Eventi | Torino

The city at Stake – La città a rischio

Da luogo primario dove vivere alle vulnerabilità messe in luce della crisi globale. La città è trafitta, la città trema.  E’ questo il tema della quarta edizione del Festival Utopian Hours 2020 che si terrà fino al 25 ottobre  presso la Centrale della Nuvola Lavazza di Torino. La rassegna internazionale è ideata e organizzata da Torino Stratosferica ed è dedicata al city making responsabile e al passo con i tempi.
Torino Stratosferica | La città è a rischio.

Si chiamerà The City at Stake (La città è a rischio), la quarta edizione del festival Utopian Hours 2020, ideato e organizzato dall’associazione culturale Torino Stratosferica.

La rassegna internazionale dedicata al city making si terrà alla Centrale della Nuvola Lavazza di Torino, dal 23 al 25 ottobre con ospiti in presenza e altri in modalità streaming.

Quest’anno il festival è dedicato al tema delle città, con un titolo che risulta più che mai calzante, anche alla luce della recente pandemia, e che ha l’obiettivo non solo di stimolare una riflessione, ma anche di preservare l’attitudine di immaginare, costruire, vivere e pensare gli spazi urbani.

Al centro i grandi temi della contemporaneità:

  • la fuga dalle metropoli
  • la rinnovata attenzione per le aree interne e la campagna
  • le città sull’acqua
  • le città a misura di donna
  • la mobilità del futuro
  • le nuove strategie di sviluppo del territorio.

Luca Ballarini | Fondatore Stratosfera

«Le città sono armi mentali. Utopian Hours è un festival che dà ampio spazio alla visione, al lavoro collettivo, alle professionalità coinvolte a tutti i livelli nel “fare città”. È un momento iper-stimolante di confronto internazionale per ragionare sul potenziale delle nostre città, su come possiamo creare valore urbano e invertire la tendenza in ciò che non funziona».

Giacomo Biraghi | Condirettore Utopian Hours

«Pensiamo a Milano e a Torino, sono centri che per la prima volta nella loro storia recente devono gestire due crisi: quella della città in genere (sotto scacco per la pandemia) e quella della fine della loro età dell’oro (Olimpiadi ed Expo). Ecco, Utopian Hours è un festival ottimista in questo momento buio». QUI il programma della rassegna

Torino Stratosferica | La centralità dell’acqua.

Comunità, Campagna, Waterfront

Si dialogherà di comunità e innovazione con Sanne van der Burgh, direttrice di Next, la task force creata dai visionari architetti olandesi dello studio MVRDV.

Focus anche sulle aree rurali ritenute il luogo dei più radicali cambiamenti del nostro vivere, e fuga dalla città. Se ne parlerà con Samir Bantal (direttore di AMO), curatore insieme a Rem Koolhaas della mostra Countryside. The Future, attualmente esposta al Guggenheim di New York, e con Karen Rosenkranz, l’etnografa autrice del libro City Quitters.

Copenhagen Islands.

L’elemento acqua sarà centrale in questa quarta edizione della kermesse torinese. In particolare, l’attenzione è rivolta alle città galleggianti, con il progetto dello studio Big guidato da Bjarke Ingels, Oceanix, presentato da Marc Collins Chen, e Copenhagen Islands – piattaforme flottanti, mobili, lungo il canale e nella baia studiate per creare uno spazio pubblico creativo e innovativo – raccontate dall’australiano Marshall Blecher e dal danese Magnus Maarbjerg.

Un capitolo specifico è per il rapporto tra nuoto e città, con l’esposizione di Andreas Ruby, curatore di Swim City a Basilea, che porta al festival esperienze di nuoto urbano, nel mondo.

Sfide e prospettive

Per una riflessione sulle sfide e le prospettive che attendono tutti noi, cittadini urbani, sul palco di Utopian Hours gli italiani:

  • Davide Ponzini, professore di Urbanistica al Politecnico di Milano che studia l’impatto globale dei grandi studi di architettura;
  • Maurizio Carta, professore di Urbanistica e studioso del nuovo modello di “città aumentata” e “città creativa”;
  • Gian Carlo Magnoli Bocchi, architetto, consulente di sviluppo urbano sostenibile per le Nazioni Unite;
  • Carlo Ratti, professore al MIT-Massachusetts Institute of Technology di Boston, dove dirige il MIT Senseable City Lab.

Editoria e giornalismo urbano

Protagonisti tra gli altri Nolan Giles, design editor del magazine Monocle, il direttore di Dezeen, Marcus Fairs e Chris Michael editor-in-chief di Guardian Cities, iniziativa dedicata proprio alle città e sviluppata per sei anni dal quotidiano britannico.

La giornalista Stephanie Bakker e la fotografa Cynthia Boll condurranno il pubblico all’interno di un reportage multimediale che racconta la vita di cinque nuove megalopoli: Kinshasa, Lima, Yangon, Medellín, Addis Abeba, che brillano di luce e punti oscuri.

La tre giorni torinese ospita anche la prima italiana del libro The Shenzhen Experiment: The Story of China’s Instant City, di Juan Du, storia della città cinese che da poche migliaia di abitanti ha raggiunto i 12 milioni di cittadini in pochi decenni, simbolo dell’esplosione urbana nella Cina di oggi.

Il talk sarà seguito da un breve intervento di Michele Bonino (Politecnico di Torino), che ha curato la biennale di Shenzhen con Carlo Ratti Associati e la mostra “China Goes Urban”, che si terrà al Museo di Arti Orientali di Torino.

La città sotto la lente delle donne. La musica come driver

Spazio alla riflessione sulle città disegnate da professionisti-uomini con il punto di vista della geografa di genere Leslie Kern, e alla musica come strumento strategico per migliorare i luoghi con Danny Keir, fondatore della società Enki Music. Fra i grandi studiosi urbani, ospite Richard Florida, accademico celebrato e autore noto anche al grande pubblico, fondatore di CityLab (ai tempi The Atlantic Cities).

Sul palco di Utopian Hours salirà Ewan Anderson, managing partner dello studio di architettura 7N Architects, con base a Edimburgo e che promuove un approccio olistico alle pratiche di placemaking.

Progetto Ewan Anderson.

Mobilità alternativa

Al festival l’idea dello skater Léo Valls di creare luoghi migliori, spazi skate-friendly dove far coesistere più attività. Ancora, un’idea svizzera e un progetto torinese si uniscono con la presentazione dell’auto elettrica del futuro grazie a Komma, startup elvetica di Petter Neby.

Quattro giorni di esplorazione libera e in solitudine nel capoluogo piemontese per tre visitatori esperti provenienti dall’estero, che poi racconteranno le loro impressioni e proposte su Torino.

Visiting Urban Explorer, un format originale di Torino Stratosferica, quest’anno prenderà forma con i nuovi viaggiatori. Hanno confermato Justyna Król e Jeroen Beekmans. Per finire, workshop aperti al pubblico sul metodo creativo di Torino Stratosferica.

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