Edificio polifunzionale | Centro Ikeda

Tecniche di costruzione e ri-costruzione di un complesso rurale sottoposto a vincolo monumentale

A Corsico, sulle aree contigue alla Cascina Guardia di Sopra, in zona Alzaia Trieste – Labriola – Marchesi, l’intervento predisposto dall’arch. Giampiero Peia (Studio Peia Associati) riguardante il progetto e i lavori di recupero, risanamento conservativo e rifunzionalizzazione del complesso monumentale Cascina Guardia Sopra. I lavori hanno compreso anche il nuovo edificio composto da due strutture ben distinte ma integrate e connesse: la sala di culto dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, a uso anche di sala civica comunale e l’edificio di servizio contenente l’ingresso, il foyer e i servizi.

Un’apposita convenzione stipulata tra il comune di Corsico e l’Istituto buddista italiano Soka Gakkai (Ibisg) ha previsto di scorporare l’intervento in due fasi che, pur essendo realizzate attraverso due distinti iter amministrativi, si intendono simultanei:

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Centro Ikeda | Vista dell’area interessata dall’intervento contigua all’alzaia Tieste a Corsico.

fase 1: costruzione di una nuova sala di culto e a uso saltuario civico per il comune di Corsico con relativo parcheggio pubblico sulla via Marchesi insieme con opere che si attestano nella fascia settentrionale dei lotti in oggetto sulla via Labriola, comprensivi di un piccolo parcheggio per i dipendenti, con parcheggio per biciclette e disabili, l’area per l’isola ecologica, nuova cabina di trasformazione Enel e locali tecnici contenenti i quadri elettrici generali e i contatori, le pompe per gli impianti di climatizzazione (ad acqua), e infine un giardino da donare alla cittadinanza.
Fase 2: opere di restauro conservativo, ristrutturazione, ampliamento e rifunzionalizzazione dell’intero complesso monumentale Cascina Guardia di Sopra sottoposto a vincolo monumentale.

Il recupero funzionale del Complesso della Guardia di Sopra aveva come obbiettivi:

  1. la ricostruzione dei fabbricati a uso stalle conformi alla matrice storica e agricola del luogo;
  2. la riqualificazione e il restauro della villa residenziale con le stalle e i fienili esistenti secondo i canoni della conservazione architettonica e tipologica, con destinazione a uso culturale e religioso dei nuovi committenti;
  3. la riorganizzazione degli spazi al fine di adeguare il complesso alle necessità funzionali del centro culturale;
  4. l’ampliamento dei fabbricati, nel rispetto degli indici urbanistici di zona, e rispondente alla natura dell’impianto storico originario, da destinare a punto d’incontro, di studio e di riunioni pubbliche;
  5. il recupero funzionale ed edilizio delle stalle, già di proprietà comunale, di cui si proponeva l’uso convenzionale;
  6. integrazione tra le funzioni del complesso e la nuova aula di culto con uso parziale civico posta dalla parte opposta dell’area.

IL NUOVO EDIFICIO POLIFUNZIONALE
Il nuovo edificio che si individua all’interno dello spazio compreso tra le vie Marchesi, Labriola e l’Alzaia Trieste, è composto da due strutture ben distinte, ma integrate e connesse: la sala di culto a uso anche di sala civica di 1000 mq e l’edificio di servizio contenente, l’ingresso, il foyer e i servizi di 777 mq.

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Centro Ikeda | L’edificio come una lanterna luminosa. La stratigrafia dell’aula, partendo dall’esterno, è composta dalla pelle in rame dorato su struttura metallica galvanizzata fissata meccanicamente a muratura perimetrale con struttura secondaria in acciaio zincato.

La sala di culto/sala civica. Nell’androne di comunicazione tra le due corti del complesso monumentale esistente si individua, parallelamente al naviglio, l’asse generatore che collega tutti gli spazi aperti con la centralità dell’oggetto di culto principale posto sul lato ovest della nuova grande sala di culto/sala civica, alla fine di individuare un percorso virtuale e simbolico. Su quest’asse longitudinale si genera quindi una grande aula di circa 50×25 metri e per un’altezza massima di 13 metri e minima di 6,50 m.
L’aula è destinata a contenere 790 posti a sedere (anche se la capienza effettiva potrebbe arrivare a 900) o 300 posti nella configurazione aula corsi. L’edificio, dotato di palco per conferenze e schermo per proiezioni, e cabine di traduzione e regia, ha destinazione d’uso ad «aula di culto», e in virtù della convenzione con il Comune di Corsico potrà essere usata una volta al mese come aula civica da parte della pubblica amministrazione.
Seconda pelle in rame dorato. L’edificio si configura come una grande lanterna luminosa che permette di evidenziarne la presenza anche nelle ore serali. Il tempio (detto Butsuma nella terminologia buddista giapponese) è rivestito da una seconda pelle in rame dorato che assicura l’isolamento termico ed elettromagnetico dovuto alla vicinanza delle linee dell’alta tensione di cui si sono rispettate tutte le distanze secondo le norme.
Il tempio è circondato da una grande specchio d’acqua per rafforzare l’immagine di riferimento simbolico di un petalo di fior di loto e di un grande pesce dorato. Il riflesso dell’acqua è un aspetto concettuale che viene come «graficizzato» da un motivo compositivo.

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Centro Ikeda | L’edificio come una lanterna luminosa. La stratigrafia dell’aula, partendo dall’esterno, è composta dalla pelle in rame dorato su struttura metallica galvanizzata fissata meccanicamente a muratura perimetrale con struttura secondaria in acciaio zincato.

