L'intervista | Tiziano Pavoni, Presidente Ance Lombardia

Per rinsaldare l’edilizia occorrono subito soluzioni concrete a sostegno delle imprese

Tiziano Pavoni, presidente Ance Lombardia: "... È necessario che emergano a breve soluzioni concrete a livello nazionale per aiutare le imprese a superare questo durissimo periodo. Nel medio periodo, speriamo si possa tornare con serenità a guardare alla messa a terra del Pnrr e alla realizzazione delle opere delle Olimpiadi invernali 2026, perché anche queste opportunità, in questo momento, appaiono difficilmente concretizzabili".
Tiziano Pavoni | Presidente Ance Lombardia.

Il rapporto Unioncamere sull’edilizia in Lombardia nel terzo trimestre 2021 indica la continuazione di una consistente crescita del volume d’affari delle imprese lombarde delle costruzioni: la variazione su base annua è pari al +16,9%, un incremento significativo considerato che l’analogo periodo del 2020, con il quale viene fatto il confronto, era stato caratterizzato da una intensa ripartenza dei livelli di attività dopo il blocco dei cantieri avvenuto durante il primo lockdown. Con i presidenti delle territoriali lombarde di Ance la situazione nelle diverse province, e qui con il presidente di Ance Lombardia, Tiziano Pavoni, tratteggiamo il quadro regionale.

Presidente Pavoni, come commenta i dati in termine di crescita del volume d’affari per l’edilizia lombarda presentati da Unioncamere nel suo recente Rapporto?

Il report di Unioncamere Lombardia è costruito sulla base del sentiment espresso dalle imprese del campione di analisi e, da questo punto di vista, ben racconta quello che nella seconda metà 2021 si stava vivendo. Con le medesime difficoltà di sempre acuite dalla dinamica dei prezzi, si registrava quello che anche il report certifica come un buon momento per il settore. Purtroppo, la situazione attuale è molto cambiata e la crisi internazionale che incide sul costo dei materiali e dell’energia, da un lato, e lo “stop & go” delle regole del 110%, dall’altro, non permettono di avere una visione così positiva del momento contingente.

Qual è lo stato dell’arte in questa fase dell’edilizia della regione locomotiva d’Italia?

La situazione attuale, purtroppo, è di grande preoccupazione. Se non si risolvono velocemente il caro materiali e il caro energia, prevedendo al contempo correttivi in ambito lavori pubblici e privati, la situazione diventerà presto insostenibili. Alcuni settori stanno iniziando a fermare la produzione e anche alcune imprese nostre associate con lavorazioni molto legate alle dinamiche del costo dell’energia stanno procedendo sulla medesima strada.

Rispetto alle altre regioni, quali sono gli aspetti principali, se ve ne sono che differenziano, il settore del costruito lombardo?

Storicamente la nostra regione ha una specializzazione industriale nell’ambito dei lavori privati, anche se appunto non mancano eccellenze anche per quanto concerne i lavori pubblici. Un dato su tutti conferma questa tendenza: la Lombardia, vuoi anche perché è la regione più popolosa e più densamente abitata, è in cima alla classifica degli interventi del Superbonus, sia in termini di numero di interventi, sia in termini di valore degli importi.

Anche per la spinta del Superbonus, in questi mesi è cresciuto il numero di imprese del settore?

Sì, come abbiamo visto e abbiamo puntualmente riportato a livello nazionale, il settore ha visto una crescita del numero di imprese sull’onda della spinta delle opportunità del 110%. Purtroppo, al numero non ha corrisposto la qualità, infatti, al di là del fenomeno legato a un uso criminale dei bonus, i problemi sono legati molto spesso all’improvvisazione e alle carenze in tema di sicurezza sul lavoro di soggetti che hanno deciso di salire sul carro del 110%.

E quelle del sistema Ance?

I numeri sulla crescita del numero degli associati ancora non li abbiamo, ma è verosimile immaginarne una crescita perché il fermento del periodo ha fatto anche emergere la centralità dei servizi dell’Associazione nel supporto alle imprese per l’utilizzo di uno strumento complesso come quello del superbonus.

Sul tema manodopera, quali sono i principali problemi, considerando sia i dipendenti diretti, sia l’apporto di professionisti esterni, immaginando che le attività spinte dal Superbonus, anche per la loro temporaneità, non sempre consentano di assumere, tanto meno a tempo indeterminato, figure tecniche e professionali?

La criticità principale, su questo tema, è legata essenzialmente alla scarsa attrattività che il settore ha nei confronti delle generazioni più giovani. Ce lo diciamo tra noi da tanto tempo, ma siamo altresì consapevoli è anche, e soprattutto, culturale. In questa direzione, abbiamo lanciato un concorso, nell’ambito del Formedil lombardo – Ente bilaterale regionale che si occupa di formazione – rivolto alle Scuole Superiori lombarde e agli Enti della IeFP per la raccolta di progetti e idee che valorizzino e mettano in una luce diversa il settore delle costruzioni. Tra qualche settimana avremo i risultati di questa competizione e siamo curiosi di vedere che cosa ne emergerà.

Presidente, in generale quali sono le principali criticità che emergono dalle imprese lombarde in questo periodo?

Un po’ come già è emerso in precedenza, la situazione congiunturale è molto preoccupante perché il caro materiali (già da tutto il 2021) e il caro energia (più recentemente) stanno mettendo a dura prova il tessuto produttivo regionale. Le dinamiche di questi aumenti stanno drammaticamente peggiorando, diventando mancanza di approvvigionamenti e senza materie prime ed energia, l’unica soluzione è quella di aspettare che passi la bufera…

E quali, invece, sono a suo avviso le principali opportunità?

Il Superbonus, nonostante tutte le difficoltà, rappresenta sicuramente una opportunità per il settore; certo, parliamo di una risorsa con una data di scadenza, ma, in questo periodo, rappresenta pur sempre un volano, purché i materiali da costruzione siano disponibili e non diventi antieconomico produrre e consumare energia. Anche il Pnrr e il Piano Lombardia rappresentano una grande opportunità per il settore, ma, ancora una volta sottolineo che occorre essere in grado di gestire bene il tema dei prezzi e della disponibilità di materiali e di maestranze.

Cosa vede in prospettiva per il settore nel breve e nel medio periodo, sia in Lombardia sia a livello nazionale?

È necessario che emergano a breve soluzioni concrete a livello nazionale per aiutare le imprese a superare questo durissimo periodo. Nel medio periodo, speriamo si possa tornare con serenità a guardare alla messa a terra del Pnrr e alla realizzazione delle opere delle Olimpiadi invernali 2026, perché anche queste opportunità, in questo momento, appaiono difficilmente concretizzabili.

di Adriano Baffelli

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