Giulio Camiz | Luce naturale, un lungo viaggio
«Le pagine che leggerete, il metodo che propongo, i termini che uso, sono il frutto di una paziente ricerca, ancora tutt’altro che conclusa, sul rapporto tra luce naturale e professione “ordinaria”. L’oggetto del mio interesse non è la capacità espressiva dell’opera dei maestri della composizione né l’iperspecializzazione e il linguaggio matematico dei testi scientifici ma la possibilità che qualsiasi tecnico non esperto possa governare con competenza alcuni ingredienti di base per uscire dal pantano culturale in cui siamo tutti (e che produce ambienti scarsamente illuminati e poco confortevoli), e magari per proporre un’architettura più attenta, efficace, sociale; ma attraverso pochi, semplici mezzi. Che voi progettiate appartamenti o aule scolastiche o musei, le dinamiche di base del controllo della luce sono sempre le stesse. Magari cambiano la scala, il budget, il linguaggio ma quando la luce incontra una supeficie, e quando ciò avviene davanti ai vostri occhi si accende un fenomeno la cui lingua è universale e immediata. Mi auguro che questo viaggio vi regali qualche nuova scoperta e che alla fine della lettura il vostro armamentario poss beneficiare di una mancita di strumenti in più».
Quanta luce naturale c’è in uno spazio? E quale tipo di luce?
Due domande apparentemente semplici a cui gli architetti di solito non sanno rispondere, neanche a proposito dei loro stessi lavori.
Che la carenza sia nel vocabolario adatto, negli strumenti di verifica o nella scarsa familiarità è il sintomo di un problema più grave: la luce naturale è assente dalla prassi progettuale.
In ambito tecnico quasi sempre il tutto si esaurisce nel protocollare rispetto a qualche riferimento dimensionale, lasciando che l’illuminazione naturale alla fine avvenga più come risultato casuale che come fenomeno tecnicamente disegnato e controllato. Chi sia alla ricerca di un metodo pratico per progettarla non sa dove volgersi.
Questo manuale intende colmare un vuoto disciplinare, ripartendo dall’assunto di base che la luce dipende dalla geometria: progettando l’una, si governa anche l’altra, ma solo a condizione di conoscere i meccanismi di questa consequenzialità. L’ambizione è che la luce naturale smetta di essere una vaga presenza ispirativa, per diventare strumento potente e concreto dell’architettura tecnica.
Nel volume, con notevole ricchezza di fotografie e schemi, l’autore rende disponibile la sua esperienza di progettista, consulente e formatore in questo ambito. Il metodo proposto, del quale il libro rispecchia la struttura, indaga e mette in ordine gli strumenti e la terminologia di base dei due grandi, possibili, approcci: quello della vista/composizione e quello della prestazione/misurazione, svelandone le opportunità, le criticità e le interazioni.
Chiunque cerchi il proprio zenit, troverà qui un riferimento per riappropriarsi della luce ed integrarla nel proprio lavoro con un armamentario snello e immediatamente efficace.
L’autore
Giulio Camiz si laurea in Architettura all’Università degli Studi Roma Tre nel 2004. Collabora dal 2009 con Velux, azienda leader del settore, come divulgatore e formatore sul complesso tema del rapporto tra progettazione architettonica e luce naturale. Attualmente tiene corsi, lezioni e workshop per professionisti e studenti e partecipa ad eventi culturali in tutta Italia. Oltre a scrivere su riviste e giornali nazionali, collabora con diverse università e con numerosi ordini professionali, enti e associazioni.
Titolo: Zenit – Progettare con la luce naturale
Edizione: I
Pagine: 256
Isbn: 978-88-481-4579-4
Rilegatura: Brossura
Formato: 19,50×25 cm
Editore: Tecniche Nuove
