Analisi del settore | Progetti e opere

Verso il Bim Report Italia

In quest’ultimo anno in Italia è cresciuta la conoscenza del Bim. Sono nati specifici percorsi di formazione universitaria e, nonostante la mancanza di un riferimento normativo nazionale, sono cresciute le Pubbliche Amministrazioni orientate a questo approccio. Si stimano dei valori alla produzione per i progetti Bim superiore al miliardo di euro.
Vincenzo Sorbo | Architetto, Bim manager. Per ricevere la versione completa del report, maggiori informazioni sui dati raccolti o contribuire al lavoro di ricerca è disponibile la mailbim@anafyo.com
Vincenzo Sorbo | Architetto, Bim manager. Per ricevere la versione completa del report, maggiori informazioni sui dati raccolti o contribuire al lavoro di ricerca è disponibile la mail: bim@anafyo.com

Le opportunità offerte dall’utilizzo del Building Information Modeling sono oramai riconosciute dalla maggioranza degli attori dell’industria Aec (Architecture, engineering, construction), specialmente negli stati nord europei.

In Italia un riconoscimento unitario tarda ad arrivare anche se, ultimamente, ci sono ottimi segnali che vanno in questa direzione.

I benefici che i vari operatori possono trarre dall’utilizzo di una progettazione integrata Bim-oriented che segua per intero un processo organico e strutturato, partendo cioè dalla programmazione iniziale per arrivare alla gestione della manutenzione dell’organismo edilizio, dovrebbero essere ormai noti ai più.

Tali benefici derivano in particolar modo dalla sensibile riduzione del rischio di errore umano, dalla maggiore facilità nell’interscambio d’informazioni, dalla possibilità di ottenere una reale progettazione integrata, dalla corretta gestione della manutenzione e trova la sua ragion d’essere nei risparmi in termini monetari e temporali che ne derivano.

Il 35% degli intervistati utilizza nuovi strumenti Bim-compliant da meno di un anno.
Il 35% degli intervistati utilizza nuovi strumenti Bim-compliant da meno di un anno.

Gli Stati Uniti, così come il Regno Unito, hanno redatto già da tempo delle Bim Guide che anche gli operatori di molti altri Paesi adottano come riferimento; altre guide riconosciute sono quelle australiane e scandinave.

Proprio in Scandinavia si può osservare quanto il processo Bim sia ben integrato nell’industria tutta; caposcuola in questa direzione è stata, tra le altre, la Finlandia. Tutte le nazioni europee si stanno muovendo molto velocemente per cercare di mettere a sistema delle guide locali anche grazie alla spinta della direttiva 2014/24/Ue.

Da questo quadro non può che sorgere una domanda: qual è la situazione sull’utilizzo del Building information modeling in Italia? A discapito del parere degli ultimi scettici, in quest’ultimo anno si è vista crescere la sensibilità verso quest’argomento nel bel Paese.

Sono nati specifici percorsi di formazione universitaria e nonostante la mancanza di un riferimento normativo nazionale, è cresciuto il numero di pubbliche amministrazioni orientate a questo approccio. Non resta quindi che capire qual è la reale diffusione del Bim in Italia, quale il grado di maturità raggiunto e in che modo questa metodologia viene applicata.

A tal proposito l’autore sta ultimando un lavoro di ricerca sull’utilizzo del Building information modeling nei progetti italiani, finalizzata alla redazione della tesi per il primo master «Bim Manager» istituito dalla Scuola «Pesenti» del Politecnico di Milano.
Via via che il lavoro di tesi si è strutturato e ha preso corpo, grazie al supporto e alla correlazione del team di Anafyo Sagl, società di consulenza Bim, si è deciso di implementare il lavoro iniziato e indirizzarlo verso un vero e proprio Bim Report Italiano.

I venticinque «Bim uses» individuati organizzati per fase di progetto nella sua fase di sviluppo (Fonte Pennsylvania University, bim.psu.edu).
I venticinque «Bim uses» individuati organizzati per fase di progetto nella sua fase di sviluppo (Fonte Pennsylvania University, bim.psu.edu).

