Edilizia polifunzionale | Novoli, Firenze

Sperimentare la rigenerazione urbana, il ruolo del laterizio

L’edificio polifunzionale rappresenta un po’ l’eccezione all’interno dell’area di Novoli: eccezione per la diversità dimensionale, multifunzionalità e posizione urbanistica. Caratterizzato dalla policromia dei materiali con l’accostamento armonico di elementi lapidei, tessiture di mattoni e rivestimenti metallici, spicca per il rivestimento dei setti murari in calcestruzzo armato con il mattone faccia a vista Vivo San Marco

Nuove funzioni urbane, riconversione | A partire dagli anni Trenta del secolo scorso la Fiat individua nel comprensorio di Novoli un importante complesso industriale nel quale riunisce la maggior parte della propria produzione nel settore aeronautico.

Attivo fino alla fine della Seconda Guerra mondiale, il complesso industriale viene riconvertito ad attività manifatturiere di altro genere fino alla metà degli anni Novanta. Il Comune di Firenze già a partire dal 1951 e successivamente nel 1962, con i nuovi strumenti urbanistici e piani, individuò nel complesso della Fiat un’area idonea ad accogliere nuovi e rilevanti insediamenti.

L’area diviene punto strategico per la ricollocazione di alcune funzioni urbane con l’obiettivo di creare un nuovo polo tra centro storico ed aree periferiche. Nel 1993 viene affidato a Léon Krier la redazione di un piano guida per l’intera area del complesso industriale posseduto dalla Fiat e che verrà integrato nel Piano regolatore della città.

Successivamente il piano attuativo di recupero viene affidato agli architetti torinesi Roberto Gabetti e Aimaro Isola che sviluppano le previsioni elaborate da Krier rispettandone integralmente l’impostazione caratterizzata dalla adozione di un modello insediativo basato su isolati separati a ridotta superficie, raggruppati intorno a un ampio parco centrale.

Il progetto di riqualificazione prevedeva la totale demolizione della preesistenza, fatta eccezione per la Centrale Termica (futuro Urban Center) e la costruzione di un insediamento a funzioni miste (universitarie, terziarie, residenziali, direzionali, commerciali).

La trasformazione dei 32 ettari dell’area dell’intero comprensorio nel nuovo centro urbano è attuata sotto la regia dell’Immobiliare Novoli spa a cui la Fiat aveva provveduto a trasferire la proprietà a partire dal 1961.

Dopo l’elaborazione del piano di recupero a cura degli architetti Gabetti & Isola, viene affidato allo studio Isolarchitetti il progetto per il parco, l’ex Centrale Termica, un edificio polifunzionale e quattro isolati a destinazione residenziale e commerciale intorno a una piazza.

Il progetto degli isolati ad ovest è ideato da nove gruppi di giovani architetti selezionati e coordinati da Francesco dal Co e da Aimaro Isola. Il parco pubblico, dalla superficie totale di circa dodici ettari, è il fulcro attorno il quale si sviluppano i 36 isolati suddivisi in 10 unità minime d’intervento separate in due settori.

L’edificio polifunzionale collocato ad est, all’incrocio tra via di Novoli e via Forlanini, costituisce la porta d’accesso al nuovo quartiere e ospita attività commerciali, un multisala e ambiti dedicati al fitness.

L’intervento residenziale comprende quattro edifici posizionati attorno ad uno spazio pubblico con i piani terra a destinazione commerciale. La trama è articolata con blocchi ad altezze variabili sui vari fronti dell’isolato, con porticati a doppia altezza, logge e collegamenti aerei per le coperture.

Sull’affaccio sud del lotto, a testimonianza della memoria industriale rimane l’ex centrale termica destinata a divenire sede dell’Urban Center fiorentino e centro espositivo per mostre ed attività didattiche.

La configurazione generale dell’assetto urbano delle aree di progetto a Novoli individua in planimetria tre grandi blocchi geografici unitari: il blocco degli isolati Ovest, il Parco pubblico, il blocco degli isolati ad Est formato dalle restanti unità.

Il tessuto urbano è disegnato da una viabilità principale veicolare e da una secondaria pedonale, che individuano 36 isolati con forme differenti e disegno non regolare. Gli isolati sono raggruppati, per posizione e aggregazione di funzioni compatibili, in 10 Unità Minime di Intervento.

Degli edifici esistenti la ex centrale termica sulla via di Novoli è l’unico che – ristrutturato e convertito a destinazione museale – rimarrà a testimoniare, in qualche misura, la presenza di una realtà industriale fiorentina rilevante.