Le piccole bucature casuali sulla superficie dorata dell’edificio ad aula, che di notte si illuminano internamente, vogliono ricordare i grigliati in mattoni delle cascine lombarde e presenti nella parte antica, ma rappresentano anche il simbolo del riflesso dell’acqua, come per enfatizzare con la luce i leggeri movimenti dinamici della superficie d’acqua e il loro riflesso reale che si genera reciprocamente su acqua e superficie di rame dorato, soprattutto nelle ore notturne.
Per contenere al massimo i consumi energetici e le dispersioni acustiche, per garantire la privacy, evitare abbagliamenti e favorire la concentrazione sull’oggetto di culto e la visione di proiezioni all’interno della sala, l’edificio, oltre ai passaggi vetrati di collegamento al foyer e alle uscite di sicurezza sul lato naviglio ha come unica fonte di luce naturale una grande vetrata posta verso est.
Alla fine di ogni funzione religiosa e di ogni incontro pubblico, i visitatori prima di uscire possono godere di questa grande finestra che inquadra il paesaggio del parco e lo sfondo del complesso storico, evidenziando il rapporto visivo e geometrico con la nuova struttura.
Copertura a geometria varia. L’area contenente l’oggetto di culto, ovvero la riproduzione in grande della pergamena che riporta il «Sutra del Loto», detta Shumidan è separato dalla sala di culto a uso anche civico da pareti scorrevoli e da uno schermo avvolgibile per proiezione. In questo modo la parte sacra rimane isolata e protetta nel caso di uno «civico» della sala da parte del comune.
Lo Shumidan è dotato di una torre che spicca oltre la grande copertura a geometria varia della sala per consentire l’introduzione dall’alto e da nord-est di luce naturale attraverso schermi e aperture motorizzate, apertura che nelle mezze stagioni, grazie all’effetto «Venturi», permette anche un’efficace ventilazione e ricambio d’aria naturale senza consumi energetici.
Doppie scatole, doppie pelli. Sia questo che gli altri Butsuma realizzati nel complesso storico devono contenere le emissioni sonore all’interno dei 60 Decibel per evitare che la pratica collettiva del Daimoku (recitazione all’unisono di un mantra) risulti fastidiosa per il vicinato, soprattutto nell’uso festivo che risulta il più intenso per il numero di persone presenti.
Per ottenere questo si sono trattate con particolari accorgimenti le finiture interne e le stratificazioni di materiali isolanti, attenuando e convogliando il suono con geometrie e «trappole di rumore» oltre all’uso ancora più esterno di «doppie scatole» o «doppie pelli».
Materassini in fibra di legno. La stratigrafia dell’aula, partendo dall’esterno è così composta:

  1. pelle in rame dorato su struttura metallica galvanizzata fissata meccanicamente a muratura perimetrale con struttura secondaria in acciaio zincato;
  2. la muratura strutturale è in cemento armato a vista di 40 cm;
  3. il lato interno della muratura in c.a. è rivestito e isolato con materassini in fibra di legno da 10 cm fissati alle pareti con listelli di legno orizzontali, a questi vengono fissati pannelli composti da listelli verticali di legno Douglas 40×60 mm di circa 2 metri di lunghezza e intervallati a spazi vuoti di circa 50 mm.
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Centro Ikeda | Alcune delle fasi di cantiere.

Pannelli invisibili. Le tre porte a doppia e quadrupla anta verso il foyer sono rivestite all’interno con gli stessi listelli in continuità con la parete. Le porte sono ben individuate, ma solo grazie alla presenza delle superiori luci di evacuazione e dalle maniglie per l’uscita a spinta realizzate con due semicerchi in acciaio inox satinato secondo disegno.
La parte verso il foyer è finita in «lastronato» di legno di ciliegio. Le maniglie a tirare all’esterno sono in tubi di acciaio tipo Dorma. Le porte hanno tutte chiudiporta aereo tipo Dorma e sono dotate di guarnizioni e battute per evitare al massimo ponti acustici.
L’imbotte e l’ampia cornice delle porte verso il foyer è sempre in ciliegio. Il rivestimento comprende i pannelli invisibili, apribili e coibentati per accesso e ispezione nell’intercapedine esterna tra la pelle in rame e la struttura in cemento armato. Altre tre porte doppie realizzate con serramenti di alluminio color bronzo scuro e vetri stratificati ant-intrusione con pellicola pvb bianco latte: queste porte sono allarmate e apribili solo dall’interno e con maniglioni antipanico in acciaio inox.
Il soffitto è realizzato con gli stessi listelli di legno e in continuità geometrica. Si è creato così un unico ambiente rivestito sia sulle pareti che sul soffitto da una griglia in listelli di legno, assicurando comfort visivo, termico e, insieme alle geometrie mai a 90° il trattamento acustico, oltre ovviamente a un adeguato isolamento termico e acustico.
Il sistema d’illuminazione con tubi a fluorescenza con reattore elettronico T5 da 3000 gradi Kelvin, con rete sotto sistema bus, vede le luci lineari alternarsi in modo random alla trama di listelli di legno sia sulle pareti che sul soffitto. La quantità di luce soddisfa anche il requisito di uso della sala anche come aula corsi.

Centro Ikeda | Alcune delle fasi di cantiere.
Centro Ikeda | Alcune delle fasi di cantiere.

La vetrata orientale alta 6×14 m è realizzata con vetri stratificati a tutta altezza e dimensione 1400 mm l’una, con pinne interne verticali di sostegno con triplo stratificato da 40 mm (x350).
I serramenti in acciaio inox sono solo orizzontali a terra e alla copertura nascosti da pavimento e soffitto, i giunti verticali tra lastre e pinne sono in silicone.
Il pavimento dei nuovi edifici è pensato in un unico materiale continuo di cemento industriale lisciato con polvere di quarzo. I giunti in acciaio ogni metro segnano la posizione delle file di sedie smontabili e aggregabili.
Il pavimento del palco è interamente rivestito con granito nero lucido, mentre le alzate sono in griglia realizzata con lamiere stirate e laccata nero lucido. Questo permette di utilizzare il volume sottostante il palco rialzato come ripresa dell’aria «sotto-passando» il palco e l’area dell’oggetto di culto per raggiungere l’unità di trattamento d’aria posta a ovest dietro lo Shumidan.
Palco in due livelli. La struttura in cemento della «torre» dello shumidan è rivestita con cartongesso e isolamento e finito con una speciale tappezzeria dorata con un pattern disegnato ad hoc. Il palco è suddiviso in due livelli, uno inferiore (primi 4 gradini) ancora interno all’aula e utilizzabile anche da conferenzieri per l’uso civico dell’aula con prese a pavimento per attrezzare i tavoli per la conferenza.
L’altro superiore, altri 2 gradini da 16 cm, contenuto all’interno della «torre scenica» o Shumidan su cui verrà posizionato l’ Altare buddista. Un sistema di pannelli scorrevoli bianchi permette la separazione tra il palco dallo spazio dell’altare. I pannelli s’impacchettano in uno spazio contiguo al magazzino retrostante lo Shumidan.

