Manutenzione straordinaria | Basilica di S. Andrea Apostolo in Mantova

Sistema a secco, leggero e accorgimenti esecutivi per la copertura storica

Il progetto di manutenzione straordinaria delle coperture di navata e cappelle laterali aveva l’obiettivo d’impermeabilizzare il tetto, creando un nuovo sistema che prevedesse l’aerazione sotto il manto in coppi e che potesse garantire una maggior durabilità, sia della guaina sia dei coppi, oltre al fissaggio meccanico.

Quest’anno Mantova, insieme a Matera, è «Capitale italiana della cultura» e la città si è apprestata a rivivere i fasti di quand’era capitale del Ducato dei Gonzaga.
La basilica di S. Andrea Apostolo ancor oggi è il centro religioso per eccellenza della città e di un territorio, quello della provincia, notoriamente legato alle istituzioni, agli affetti e ai simboli cittadini della cristianità.

Vista della basilica nel contesto urbanistico della citta.
Vista della basilica nel contesto urbanistico della citta.

La basilica necessitava di un deciso intervento sulla copertura, capace di mantenere le proprie caratteristiche inalterate nel tempo. Il progetto di manutenzione straordinaria delle coperture di navata e cappelle laterali aveva l’obiettivo d’impermeabilizzare il tetto, creando un nuovo sistema che prevedesse l’aerazione sotto il manto in coppi e che potesse garantire una maggior durabilità, sia della guaina sia dei coppi, oltre al fissaggio meccanico.

Rimozione del manto di copertura e preparazione del piano di posa per l'impermeabilizzazione.
Rimozione del manto di copertura e preparazione del piano di posa per l’impermeabilizzazione.

La volta della navata è realizzata in muratura di mattoni pieni, di spessore pari a 6 teste, presumibilmente costruita in due tempi: una prima muratura di 3 teste, su cui si attesta la seconda, di uguale spessore, come appare evidente dallo scoprimento della falda del tetto, in corrispondenza delle tre aperture circolari presenti in chiave di volta. L’intradosso della volta della navata è intonacato e dipinto a finto cassettonato. La copertura della volta della navata è continua e realizzata con coppi in laterizio fissati a calce.
Il manto poggia direttamente sulla struttura muraria della volta, senza presenza di intercapedini. Il tetto è costituito da due falde, di sviluppo pari a 50,50 m lungo la linea di gronda e di 13 m dalla gronda al colmo, con un’inclinazione del 45% circa. La superficie totale del tetto di navata e cappelle laterali è di 1.983 m2. Le cappelle laterali sono, invece, alternativamente coperte con volte a botte cassettonate o cupole con lanterna. L’ultimo dei numerosi interventi effettuati sulle coperture risaliva agli anni ’80 del Novecento. Su progetto e direzione lavori dell’ing. Livio Volpi Ghirardini fu effettuata un’impermeabilizzazione posando una guaina sull’estradosso delle volte, poi coperta da una cappa in calcestruzzo con rete elettrosaldata. Nel 2013 è stato, invece, concluso il restauro interno della volta della navata, ma la presenza d’infiltrazioni meteoriche, visibili sull’intradosso, ha fatto pensare alla necessità di una verifica tempestiva delle condizioni della copertura. La linea vita installata alla base del tamburo della cupola ha consentito di effettuare un intervento tampone nella zona corrispondente all’area danneggiata in cui si è verificato che la discontinuità del massetto, per la ripresa di getto, aveva permesso l’accesso dell’acqua all’interno della volta. La presenza di vegetazione, in particolare sulle falde delle cappelle nord, la rottura e lo scivolamento dei coppi non hanno fatto che aumentare il rischio di possibili infiltrazioni in alcune zone, non adeguatamente protette.

Dopo la rimozione della copertura alcuni coppi in buone condizioni sono stati recuperati.
Dopo la rimozione della copertura alcuni coppi in buone condizioni sono stati recuperati.

L’intervento in copertura. Una volta rimosso il manto di copertura, sono stati recuperati i coppi in buone condizioni ed è stato preparato e pulito il piano di posa per il successivo intervento d’impermeabilizzazione. Sul massetto cementizio esistente è stata poi applicata una mano di vernice bituminosa, per impregnazione a rapida asciugatura, sulla quale sono stati stesi due strati impermeabilizzanti, entrambi con armatura in non tessuto di poliestere. La combinazione di doppia guaina Premium è prevista dalla normativa austriaca (Önorm), molto restrittiva per l’impermeabilizzazione delle strutture della classe W3, ovvero edifici storici di rilevanza architettonica e di pregio.

Sul massetto cementizio esistente applicata una mano di vernice bituminosa sulla quale sono stati stesi due strati impermeabilizzanti
Sul massetto cementizio esistente applicata una mano di vernice bituminosa sulla quale sono stati stesi due strati impermeabilizzanti.

