La valorizzazione del contesto naturale e la gestione ambientale ed energetica sono elementi centrali del progetto: l’integrazione edificio-luogo è stata, in particolare, il concetto regolatore dell’intero iter progettuale, che si sviluppa a partire dai seguenti principi base: Raccordo pendio – copertura. L’edificio è stato inserito adeguandosi sia in pianta sia in sezione all’anfiteatro naturale costituito dal tratto semipianeggiante del pendio: il tetto piano, sistemato a giardino, si raccorda con il versante della collina, cosicché la copertura ne diventa un’estensione percorribile, dalla quale poter godere di ulteriori viste privilegiate sul panorama.
Orientamento a sud. Si è voluto sfruttare l’orientamento favorevole dell’orografia, che presenta un arco protettivo a nord, costituito dal pendio, e una naturale esposizione a sud. L’inserimento dell’edificio nel versante della collina comporta necessariamente un suo maggior sviluppo in lunghezza, per aumentare la superficie laterale sulla quale collocare le aperture: tuttavia, per ricercare una maggiore compattezza e adeguarsi allo spazio individuato dall’area pianeggiante, è stata sviluppata una forma spezzata che consente, verso ovest, di creare un patio tra il pendio e l’edificio, così da poter inserire degli ulteriori affacci.
Viste orientate. Al fine di garantire la massima privacy reciproca tra le due abitazioni, sono stati individuati due corpi uniti da tratti di raccordo. Entrambi sono dotati di vista principale verso sud-est, privilegiando il panorama, ma gli affacci secondari sono orientati verso aree di giardino caratterizzate da maggiore intimità: ciò è reso possibile dalla conformazione a L del corpo ovest che, individuando un giardino terrazzato verso il pendio, elimina la necessità di aperture verso est, permettendo così di creare un ambito di maggiore privacy per gli affacci dell’altra abitazione.
Dispositivi bioclimatici. Per ottenere la massima prestazione energetica, la massima salubrità e sostenibilità dell’edificio, sono stati inseriti tutti gli accorgimenti bioclimatici ed ecologici compatibili con la tipologia architettonica. Tra i principali vi sono la corretta disposizione degli ambienti, l’utilizzo del tetto verde, il controllo del soleggiamento delle facciate tramite schermi fissi e mobili, la bussola come cuscinetto termico, la presenza di pozzi di luce, l’uso della vegetazione al fine del controllo microclimatico, il recupero delle acque piovane.
Il progetto. Le due abitazioni condividono un percorso in «trincea», alcuni locali accessori verso nord, la copertura verde, la piscina e la preesistenza. Tra i due alloggi si apre un vuoto in corrispondenza del quale si trova una scala verde costituita da lame verticali che sorreggono gradini erbosi o fioriere. Questa discesa verde conduce a un patio interrato comune, sistemato anch’esso a giardino, sul quale si affacciano i locali interrati delle due abitazioni. Quest’ultimo spazio, sovrastato a quota copertura da listelli per il sostegno di rampicanti, funge da vera e propria stanza all’aperto, fornendo agli ambienti interrati una grande quantità di luce.
La copertura dell’edificio è uno spazio verde comune a entrambi gli alloggi: l’accesso avviene dal lato est del giardino, oppure a partire dal marciapiede che costeggia il giardino terrazzato del corpo ovest, verso il pendio. Da qui, infatti, si raggiunge la copertura attraverso un corridoio esterno, ricavato in trincea sul lato nord. Il percorso sfrutta le potenzialità emozionali della progettazione ipogea: durante questa ascesa al giardino, infatti, vengono percorsi degli spazi che, alternando apertura e chiusura, generano un percorso vario. Si passa dall’ampiezza del giardino terrazzato alla chiusura claustrofobica della trincea, per poi percorrere l’affaccio che si riapre sul patio interrato; si prosegue quindi per salire al tetto tramite la scala e raggiungere la piscina.
Camminando attorno a quest’ultima, infine, si raggiunge un corridoio panoramico, parallelo alla trincea, che arriva ad affacciarsi sul patio terrazzato dal quale il percorso prendeva origine. Il tetto dell’abitazione ovest è separata dalle altre perché non pedonale, ed è quindi privo di parapetti. In copertura sono previsti, oltre alle ringhiere, alcuni muretti in pietra: in particolare, a est un muro in pietra funge da parapetto sia verso il pozzo di luce sia verso il salto di quota verso ovest. Questo muro continua idealmente fin giù nel piano terra entrando nel soggiorno e delimitando la parete esterna della bussola. La copertura si estende poi verso est con un grande portico a sbalzo che crea uno spazio di transizione tra l’esterno e l’interno: questa struttura enfatizza ulteriormente il panorama visibile dal soggiorno.
L’orizzontalità dell’edificio in ampliamento pone necessariamente il problema dell’integrazione con gli edifici già esistenti posti a ovest con caratteristiche tipologiche tradizionali con tetto a falda. Allo stesso tempo era necessaria una maggior privacy della nuova parte residenziale rispetto alle zone di accesso, sia della preesistenza sud nei confronti della preesistenza nord, convertita ad autorimessa. La soluzione progettuale proposta è stata quella di lavorare con superfici che definissero le viste possibili: è stata quindi inserita una listellatura orizzontale che funge contemporaneamente da portale verde per il giardino e da pergola per l’edificio sud. La luce del pergolato è spezzata da un muro in intonaco bianco che separa le due zone e contemporaneamente rafforza la vista prospettica sul fondo del giardino. Verso nord il pergolato, realizzato in acciaio corten, è sorretto da montanti e da una trave che è la prosecuzione delle cornici dell’ampliamento, rivestite con lo stesso materiale. L’effetto è quello di una quinta che anticipa i materiali presenti sullo sfondo e pone gli edifici esistenti in secondo piano, integrandoli nel complesso.
