Mercato | Serramenti e facciate

Unicmi: con la guerra dei prezzi la ripresa è a rischio!

Le anticipazioni del Rapporto Unicmi 2015 sul mercato delle costruzioni metalliche e dell'involucro edilizio. Nel mercato delle finestre si registra una contrazione delle vendite stimabile nel 7%. Caduta dei prezzi medi tra l’8% e il 10% per i serramenti metallici dal 2013 al 2014. La penetrazione del serramento in alluminio nel mercato della sostituzione resterà relativamente limitata, anche se ad oggi il 40% del fatturato dei serramentisti è realizzato grazie agli incentivi nella sostituzione dei serramenti.

A luglio l’Ufficio studi economici Unicmi >> (responsabile Marco Perazzi, coordinatore scientifico Carmine Garzia) pubblicherà il Rapporto sul mercato italiano delle costruzioni metalliche e dell’involucro edilizio che, oltre ad un’analisi generale sui trend, conterrà sezioni specifiche dedicate ai serramenti, alle facciate continue, alle schermature solari, alle vetrazioni e alle carpenterie metalliche.Finestre-in-alluminio

L’Ufficio studi economici Unicmi ha reso disponibili i primi dati relativi al 2014 per il settore dei serramenti e delle facciate continue, dai quali è emerso che la crisi del comparto dei serramenti metallici e delle facciate, che ha comportato una perdita di fatturato del 35% dal 2009 ad oggi, ha fatto sentire i suoi effetti anche nello scorso anno.

La guerra dei prezzi. Nel mercato delle finestre si registra una contrazione delle vendite, in valore, stimabile nel 7%, dato determinato dalla «guerra dei prezzi» in corso nel settore dei serramenti, sia nel segmento delle nuove costruzioni sia nel segmento della sostituzione.
Le rilevazioni evidenziano una caduta dei prezzi medi tra l’8% e il 10% per i serramenti metallici dal 2013 al 2014. Tale caduta è stata determinata sia da un’aggressiva scontistica praticata dai costruttori di serramenti sia dallo spostamento dell’offerta su prodotti «budget» caratterizzati da prezzi medi inferiori e soluzioni costruttive semplificate, soprattutto se rapportate a quelle proposte sul mercato nel recente passato. Lo spostamento del mercato verso il basso è stato inizialmente propiziato dall’introduzione di prodotti in Pvc a basso prezzo di produzione estera (Est Europa), a cui hanno fatto seguito le reazioni dei serramentisti nazionali (indipendentemente dal materiale proposto), che hanno quindi ingenerato una pericolosa guerra di prezzo. La guerra di prezzo ha subito un’ulteriore accelerazione per via dei fornitori strategici dei costruttori di serramenti in alluminio (produttori di sistemi e accessori per serramenti) che, per mettere i propri clienti in condizioni di competere con i serramenti di Pvc a basso costo, hanno tagliato i prezzi dei componenti e dei semilavorati e inserito prodotti caratterizzati da prezzi inferiori.Facciata continua

Serramenti metallici. Si segnala un forte attivismo commerciale di alcuni costruttori di serramenti metallici finalizzato allo sviluppo del canale di vendita diretto verso i clienti finali-utilizzatori.
È evidente che in termini di volumi la penetrazione del serramento in alluminio nel mercato della sostituzione resterà relativamente limitata, anche se ad oggi il 40% del fatturato di questi serramentisti è realizzato grazie agli incentivi nella sostituzione dei serramenti. Occorre osservare con attenzione se nell’anno in corso i costruttori di serramenti in alluminio riusciranno a spingere prodotti maggiormente performanti o prodotti cosiddetti speciali, come ad esempio gli scorrevoli minimali e le finestre di design, che sono caratterizzati da prezzi medi più elevati e che quindi potrebbero contribuire al recupero di fatturato.

Facciate continue. Sul fronte delle facciate continue, lo scenario del mercato è caratterizzato da una situazione di sostanziale stabilità, tuttavia i dati rilevati dai costruttori di facciate segnalano un andamento positivo del fatturato, principalmente ascrivibile ai lavori realizzati da aziende italiane sui mercati esteri. La quota di export sul fatturato si attesta stabilmente tra il 35% e il 40%. Si tratta di un processo di internazionalizzazione relativamente recente, iniziato quattro anni fa, che le aziende hanno condotto in modo veloce, «a tappe forzate», per reagire alla crisi della domanda sul mercato interno e collocarsi su mercati caratterizzati da maggiori volumi ed elevata marginalità, quali quello francese ed inglese.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here