L’eliminazione delle barriere architettoniche diventa pretesto per una vera e propria riqualificazione estetica e funzionale di un piccolo spazio esterno già esistente ma con una caratterizzazione non ben definita.
Questo piccolo intervento affronta un problema reale molto diffuso nella quasi totalità delle abitazioni friulane costruite intorno agli anni Settanta e Ottanta: la maggior parte di esse sorge su una zona rialzata di riporto o su una lieve collina o in casi più estremi presenta la zona abitativa al piano rialzato.
Inevitabilmente i relativi percorsi di accesso devono superare un dislivello di quota rilevante, nella maggior parte dei casi risolto attraverso gradini.
L’esigenza alla base di questa risistemazione esterna è stata infatti quella di rendere completamente accessibile l’ingresso dell’abitazione bifamiliare, collocato a un metro di dislivello, più in alto, rispetto alla quota d’inizio del percorso pedonale.
La barriera architettonica all’ingresso dell’abitazione
Le due porte dell’abitazione insistevano su un pianerottolo triangolare che poteva essere raggiunto solo attraverso un percorso a gradini, presenti sia in accesso diretto al pianerottolo, sia lungo il percorso principale. Anche la soglia stessa costituiva una vera e propria barriera. La criticità non era rappresentata solo dall’eliminazione degli scalini, ma anche dalla necessità di congiungere e relazionare tra loro ben cinque diverse quote: quella di partenza, quella di arrivo agli ingressi, le due tra loro diverse dei marciapiedi laterali e infine quella del giardino.
L’intervento risolutivo
Il dislivello di quota principale, dalla quota di partenza a quella di arrivo agli ingressi, è stato superato attraverso la creazione di due rampe che non rimangono un percorso fine a se stesso, ma s’inseriscono organicamente in un disegno decisamente più ampio.
Il pianerottolo di sosta tra le due rampe infatti si sviluppa lateralmente creando un’area “break” completamente accessibile per vivere il cortile, arricchita da una panca fissa realizzata con lastre di pietra piasentina poggiate su muretti in calcestruzzo, dando un valore aggiunto al “nuovo” spazio esterno.
Le quote diverse sono state tra loro collegate anche tramite gradini – in aggiunta – al fine di dare libertà di scelta sul tipo di percorso (rampe o gradini, anche a seconda del tipo di abilità). Profondi gradini inoltre collegano la zona di pavimentazione al giardino laterale a una quota inferiore.
Il tutto è completato dalla creazione di una serie di vasche, alcune rialzate, altre a raso, che completano la dinamicità del disegno altimetricamente movimentato; alcune di esse sono fioriere, una è un piccolo laghetto che ospita delle ninfee nella bella stagione. Esse arricchiscono di senso anche le zone d’incrocio tra i percorsi che altrimenti sarebbero solo di risulta. Anche tutte le copertine delle vasche sono realizzate in pietra piasentina, a richiamare le soglie dell’abitazione. Un’ombra di demarcazione separa la pietra dal muretto in calcestruzzo, attraverso la creazione di una fuga. A far da contrappunto alla pietra, una pavimentazione in calcestruzzo stampato che costituisce la vera personalità di questo cortile.
Quest’intervento è la dimostrazione di come una soluzione di abbattimento di barriere architettoniche, considerato spesso come un’aggiunta non integrata e a volte degradante rispetto all’aspetto estetico e architettonico, possa diventare, se studiata, una ricchezza e un guadagno estetico e funzionale per tutti.
Le fasi di lavoro
La zona di pavimentazione sorge in sovrapposizione alla porzione di cortile già precedentemente pavimentata. Il basamento in calcestruzzo esistente diviene quindi punto di partenza per la costruzione dei muretti che conterranno le rampe di raccordo e i percorsi a gradini. Tutti i muretti, oltre che da contenimento dei getti, hanno una loro propria funzione: sponda delle fioriere, della vasca d’acqua, appoggio della panca. Essi vengono realizzati in calcestruzzo e all’interno vengono alloggiate le controcasse dei faretti a led che illumineranno il percorso.
Una volta realizzati i muretti, completi di tondini di acciaio di ripresa per le rampe, è stato steso e costipato il sottofondo in materiale arido granulare, che sulle rampe è già stato sistemato in pendenza e successivamente sono state preparate su di esso le reti elettrosaldate.
È seguito quindi il getto di calcestruzzo fibrato che è stato poi lavorato appositamente per lo stampaggio: staggiatura, lisciatura, distribuzione del corazzante e spolveratura con distaccante colorante. Solo a questo punto il getto è stato stampato con apposite matrici. Sia il disegno della texture sia il colore sono stati scelti all’interno di una gamma a disposizione: in questo caso è stata scelta una pavimentazione in pietra di colore grigio.
È seguita quindi la prima asciugatura. Il giorno successivo è stato eseguito il lavaggio e la resinatura, che a distanza di qualche anno mantiene la superficie ancora lucente e contrastata. I lavori si sono conclusi con la posa delle copertine e della seduta aggettante in pietra piasentina, il completamento delle vasche a fioriera e della vasca d’acqua, comprese le bordature dei muretti verso il giardino, protetti da un perimetro in ghiaia lavata e un profilo di separazione in lamiera.
Chi ha fatto Cosa
Committente Privato
Progettazione e supervisione Arch. Margherita Mattiussi
Impresa edile Costruzioni Edili Lorenzini Angelo di Lorenzini Marco, Rive d’Arcano (Ud)
Pavimento in cemento stampato Alaska Cementi srl, Porcia (Pn)
Pietra Marmi e Graniti Filipuzzi, Spilimbergo (Pn)
MATERIALI UTILIZZATI
Calcestruzzo stampato
Pietra piasentina
Faretti a led Goccia – Quantum
Fornitore: SimeVignuda spa, Tavagnacco (Ud)