Per contro, gli isolati con le loro diverse funzioni (residenziali commerciali e terziarie), il nuovo Palazzo di Giustizia, il Museo, L’Università, l’albergo, le piazze interne, il Parco pubblico…, conferiscono una significativa varietà al nuovo insediamento ponendosi come motrice della rigenerazione urbana della ampia porzione di città.

A partire dai primi disegni di progetto, questi edifici sono sempre stati pensati nel loro insieme spaziale, come un frammento urbano all’interno di una nuova parte di città che si sta formando, di un nuovo organismo da “abitare” nell’accezione più vasta.

I nuovi edifici, che danno luogo alla piazza più importante dell’insediamento, si pongono su una linea di continuità rispetto alle scelte del piano, e anche di una certa tradizione fiorentina, esprimendo tuttavia una condizione di contemporaneità, testimonianza e documento del nostro tempo, per le scelte distributive, tecnologiche e di gestione del progetto.

Il mattone SanMarco Vivo

Nella realizzazione di un edificio polifunzionale nel quartiere di Novoli a Firenze è stato utilizzato il mattone SanMarco Vivo per il rivestimento di facciata. Per questo cantiere Terreal Italia ha condotto un’interessante ricerca che ha riguardato un mattone a pasta molle senza sabbia in superficie, allo scopo di mettere in luce i colori naturali delle argille, ottenendo sfumature con tonalità diverse per ogni mattone.

Frutto del processo di ricerca che l’azienda ha condotto in collaborazione con l’architetto Aimaro Isola, la linea di prodotti nasce da un particolare processo di lavorazione che prevede lo “scasseramento” dei mattoni durante la formatura attraverso l’utilizzo di limatura di faggio al posto della tradizionale sabbia.

Un elemento vegetale che durante la fase di cottura brucia, lasciando la superficie brillante e ricca di sfumature. Il risultato finale del mattone faccia a vista rivela una finitura senza sabbia in superficie, in grado di riflettere la luce.

Questa particolare tecnica produttiva è frutto del processo di sperimentazione condotto da Terreal Italia nell’evoluzione del processo realizzativo della terracotta, coniugando il sapere tecnologico tradizionale con le istanze del “costruire” contemporaneo.

Questa tecnica produttiva è già presente alla fine del Quattrocento a Milano proprio per la Ca’ Granda del Filarete, in cui erano stati previsti dei mattoni che avessero la caratteristica di rimanere a vista e dialogare senza soluzione di continuità con le formelle delle cornici e con i bassorilievi, anch’essi in cotto.

Ebbene quei mattoni sono stati prodotti da una fornace locale alle porte di Milano proprio utilizzando nell’impasto dell’argilla paglia e limatura di legno. Terreal Italia, quindi, ha raccolto una richiesta del mondo della progettazione, “tesaurizzando” un’esperienza significativa del passato, con un occhio alla tradizionalità del processo produttivo a stampo.

Edificio polifunzionale

L’edificio polifunzionale rappresenta un po’ l’eccezione all’interno dell’area di Novoli: eccezione per la diversità dimensionale certamente, ma anche eccezionalità per la multifunzionalità che lo caratterizza ed anche per la sua posizione urbanistica (è posizionato all’incrocio di due importanti arterie di traffico esistenti, via di Novoli e Via Forlanini).

L’edificio costituisce, da questo lato di Firenze, la porta di accesso al nuovo quartiere, sia dal punto di vista funzionale (degli accessi, dei parcheggi, delle funzioni di eccellenza…) sia da un punto di vista volumetrico, del costruito.

Girando intorno all’isolato o attraversandolo si scoprono poco a poco tutti gli altri tasselli di questo importante mosaico urbano in via di formazione; la grande massa dell’isolato, trattato come un blocco unitario, si pone infatti in primo piano rispetto a tutti gli altri isolati, filtrando – in qualche misura – le vedute prospettiche da viale Forlanini verso il Parco.

L’edificio è caratterizzato da un fronte esterno più unitario e compatto, più materico, costituito da una grande muraglia in laterizio chiaro di Terreal Italia (linea Vivo SanMarco) colore giallo che disegna il confine planimetrico del lotto; il profilo altimetrico sale e ridiscende secondo una regola che lo lega all’intersezione teorica con l’andamento geometrico dei piani delle falde della copertura, ed anche alle altezze dei piani delle diverse funzioni insediate (multisale con altezze differenti).

