Consulta regionale lombarda degli Ordini degli architetti

Varato il «manifesto degli orientamenti e degli strumenti operativi»

In vista della tornata elettorale regionale è stato presentato dalla Consulta lombarda degli architetti alla Conferenza nazionale degli ordini degli architetti un documento per il «sostegno del lavoro professionale per la salvaguardia del territorio e della qualità delle sue trasformazioni».

In occasione della prossima tornata elettorale (sia nazionale, sia regionale) gli architetti della Lombardia, rappresentati dalla Consulta regionale (coordina i 12 organi di rappresentanza territoriale) hanno sollecitato un confronto per raccogliere la disponibilità e l’impegno di tutti i candidati presidenti al Consiglio regionale della Lombardia presentando alla Conferenza nazionale degli ordini degli architetti un documento denominato «Manifesto degli architetti lombardi».

Il presidente del consiglio direttivo della Consulta regionale, arch. Angelo Monti e l’arch. Fabiola Molteni, presidente degli architetti di Monza e Brianza lo hanno illustrato partendo dall’analisi della situazione economica finanziaria del comparto edilizio che presenta una flessione del 30% degli investimenti in sei anni, con una perdita di 350mila posti di lavoro risultato della chiusura di ben 40mila imprese un tempo fortemente attive nel comparto.

arch. Angelo Monti.

«Gli architetti della Lombardia sono consapevoli della necessità di dar vita a un significativo segnale d’inversione di tendenza: servono prospettive, dignità lavorativa e soprattutto risposte concrete alle esigenze abitative e infrastrutturali del Paese – spiega l’arch. Angelo Monti evidenziando come – migrazioni, cambiamenti climatici, esaurimento delle risorse, costo energetico della globalizzazione, impongono progetti esigenti, sorretti da una accurata ricerca sui prodotti e da un responsabile lavoro sulla sostenibilità ambientale, non ricondotta banalmente a slogan di marketing. La società contemporanea richiede la costruzione di un’edilizia sicura, energeticamente compatibile, rispettosa dell’ambiente e flessibile nel suo potenziale riuso. L’impegno della ricerca architettonica deve essere orientato ad intervenire sulla frammentazione della città, frutto spesso di crescite incontrollate, sulla coesione sociale e sullo sviluppo sostenibile dell’attività edilizia. È necessario limitare il consumo di nuovo territorio, densificando ambiti e porosità del tessuto urbanizzato, riqualificando la città pubblica, vero motore per una duratura valorizzazione economica del tessuto edilizio, rigenerando il patrimonio esistente con un impulso innovativo verso l’impiego di tecnologie e di materiali eco-compatibili».

Gli architetti hanno dato vita ad un serrato confronto sulle necessità e sulle rifondazioni delle strategie del nuovo mercato, promuovendo azioni, ricerche e proposte legislative per un approccio innovativo nelle trasformazioni territoriali che, oggi, hanno assunto l’articolata configurazione di proposta per un «Piano nazionale per la rigenerazione urbana sostenibile» anche sulla base degli indicatori delle industrie delle costruzioni che fanno leva sul rinnovo del patrimonio edilizio esistente.

arch. Fabiola Molteni.

L’arch. Fabiola Molteni, nello specificare gli obiettivi prioritari evidenziati dalla Consulta degli architetti, ha sintetizzato il documento in cinque punti.

Operare adeguatamente per prevenire le emergenze

  • La sicurezza del territorio: lo stato del territorio regionale presenta gravi problematicità anche nel caso di eventi meteorologici non eccezionali. Lo sviluppo urbano ed edilizio contemporaneo non sembrano tenere adeguato conto degli obiettivi di sicurezza e difesa del suolo.
  • La vetustà e l’inadeguatezza patrimonio edilizio: il patrimonio edilizio residenziale presenta un ’alto grado di vetustà e degrado: più della metà delle abitazioni ha oltre 40 anni e quasi un terzo sui trova in uno stato di conservazione pessimo o mediocre.
  • Il consumo di suolo: in Lombardia si è verificato un consistente consumo di suolo agricolo per la realizzazione di nuove edificazioni infrastrutturali, urbanistiche ed edilizie.
  • Questa tendenza rappresenta un grave problema della nostra regione anche perché ogni anno consumiamo una media dello 0,2% del territorio agricolo contro uno 0,03% nazionale.
  • Il fabbisogno abitativo: a fronte dell’eccessivo consumo di suolo, una parte rilevante di edilizia abitativa libera rimane invenduta.
  • Incentivare gli interventi edilizi e urbanistici virtuosi.

Il reperimento delle risorse per la loro realizzazione porrà sempre più, la questione di una concertazione reale tra pubblico e privato, finalizzata all’interesse comune e generale. È basilare sistematizzare in modo trasparente la cooperazione tra pubblico e privato, potenziale motore economico; attribuire alle amministrazioni ruolo attivo nella gestione di processi trasformativi. Il «Piano nazionale per la rigenerazione urbana sostenibile» i cui contenuti costituiscono un elemento d’innovazione per i futuri interventi, dovrà avere una sua declinazione e diffusione a livello regionale, a partire dalla valorizzazione del patrimonio di infrastrutture, aree ed edifici esistenti, dalla riqualificazione di infrastrutture, aree ed edifici dismessi, dalla realizzazione di interventi di edilizia sociale, diversificando l’offerta di godimento del diritto dell’abitare, incentivando il mercato locativo e l’housing sociale.

Attivare nuove risorse economiche per gli interventi

  • Garantire risorse alle costruzioni, liberando quelle stanziate e individuando quelle disponibili.
  • Ooperare politiche fiscali, che possano attivare agevolazioni e costruire incentivi agli investimenti sul territorio.
  • Ssostenere e promuovere azioni in sede nazionale per la riattivazione del circuito del credito anche con il coinvolgimento degli investitori istituzionali.
  • Incentivare il ruolo di regia regionale nei rapporti con l’Europa.
  • Ccostruire servizi di assistenza all’accessibilità delle risorse anche per progettisti e professionisti.
  • Promuovere l’utilizzo del concorso di architettura, semplificare le procedure dei bandi sui servizi di progettazione.
  • Ppromuovere ed incentivare l’ utilizzo della procedura concorsuale, nelle forme del concorso di idee e del concorso di progettazione, per il miglioramento della qualità del progetto e dell’ opera architettonica, sia nel settore pubblico che in quello privato.
  • Il fine di una maggiore efficacia e correttezza del meccanismo di assegnazione dei servizi di progettazione occorre uniformare i contenuti dei bandi, semplificare le procedure di affidamento e monitorare la loro corretta applicazione.

Razionalizzare il contesto normativo: semplificare le procedure autorizzative

Poche leggi, necessarie e leggibili. In Regione Lombardia nell’ultimo quindicennio sono state emanate un’ottantina di leggi e regolamenti regionali in materia, con una media di oltre 5 dispositivi normativi per anno. A questo fenomeno si unisce una qualità testuale delle stesse leggi che, di frequente, determina notevoli complicazioni interpretative e conseguente perdita di funzionalità.
Procedure semplici, brevi ed efficaci. La tempistica lunga e farraginosa degli attuali iter procedurali, edilizi e urbanistici, è completamente distaccata dalle reali esigenze della società e spesso ostacola gli interventi virtuosi.

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