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Soluzioni per il comfort acustico negli edifici

Il rispetto delle condizioni di benessere acustico e il contenimento dei livelli di rumorosità nelle abitazioni e negli ambienti di lavoro è un requisito essenziale. Un ambiente può essere considerato soddisfacente dal punto di vista del comfort acustico solo quando il rumore a cui sono sottoposti gli occupanti è tale da consentire adeguate condizioni per il riposo e il lavoro e, come limite, non nuocere alla salute.

I documenti legislativi che stabiliscono i principi fondamentali per la tutela dell’ambiente abitativo a livello acustico (ai sensi e per gli effetti dell’articolo 117 della Costituzione) sono la legge ordinaria del Parlamento n. 447 del 26/10/1995 conosciuta anche come «Legge quadro sull’inquinamento acustico» (pubblicata sul Supplemento Ordinario della Gazzetta Ufficiale n. 254 del 30/10/1995) e il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 5 dicembre 1997 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 297 del 22 dicembre 1997).

Le fonti di rumore negli edifici.

Quest’ultimo documento legislativo individua negli impianti a funzionamento continuo e in quelli a funzionamento discontinuo la possibile presenza di sorgenti sonore che possono provocare inquinamento acustico.

Sono definiti impianti a funzionamento continuo gli impianti di riscaldamento, di condizionamento e di ventilazione meccanica, mentre sono definiti impianti a funzionamento discontinuo gli ascensori, gli impianti di distribuzione dell’acqua sanitaria e gli impianti di scarico.

L’entrata in vigore del Dpcm 12/97 ha avuto il merito di favorire la diffusione di maggiori conoscenze in ambito acustico tra progettisti, imprese e cittadini, modificando il modo di costruire e orientando verso soluzioni sempre più performanti.

Esempio di propagazione del rumore all’interno di un ambiente.

D’altra parte, il frequente mancato rispetto dei requisiti minimi previsti dal decreto ha generato, negli anni passati, numerosi contenziosi civili tra acquirenti degli alloggi e costruttori degli stessi.

La ragione è da ricercarsi, almeno inizialmente, sia nella richiesta di performance acustiche molto più elevate rispetto agli standard costruttivi dell’epoca, sia, in tempi più recenti, dalla difficoltà di confermare in opera i valori prestazionali calcolati secondo la Uni En 12354 «Acustica in edilizia – Valutazione delle prestazioni acustiche di edifici a partire dalle prestazioni di prodotti», spesso di difficile applicazione per il contesto costruttivo italiano.

Negli ultimi anni si è imposta la necessità di modificare i contenuti del Dpcm 12/97 e per questo motivo l’Ente Italiano di Normazione (Uni) ha costituito un gruppo di lavoro per la messa a punto di una nuova norma sulla classificazione acustica delle costruzioni che potesse essere la base di partenza per la definizione di un nuovo quadro legislativo.

Il risultato di questa attività si è concretizzato nella norma Uni 11367 «Acustica in edilizia – Classificazione acustica delle unità immobiliari – Procedura di valutazione e verifica in opera».

Innanzitutto, l’introduzione delle classi acustiche richiama un concetto ormai diffuso sia in ambito edilizio (si pensi per esempio alla classificazione energetica degli edifici) sia in ambito domestico (con la certificazione del consumo degli elettrodomestici), rendendo semplice e trasparente per l’acquirente la lettura della qualità acustica dell’immobile.

La propagazione del rumore degli scarichi.

In secondo luogo, l’utilizzo di classi di performance svincola dal concetto di idoneità/non idoneità previsto dal decreto attualmente in vigore, favorendo una progressiva evoluzione delle tecniche costruttive per tendere a prestazioni (e quindi a classi acustiche) via via superiori. Nella tabella sotto è possibile capire quali sono i valori limite dei diversi indicatori per ciascuna classe.

Gli indicatori utilizzati dalla Uni 11367 sono identici a quelli previsti dal Dpcm 12/97, tranne quelli relativi agli impianti tecnologici a funzionamento continuo e a funzionamento discontinuo che sono opportunamente rivisti in modo tale che non risultino influenzati, per esempio, dalla presenza di elementi di arredo.

