Delle Olimpiadi 2024 si sta già parlando adesso, del resto si tratta di un evento che può mutare il volto della Capitale così com’è stato nel 1960 quando si tennero le precedenti Olimpiadi che videro protagonisti numerosi professionisti dell’ingegneria tra i quali Pierluigi Nervi, Luigi Moretti, Marcello Piacentini impegnati in opere come il Villaggio olimpico, i sottopassi del Lungotevere, il Muro torto, lo stadio e altri impianti sportivi, strutture che resero Roma ancora più ambita e moderna. Oppure, guardando fuori confini, l’esempio di Barcellona con la sua marina e la mutazione urbanistica dell’east-end di Londra.
La partita di Roma olimpica sta già iniziando ora con le categorie professionali pronte a confrontarsi su tematiche fondamentali per la città, quali la riqualificazione di determinate aree urbane, il recupero di alcuni impianti sportivi, le direttive di sviluppo della città e l’assetto urbanistico da delineare.
All’Acquario Romano il Comitato promotore olimpico italiano ha presentato ai professionisti della progettazione il I Dossier relativo agli impianti sportivi dopo aver visitato 757 scuole documentate con 2820 fotografie.
A parlarne è stato il responsabile del Comitato Francesco Romussi che si è soffermato su un nodo fondamentale quale la mobilità nell’area del Foro Italico e la zona del Tevere e sui 17mila posti alloggi di Tor Vergata: «gli alloggi per gli atleti sono più piccoli di quelli universitari che non possono essere inferiori ai 20 mq. Quei 17mila posti si ridurranno ad un terzo e saranno insufficienti per le esigenze del dopo-Olimpiadi».
Per quanto concerne il potenziamento delle ferrovie per Ostia Lido e Fiumicino, il prolungamento della metro fino a Tor Vergata e il miglioramento della viabilità delle consolari e per l’aeroporto si tratta invece di opere (alcune già finanziate) infrastrutturali non in funzione dei giochi olimpici ma di servizio alla città. (Ugo Ciacci)