Le guaine bituminose, lavorate a fiamma, si uniscono una all’altra creando una massa unica, inoltre aderiscono perfettamente su tutta la superficie creando un manto resistente allo strappo dal sottofondo, anche in caso di forti straventi o trombe d’aria. Completato l’intervento di impermeabilizzazione è stato riposizionato il manto di copertura, utilizzando i coppi coperta di recupero preesistenti e integrandoli con elementi nuovi, posizionati a canale, analoghi per forma, materiale e colore.

Riposizionato il manto di copertura utilizzando i coppi coperta di recupero e integrandoli con i nuovi posizionati a canale, analoghi per forma, colore e materia.
Riposizionato il manto di copertura utilizzando i coppi coperta di recupero e integrandoli con i nuovi posizionati a canale, analoghi per forma, colore e materia.

 

I coppi sono stati posati con sovrapposizione di almeno 9 cm, utilizzando i piedini Aercoppo, di rialzo e bloccaggio per i coppi canale, e i ganci in acciaio inox per i coppi coperta di recupero. Un sistema intelligente che ha permesso di realizzare un tetto ventilato e ancorato a secco senza l’utilizzo di malta o schiume, secondo le direttive della norma Uni 9460:2008, con camera di ventilazione pari a 600 cm2/m non invasivo, reversibile, adattabile a coppi di recupero.

Il sistema Aercoppo.  Il sistema è costituito da un sopralzo puntiforme dei coppi canale a mezzo di piedini distanziatori in polipropilene copolimero stabilizzato ai raggi Uva, di forma trapezoidale e altezza 3,5 cm nel punto più basso, la cui struttura è costituita da alette interne per la continuità del passaggio d’aria. Essi vengono inseriti sul retro di ogni coppo canale, dalla parte più larga, semplicemente appoggiati sulla membrana impermeabilizzante, grazie ai dentelli antiscivolo, e integrati con ganci in acciaio inox per l’ancoraggio di due coppi coperta.

Dopo la rimozione del manto di copertura sono stati recuperati coppi in buone condizioni ed è stato preparato il piano di posa per l’impermeabilizzazione.
I coppi sono stati posati con sovrapposizione di 9 cm utilizzando i piedini Aercoppo di rialzo e bloccaggio per i coppi canale insieme ai ganci in acciaio inox per i coppi coperta di recupero.

basilica mantova

Accorgimenti in fase di posa. Durante la stesura del nuovo manto sono stati necessari alcuni accorgimenti che hanno tenuto conto delle caratteristiche fisiche specifiche della copertura: le dimensioni della copertura, la lunghezza della falda, ben 13 m, e la sua pendenza del 45% hanno reso necessario l’inserimento di elementi di rompitratta per non far gravare troppo peso sulla griglia di partenza portante e parapasseri del sistema Aercoppo.

  1. La falda è stata, pertanto, interrotta ogni 3 m per distribuire il carico, mettendo in atto degli accorgimenti appositamente studiati in collaborazione con l’impresa installatrice e Aertetto. L’obiettivo era garantire un corretto funzionamento della copertura, anche laddove si fosse reso necessario forare le membrane impermeabilizzanti e, allo stesso tempo, evitare d’inserire ostacoli al corretto deflusso delle acque meteoriche.
  2. Si è provveduto, pertanto, alla sigillatura delle tassellature di fissaggio degli elementi accessori del sistema Aercoppo (griglia di partenza parapasseri, elemento di rompitratta, Aercolmo di ventilazione) mediante l’interposizione, fra elemento metallico e guaina, di una rondella in gomma sbr di spessore 5 mm, dotata di preforo calibrato sulle dimensioni del tassello, e successiva applicazione di mastice bituminoso compatibile con la sottostante guaina.
basilica mantova
Aercoppo, infatti, grazie alla facilità con cui può essere rimosso e riposizionato, essendo un sistema a secco, consente di poter salire in quota solo con elementi leggeri.

Due dettagli importanti per garantire un perfetto funzionamento della copertura nel suo complesso che deve consentire non solo di risolvere radicalmente il problema dell’impermeabilizzazione ma anche di realizzare i successivi interventi di manutenzione ordinaria. Aercoppo, infatti, grazie alla facilità con cui può essere rimosso e riposizionato, essendo un sistema a secco, consente di poter salire in quota solo con elementi leggeri. Inoltre, il posizionamento delle linee vita permetterà, negli eventuali interventi successivi, di non dover procedere con ponteggi o gru, che rappresentano una quota significativa dell’investimento economico. In tutto il progetto è stata decisiva la collaborazione con la Soprintendenza che ha condiviso scelte, soluzioni e sistemi tecnologici adottati.

Per l’impresa, una volta comprese le caratteristiche del sistema, è stato facile posarlo, anche grazie alla versatilità delle soluzioni proposte e alla capacità di Aertetto di mettere a punto elementi su misura per il progetto. Per esempio si è avuta la necessità di realizzare ganci ad hoc per la tenuta dei coppi recuperati dalla copertura originale e che avevano lunghezze diverse.