L’EDIFICIO DI SERVIZIO E FOYER
Un edificio di servizio più basso (3,5 m), realizzato in struttura metallica, interamente vetrato con vista panoramica verso nord sul grande giardino dei ciliegi, e di colore bianco, contiene il foyer con i servizi igienici, il guardaroba, uno spazio allestibile a ufficio temporaneo per 10 persone (in caso di eventi, congressi, corsi) e uno spazio per mostre temporanee, collegato da «ponti» chiusi in vetro al grande Butsuma dorato e a una piccola sala riunioni e di accoglienza di Vip e conferenzieri, detta sala del tè, trasparente e schermata con «sonjii» (schermi scorrevoli), a sua volta circondata dal bambù, per aumentare la sensazione di privacy e immersione nella natura.
Il pavimento riprende i disegni e le geometrie del Tatami giapponese, così come il tavolo.

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Centro Ikeda | La struttura dell’edificio è in cemento armato a vista di 40 cm. L’edificio di servizio è in struttura metallica interamente vetrato con vista panoramica verso nord e contiene il foyer con i servizi igienici. L’edificio più basso è collegato con l’edificio principale ad aula e con la parte posteriore grazie a elementi vetrati. La copertura del foyer è realizzata con pannelli sandwich in alluminio ricoperti con membrana su orditura metallica zincata e controsoffitto in cartongesso acustico microforato.

Questo edificio più basso risulta come isolato, ma è collegato con l’edificio principale ad Aula e con la parte posteriore (Shumidan e accesso al retro dello spazio conferenze) grazie a elementi vetrati che come piccoli ponti chiusi, ma trasparenti, assolvono alla funzione di «bussole» e di doppie aperture, consentendo isolamento acustico e la percezione di «passaggio sull’acqua» dallo spazio di servizio e foyer alla sala di culto.
Il guardaroba, la cabina di regia a due piani con un camerino-stanza di preparazione e un bagno, il gruppo dei servizi igienici (con 4 wc maschi, 7 femmine, 1 disabile) sono volumi bianchi che trapassano l’interno del volume di vetro oltre la copertura. Sono realizzati in struttura mista latero-cemento con isolamento termico e finiti esternamente con un particolare intonaco liscio bianco.
I bagni sono pavimentati e rivestiti con gres porcellanato (30×60). I lavandini sono unici pezzi in Corian sopsesi alle pareti. I divisori non a tutta altezza e le porte interne dei w.c. sono in pannelli di laminato massello stratificato staccati dal pavimento con apposita struttura. La copertura del foyer è realizzata con pannelli sandwich in alluminio ricoperti con membrana a film di colore grigio chiaro su orditura metallica zincata e imbullonata e controsoffitto in cartongesso acustico microforato. Unica parte a vista della struttura metallica sono le colonne di diam. 139 mm; la trave di bordo e la gronda in alluminio sono rivestite da un nastro continuo composto da lastre di alluminio da 2 mm di spessore per 350 mm di altezza.
Lungo i bordi vetrati e nel punto di contatto tra il controsoffitto del foyer e i volumi interni si formano delle gole di luce. Questo sistema, insieme alle lampade a incasso senza ghiera e con fonte luminosa a led che punteggiano in modo apparentemente casuale, ma uniforme, l’interno del foyer, illuminerà questo spazio trasparente e le aree esterne circostanti. Le stesse lampade a led, nella versione da esterno, danno continuità a questo disegno esteso di luce di accento anche lungo il portico.

IL PORTICO
Lo spazio di relazione tra l’ingresso e gli arrivi dai parcheggi e il cancello antico d’ingresso al complesso monumentale viene mediato da un portico di collegamento con l’antica struttura, parallelo al naviglio e posto in asse con l’antico cancello di comunicazione tra la corte grande della cascina con i campi. Il portico è in continuità col volume della copertura del foyer e ne è la sua estensione all’aria aperta.

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Centro Ikeda | Il lato interno dell’aula è rivestito e isolato con materassini in fibra di legno da 10 cm e a questi vengono fissati pannelli composti da listelli verticali di legno douglas. La parte verso il foyer è finita in lastronato di legno di ciliegio. Il soffitto è realizzato con gli stessi listelli di legno in continuità geometrica.

Il percorso coperto crea così un allungamento del foyer longitudinalmente verso la corte antica raccordando fisicamente la nuova struttura al complesso monumentale; il portico, partendo dall’ingresso e dal cancello della cascina, termina in una piccola piazza di fronte al foyer, un luogo piacevole di sosta e incontro in cui la pavimentazione si alterna a fontane e specchi d’acqua.
Il portico è stato realizzato solo in parte in questo appalto (la parte più orientale verso la cascina potrà essere completata in un secondo tempo, ma sono state comunque predisposte le fondazioni e gli attacchi per tutte le successive colonne metalliche a supporto della copertura del portico). Il percorso del portico è previsto con pavimento tipo Levocell di colore molto chiaro.
Per eliminare i pluviali che avrebbero contraddetto la discreta presenza di poche colonne metalliche a supporto della copertura, si sono previsti lungo il bordo della copertura del foyer e del portico dei doccioni in lamiera piegata di alluminio. L’acqua meteorica dalle gronde arriva al terreno attraverso la caduta dai doccioni su dei cerchi di un metro di diametro di griglia zincata ricoperta con sassi bianchi di fiume. I due cerchi analoghi sulla piazza sono invece rifiniti in sassi neri e sono dotati di punto di adduzione idrico e di una lampada montata sulla struttura del portico creando una piccola fontana a forma di sorgente.

