Viking Italia | Ricerca

Start up in Italia: analisi delle piccole aziende innovative

Basandosi sul database del Registro delle Imprese, Viking Italia ha condotto un’analisi sulle 10.164 start up italiane registrate. La ricerca ha portato alla mappatura di queste aziende rilevando che le regioni più innovative sono Lombardia, Lazio e Emilia-Romagna, il settore preferito il digitale, i fondatori quasi sempre uomini e non necessariamente provvisti di laurea magistrale.

Viking Italia ha condotto una ricerca sulle start up, fenomeno in crescita in tutta Europa. Per start up s’intende un’azienda, di solito di piccole dimensioni, che si lancia sul mercato sull’onda di un’idea innovativa. Una start up di solito inizia con pochi fondi o con finanziamenti europei.

Grazie a un database del Registro delle Imprese è stata mappata la situazione delle start up italiane e analizzati gli indicatori principali di ben 10.164 start up registrate.

I dati della ricerca hanno evidenziato che:

  • Lombardia, Lazio e Emilia-Romagna sono le 3 regioni più innovative d’Italia
  • il settore del software e It è quello in cui le start up puntano di più
  • Il settore in cui s’innova di meno in Italia è quello dell’alloggio, con solo 15 start up
  • Il profitto è limitato
  • I ceo e fondatori sono per lo più uomini italiani
  • La laurea magistrale o il dottorato non sembrano necessari: solo il 25% delle start up ha direttori plurilaureati.
Viking Italia | Start Up per regioni.

Regioni innovative

Dalla ricerca si evince che alcune regioni sono più focalizzate sul business e sull’industria mentre altre puntano più sul turismo e la produzione di beni primari. Pare che la Lombardia sia la regione più innovativa d’Italia.

Si posiziona infatti al primissimo posto con ben 2.547 start up, ovvero 2,6 start up ogni 100mila persone. Al secondo e terzo posto Lazio e Emilia-Romagna, rispettivamente con 1.142 e 902.

I capoluoghi Milano Roma e Bologna sembrano essere città ben aperte all’innovazione e alle idee rivoluzionarie.  Le città europee più innovative sono Berlino, Londra, Parigi e Stoccolma.  

Viking Italia | Start Up per settori.

Settore digital

I nuovi lavori puntano al mondo digital e, come nel resto del mondo, anche l’Italia punta maggiormente all’innovazione nel settore dell’It e software con 4.324 start up. Al secondo posto con 1.355 start up in Italia arriva il settore della ricerca e dello sviluppo, mentre la medaglia di bronzo se la aggiudicano i servizi di informazione.

Tuttavia, ci sono settori meno considerati dai nostri start-uppers e in cui si tenta a puntare di meno. Si contano solo 23 start up incentrate sull’arte e l’intrattenimento, seguite dal settore degli alloggi, che ne vede soltanto 15.

Viking Italia | Start Up, i capitali.

Capitale economico

Le start up in Italia non sono particolarmente redditizie e certo non si può parlare di unicorni. 4.228 su un totale di 10.164 si aggirano su un capitale annuo dichiarato dai 5.000 ai 10.000 Euro, mentre al secondo posto vediamo 2.179 start up che guadagnano dai 10.000 ai 50.000. Solo una è dichiarata a più di 5 milioni di euro.

I fondatori

Tra tutte le 10.164 start up presenti in Italia, solo 453 sono capitanate da solo donne. Questo è un preoccupante 4.4%. Meglio la situazione se si guarda a una board di fondatori mista tra donne e uomini, con 880 start up.

La grande maggioranza – 8275 – ha un fondatore uomo. Per quanto riguarda le regioni più all’avanguardia vediamo in testa la Lombardia con 264 start up che hanno almeno una donna tra i capi, seguita a ruota da Lazio con 163 start up e veneto con 131.
Il settore con la maggiore quota rosa è l’artigianato, con 224 donne tra i capi d’azienda.

Viking Italia | Start Up, i fondatori.

Età, provenienza e titolo di studio

Le start up completamente formate da capi giovani sono 811 e 1.046 da capi di età miste.
Solo 125 start up capitanate da stranieri come Ceo e 97 con un mix di italiani e stranieri. La regione più accogliente pare essere la Lombardia, ormai in testa su tutte le categorie, con 101 Ceo stranieri.

Infine, uno dei dati più interessanti riportati è la presenza di una board di fondatori pluri-laureati soltanto magistrali o dottorati: 2.623 start up, ovvero il 25% del totale hanno un board composto da laureati magistrali.

La grande maggioranza di start up in Italia è composta invece da capi che hanno studiato al massimo 3 anni all’università – raggiungendo quindi una laurea triennale – o che all’università non ci sono proprio andati.

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