Rapporti | Smart Building

Smart building in Italia: report 2019

Redatto il primo smart building report che definisce e analizza stato e sviluppi della situazione italiana. Nel 2018 il volume d’affari è stato di 3,6 miliardi di euro e crescerà anche del 30% per alcuni operatori del mercato.

Smart Building Report 2019 è il primo dei rapporti redatti dall’Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano per affrontare il tema degli smart building, con l’obiettivo di fotografare la situazione in Italia, analizzando i modelli di business degli operatori, e fornire una chiave di lettura corretta.

Vittorio Chiesa | Direttore Energy&Strategy Group

Vittorio Chiesa | Direttore Energy&Strategy Group.

«A tutt’oggi, nell’Unione Europea, gli edifici sono responsabili di circa il 40% dell’energia consumata (la fetta più grande per un singolo comparto) e del 36% delle emissioni di Co2, perché circa il 35% di essi ha più di 50 anni e quasi il 75% è considerato inefficiente dal punto di vista energetico. Se si pensa che solo una quota compresa tra lo 0,4 e l’1,2% (a seconda del Paese) del parco edilizio viene rinnovato con nuove costruzioni ogni anno, la riqualificazione edilizia ricopre un ruolo fondamentale nel raggiungere gli obiettivi energetici prefissati dall’Unione Europea, perché si stima che possa ridurre del 5-6% i consumi primari di energia in Europa, con una conseguente diminuzione del 5% delle emissioni di anidride carbonica».

Il concetto di building automation venne menzionato già nel 1880, quando fu inventato il primo termostato. Si è parlato di smart building circa un secolo dopo, quando sono stati introdotti i primi computer per facilitare il monitoraggio e il controllo degli impianti presenti negli edifici. Con l’avvento del nuovo millennio e la diffusione dei sistemi di data storage e di analysis si comincia a delineare il concetto di smart building.

I quattro elementi chiave di uno smart building

Building devices and solutions. Impianti e tecnologie che provvedono alla sicurezza degli occupanti, come quelli di generazione di energia e di efficienza energetica e quelli relativi al tema safety&security.

Automation technologies. Sensoristica connessa agli impianti, finalizzata alla raccolta dati, e gli attuatori che impartiscono agli impianti i comandi elaborati dalle piattaforme di controllo e gestione.

Piattaforme di controllo e gestione. Insieme dei sistemi software volti alla raccolta, elaborazione e analisi dei dati acquisiti dalla sensoristica installata sugli impianti.

Connectivity. Insieme dei protocolli di comunicazione, wireless o cablati, che permettono la comunicazione tra sensori, attuatori e la piattaforma di controllo e gestione.

Inoltre, c’è l’elemento umano, costituito da coloro che investono, gestiscono e usufruiscono dei benefici e dei servizi, classificabili in:

  • Hard benefit, quantificabili in termini monetari (risparmio energetico, ottimizzazione della produttività, manutenzione predittiva, aumento del valore dell’immobile).
  • Soft benefit, tesi al miglioramento delle condizioni socio-ambientali degli occupanti (sostenibilità ambientale, sicurezza, comfort, telegestione, telecontrollo, interoperabilità).

Il mercato degli smart building in Italia

Nel 2018, in Italia, il volume di affari associato a investimenti in smart building è stato di circa 3,6 miliardi di euro, distribuiti in maniera quasi omogenea tra building devices & solutions (41%, pari a 1,47 miliardi di euro), automation technologies (31%, 1,1 miliardi) e piattaforme di gestione e controllo (28%, 1,02 miliardi), dove gli investimenti in hardware e software sono stati preponderanti rispetto alla parte impiantistica. Non è stato considerato l’elemento di connectivity.

Smart Building Report 2019 | Grafico degli investimenti in efficienza energetica nel settore terziario e residenziale. In rosso viene espressa la percentuale degli investimenti smart rispetto al totale.

Relativamente alla categoria building devices & solutions, sono stati individuati gli investimenti effettuati in ottica smart. La quantità di investimenti «intelligenti» risulta più legata al settore d’installazione che alle caratteristiche tecniche. A eccezione degli impianti fotovoltaici con sistemi di accumulo, le tecnologie più diffuse nel mercato residenziale hanno una minore percentuale di investimenti in ottica smart. I sistemi di videosorveglianza, antincendio e antintrusione e gli impianti di cogenerazione trovano nel terziario la loro maggiore applicazione, con un’alta quota di investimenti smart.

Operatori di mercato nel settore smart building

L’analisi degli operatori è stata effettuata tramite interviste dirette con oltre 129 player appartenenti a sette differenti categorie. I modelli di business sono stati studiati attraverso il Business Model Canvas, evidenziando come il comparto degli smart building sia abbastanza rilevante solo per i technology provider e i software provider. Il mercato assume un certo peso anche per le Esco e per gli studi di progettazione, mentre risulta essere un business ancora marginale per le imprese di facility management, utility e TelCo.

Smart Building Report 2019 | Grafico della quota di fatturato derivante da interventi in smart building per gli operatori analizzati (Esco, utility, technology provider, software provider, studi di progettazione, imprese di facility management e TelCo).

A eccezione delle imprese di facility management e delle TelCo, le previsioni mostrano una crescita del fatturato tra 15 e il 33%, in particolare per Esco e studi di progettazione, i quali hanno dimensioni piccole e manifestano interesse a investire per entrare tra i principali attori del mercato.

Gli interventi vengono effettuati prevalentemente nel settore terziario privato: il 70% nel caso dei software provider e degli studi di progettazione e il 50% per Esco, facility management e TelCo. Solamente per le utility e i technology provider il principale mercato è il settore residenziale, mentre nessun attore ha una presenza significativa nel terziario pubblico. (vb)

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