IL RESTAURO
Il restauro del complesso monumentale della Cascina Guardia di Sopra ha avuto come fine il naturale completamento e sviluppo degli edifici esistenti e posti sotto vincolo monumentale, rispettando le dimensioni del quadrilatero originario e degli indici di zona.
Tutti gli edifici al piano terra sono stati sanati con la realizzazione di un vespaio areato dotati di fognolo di areazione posto all’incirca su ogni asse strutturale degli edifici. Per garantire l’areazione del vespaio e l’eventuale ispezione (con pozzetti) delle dorsali impiantistiche presenti lungo il perimetro degli edifici, questo è stato rivestito con una pavimentazione realizzata con lastre di beola da 6 cm fissate su massetto con sottostante drenaggio con pietrame a secco, creando quindi un sistema di trincee drenanti atte ad allontanare l’acqua meteorica e di risalita dalla falda il più possibile dal piede degli edifici. Questa pavimentazione perimetrale ha una misura pari alla proiezione dello sporto di gronda.

LA SAGRAMATURA
Tecnica di ricostruzione del carattere omogeneo e a rustico dell’intero complesso. La tecnica della sagramatura ha consentito di proteggere e ricostruire le parti di intonaco ammalorate o mancanti dalle murature originarie, evitando azzardate ricostruzioni filologiche o risultati materici e cromatici non congrui con l’esistente, soprattutto avendo l’intenzione di restituire il carattere a rustico dell’intera struttura. Si è trattato inoltre di dare omogeneità e riconoscibilità alle tecniche di ricucitura e ricomposizione delle facciate senza forzare la ricostruzione. Inoltre si consideri che alcune parti del complesso, in particolare i pilastri degli edifici I e C, i fienili primo e tardo ottocenteschi, già hanno visto l’utilizzo di questa tecnica in cui il mattone si intravede sia geometricamente che cromaticamente senza però affermarsi come vero e proprio «faccia a vista».

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Centro Ikeda | Il portico di collegamento con pavimentazione di colore chiaro Levocell >>.

La tecnica consiste nello stendere un intonachino pigmentato costituito da un impasto di «coccio pesto» o terra minerale, se si vuole ottenere un colore più vicino al mattone, grassello di calce e acqua, steso in modo uniforme e a strati sottili, poi rifinito a mano con un mattone mantenendo la superficie costantemente bagnata perché l’impasto e la polvere che si ottiene fregando i mattoni, si amalgamino formando sopra al paramento una velatura, che lascia trasparire la tessitura dei mattoni.
Il colore della sagramatura seguirà tendenzialmente la dominante cromatica esistente, color mattone, quindi con maggior uso di coccio pesto lungo le murature che attualmente hanno una prevalenza di mattoni a vista, con maggior apporto di polvere di marmo e calce bianca sulle murature prevalentemente intonacate.
Gli intonaci e le sagramature del muro lungo il naviglio hanno assunto una tonalità chiara in continuità con l’intonaco esistente dell’edificio principale sul naviglio (edificio D) e dell’intonaco ormai realizzato negli anni ‘70-’80 sul muro esterno dell’edificio E.

LE SISTEMAZIONI ESTERNE
Le sistemazioni esterne hanno seguito un disegno atto a ripristinare o immettere adeguati percorsi lineari di collegamento tra gli edifici o a evidenziare importanti assi geometrici visivi. Come per le parti edificate anche le sistemazioni a terra e verdi hanno seguito criteri di massimo rispetto delle origini insieme a una generale attenzione verso l’uso di materiali ecocompatibili e la cui produzione abbia un ridotto tasso di consumi energetici e di emissioni atmosferiche dannose.
I materiali di base sono stati pavimentazioni attorno agli edifici in Serizzo e Beola, e per i «carradori centrali» che marcano gli assi principali (portale sul naviglio – portico villa, asse e androne tra le due corti) e i cortili sono stati pavimentati con ghiaino bianco su terreno costipato.
Il sistema idrogeologico attuale è stato coadiuvato dalla presenza di nuove trincee drenanti realizzate con ghiaione atte a disperdere le acque meteoriche allontanandole il più possibile dalle parti fondazionali degli edifici. Il drenaggio dell’area è stato migliorato anche a mezzo di una stazione di drenaggio, ubicata in coda alla maglia chiusa di trincee drenanti, che ha consentito di allontanare verso la vicina roggia Mezzabarba tutte le acque in eccesso alle trincee stesse.

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Centro Ikeda | Per garantire l’areazione del vespaio e l’eventuale ispezione (con pozzetti) delle dorsali impiantistiche presenti lungo il perimetro degli edifici, questo è stato rivestito con una pavimentazione realizzata con lastre di beola da 6 cm fissate su massetto con sottostante drenaggio con pietrame a secco, creando quindi un sistema di trincee drenanti atte ad allontanare l’acqua meteorica e di risalita dalla falda il più possibile dal piede degli edifici.

La corte orientale è stata corredata di una fontana rotonda realizzata in cemento armato bianco bocciardato. La fontana è stata il centro di un disegno realizzato nella ghiaia con piatti curvati di acciaio inox e messi i piedi e fissati con zanche al terreno per separare campi di ghiaia bianchi dai campi di ghiaia nera. Un sistema di luci interne ed esterne alla fontana ha dato luce all’intera corte. Il percorso a nord dell’edificio F, G e I è stato realizzato in calcestre.
Le lampade da esterno, se non incassate nel terreno, sono colonnine da circa 80 cm in alluminio color bronzo, in coerenza con le parti altre parti metalliche quali nuove scale, ballatoi e serramenti interni e esterni, e i pluviali e le gronde in rame scuro, così come color scuro sono tutte le parti in legno a vista degli edifici antichi.