Una corte ellittica articolata su tre livelli distribuisce le varie funzioni, ed è avvolta da un grande muro traforato che ne segna gli accessi e le aperture. Verso la sommità il grande muro di laterizio perimetrale è “contaminato” lungo tutto il suo sviluppo da un filare continuo di alberelli, di cespugli e fiori di diverse specie, che risolve con una certa leggerezza l’attacco verso l’alto.

Scorcio fronte sud-ovest.

Con questo particolare di architettura viene risolta l’esigenza, tutta tecnica, di avere una sorta di “cammina- mento di ronda” che raccolga le passerelle metalliche di connessione delle uscite di sicurezza della palestra e delle multisale a quota +56.00, garantendo l’esodo sulla terrazza sicura al primo livello a quota +51.25 tramite scalette metalliche di sicurezza.

Dalla scansione strutturale – un reticolo planimetrico di 8,40 metri di lato – in corrispondenza dei pilastri fuoriescono le travi metalliche che vanno a collegarsi ad altezze diverse al muro esterno, con funzione di irrigidimento e disegno dello spazio aperto del terrazzo: questi moderni contrafforti assumono la funzione di pergolato in corrispondenza della parte più ampia, a nord est, verso la scala circolare di sicurezza, garantendo una certa amenità a questo spazio tecnico.

Vista da via Forlanini.

Sono infatti previste delle vasche con terra alla base degli elementi verticali per la messa a dimora dei rampicanti. Il verde arrampicato sulle strutture contribuisce ad arricchire il carattere dell’architettura dell’edificio, in un punto delicato della composizione, laddove il muro esterno raggiunge il suo limite inferiore, “scoprendo” il volume della multi-sala più alta.

Con quest’impostazione i volumi arretrati si pongono ancora più chiaramente in secondo piano rispetto al muro di mattoni. La parete esterna di cotto è caratterizzata fortemente da una presenza di aperture di diversa tipologia – grandi archi, finestre quadrate, portali d’ingresso – che si dispongono sulla facciata senza evidenti regole stilistiche o modularità prefissate, ma piuttosto che incorniciano prospettive significative oppure rafforzano elementi compositivi, oppure semplicemente disegnano gli accessi importanti svelando a tratti lo spazio interno più complesso e articolato.

Particolare d’angolo.

Una fascia continua di pietra chiara, con superficie bocciardata, materializza l’attacco al suolo dell’edificio e incornicia le aperture del piano terra senza soluzione di continuità, diventando elemento importante nella composizione architettonica.

Particolare varco d’ingresso.

Anche le aperture ai piani superiori sono caratterizzate dalla stessa cornice, ad eccezione delle uscite di sicurezza. I volumi arretrati che emergono dalla piastra del primo livello +51.25 sono trattati con diversi rivestimenti di facciata, in lastre di rame pre-ossidato e in vetro, descrivendo la varietà, anche funzionale, che sta oltre la cortina: questi blocchi funzionali sono tutti raccolti sotto un grande tetto unitario a due falde asimmetriche, con manto di copertura, anch’esso in rame pre-ossidato.

Sulla copertura si aprono quattro terrazzi, uno per lato, di cui due incassati nel tetto (terrazzi impianti) e due aperti verso l’esterno. Il grande isolato si apre verso l’interno, con sorpresa, rivelando una grande corte di forma ellittica, una piazza, caratterizzata da un linguaggio diverso, più leggero, che utilizza le tecnologie del vetro e dell’acciaio, insieme a rivestimenti in lastre metalliche: una serie di pilastri circolari metallici – raddoppiati sugli assi strutturali – sostengono i ballatoi ai diversi livelli; sulla copertura alcune aste inclinate, di diverse lunghezze, vanno a sostenere l’impluvio curvilineo della copertura interna, formando una sorta di filare di alberi tecnologici a margine della grande corte.

Questo spazio interno, articolato su tre livelli (terra, primo e secondo), è animato dalla presenza densa di tutte quelle funzioni di forte attrazione che vi si affacciano, in tutte le ore della giornata e della sera.

Sistema costruttivo e soluzione tecnica

L’edificio polifunzionale si caratterizza per la policromia dei materiali utilizzati con l’accostamento armonico di elementi lapidei, tessiture di mattoni e rivestimenti metallici. E il mattone faccia a vista Vivo San Marco è utilizzato come rivestimento dei setti murari in calcestruzzo armato.