Per ciascuna classe definita nella norma è indicata anche la descrizione della prestazione attesa e va notato come la classe III, definita «di base», presenti dei valori piuttosto simili a quanto ora imposto dal Dpcm 12/97.

Per questo motivo si pensa che in futuro la classe III fisserà i requisiti minimi ammessi dalla nuova legislazione in materia di acustica edilizia.

È infatti auspicabile che venga approvato un nuovo Decreto Legislativo che possa sostituire completamente il Dpcm 12/97, abrogandolo.

Questo nuovo documento legislativo avrà l’obiettivo di recepire la norma Uni 11367, rendendo obbligatoria la classificazione acustica degli edifici, fissare un valore minimo di performance che, come già anticipato, potrebbe corrispondere alla classe III e tutelare tutti gli attori di una compravendita immobiliare (acquirenti, costruttori, comuni…) per ridurre al minimo future contestazioni.

Come già accade per gli edifici dotati di una certificazione energetica di livello superiore, allo stesso modo unità immobiliari con migliori prestazioni acustiche potranno giustificare un valore di mercato maggiore essendo nelle condizioni di poter garantire un miglior comfort abitativo.

In quest’ottica è importante continuare a prestare la dovuta attenzione al tema dell’acustica e per gli impianti tecnologici sarà fondamentale, come oggi, scegliere prodotti performanti e verificare con attenzione la loro corretta posa in opera.

Le soluzioni performanti Triplus e Silere di Valsir per gli scarichi

TRIPLUS di Valsir è il sistema di scarico in triplice strato con «braga miscelatrice», soluzione ideale per edifici di elevata altezza o con elevato fattore di contemporaneità d’uso degli apparecchi sanitari.

Triplus permette di realizzare sistemi di scarico dalle ottime prestazioni acustiche: con 2 l/s (tipico scarico di un WC) si misurano livelli di rumore di 12 dB(A). Questo innovativo sistema di scarico garantisce una ventilazione ottimale della colonna e delle diramazioni di scarico ai piani, limitando le variazioni di pressione nella rete.

La gamma è composta da tubi di lunghezza compresa tra 150 mm e 3000 mm ed è caratterizzata da un’ampia scelta di raccordi e accessori che permettono di realizzare le più svariate configurazioni impiantistiche.

Dai diametri più piccoli: dal 32, 40 e 50 mm per la realizzazione delle diramazioni ai piani, al diametro 250 mm per collettori di scarico.

La gamma si completa con accessori di accoppiamento con altri sistemi di scarico Valsir e con collari di staffaggio che, accoppiati con la gomma antivibrante, permettono di ridurre le vibrazioni trasferite alle pareti d’installazione durante il funzionamento dell’impianto di scarico.

SILERE è il sistema a innesto di tubi, raccordi e accessori industrializzato, prodotto e brevettato da Valsir in grado di garantire valori di rumorosità tra i più bassi oggi sul mercato.

Tubi e i raccordi Silere sono realizzati con una miscela brevettata a base di polipropilene (PP) e cariche minerali (MF) dalle elevate caratteristiche meccaniche alle basse (resistenza all’urto fino a -20°C) e alte temperature (in esercizio continuo fino a 95°C).

Il sistema di scarico Silere può trasportare reflui in temperatura con PH compreso tra 2 e 12, ha un’elevata resistenza ai più comuni agenti chimici ed è caratterizzato da una superficie interna estremamente liscia, tale da prevenire l’accumulo di depositi interni alle reti di scarico.

La gamma è composta da tubi di lunghezza compresa tra 150 mm e 3000 mm ed è caratterizzata da un’ampia scelta di raccordi e accessori che permettono di realizzare le più svariate configurazioni impiantistiche.

Dal diametro 58 mm e 78 mm per la realizzazione delle diramazioni ai piani, si arriva ai diametri 135 e 160 mm per collettori di scarico.

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