Edilizia | Terremoti

Rpt: ricostruzione, dov’è finita la politica?

In occasione del terzo anniversario del sisma del 2016 i professionisti delle costruzioni ricordano le vittime e le difficoltà che incombono ancora sulle popolazioni coinvolte. Rete Professioni Tecniche segnala come, al momento, ancora non si sia riusciti a realizzare una legge quadro sui terremoti che consenta di affrontare questi eventi con maggiore rapidità ed efficacia, senza dover ogni volta ricominciare da zero.

Negli ultimi anni le alternanze politiche e amministrative non hanno facilitato l’attività di ricostruzione né l’emanazione di norme di carattere generale per affrontare con rapidità e metodo le emergenze sismiche.

La Rete Professioni Tecniche richiama le forze politiche che saranno impegnate nella guida del Paese nei prossimi mesi affinché inseriscano con convinzione nei loro programmi e nei relativi finanziamenti il tema della ricostruzione.

Punti di vista | Rpt: dalla politica una totale assenza di visione

«Eppure, nonostante queste difficoltà, anche grazie alle proposte e all’attività dei professionisti tecnici, alcuni risultati positivi sono stati ottenuti. In particolare la Rete ha accolto con soddisfazione gli impegni assunti dal Commissario per la ricostruzione, quali ad esempio, le modifiche all’ordinanza sul Durc di congruità. La disponibilità da parte del Commissario a operare sulla base del principio della sussidiarietà vedrà un forte coinvolgimento delle rappresentanze delle professioni sia a livello nazionale sia territoriale in attività quali riunioni dell’osservatorio, ampliamento del comitato scientifico, creazione del comitato tecnico territoriale. Dopo tre anni si registra una totale assenza di visione e di concertazione tra i provvedimenti per la ricostruzione e il sistema delle aree interne. Mancano strategie, politiche e conseguenti azioni sinergiche che non si limitino alla mera ricostruzione fisica degli edifici – privilegiando almeno per le opere pubbliche di rilevanza strategica tecnica e architettonica e di rigenerazione urbana il concorso di progettazione aperto, in due gradi, – ma puntino alla ricreazione di un sistema socio-economico. Un sistema in grado di costituire il vero motore della ricostruzione per trattenere le popolazioni che ancora resistono a rimanere, ma anche per incentivare il rientro dei molti che se ne sono andati sulla costa generando un doppio problema di spopolamento delle aree interne e di eccessiva densità demografica delle aree costiere, in particolare in relazione ai già scarsi servizi esistenti. Serve una lucida visione di quello che saranno questi territori nei prossimi 20 – 30 anni a livello demografico, paesaggistico, economico e culturale, esaltandone le peculiarità storiche, ambientali, turistiche ed enogastromiche. Il persistere di questa intollerabile situazione di sospensione porterà a danni ben superiori a quelli causati dal sisma: buona parte della popolazione ha già abbandonato i territori, l’economia è in caduta libera, le imprese non possono avviare i lavori perché le regole della ricostruzione post-sisma sono caratterizzate da normative troppo complesse non in grado di funzionare mentre i professionisti tecnici impegnati nella ricostruzione sono, di fatto, costretti a diventare essi banca che eroga prestiti anticipando i costi delle proprie prestazioni, con crediti maturati per oltre 100 milioni di euro. Una questione quest’ultima che va risolta al più presto, come riconosciuto anche dal Commissario: si tratta, infatti, di una cifra significativa che risolleverebbe nell’immediato, e in parte, la situazione economica dei professionisti, oltre il 90% dei quali proviene proprio dalle aree colpite dal sisma. Per queste ragioni la Rete Professioni Tecniche desidera richiamare le forze politiche che saranno impegnate nella guida del Paese nei prossimi mesi affinché inseriscano con convinzione nei loro programmi e nei relativi finanziamenti il tema della ricostruzione».

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here