Quasi un’increspatura nel terreno. Il profilo basso dell’edificio, il tetto giardino e la scelta di materiali dal richiamo naturale amplificano la fusione con il paesaggio, facendo apparire l’intervento come un’increspatura abitata del terreno: tale continuità è massima se considerata dalla sommità della collina, dalla quale il progetto si percepisce più come il disegno di un giardino che quello di un edificio. La corretta esposizione degli ambienti, il controllo del soleggiamento e dell’ombreggiamento, l’uso di dispositivi bioclimatici e la copertura verde che contribuisce a isolare il microclima interno rendono l’involucro edilizio altamente performante; il ricorso a pannelli fotovoltaici, alla pompa di calore e al recuperatore di calore, dall’altro lato, contribuiscono a un ulteriore risparmio energetico.
L’insieme delle caratteristiche comporta il raggiungimento della classe energetica A+, con un miglioramento dell’indice di prestazione energetica dell’82,4% per l’alloggio ovest e dell’86,3 % per l’alloggio est rispetto a quello limite di legge. Dal punto di vista ambientale l’edificio presenta ulteriori accorgimenti, quali per esempio il recupero delle acque piovane e l’uso di materiali ecocompatibili e drenanti: rientra, così, nella targa di qualità «Plus», ovvero nel massimo livello di sostenibilità previsto dal regolamento edilizio sostenibile del Comune di Bassano, che incentiva tramite bonus volumetrici tali tipi d’interventi. Grazie al punteggio ottenuto, infatti, è stato possibile aumentare del 25% la superficie utile disponibile.
La soluzione dei ponti termici. Vista la complessità dell’edificio, la maggiore attenzione nello sviluppo del dettaglio è stata la soluzione dei ponti termici. In particolare, in corrispondenza dell’aggetto che circonda quasi interamente il perimetro dell’edificio, l’isolamento è stato prolungato per 1,5 m: in questo modo, sul fronte dell’edificio la cornice presenta uno spessore di soli 50 cm. La riduzione dello spessore rispetto a quello del solaio di copertura, sistemato a verde, è ottenuta lavorando sul nodo in corrispondenza del cordolo e nel dislivello tra solaio e aggetto: il terreno aumenta quindi di spessore nel salto di quota permettendo la piantumazione di arbusti. L’isolamento dei fori finestra, invece, è stato realizzato prolungando il cappotto esterno sino a coprire la parte fissa del serramento, così da eliminare completamente il ponte termico.
Impianti. Le due abitazioni saranno servite da pompe di calore aria-acqua per la climatizzazione degli ambienti e la produzione di acqua calda per usi sanitari. Le macchine saranno alimentate da energia elettrica prodotta da pannelli solari che ricopriranno interamente le falde sud delle preesistenze, evitando così di occupare parte della copertura verde. Un recuperatore di calore e un sistema di ventilazione controllata garantiscono comfort, risparmio energetico e controllo dell’umidità.
Il progetto dei serramenti. L’inserimento dei serramenti riveste un ruolo delicato: essi, infatti, dovranno conciliare le esigenze di elevate prestazioni d’isolamento termico con quelle di essenzialità delle facciate, fusione con il paesaggio e selezione di viste privilegiate, che incorniciano l’ambiente esterno e il panorama sulla città. Il sistema studiato, grazie alle sue ridotte dimensioni e tramite il posizionamento in continuità con l’isolamento, rende il telaio fisso quasi invisibile dall’esterno, garantendo anche il taglio termico. Questa caratteristica contribuisce, inoltre, alla necessità di garantire la massima illuminazione naturale degli ambienti. Il progetto dei serramenti gioca sul contrasto tra telaio mobile e telaio fisso. Se il primo, con il suo colore scuro, funge da cornice ed evidenzia le viste selezionate, il secondo, quasi completamente invisibile, annulla l’idea del confine tra esterno e interno. L’accoppiata di queste due percezioni, l’una che con un segno marca e l’altra che con la trasparenza annulla, genera un divertente contrasto, presente in tutte le parti del progetto, che riflette il controverso rapporto tra la natura e l’intervento umano tramite l’architettura.
Materiali ecocompatibili e scelte strutturali per aumentare il livello di sostenibilità dell’edificio, si è preferito l’utilizzo di materiali che, oltre a garantire la durabilità nel tempo, si dimostrassero ecocompatibili, rinnovabili e riciclabili o riutilizzabili. – intonaci e malte saranno a base di grassello di calce. – per il cappotto esterno è previsto l’impiego della fibra di legno. – pitture, protettivi e finiture verranno realizzati con materiali ecologici. – le parti fuori terra verranno realizzate con l’impiego del sistema in muratura armata «alveolater bio taurus 30», costituito da blocchi di laterizio alveolato con farina di legno vergine a facce lisce e brevettato dall’ing. Gianfranco gramola (collabora con lo studio per la realizzazione di strutture particolari e complesse).
I progettisti studio3Xl. Silvia ed Enrico Longo, 28 e 30 anni, sono due fratelli provenienti dalla formazione in Ingegneria Edile-Architettura (Università di Trento). Dal 2013 affiancano e proseguono l’attività del padre Guido, aggiungendo alla sua esperienza le competenze acquisite nelle relative esperienze professionali e universitarie nel campo dell’Architettura e dell’Ingegneria. L’ingresso dei giovani progettisti sembra essere di buon auspicio per lo studio, rinominato Studio3xL: oltre ad aver vinto altri concorsi per tesi di laurea a livello nazionale e comunale, infatti, il loro primo progetto di nuova realizzazione residenziale, casa «S», ha già riscosso un notevole successo e si è aggiudicato il secondo posto nel concorso «Live Outside The Box», promosso da Agb.