INTERVENTI EDIFICIO PER EDIFICIO
Edificio A. L’edificio di maggior importanza storica (insieme al D sul naviglio) e con un chiaro impianto stilistico da preservare e rivalorizzare è la villa padronale (A) e questo è avvenuto innanzitutto con un’adeguata destinazione d’uso: la villa padronale è stata destinata ad alloggiare le funzioni direttive del centro culturale, uffici e sale riunioni, le sale di rappresentanza del comune di Corsico. Al piano terra si trovano la segreteria, l’aula del consiglio (nella sala più grande con l’antico camino), una sala d’attesa e lettura, i servizi igienici. Il portico è stato vetrato come è storicamente sempre stata la loggia superiore. Al piano ammezzato interno e al seminterrato hanno sede gli spazi tecnici con i server e l’epicentro telematico del nuovo centro culturale, grazie anche alla sua posizione baricentrica nel complesso. Al piano superiore oltre alla loggia e il salone contiguo destinato all’uso pubblico da parte del comune di Corsico, si trovano due alloggi di rappresentanza completi di bagni per accogliere ospiti importanti.
Le pavimentazioni del piano terra, sono su massetto in cemento dopo adeguato vespaio areato e finite in gres porcellanato color corten con posa secondo il disegno.

Centro Ikeda | Viste della corte con gli edifici. Per le sistemazioni esterne sono state scelte pavimentazioni in Serizzo e Beola, per i carradori centrali che marcano gli assi principali e i cortili le pavimentazioni sono realizzate con ghiaia bianca su terreno costipato. Le lampade da esterno sono in coerenza con le altre parti metalliche quali nuove scale, ballatoi, serramenti esterni e i pluviali e le gronde in rame scuro.
Centro Ikeda | Viste della corte con gli edifici. Per le sistemazioni esterne sono state scelte pavimentazioni in Serizzo e Beola, per i carradori centrali che marcano gli assi principali e i cortili le pavimentazioni sono realizzate con ghiaia bianca su terreno costipato. Le lampade da esterno sono in coerenza con le altre parti metalliche quali nuove scale, ballatoi, serramenti esterni e i pluviali e le gronde in rame scuro.

I solai in legno del primo piano sono stati rifatti seguendo il disegno e le dimensioni dei soffitti esistenti quindi con larice e abete con trattamento di invecchiamento e tendenti al legno scuro.
I pavimenti in cotto sono stati smontati cercando di recuperare più materiale possibile per il salone centrale. La finitura è stata effettuata con listoni di Larice o Douglas posati a spina di pesce e incollati sui nuovi massetti collaboranti con le strutture lignee.
I muri d’ambito (nord e sud) sono stati rivestiti internamente con pannelli in fibro-cemento.
I muri interni sono stati preservati mantenendo il carattere al rustico. Frammenti di decorazioni murarie sono stati puliti e restaurati come tracce documentali degli usi precedenti.
Nel portico, chiuso con vetrate, si trova sopra la porta dell’ingresso principale, una lunetta decorata con un affresco restaurato e recuperato.
Gli intonaci sono stati integrati nelle parti mancanti ed è stata creata una zoccolatura al piede dell’edificio.
Edificio B. Il volume aggregato storicamente a est della villaè un edificio di servizio e di connessione tra l’edifico C e l’edificio A e contiene sia al piano terra sia al primo piano i servizi igienici completo di servizio per disabili. L’edificio ha subito negli anni ‘80 interventi strutturali di rifacimento dei solai con nuovi solai in latero-cemento. Il solaio del primo piano è stato mantenuto e su questo si è impostato un nuovo pavimento sopraelevato realizzato con igloo al fine di raccordare tutti i livelli dei pavimenti dell’edifico C e A.
Il solaio del sottotetto è stato demolito e rifatto come solaio inclinato a doppia falda per consentire l’adeguata altezza al passaggio al primo piano della villa A che si trova a una quota appunto superiore rispetto alla quota di pavimento esistente del B e del C. Al fine di realizzare il collegamento sono stati demoliti in parte i muri trasversali, non portanti il solaio che poggia invece sui muri d’ambito.

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Centro Ikeda | I corpi storici (la villa padronale e il corpo centrale d’ingresso, le stalle) sono state oggetto di un attento recupero filologico. Gli intonaci originali sono stati mantenuti il più possibile rimuovendo le zone decoese e riprendendo le parti mancanti o con presenza di murature non originali, travi di cemento armato e altri tamponamenti non congrui con intonaci a base di calce. L’uso di malte cementizie è stato limitato ai necessari interventi di ricucitura e di connessione strutturale oltre che nei massetti collaboranti dei nuovi solai in travetti di legno e nelle cordonature di rinforzo strutturale.

