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L’impatto della nuova mobilità sulle infrastrutture stradali in Europa e nel mondo

Dallo studio comparativo realizzato da Routes de France, Efr, Fntp, Fiec e Cica emergono i recenti dati sull’impatto della nuova mobilità sulle infrastrutture stradali. In Europa l’attenzione è rivolta all’adeguamento delle infrastrutture stradali esistenti e lo sviluppo di un'industria europea per la mobilità decarbonizzata. Usa e Canada si focalizzano sulle questioni di sicurezza stradale nel contesto della guida autonoma, mentre l’Asia sulla connettività delle infrastrutture.

Routes de France, la European Union Road Federation (Efr) e la Fédération Nationale des Travaux Publics (Fntp), in collaborazione con la European Construction Industry Federation (Fiec) e la Confederation of International Contractors’ Associations (Cica) hanno avviato uno studio comparativo internazionale nel marzo 2019.

Lo studio fa riferimento a 20 paesi (Stati Uniti, Canada, Messico, Cile, Argentina, Cina, Corea del Sud, Giappone, Portogallo, Spagna, Francia, Regno Unito, Belgio, Paesi Bassi, Germania, Austria, Norvegia, Svezia, Finlandia, Sudafrica) e presenta una panoramica riguardo l’impatto della nuova mobilità sulle infrastrutture stradali e le relative attrezzature, prima della crisi legata alla pandemia di Covid-19.

Integrazione differenziata della nuova mobilità in Europa

Sebbene il Nord Europa sembri più maturo nell’integrazione della nuova mobilità elettrica, la situazione risulta più equilibrata per quanto riguarda la mobilità autonoma e connessa. Alcuni Stati (in particolare i paesi scandinavi e germanici, e il Regno Unito) si distinguono grazie a una legislazione sperimentale sui veicoli autonomi, strategie e piani nazionali ambiziosi, con il sostegno dell’industria automobilistica e delle start-up.

I paesi meridionali si dimostrano invece più cauti, con quadri normativi che limitano lo sfruttamento del potenziale di tali sistemi. Nel campo della mobilità urbana, le grandi città e i governi si concentrano sulla mobilità morbida, con iniziative volte a ridefinire lo spazio urbano. In generale, l’integrazione della nuova mobilità ha comportato soprattutto l’adattamento delle infrastrutture stradali.

Il ruolo delle autorità pubbliche

Nel Nord America, gli attori privati – in particolare il Gafa (Google, Amazon, Facebook, Apple) – svolgono un ruolo chiave in quanto si rivolgono direttamente agli utenti proponendo un’offerta integrata con nuovi servizi di trasporto. Inoltre, alcuni degli stati federati si mostrano come motori di questi nuovi servizi di mobilità.

In Asia le nuove forme di mobilità si sviluppano attraverso una forte volontà politica da parte delle autorità pubbliche, sostenuta da una solida struttura statale e da una forte interazione con l’industria nazionale. Ciò vale in particolare per la Cina e la Corea del Sud.

Per quanto riguarda l’Unione europea va notato che sono stati istituiti partenariati tra gli Stati membri e i produttori, al fine di sostenere e sviluppare un’industria europea per la mobilità elettrica.

Il ruolo delle infrastrutture stradali nello sviluppo di una nuova mobilità

In Europa, la tendenza è quella di realizzare un sistema più equilibrato tra le apparecchiature di connettività di bordo e le apparecchiature esterne, in particolare in termini di sicurezza dei veicoli autonomi. Nel campo della mobilità decarbonizzata, le sfide dello sviluppo di veicoli a basse emissioni sono legate alla realizzazione di stazioni di ricarica e terminali (in particolare alimentati a idrogeno).

Mentre le scelte governative o industriali stanno agendo a favore della mobilità decarbonizzata, le infrastrutture stradali, in quanto tali, non sono ancora considerate un elemento essenziale nello sviluppo della mobilità elettrica.

In Nord America (Canada, Stati Uniti), le autorità si concentrano sulle questioni di sicurezza stradale nel contesto della guida autonoma. Il potenziamento delle reti stradali è più in linea con la logica patrimoniale e l’accessibilità, piuttosto che con la connettività. Non è il caso dei paesi asiatici, che si concentrano sulla connettività delle infrastrutture.

Le aspettative degli utenti

In Asia secondo le aspettative per la guida autonoma, dovrebbe essere l’infrastruttura stradale a favorire i servizi (comunicazione veicolo/veicolo o veicolo/infrastruttura) e l’uso dei dati sul traffico a beneficio dell’utente. In Nord America, dove la modalità di trasporto dominante è quella terrestre, gli utenti richiedono un’infrastruttura adattabile alle diverse forme di trasporto nelle aree urbane.

In America Latina, la priorità è più incentrata sul mantenimento della rete esistente e sul completamento dei collegamenti mancanti nella pianificazione territoriale. Per tutti i paesi europei considerati, invece, le priorità si concentrano sulla sicurezza stradale, limitando la congestione e riducendo le emissioni di gas serra.

Dal documento emergono, infine, due elementi fondamentali in Europa, ovvero: il ruolo ricoperto dalle infrastrutture stradali e la necessità di manutenere e adeguare tali infrastrutture, per lo sviluppo di una mobilità connessa, autonoma e senza emissioni di carbonio (tra le priorità dell’Ue). Per attuare questo cambiamento sono fondamentali significativi investimenti pubblici, in particolare con l’aiuto del futuro piano europeo di ripresa. (vb)

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