Censimento Confartigianato | Patrimonio immobialire residenziale

Sono oltre 2 milioni le abitazioni italiane in cattivo stato di conservazione

L’allarme arriva da Confartigianato che ha censito le condizioni del patrimonio abitativo italiano. Ne emerge un quadro preoccupante. 2.051.808 di edifici residenziali, pari al 16,8% del totale, sono in mediocre o pessimo stato di conservazione. Una percentuale che sale al 21,1% per gli edifici costruiti prima del 1981, mentre la quota si riduce al 4,7% per gli edifici nati tra il 1981 e il 2011.

L’episodio del crollo del palazzo nel quartiere Flaminio a Roma è la spia di una situazione critica e purtroppo molto diffusa in Italia: oltre 2 milioni di case in tutto il Paese sono vecchie e in cattivo stato.
L’allarme arriva da Confartigianato che ha censito le condizioni del patrimonio abitativo italiano. Ne emerge un quadro preoccupante. 2.051.808 di edifici residenziali, pari al 16,8% del totale, sono in mediocre o pessimo stato di conservazione. Una percentuale che sale al 21,1% per gli edifici costruiti prima del 1981, mentre la quota di riduce al 4,7% per gli edifici nati tra il 1981 e il 2011.
Residenziale
In pratica, 1/5 delle case italiane è vecchio e in cattive condizioni. Secondo l’analisi condotta da Confartigianato la situazione è più grave nel Mezzogiorno dove sono più numerose le case malmesse. Il record negativo si registra in Calabria con il 26,8% del totale degli edifici residenziali in mediocre-pessimo stato di conservazione. Seguono la Sicilia, con una quota del 26,2%, e la Basilicata con il 22,3%. Le cose vanno decisamente meglio in Umbria e in Trentino Aldo Adige, regioni in cui la quota di case in cattive condizioni è la più bassa d’Italia e si limita al 10,7% del totale. Segue la Toscana, dove la quota sale all’11,5%.

A livello provinciale il primato negativo va a Vibo Valentia dove è più diffuso il cattivo stato delle case (31,4% del totale), seguita da Reggio Calabria (31,3%) e Catanzaro (25,8%). Al capo opposto della classifica le provincie più ‘virtuose’ sono Prato (8,2%), Bolzano (8,5) e Siena (8,5%).
Nel Lazio, le case a rischio sono il 15,9% del totale. In particolare, a Roma è in cattivo stato il 14,7% degli edifici.
In totale in Italia si contano 12.187.698 edifici residenziali – l’84,3% degli edifici totali – con 31.208.161 abitazioni. Gli edifici comprendono case unifamiliari, ville, villette, case a schiera, palazzine in complessi residenziali e condomini o palazzine con negozi o sedi di attività economiche in genere a piano strada. I tre quarti (74,1%) degli edifici residenziali italiani sono stati costruiti prima del 1981 ed hanno quindi 35 anni ed oltre di vita, mentre le realizzazioni più recenti sono il rimanente 25,9%.

Le cattive condizioni delle case, oltre a mettere a rischio la sicurezza dei cittadini, contribuiscono a gonfiare la bolletta energetica delle case. Secondo la rilevazione di Confartigianato, infatti, il comparto residenziale determina il 28,8% dei consumi finali di energia. Più di quanto assorbono i trasporti su strada (27,7%) e l’industria (22,7%).
La spinta a migliorare la condizione delle abitazioni di molti italiani arriva dai bonus fiscali per ristrutturazioni e risparmio energetico previsti dalla legge di Stabilità.

Arnaldo Redaelli, presidente Anaepa
Arnaldo Redaelli, presidente Anaepa

Arnaldo Redaelli | Presidente Confartigianato Edilizia
E’ indispensabile rendere stabili e permanenti, nella misura indicata nella legge di Stabilità 2016, gli incentivi fiscali che consentono di raggiungere più obiettivi: riqualificazione del patrimonio immobiliare, risparmio ed efficientamento energetico e difesa dell’ambiente, rilancio delle imprese delle costruzioni, emersione di attività irregolari”.

Secondo Confartigianato, la filiera dei settori delle costruzioni e dell’indotto manifatturiero conta complessivamente 680.354 imprese e 1.664.426 addetti. In maggioranza si tratta di piccole aziende: 594.828 micro e piccole imprese fino a 20 addetti dell’edilizia, installazione di impianti e fabbricazione dei mobili, che danno lavoro complessivamente a 1.343.467 addetti. A questi si aggiunge l’indotto manifatturiero in cui operano altre 85.526 imprese e 320.959 addetti (19,3% dell’intera filiera).

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