona verso il fabbricato esistente sono costituiti da tiranti pretesi, mentre per la zona verso il confine la paratia è stata calcolata a sbalzo, ma per limitare gli spostamenti sono previsti puntoni provvisori in tubolari metallici.

Piazzetta pubblica.

L’autorimessa interrata

L’autorimessa è una struttura scatolare in conglomerato cementizio armato, posizionata posteriormente all’edificio esistente e interrata rispetto al piano di campagna.

Le caratteristiche strutturali principali sono le seguenti: platea spessa 70 cm; pareti spesse 25 cm disposte sul perimetro e sul corsello d’ingresso; la parete di divisione con la vasca ha una dimensione trasversale di 30 cm; le altre pareti in cemento armato sono spesse 20 cm; i pilastri all’interno dell’autorimessa hanno una sezione tipica di 35×35 cm; soletta piena di copertura spessa 40 cm (4+36), composta da una lastra predalles spessa 4 cm, come cassero a perdere del getto successivo, spesso 36 cm.

Forma e tecnologia

I nuovi elementi architettonici che contribuiscono a ottenere un’elevata qualità ambientale interna minimizzando i consumi energetici e che danno un’immagine contemporanea al complesso sono:

  • il giardino dinverno, elemento centrale sviluppato a tutta altezza del corpo principale attorno al quale si aprono gli ingressi delle residenze, assicura il massimo ingresso di luce naturale e funge da elemento di raffrescamento e naturale circolazione dell’aria. L’atrio viene raffrescato e riscaldato attraverso l’impianto di geotermia ad aria prelevata dal sottosuolo e alla grande vetrata orientata a sud che in inverno ed estate contribuiscono a mantenere una temperatura controllata nei vani comuni. All’interno trovano posto l’atrio d’ingresso, la scala in metallo e vetro e l’ascensore;
  • la nuova scala dangolo tra i due corpi a L, che oltre a distribuire gli accessi alle residenze sul lato Pighin e agli uffici del primo piano, funge da cerniera compositiva tra i due blocchi;
  • la loggia in metallo e vetro sulla facciata principale permette di dare uno spazio di affaccio alle unità disposte verso il corso;
  • le logge poste a nord verso il cortile, che offrono agli appartamenti uno spazio ulteriore esterno coperto;
  • il box acustico realizzato sulla copertura piana del vano scala dove sono disposti i gruppi frigo silenziati ulteriormente isolati con barriera antirumore e rivestimento in lamelle metalliche;
  • le forometrie sono state rimodulate, e in alcuni casi si sono realizzate le specchiature in rilievo col cappotto per rendere i prospetti meno severi e ripetitivi.

Isolamento termico e acustico

Per ottenere elevati livelli di isolamento si è optato per la realizzazione di un cappotto esterno da 10 cm in polistirene su tutte le facciate, tranne nel tratto lungo il Corso dove, la necessità di mantenere il faccia a vista esterno, ha richiesto la realizzazione di un cappotto interno con doppio strato di lana di roccia, parete interna in laterizio da 4 cm e interposta camera d’aria non ventilata da 5 cm.

Per le superfici vetrate al fine di minimizzare le dispersioni termiche e permettere un’ottimale penetrazione in ambiente della radiazione solare in inverno, i serramenti in legno chiaro con trasmittanza U=0,9 W/mqK, con 3 guarnizioni co-estruse in Tpe per l’abbattimento termico e acustico, hanno le superfici vetrate realizzate con un vetro doppio a isolamento termico rinforzato con interposizione di gas argon, composto da una lastra chiara e da una basso emissiva pvb 0,76 di sicurezza.

Per la chiusura esterna, date le grandi dimensioni dei fori finestra, per una maggiore manovrabilità e la riduzione degli interventi di manutenzione, sono stati realizzati oscuri con chiusura a libro in alluminio, mentre nelle vetrate più grandi per il controllo solare sono state installate tende oscuranti esterne motorizzate.

Oltre all’isolamento con cappotto sono state realizzate pareti tecniche per il passaggio impianti, che riducono l’interferenza con i pannelli radianti sottopavimento, considerate anche le quote obbligate definite dai solai esistenti, e fungono da elementi di abbattimento del rumore tra le varie unità.

È stata effettuata una prova acustica preliminare per definire il livello di propagazione del rumore, risolto con materassino isolante sotto il radiante, condotte impianti tipo «silent», disgiunzione delle tubature con singole fascette con guarnizione, getto integrativo a chiusura dei fori sui solai in corrispondenza del passaggio degli scarichi o aspirazioni con calcestruzzo con fascia per sfilamento condotta.

I materiali

L’esigenza di elevata qualità degli alloggi ha richiesto l’utilizzo di materiali durevoli e di alto livello estetico. Il giardino d’inverno, l’atrio e la scala sono rivestiti con pietra piasentina. La scala secondaria del blocco di via Pighin è rivestita in botticino.

Gli appartamenti sono pavimentati con listoni in legno tinta rovere naturale e con gres in grande formato per i bagni. Gli attici si differenziano per i pavimenti che sono in rovere sbiancato con le travi e il tavolato dipinti in bianco.