Due sono le stratigrafie utilizzate nella realizzazione dei setti murari. La prima stratigrafia si compone di un rivestimento di mattoni faccia a vista su entrambe le facce del setto murario dello spessore di 25 cm, rinforzato con ganci di sostegno e tralicci tipo “murfor”, per uno spessore complessivo della parete di 53 cm.

La seconda stratigrafia si compone sempre di un setto murario in calcestruzzo armato con spessore 25 cm rivestito rispettivamente da un lato dal mattone faccia a vista con i relativi ganci di sostegno e tralicci, mentre l’altro lato è rivestito con una controparete in cartongesso a sezione variabile opportunamente coibentata.

Stratigrafie murarie.

Il rinforzo dei paramenti in mattoni di laterizio faccia a vista è realizzato in conformità alle Norme tecniche per le costruzioni con riferimento alla prevenzione di eventuali danneggiamenti e alla salvaguardia della vita umana nel caso di eventi sismici.

La corretta realizzazione di questa tipologia di muratura necessita di un efficace ancoraggio dei laterizi alla struttura portante degli edifici attraverso un graffaggio (collegamento puntuale) alla parete interna portante. Nel caso dell’edificio polifunzionale, essendo pluripiano con altezze che superano i 10 m, si è reso necessario creare dei giunti di dilatazione verticali.

Il fissaggio dei sistemi di supporto del rivestimento di facciata avviene tramite tasselli alla struttura portante in calcestruzzo armato. Analogamente l’utilizzo di un traliccio prefabbricato composto da 2 fili d’acciaio paralleli collegati da un terzo filo sinusoidale continuo mediante punti di saldatura, ha aumentato la resistenza alla compressione della muratura soprattutto in presenza di carichi eccentrici e migliorato la rigidità della costruzione sui setti portanti impedendo il fenomeno dell’affaticamento progressivo.

Paramento murario con inserto lapideo.

Anche il corretto utilizzo della malta, necessario per la posa e l’allettamento in opera dei mattoni e della stuccatura dei giunti, ha contribuito al successo del risultato finale. La malta non è semplicemente un impasto di poco valore avente il solo scopo di legare i mattoni, ma è un elemento indispensabile per la costruzione di una parete solida, duratura ed esteticamente piacevole.

La scelta di un legante appropriato e di qualità contribuisce alla produzione di una buona malta e quindi di una buona muratura. La malta costituisce circa 1/5 della superficie faccia a vista della muratura e quindi dalla regolarità della sua rifinitura dipende l’omogeneità e la qualità estetica della parete nel suo insieme.

Il risultato finale è un edificio armonico, massivo e contemporaneo, in cui la trama muraria “vibra” con le sue sfumature di colore al variare delle condizioni di luce durante tutto l’arco della giornata.

Caratteristiche e prestazioni mattoni Vivo SanMarco di Terreal Italia
Tipologia Muratura di rivestimento
Disposizione Verticale
Spessore 25 cm
Resistenza media a compressione nella direzione dei carichi verticali 22 N/mm2
Forza di adesione 0.19 N/mm2
Assorbimento d’acqua 28%
Massa volumica lorda 1.450 kg/m2
Conducibilità termica equivalente 0.384 W/mK
Categoria di resistenza al gelo/disgelo F2
Classe di reazione al fuoco A1

 

CHI HA FATTO COSA

  • Opera: Centro commerciale e multisala UMI F
  • Località: Firenze Novoli
  • Committente: Gruppo Immobiliare Novoli Spa, Firenze (Amministratore Delegato E. Furnari)
  • Progetto architettonico: Isolarchitetti (A. Isola, S. Isola, F. Bruna, M. Battaggia, A. Bondonio, S. Peyretti), con M.T. La Ferla
  • Progetto strutturale: Spinelli, G.P.A. Ingegneria srl
  • Progetto impiantistico: MCM Impianti
  • Progettazione esecutiva integrata: Planning Ingegneria e Pianificazione
  • Direzione lavori: Chimenti
  • Direzione artistica: Isola, F. Bruna, S. Isola
  • Project Management: AYH/Intertecno
  • Impresa di costruzione: Cesi soc. coop.
  • Superficie: 22.700 m2
  • Foto finito: Saverio Lombardi Vallauri (Archivio Isolarchitetti)
  • Foto cantiere: Archivio Immobiliare Novoli
  • Contributo al testo: Pasqualino Solomita, in collaborazione con Costruire in Laterizio

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