Rete Imprese Italia | Simulazione Centro Europa Ricerche

Sangalli (Rii): «il Governo faciliti la buona burocrazia a favore della competitività delle imprese»

Il presidente di Confcommercio e Rete Imprese Italia ha ancora una volta levato l’indice d’accusa contro la burocrazia che attanaglia le imprese italiane. Basta pensare che le giornate dedicate agli adempimenti amministrativi sono aumentate da 26 nel 2008 a 30 nel 2013, con un incremento del 7% ed un picco di 32 giornate registrato nel 2010.
Carlo Sangalli | Presidente Confcommercio e Rete Imprese Italia
Carlo Sangalli | Presidente Confcommercio e Rete Imprese Italia

Carlo Sangalli | Presidente Confcommercio e Rete Imprese Italia
«Basta con la cattiva burocrazia, quella che genera complicazioni, tempi biblici e costi impropri che appesantiscono lo svolgimento delle attività e nei quali purtroppo spesso si annida la corruzione e la criminalità. C’è bisogno di buona burocrazia, quella che facilita la vita delle imprese e dei cittadini fruitori tenendo in piedi solo gli adempimenti e le procedure necessarie, quella che consente ad un imprenditore di lavorare con poche regole ma semplici e certe. Senza dover impazzire per procedure e adempimenti costosi e complicati. Se il Governo vuole davvero valorizzare il ruolo delle imprese come motore di crescita e d’innovazione, dovrà favorirle attraverso una nuova e più moderna burocrazia».
Quanto asserito dal presidente di Confcommercio è dunque l’ennesimo invito che la classe imprenditoriale invia al Governo affinché si possa provvedere ad avere misure positive per l’imprenditoria, visto che l’Italia continua a collocarsi in fondo alle classifiche internazionali per quanto concerne la facilità di fare impresa.

Oneri impropri. Ogni anno le piccole e medie imprese per oneri amministrativi sopportano un costo pari a 30 miliardi: il 2% del Pil. Di questi 8,5 sono inutili, poiché sono oneri impropri determinati da inefficienze burocratiche che un serio programma di semplificazione consentirebbe di evitare. Il dato emerge da un report che ha rappresentato la base per una simulazione che Rete Imprese Italia ha affidato all’istituto Centro Europa Ricerche. Con il risultato finale che con 8,5 miliardi in meno di oneri le imprese potrebbero avere a disposizione fondi per investire in capitale umano e recuperare competitività nell’arco di quattro anni, generando un aumento del Pil di un punto. Cosicché il prodotto interno lordo crescerebbe di una cifra quasi doppia, 16 miliardi.
Secondo il Centro Europa Ricerche, i maggiori investimenti avrebbero «natura interamente espansiva» e sarebbero quindi aggiuntivi e non sostitutivi di forza lavoro, portando ad un calo della disoccupazione superiore di 0,5 punti rispetto allo scenario attuale (il tutto nell’arco di quattro anni).

I fattori. A determinare la crescita del Pil di un punto sarebbero tre diversi fattori, per ciascuno dei quali il Cer indica con precisione gli effetti sul prodotto interno lordo. Viene ipotizzato per prima cosa un effetto diretto sulle scelte d’investimento delle imprese, stimato in 0,4 punti di maggiore Pil. Dell’eliminazione degli oneri burocratici inutili beneficerebbe poi la stessa pa, che dovrebbe destinare una quota minore di personale all’impostazione di «pratiche burocratiche improprie», con un risparmio pari a 0,2 punti di Pil. L’effetto di sistema derivato dai primi due sulla produttività è stimato in ulteriori 0,4 punti di maggiore Pil.

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