Il muro sul corridoio del volume dei servizi igienici è stato realizzato in laterizio intonacato e rivestito con pannelli in legno complanari alle tre porte di ingresso (Mfh). I servizi igienici internamente sono stati rivestiti in parte con gres porcellanato e in parte con spatolato a base di calce, entrambi di colore bianco lucido. I divisori e le porte interne sono state in laminato massello stratificato di colore bianco.
Edificio C. Nelle ex scuderie dei cavalli (parte a nord dell’androne dell’edificio C), sia per la sua strategica posizione baricentrica sia per lasciare questo spettacolare spazio a doppia altezza più simile possibile all’attuale stato, sono stati collocati gli elementi nuovi e principali di collegamento con il piano superiore, quindi una nuova e importante scala insieme a un grande ascensore.
La stalla al piano terra del corpo trasversale di divisione delle due corti ospita l’amministrazione del centro culturale, ma anche uno spazio di distribuzione multiuso per mostre, e collegato con la sala di culto proposta al piano terra nella corte secondaria (M), attraverso un punto nodale che vede ancora la presenza di un altro nucleo di servizi igienici nella testata della stalla antica che si affaccia verso il naviglio analogo a quello del piano terra dell’edificio B.
Il grande fienile sopra la stalla (C) è stato utilizzato come sala di culto per 90 posti a sedere. La struttura attuale del fienile è rimasta inalterata. Le capriate, già in buono stato di conservazione hanno mantenuto la copertura in coppi dopo la posa di un adeguato isolamento termico e acustico e un’adeguata ricorsa delle tegole. Gli archi perimetrali sono stati chiusi con grandi vetrate termoisolanti. La testata meridionale aperta è stata chiusa parzialmente da una parete in parte muraria e superiormente e lateralmente in lastre di vetro.
La sala di culto è stata collegata con la parte contenente la scala e l’ascensore realizzando un nuovo solaio sull’androne di collegamento tra le due corti con una struttura trasparente in acciaio e vetro, l’antico passaggio aereo sopra l’androne di collegamento delle due corti.
Questo punto di passaggio e d’incrocio di percorsi e di assi è molto importante non solo per il collegamento tra le due corti, ma anche perché è l’ingresso panoramico (sopra l’androne tra le due corti) alla sala di culto al piano superiore e soprattutto rappresenta il punto generatore dell’asse geometrico più importante, la matrice virtuale e simbolica che attraversa il complesso monumentale.

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Centro Ikeda | Le nuove scale sono strutture visivamente molto leggere per non alterare il carattere storico dell’edificio e sono realizzate con cosciali in piatti di acciaio color ferro brunito con leggere balaustre in bacchette metalliche secondo la tradizione rurale lombarda. Le pedate delle nuove scale e dei nuovi ballatoi sono in legno di larice spazzolato e supportato da un telaio metallico di collegamento ai cosciali.

Gli archi dell’ex fienile al piano superiore sono stati chiusi con ampie vetrate suddivise solo orizzontalmente in due e fissate internamente lungo le lesene interne degli archi con serramenti in acciaio color bronzo scuro. Il solaio del primo piano è stato realizzato con la posa di una struttura indipendente di travi metalliche forate per il passaggio degli impianti che rialzano di 40 cm il livello del pavimento raccordandolo con il passaggio aereo e i ballatoi dello spazio a doppia altezza dell’ingresso, ma soprattutto con i livelli dei pavimenti degli edifici B e A.
In questo modo la struttura esistente a voltine in putrelle e mattoni della stalla non è sollecitata, pur conseguendo l’adeguamento alle prestazioni e alle norme richieste e permettendo di nascondere gli impianti a pavimento.
Il solaio del primo piano in voltini e putrelle, in buono stato di conservazione, è stato ripristinato e consolidato attraverso la realizzazione di una cappa superiore collaborante in c.a. dello spessore di 7 cm.
Il livello di pavimentazione tale da permettere il raccordo con il passaggio aereo e i ballatoi dello spazio a doppia altezza dell’ingresso e soprattutto con i livelli dei pavimenti degli edifici B e A è stato raggiunto con un pavimento galleggiante: questa soluzione ha consentito altresì di nascondere gli impianti a pavimento. Il pavimento di questo spazio aperto è in listoni di larice spazzolato e oliato.
Le griglie a pavimento di mandata e di ripresa della climatizzazione e dell’aria primaria sono in acciaio color brunito e disposte lungo le pareti vetrate con i serramenti di uguale materiale e colore.

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Centro Ikeda | L’ impianto di condizionamento.

Edificio D. L’edificio dell’ingresso sul Naviglio, assolvendo nuovamente a una simbolica funzione «difensiva» alloggia prevalentemente in entrambi i piani gli staff dei volontari che gestiscono le funzioni del centro buddista. L’edificio mantiene il carattere di «open space» nel senso che si riaprono chiusure improprie e si mantiene una distribuzione «passante» senza creare corridoi. In questo modo si è collegato l’edificio C con il nuovo edificio E proprio attraverso la continuità di passaggi dell’edificio D.
Sono stati conservati alcuni frammenti di decorazioni sui muri trasversali e delle preesistenti mensole ad arco nella prima campata a ovest (probabile lavanderia o lavorazioni legate all’uso dell’acqua, vista anche l’apertura realizzata più tardi (fine Ottocento) per accedere direttamente alla roggia che lambisce l’edificio.
Le pavimentazioni del piano terra, sono state realizzate su massetto in cemento dopo adeguato vespaio areato e finite in gres porcellanato color Corten con posa a spina di pesce e fasce laterali secondo il disegno.
I solai in legno del primo piano sono stati rifatti completamente seguendo esattamente il disegno riflesso dei soffitti esistenti con travetti adeguati alle nuove normative suddivisi in listelli per primaria e secondaria e pannelli in legno trattato per apparire antico e di colore scuro. I pavimenti attuali in cotto sono stati smontati cercando di recuperare più materiale possibile (da riutilizzare al primo piano della villa padronale (edificio A). La finitura è stata effettuata con listoni di Douglas posati a spina pesce alla francese con cordolo e cornice e incollati sui nuovi massetti collaboranti con le strutture lignee.
Le tre scale di accesso esistenti (due a lato dell’androne centrale e una tra la quinta e la sesta campata a est) sono state ripristinate e restaurate. Quella isolata è stata dotata di una «scatola in vetro stratificato, anche a copertura, in modo da creare una bussola d’ingresso, dovendo la scala rimanere priva di apertura al piano terra. Mentre le altre due sono state dotate di porte in ferro e vetro riaprendo le aperture originarie nell’androne, ora chiuse con murature improprie.

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Centro Ikeda | I muri d’ambito esterno di tutti gli edifici sono rivestiti internamente con pannelli in fibrocemento.