Gli esterni verso sud sono dipinti con tinta grigio chiaro, come la copertura in alluminio e le parti metalliche, per evitare il surriscaldamento nei mesi estivi. Sul lato nord, verso corso del Popolo, sono state preferite tinte più scure sia per il basamento che per gli elementi metallici (loggia, scala d’angolo) per legarsi meglio alla porzione di facciata in laterizio mantenuta e non essendoci problemi di eccessivo riscaldamento nei mesi estivi.

I blindati dingresso hanno pannellature in tinta rovere sul lato verso il giardino d’inverno e pannelli bianchi verso l’interno dell’alloggio. Il cortile interno per l’accesso carraio è stato pavimentato in blocchetti di porfido e nella zona centrale con elementi autobloccanti in cemento grigio chiaro.

Sostenibilità economica e ambientale

Il progetto ha messo in campo una serie d’interventi per trasformare un edificio energivoro, insostenibile per i costi di gestione, in un edificio sostenibile sotto il profilo economico e ambientale, attraverso strategie di risparmio e riduzione dell’inquinamento.

Le richieste della committenza erano chiare: realizzare la massima quantità di unità con elevate caratteristiche tecniche e prestazionali rispettando i vincoli urbanistici, prevedere diverse destinazioni d’uso, dotare l’immobile di garage e posti auto.

Quest’ultima richiesta, determinante per la riuscita dell’intervento, ha richiesto uno sforzo progettuale, realizzativo ed economico importante. Non avendo l’edificio esistente un numero sufficiente di garage e posti auto per le unità previste dal progetto, è stata proposta la realizzazione di un garage interrato sotto il cortile esistente, collegato con il nuovo vano scala del corpo principale, un vero e proprio innesto sotto una parte dell’edificio esistente.

L’amministrazione comunale aveva adottato delle norme tecniche specifiche per i Piurea orientando gli attuatori a costruire secondo principi di risparmio energetico. Queste Nta prevedevano premi volumetrici differenti a seconda del livello di sostenibilità ambientale (1 o 2) a cui potevano arrivare gli edifici. Bisogna contestualizzare queste norme all’anno 2004, quando ancora non c’era una legge nazionale sul risparmio energetico, né la classe energetica.

L’amministrazione di Rovigo si era ispirata agli esempi virtuosi di Casa Clima e di alcune amministrazioni della regione Emilia-Romagna. Il suggerimento progettuale fu di aderire ai programmi di riqualificazione di livello 2, ovvero con un maggior premio volumetrico in cambio di livelli maggiori di abbattimento dei consumi e comfort più elevati dell’edificio, nella sua globalità.

Roberto Navarrini ed Elena Lavezzo | Studio Navarrini Architetti e Associati.

Roberto Navarrini ed Elena Lavezzo | Progettisti

«Prima dell’intervento di riqualificazione, palazzo ex Enel si presentava con un aspetto monumentale e austero tipico di una certa architettura del Dopoguerra. Con il progetto si è voluto trasformare l’edificio, che aveva perso la sua funzione primigenia, adattandolo alle esigenze e agli usi contemporanei, mantenendo la sua immagine radicata nel tessuto sociale e nel contesto delicato del centro storico, con i suoi vincoli e le sue fragilità, e rendendolo più leggero, dinamico e aperto. L’aver aderito ai programmi di sostenibilità di livello più alto ha permesso di avere un maggior premio volumetrico, ma nello stesso tempo ha richiesto uno sforzo progettuale ed economico superiore. L’immobile, prima chiuso e austero, ora è aperto verso la città: con vetrine al piano terra, uffici, abitazioni, una piccola piazza che diviene l’elemento di ri-cucitura tra edificio e città. Attraverso gli aspetti progettuali e le soluzioni tecniche adottate siamo riusciti a trasformare un edificio divenuto inutilizzabile, dati gli alti costi di gestione, in un moderno complesso edilizio in classe A, dimostrando che anche l’edilizia obsoleta e dimenticata può essere rigenerata per avere un nuovo futuro».

CHI HA FATTO COSA

  • Committente: Ediltea srl Padova
  • Progetto architettonico: Navarrini Architetti e Associati, Rovigo: arch. Roberto Navarrini, arch. Franco Navarrini, arch. Elena Lavezzo; collaboratori: arch. Paolo Bolner, arch. Elena Sette
  • Direzione lavori: Arch. Franco Navarrini, Rovigo
  • Progetto strutturale: Ing. Luca Turrini, Bologna
  • Progetto impianti: Ing. Giovanni Rossi, p.i. Simone Riccardi, Rovigo
  • Acustica: Ing. Stefano Benà, Rovigo
  • Sicurezza: Ing. Massimo Zanella, Rovigo
  • Impresa esecutrice: Vilnai spa Padova
  • Opere in ferro e vetro: Alessi srl,Padova, F.lli Gallo, Padova; Carniello srl, Treviso; Modall serramenti srl, Padova
  • Impianto elettrico e illuminazione: Bozza & Cervellin srl, Rovigo
  • Impianto idrotermico: F.lli Zorzi, Padova
  • Tetto in legno: Bertani Gino srl Costruzioni in legno, Padova
  • Fotografie: ©navarrini architetti, ©Emma Vicariotto

CHI HA FORNITO COSA

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