Occorrevano lunghezze variabili dai 9 ai 13 cm Aertetto li ha forniti tempestivamente, così da consentire di ottenere una linea perfetta di coppi e un sormonto ottimale che coprisse la giuntura dei coppi. Inoltre, i ganci in acciaio inox brunito garantiscono una resistenza nel tempo superiore rispetto alle soluzioni standard e risultano praticamente indeformabili.

Gli operatori hanno confermato che si è trattato di un ottimo lavoro di squadra, portato a termine in tempi brevissimi, nel pieno rispetto di normative e procedure e sotto l’attento controllo della Soprintendenza. Sono stati recuperati circa 2mila mq di copertura.

Cristiano Gatto | Produttore Aertetto
Cristiano Gatto | Produttore Aertetto

Cristiano Gatto | Produttore Aertetto
«Per l’impresa, una volta comprese le caratteristiche del sistema, è stato facile posarlo, anche grazie alla versatilità delle soluzioni proposte e alla capacità di Aertetto di mettere a punto elementi su misura per il progetto. Per esempio si è avuta la necessità di realizzare ganci ad hoc per la tenuta dei coppi recuperati dalla copertura originale e che avevano lunghezze diverse. Aertetto li ha forniti tempestivamente, così da consentire di ottenere una linea perfetta di coppi e un sormonto ottimale che coprisse la giuntura dei coppi. Inoltre, i ganci in acciaio inox brunito garantiscono una resistenza nel tempo superiore rispetto alle soluzioni standard e risultano praticamente indeformabili».

Arch. Monica Nascig | Progettista e direttore lavori
Arch. Monica Nascig | Progettista e direttore lavori

Arch. Monica Nascig | Progettista e direttore lavori
«Ho proposto il sistema Aercoppo perché già ne avevo studiato le caratteristiche tecniche e ritenevo fosse la soluzione ideale per questo specifico e delicato progetto. Avevamo necessariamente bisogno di un sistema leggero, facile da posare, che ci consentisse di non forare l’impermeabilizzante. Tutti obiettivi che Aercoppo poteva soddisfare e così è stato».

Gianni Bonazzi | Titolare Edil-one srl
Gianni Bonazzi | Titolare Edil-one srl

Gianni Bonazzi | Titolare Edil-one srl
«
La soluzione adottata ha consentito di completare la posa della nuova copertura assecondando il lavoro svolto dalle membrane tramite la creazione di una camera d’aria sottocoppo che ha permesso di aumentare l’isolamento del tetto. Una soluzione leggera, sicura, efficiente e di facile installazione. I vantaggi del sistema stanno nella leggerezza, la facilità di posa e la resistenza che consente di non forare il manto d’impermeabilizzazione. Insomma una soluzione molto efficace perché permette di creare una ventilazione sottocoppo che isola al meglio gli ambienti sottostanti».

La Basilica di S. Andrea Apostolo in Mantova. Capolavoro dell’architettura rinascimentale, Leon Battista Alberti l’aveva progettata secondo i dettami rinascimentali; dopo la sua morte, avvenuta nel 1472, altri progettisti, tra cui Luca Fancelli, l’hanno completata negli anni successivi. Se le prime tracce della Basilica di S. Andrea Apostolo in Mantova risalgono addirittura all’804, è dal 1470, sotto la guida di Ludovico II Gonzaga, che la nuova chiesa inizierà ad assumere la forma attuale.
navata basilicaUna forma che s’identifica con la facciata principale, pensata sullo schema dell’arco trionfale romano a un solo fornice, che Alberti aveva già sperimentato nel Tempio Malatestiano di Rimini. Il disegno dell’arco di trionfo è sovrapposto al tema formale del tempio classico che forma una sorta di avancorpo avanzato, rispetto al resto dell’edificio, così da formare un pronao profondo, un diaframma tra interno ed esterno. Completa la facciata un secondo arco superiore, oltre il timpano, arretrato rispetto alla facciata e definito ‘ombrellone’è in realtà un tratto di volta a botte e venne ritenuto, nel XIX secolo, estraneo al progetto di Alberti rischiando la demolizione. L’ombrellone definisce l’altezza della navata, enfatizza la solennità dell’arco di trionfo, il suo moto ascensionale e permette l’illuminazione della navata, grazie a un’apertura posta verso l’interno della controfacciata. La pianta è a croce latina, con navata unica coperta a botte, con finti lacunari e con cappelle laterali a base rettangolare, inquadrate negli ingressi da un arco a tutto sesto, che riprende quello della facciata. Tre cappelle più piccole, ricavate nel setto murario dei pilastri, si alternano a quelle maggiori e la loro alternanza venne definita dall’Alberti come tipologia di ‘chiesa a pilastri’. La crociera tra navata e transetto è coperta con una cupola, sorretta da pilastri raccordati con quattro pennacchi. L’impianto ad aula della chiesa fu dovuto probabilmente all’esigenza di un spazio ampio in cui la moltitudine dei fedeli e dei pellegrini potesse assistere all’ostensione dell’importante reliquia, il Preziosissimo Sangue di Gesù.

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