Edificio F. L’ingresso dal parcheggio piccolo per i dipendenti e gli staff posto sulla via Cesare Pavese è di fatto il punto accesso e di controllo principale sia per i flussi che qui confluiscono direttamente sia per quelli provenienti dal parcheggio grande con ingresso dalla via Marchesi.
Per questo motivo si colloca sulla testata del fienile a nord della cascina e contiguo al cancello restaurato e al muro di cinta della «porta occidentale» del complesso, la portineria – reception principale con tutti i controlli e i monitor del sistema di sicurezza e anti-intrusione, i videocitofoni e il centralino telefonico.
I pilastri di mattoni del fienile della restante struttura sono stati smontati e ricostruiti con identica forma intorno a un nuovo nucleo in c.a. (pilastri 40×40 cm.). Le campate tra i pilastri sono state chiuse con vetrate (vetro stratificato) e i serramenti sono del tipo ferro finestra color bronzo – rame scuro.
La copertura è stata dotata di una nuova struttura in capriate lignee, sul modello geometrico dell’unica capriata rimasta, con isolamento e struttura reggi coppo e finitura unica (pannello sandwich legno) e con rivestimento in coppi lombardi di cotto.
Il muro settentrionale è stato completato nelle sue parti mancanti, dotato di isolamento termoacustico e finitura interna in cartongesso. La finitura esterna è un misto di intonaco a base di calce (nuove parti superiori) e «sagramatura « (quindi intravedendo la tessitura dei mattoni) sulle parti ricostruite e basse. Anche i mattoni dei pilastri ricostruiti sul fronte meridionale sono stati trattati con finitura a «sagramatura».

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Centro Ikeda | Viste della corte con gli edifici. Per le sistemazioni esterne sono state scelte pavimentazioni in Serizzo e Beola, per i carradori centrali che marcano gli assi principali e i cortili le pavimentazioni sono realizzate con ghiaia bianca su terreno costipato.

Il pavimento è in cemento lisciato con spolveri di quarzo e adeguati giunti di dilatazione.
Impianti e diffusione aria primaria con tubature esterne a vista color rame scuro tra le capriate. La struttura ospita il book-shop con il negozio con ingresso dalla parte contigua alla portineria e uscita verso la villa.
Il negozio è dotato di un mezzanino a ballatoio realizzato con struttura metallica e legno, che assolve alla funzione di ulteriore magazzino a vista, ma consultabile anche dal pubblico come nelle antiche biblioteche.
Edificio G. Contiene i magazzini del book-shop, con un piccolo nucleo di servizi igienici per il personale Questo piccolo edificio contiene alcune parti del nucleo originario rinascimentale. Il restauro ha mantenuto intatte tutte le sue componenti e materiali, dalle nicchie decorate a mattone, agli intonaci e ai pavimenti, per quanto ammalorati. Ricostruita interamente la copertura mancante con capriate lignee di tipo semplice e ricostruzione delle falde in coppi. Solo la parte de servizi igienici è stata isolata e riscaldata con termosifoni.
Edificio H. Il corpo laterale a ovest della villa è stato recuperato con la ricostruzione della copertura, la ricostruzione dell’ultimo arco a est di collegamento con la villa, l’apertura di un arco chiuso successivamente e che ostruisce la distribuzione del porticato, e la chiusura del portico stesso con ampie vetrate inserite negli archi in mattoni e che assolve a spazio di distribuzione fino al porticato della villa A, con la ricostruzione della scala esterna e del ballatoio di collegamento. Al piano terra sono stati collocati gli uffici amministrativi e gestionali. Al piano superiore vi è il centro di documentazione con tre aule di consultazione telematica, con terminali collegati a un archivio centrale.

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Centro Ikeda | Lavorazioni interne.

Edificio I. Anche la stalla ottocentesca posta a nord presentava uno stato di quasi integrità della sua struttura che non ha richiesto interventi strutturali. Le funzioni programmate per essere qui ospitate sono anch’esse funzionali al nuovo centro culturale con un livello di priorità inferiore alle altre già descritte, ma altrettanto necessarie per completare il programma funzionale e l’utilizzo della seconda corte.
Al piano terra, nella stalla, sono stati collocati un bar ristorante, un gruppo di servizi igienici, le cucine, e sotto il grande portico, una zona di ristoro all’aperto. Anche qui l’impianto quasi basilicale della struttura esistente ha invitato a lasciare lo spazio indiviso creando solo partizioni interne leggere e trasparenti. Una volta isolato il tetto e chiuse le possenti arcate con vetrate adeguatamente isolate termicamente e acusticamente, questo spazio ospita un open-space per i corsi di formazione e le riunioni dei gruppi.
L’edificio è stato restaurato e completato con opere per le finiture interne, la chiusura con serramenti a vetro del fienile del primo piano, gli impianti elettromeccanici, i collegamenti verticali.
Le scale e l’ascensore sono interni, grazie alla parziale demolizione del solaio del fienile sulle testate est e ovest in modo che le prime campate anomale rispetto al resto dell’edificio contraddistinto dalla grande falda del tetto che prosegue anche sul portico, fossero senza vetrate per mantenere maggiormente il carattere di fienile aperto evitando l’impatto delle vetrate nei punti maggiormente visibili. I nuovi servizi igienici sono stati realizzati vicino agli ingressi centrali dei portici longitudinali.
Edificio L. Il fienile orientale ha mantenuto la sua funzione di portico per eventi estivi ed è stato sottoposto a messa in sicurezza e ripristino delle chiusure delle campate orientali con grigliato in mattoni.

