Rete professioni tecniche | Previdenza

Rpt: tre proposte per riformare la gestione separata Inps

L’organismo che rappresenta 600mila professionisti tecnici italiani, in occasione di un’audizione presso l’XI Commissione della Camera, ha sottoposto alla discussione alcune modifiche della gestione separata Inps che vanno incontro ai liberi professionisti. Per Armando Zambrano «è necessario un intervento normativo che modifichi la legge istitutiva della gestione separata e risolva le attuali anomalie».
Armando Zambrano | Presidente Cni e coordinatore Rpt
Armando Zambrano | Presidente Cni e coordinatore Rpt

Tre proposte concrete per la riforma della gestione separata dell’Inps. E’ quanto la Rete delle professioni tecniche ha sottoposto all’XI Commissione Lavoro pubblico e privato della Camera. A parlare è il coordinatore della Rpt , Armando Zambrano: «L’analisi delle risoluzioni Ciprini, Gribaudo, Prataviera e Rizzetto fa emergere chiaramente come le aliquote contributive cui sono sottoposti i lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata dell’Inps siano superiori a quelle previste dalle gestioni previdenziali dei professionisti, a fronte di un livello di tutela previdenziale particolarmente scarso. E’ necessario, a nostro avviso, un intervento normativo che modifichi la legge istitutiva della gestione separata, risolvendo certe anomalie. Da qui le tre proposte della Rete che abbiamo illustrato».
Riordino delle competenze. La prima proposta della Rete è relativa al riordino del sistema di attribuzione delle competenze tra gestione separata Inps e Casse professionali. Ad oggi, gli iscritti agli albi professionali che producono reddito da lavoro autonomo devono risultare iscritti alle gestione obbligatoria presso la Cassa professionale di appartenenza. Fanno eccezione coloro i quali sono iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie (ad esempio i dipendenti), la cui contribuzione relativa all’attività autonoma finisce all’interno della gestione separata. Tuttavia, poiché alcune Casse prevedono la possibilità di iscrizione anche per questi soggetti di versare i contributi relativi alla libera professione, se ne ricava che per i professionisti la gestione separata rappresenta una opzione residuale. Per questo motivo la Rete ha chiesto l’introduzione della possibilità, per quelle Casse professionali che ancora non lo consentono, di poter accogliere i contributi dei professionisti già iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie. Questa correzione consentirebbe di ottenere tre importanti risultati:

  • equiparare il trattamento contributivo dei professionisti (che nella gestione separata è più alto mediamente di 10 punti rispetto a quello delle Casse professionali),
  • semplificare il più possibile la gestione contributiva in capo ai professionisti,
  • agevolare la richiesta e l’erogazione delle prestazioni previdenziali.

Proprie Casse di previdenza. In secondo luogo la Rete chiede di offrire nuovamente alle professioni regolamentate che non ne siano dotate la possibilità di creare una propria Cassa di previdenza o di aderire ad una già esistente. Ciò consentirebbe di sanare alcune situazioni come quella dei tecnologi alimentari, il cui ordine ha visto completare la propria fase costitutiva soltanto nel novembre 2002. Ma soprattutto darebbe la possibilità agli enti di modificare, se lo desiderano, una scelta vecchia ormai di venti anni, adeguandola alla continua evoluzione del sistema previdenziale e pensionistico.
Gestione separata Inps. La terza e ultima proposta della Rete riguarda la «governance» della gestione separata Inps, caratterizzata dalla scarsa rappresentatività di collaboratori e professionisti. In particolare i professionisti tecnici italiani hanno proposto di modificare la composizione del comitato di amministrazione del fondo, in modo tale che 2 membri siano scelti in rappresentanza dei professionisti iscritti alla gestione separata.

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