Biennale di Architettura | 17sima edizione, Venezia

Tiziana Monterisi alla Biennale di Architettura 2021 con una visione inclusiva contemporanea

Tiziana Monterisi, architetta e fondatrice di Ricehouse, sarà alla prossima Biennale di Architettura a Venezia per il progetto «Detoxing architecture from inequalities. A plural act» che promuove resilienza, inclusione e sostenibilità. Ma non solo, parteciperà anche alla mostra «Non-Extractive Architecture», curata da Joseph Grima e Space Caviar, con i prodotti di Ricehouse, start-up di cui è co-fondatrice.

Eco-sostenibilità, resilienza, economia circolare, efficientamento energetico, transizione ecologica: sono queste le tematiche in cui ha creduto da sempre, e per cui si è sempre battuta, Tiziana Monterisi, architetta specializzata in architettura bioecologica e co-fondatrice di Ricehouse, società benefit che trasforma i sottoprodotti dell’agricoltura in materiali 100% naturali per un’edilizia tutta improntata al green.

Tiziana Monterisi | Fondatrice di Ricehouse.

Nel corso degli anni, l’architetta Monterisi si è aggiudicata diversi prestigiosi riconoscimenti e ora è stata selezionata per partecipare a due importanti progetti della Biennale di Architettura 2021, che – caratterizzata dal tema How will we live together? – getta le basi per un futuro sempre più inclusivo e sostenibile.

La Monterisi parteciperà alla 17°edizione della Biennale di Architettura di Venezia tra le protagoniste di Detoxing architecture from inequalities. A plural act, che punta il dito contro la disparità di genere nell’ambito dell’architettura contemporanea italiana, e parteciperà, con i suoi prodotti per la bioarchitettura, alla mostra Non-Extractive Architecture curata da Joseph Grima e Space Caviar, dove sono esposti i prodotti di Ricehouse, start-up di cui è co-fondatrice, che trasforma i sottoprodotti dell’agricoltura in materiali edili 100% naturali.

Detoxing architecture from inequalities. A plural act

Tiziana Monterisi è stata selezionata da RebelArchitette – associazione che promuove la progettazione al femminile a livello internazionale – fra le 137 professioniste che parteciperanno al progetto «Detoxing architecture from inequalities. A plural act», che si pone l’obiettivo di disintossicare il mondo dell’architettura dalle ineguaglianze, proprio partendo dalla questione di genere. Il progetto, co-curato da RebelArchitette insieme all’architetto Alessandro Melis, si inserisce nella sezione del Padiglione Italia intitolata Decolonizing the built environment.

Selezionata per la doppia valenza di architetta e imprenditrice, Tiziana Monterisi crede fortemente nella possibilità di sviluppare nuovi modelli abitativi: Monterisi ha abbandonato completamente l’uso di materiali chimici nei propri cantieri, promuovendo un approccio professionale e imprenditoriale innovativo per la realizzazione di edifici a elevatissima efficienza energetica, utilizzando come materie prime i sottoprodotti dell’agricoltura, in un’ottica di impatto zero sull’ambiente.

Delle 137 architette selezionate per Detoxing architecture from inequalities. A plural act, 18 sono state invitate come speaker dell’evento Architette di Resilienza, in programma il 23 maggio – giorno di inaugurazione della mostra – e realizzato da RebelArchitette in sinergia con l’architetta e storica dell’architettura Maria Luisa Palumbo: Monterisi parteciperà all’evento, illustrando il progetto delle Torri Aler di via Russoli a Milano, che prevede la riqualificazione energetica degli edifici e, tra le altre cose, la realizzazione di 3.500 mq di tetto giardino adibito a orto, ovvero di una vera e propria azienda agricola “urbana” che porterà gli inquilini delle torri – grazie anche al coinvolgimento delle Associazioni del quartiere – all’autosufficienza alimentare per quanto riguarda il consumo di frutta e verdura.

Tiziana Monterisi, Ricehouse alla Biennale di Venezia 2021.

Non-Extractive Architecture

Il secondo progetto a cui l’architetta Tiziana Monterisi è stata invitata a partecipare è la mostra Non-Extractive Architecture, curata da Joseph Grima e Space Caviar, che trasformerà per circa un anno il Palazzo delle Zattere, sede della V-A-C Foundation, in un laboratorio di ricerca e produzione editoriale per riflettere sul ruolo di un’architettura più consapevole del proprio impatto, innanzitutto ecologico, ma anche sociale, economico e culturale.

Con i suoi progetti, l’architetta Monterisi ogni giorno mette in discussione i principi dell’architettura tradizionale, che è responsabile del 40% circa delle emissioni di anidride carbonica, oltre all’esaurimento delle risorse naturali e della trasformazione irreversibile di paesaggi. Nel 2016 fonda la startup Ricehouse, proprio con l’obiettivo di sviluppare un modello di impresa sostenibile, mettendo al centro del proprio operato la sintonia fra uomo e ambiente.

Ricehouse

Grazie all’importante contributo di ricerca e innovazione tecnologica, con la sua startup produce e commercializza una linea completa di prodotti edili bio, ottenuti dai sottoprodotti dell’agricoltura che andrebbero altrimenti bruciati. I materiali Ricehouse sono altamente termici e traspiranti, atossici e durevoli; inoltre, essendo completamente naturali, arrivati a fine vita non andranno ad impattare sull’ambiente, in quanto biocompostabili e biodegradabili.

Alla mostra Non-Extractive Architecture verranno esposti 5 materiali della gamma di prodotti firmati Ricehouse: paglia, lolla, RH120 (intonaco di finitura), RH400 (intonaco in argilla), RH420 (fiore all’occhiello dei prodotti Ricehouse, è una miscela naturale da intonaco per finitura a base di argilla, calce idraulica naturale e pula di riso).

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