GLI EDIFICI RICOSTRUITI INTERNAMENTE
Edifici E ed M. Premesso che non ci sono testimonianze documentali e tracce fisiche degli edifici esistenti, a eccezione di alcune foto d’epoca e sulla base delle permanenze dei muri lungo il naviglio, in principio si sono elaborate soluzioni in modo che i corpi mancanti e i corpi di nuova edificazione (edificio E e M) fossero in armonia con le preesistenze storiche attraverso un principio di astrazione architettonica che permettesse l’individuazione della neutralità di queste nuove presenze soprattutto attraverso scelte materiche tese appunto alla trasparenza e all’astrazione, piuttosto che alla mimesi e a una ricostruzione anacronistica e inventata (laddove effettivamente non si potevano ricostruire con adeguata documentazione e con materiali non più originari o ripetibili. Sulla base degli incontri svoltisi con la Sovrintendenza si è sviluppata poi la tendenza tesa alla ricerca di un carattere unitario che reinterpretasse la tipologia dei portici delle corti.
La ricostruzione avviene così, nei ritmi e nelle proporzioni dei pieni e vuoti dei sistemi trilitici tipica dei fienili e delle stalle, con l’uso di un mattone di recupero rifinito con una sagramatura «pesante» con ampi strati di malta a base di calce per le parti piene, mentre grandi lastre in vetro camera trasparente riempiono i vuoti tra i pilastri.
Il vetro permette di mantenere un rapporto distintamente chiaro e di non sovrapposizione all’esistente proprio attraverso la sua trasparenza, mente il mattone così usato rispetta l’obbiettivo di rapporto analogico e di omogeneità con gli edifici storici.
Se l’edificio E nella corte principale mantiene esattamente le dimensioni del brutto edificio degli anni ‘80, demolito anche per evitare che la copertura continuasse a gravare sul muro del naviglio, ospitando fino a 150 posti a sedere, l’edificio M, suo analogo sul lato orientale del complesso lungo il naviglio, ha assunto le dimensioni consone alla sala di culto richiesta, ovvero per almeno 250 posti.
Entrambi gli edifici hanno differente altezza di colmo, ma stessa altezza di gronda dettata da quella dei muri esistenti sul naviglio, e quindi con una copertura a doppia falda rivestita in coppi.
La falda della copertura dell’edificio M sul lato verso il naviglio continua fino a coprire il rudere di arco presente nella corte, che diventa l’ingresso alla nuova aula, e fin sopra la testata del piano terra dell’edificio C (ex stalla), ridando così unità e continuità alla falda sul naviglio come appare nelle uniche testimonianze fotografiche dei primi del ‘900.
In entrambi i casi i muri lungo il naviglio sono stati conservati e restaurati, ma anche liberati della loro critica funzione strutturale. Le strutture dei nuovi edifici sono infatti indipendenti e con fondazioni distanti dalle fondazioni dei muri storici.
I muri sono protetti da tegole di coppi sulla testa del muro (con pendenza verso l’interno per non sporcare e ammalorare i muri antichi verso il naviglio e dove c’è un gronda interna per la raccolta delle acque del muro e della falda verso il naviglio). In questo modo i muri antichi sono stati protetti senza la presenza di incongrui canali di gronda e sono ventilati naturalmente senza sopportare carichi statici.
Le piccole forature presenti lungo i muri sono state ripristinate dove occluse facendo di notte trasparire la luce delle due nuove sale.
Le strutture degli edifici sono analoghe e realizzate in doppi profili ad h sia per pilastri sia per coperture oltre a orditura secondaria, isolamento e coppi. Rivestimenti e controsoffitti interni sono realizzati con cartongesso dipinto di bianco e pannelli in mdf rivestito con materiale melamminico color ciliegio e trattati e realizzati secondo sistema tipo Topacustic Fantoni. Le pareti verso sud sono realizzate in modo analogo alla parete nord ovvero come alternarsi di lastre di vetro e pilastri rivestiti come il soffitto centrale in pannelli di Topacustic, ma con vetro con pvb bianco latte invece che trasparente.
Un sistema di luci a fluorescenza lineari stagne poste a terra nell’intercapedine tra il muro storico e la nuova struttura fornisce una luce diffusa continua a completamento delle analoghe luci (sempre fluorescenze tipo T5) lineari indirette nascoste tra la fascia centrale di controsoffitto in «Topacustic» e le falde laterali rivestite in cartongesso bianco.
I pavimenti sono in cemento lisciato con spolvero di quarzo e giunti secondo il ritmo dei pilastri. Nell’area d’ingresso dell’edificio E sono collocati i servizi igienici.

giampiero peia
Arch. Giampiero Peia

Chi ha fatto Cosa
Opera: Centro culturale Ikeda per la pace
Committente: Comune di Corsico, Mi
Progetto: Restauro e ampliamenti del complesso monumentale Guardia di Sopra, nuova realizzazione di auditorium, sala civica e sala di culto
Area d’intervento: 36.000 mq
Superficie lorda complesso monumentale: 4.200 mq
Superficie lorda nuovo edificio: 1.800 mq
Imprese esecutrici
– Gdm Costruzioni spa,
– Vittadello Intercantieri spa
Progettazione: Peia Associati srl
Progettista architettonico direttore artistico:  Arch. Giampiero Peia
Progettista strutture: Ai Engineering srl, Ing. Gabriele Chiellino
Progettista impianti: Ai Engineering srl
– Ing. Stefano Cremo
– Enrico Fabris
Direzione dei lavori: Ai Engineering srl, Ing. Adriano Venturini
Rilievo generale: Arch. Colombo Zefinetti
Rilievo materico: Arch. Peverelli
Gruppo progettazione restauro
– Arch. Giampiero Peia
– Arch. Giancarlo Leone
Dott. in restauro Enrico Colosimo
Costo dell’opera autorizzata: 10.000.000 euro
Costo dell’opera realizzata: 8.000.000 euro

Chi ha fornito Cosa
Illuminazione: Martini Illuminazione
Serramenti in acciaio e bronzo: Secco sistemi spa
Rubinetteria: Cisal
Gres porcellanato pavimenti e rivestimenti
Casal Grande Padana
Fgm Graniti Fiandre
Facciate ventilate: Palagio Engineering
Vetrate: Agc Europe
Pitturazioni speciali: Oikos
Arredi
Paolo Castelli
Moroso
Vitra
Pareti scorrevoli: Anaunia
Intonaci storici: Gasparoli
Pavimentazione esterna e parcheggio: Magnetti
Impianto meccanico e idraulico: Gianni Benvenuto
Impianto elettrico: Ds Electra
Fotografi
Beppe Raso
Alberto Strada (+ Drone)
Giampiero Peia

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