Città | Rigenerazione urbana

Quartiere Officine: il nuovo centro verde di Bellinzona

Nell’area della città di Bellinzona dominata da oltre un secolo dalle Officine Bellinzona, sarà avviata nei prossimi anni una graduale trasformazione urbanistica che porterà alla nascita del nuovo Quartiere Officine. Caratterizzato dalla presenza di un grande parco e della “Cattedrale”, il progetto favorirà la convivenza intergenerazionale e lo sviluppo di nuovi prodotti, servizi, attività commerciali, amministrative, culturali e ricreative.

Ai cittadini di Bellinzona è stato presentato il progetto Porta del Ticino – Urban Living Lab, elaborato dal team composto da sa partners, Tamassociati e Franco Giorgetta, nell’ambito di una competizione alla quale hanno partecipato altri 5 team internazionali.

Il piano delineerà lo sviluppo dell’ampia porzione di territorio urbano oggi dominata dal grande insediamento industriale Officine Bellinzona, la più importante azienda dell’industria pesante di tutto il Cantone, che per 130 anni ha rappresentato un motore economico per la città e che entro pochi anni sarà trasferito fuori dall’abitato.

Il progetto prevede la suddivisione in tre grandi fasce, lungo l’asse longitudinale, di questa porzione di territorio. Al centro, l’impianto urbanistico elaborato è dominato dall’Almenda, un grande polmone verde pubblico, pensato sia come infrastruttura verde locale sia come elemento di compensazione (con 6,4 ha di superficie biotica e 3,2 ha di superficie agricola) del prossimo insediamento industriale fuori città.

Tamassociati | Progetto del nuovo Quartiere Officine, veduta aerea.

L’Almenda, potente segno urbanistico, costituirà un terreno fertile di biodiversità e il climatizzatore naturale dell’abitato, ai cui lati si svilupperà l’insieme delle strutture a carattere insediativo. Costituirà, inoltre, la connessione visiva e ideale tra il Castello di Bellinzona (patrimonio Unesco) e la cosiddetta Cattedrale (l’imponente edificio industriale in pietra, icona delle Officine), portatori di storia e identità della città.

Lungo i perimetri di quest’area ri-naturalizzata e delimitata da ampie alberature e verde verticale – in cui permangono la ferrovia e 3 edifici di valore storico – è previsto uno sviluppo edilizio concepito per blocchi autonomi, estremamente flessibili e in grado di rispondere alle esigenze di phasing e di scenari in divenire.

Ne nascerà un “chilometro verde”, in simbiosi con la città, a legare il fiume e la montagna lungo la rotta nord-sud, con una fascia edificata caratterizzata da funzioni complementari di tipo commerciale, direzionale, amministrativo, didattico e di ricerca avanzata.

Tamassociati | L’Almenda, il parco pubblico al centro del nuovo quartiere.

Gli usi comunali e cantonali, tra cui le scuole e il parco dell’innovazione, nonché gli alloggi cooperativi, sono organizzati intorno alla “Cattedrale” e lungo i binari, mentre gli usi residenziali e i servizi sono concentrati a ovest.

Il progetto prefigura uno sviluppo equilibrato di tipologie, standard e architetture, secondo una logica di offerta abitativa diversificata per la comunità di Bellinzona e i nuovi cittadini che l’intervento saprà attrarre. È inoltre previsto un sistema aperto capace di accogliere anche tipi di residenze innovative tra loro ibridate (cohousing, senior cohousing, temporary + affordable housing, mixed use loft).

Le fasi di sviluppo

Lo sviluppo del quartiere avverrà attraverso varie fasi temporali per evitare che si determini una dipendenza tra gli edifici nuovi e gli edifici esistenti. Il piano proposto prevede infatti la possibilità che, a seconda degli scenari economico/sociali che si prospetteranno nel futuro, il progetto possa svilupparsi intorno all’Almenda con velocità e densità diverse. Uno scenario che va dalla ridotta densità edilizia con altissima densità biotica a un sistema di massing edilizio molto variabile basato comunque su alcune invarianti fisse costruttive e identitarie di carattere agricolo, idrico, comunitario, logistico e innovativo.

Innovazione e sostenibilità

Dall’utilizzo del cantiere stesso come miniera urbana di materiali alle strategie per dimezzare il consumo idrico, dall’attenta policy sul riciclo dei materiali alla creazione di un habitat naturalistico, dall’accessibilità e mobilità dolce agli obiettivi pianificati di politica energetica, alle azioni progressive rivolte alle zero-emissioni e al 100% di energia rinnovabile, all’introduzione di innovativi sistemi di memoria energetica e certificazioni di monitoraggio ambientale, ai contributi attivi alla vulnerabilità climatica.

Il progetto nel suo insieme propone un altissimo livello di sostenibilità complessiva, sia che in futuro si realizzino prospettive di sviluppo, sia che si verifichino scenari di rischio. Grazie alla ricerca e sperimentazione in atto da anni, è infatti possibile prevedere nuovi approcci realizzativi compatibili coi tempi del progetto, facendo ricorso a nuove generazioni di tecnologie microbiche “buone” che regoleranno la generazione di energia e il trattamento di acque e rifiuti, ma non solo.

Il team Tamassociati.

Tamassociati | La città come organismo vivente

«Il contesto di grande volatilità climatica, economica e sociale che stiamo vivendo impone quesiti mai emersi prima nella gestione delle complessità a livello planetario. La visione progettuale passerà dall’impostazione lineare (causa/effetto) a quella sistemica per scenari e feedback di verifica. La città del futuro sarà come un organismo vivente, flessibile, in grado di adattarsi ai cambiamenti che società e contesti in rapida evoluzione imporranno ai territori e alle comunità urbane». (vb)

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