Il report è strutturato in due parti distinte: la prima riguardante le varie realtà prese in esame, principalmente uffici tecnici, General Contractor e studi di progettazione; la seconda attinente a specifici progetti.

È interessante riflettere sull’analisi di alcuni dati raccolti. Uno dei più importanti riguarda il budget dei progetti in questione; parliamo di cifre che vanno da 12.500.000 euro fino a progetti da 140.000.000 euro. Si evince che, per progetti dalle dimensioni economiche rilevanti, si tende sempre più a prediligere l’adozione di questo strumento; il motivo è già stato anticipato: controllo dei tempi e costi, riduzione del rischio di errore umano, favorevole interoperabilità.

Si stimano dei valori alla produzione per i progetti Bim in Italia superiore al miliardo di euro, una cifra enorme rispetto alla sensazione che in questo Paese tutto sia fermo e che la tanto auspicata adozione su vasta scala sia ben lontana dal partire.

Percentuale di adozione e di beneficio percepito per ciascun uso del modello individuato (Fonte Pennsylvania University, bim.psu.edu).
Percentuale di adozione e di beneficio percepito per ciascun uso del modello individuato (Fonte Pennsylvania University, bim.psu.edu).

Un’altra interessante informazione riguarda la data di adozione di questo sistema: salta subito all’occhio che ben il 35% degli intervistati utilizza nuovi strumenti Bim-compliant da meno di un anno.

Appare evidente che queste aziende abbiano capito l’importanza di questo sistema, ma perché quest’impennata significativa durante il 2015? Dai successivi dati raccolti emerge che c’è chi vuole assumere una posizione di vantaggio rispetto alla concorrenza e chi invece si aggiorna per non restare indietro e dover correre ai ripari successivamente.

Il report, nella sua veste finale, conterrà nel dettaglio le informazioni più ampie possibili come le procedure adottate per l’implementazione del Bim all’interno dei processi aziendali, quali software sono stati utilizzati e in che misura, che tipo di attività compete all’azienda in generale e per specifica commessa (progettazione, esecuzione, gestione, ecc) e molte altre ancora.

Percentuale di adozione e di beneficio percepito per ciascun uso del modello individuato (Fonte Pennsylvania University, bim.psu.edu).
Percentuale di adozione e di beneficio percepito per ciascun uso del modello individuato (Fonte Pennsylvania University, bim.psu.edu).

Il contributo dato dai singoli intervistati è stato prezioso ed è doveroso ringraziarli tutti. Molto interessanti sono state le dichiarazioni rilasciate dai diversi Rup, come l’ing. Loretta De Col, responsabile del Procedimento della nuova Cittadella della Salute di Pordenone, che ha affermato: «Abbiamo fatto una gara l’anno scorso per la progettazione preliminare e definitiva dell’intervento del nuovo ospedale, i concorrenti che si sono aggiudicati la procedura di gara avevano proposto di progettare con questo sistema. […] ci è sembrato opportuno, visto che era stato fatto questo lavoro finora, portarlo avanti anche nella progettazione esecutiva. […] Troviamo che il Bim sia un’opportunità molto interessante e monitoreremo il tutto valutando se inserirlo come requisito nei prossimi bandi».

Il report in questione è in corso di ultimazione, sarà disponibile ufficialmente entro la metà del 2016 e permetterà di avere un quadro tecnico completo di un fenomeno in forte ascesa. Questo Bim Report Italiano conterrà solo dati statistici strutturati e ufficiali forniti direttamente dalle aziende intervistate. La volontà è far diventare l’imminente pubblicazione appuntamento annuale di sintesi e confronto sul tema. (di Vincenzo Sorbo)

LE OPINIONI DEGLI ESPERTI

Ing. Mauro De Luca Picione | Dottore di Ricerca in ingegneria edile, libero professionista e docente a contratto, Università degli Studi della Basilicata.
Ing. Mauro De Luca Picione | Dottore di Ricerca in ingegneria edile, libero professionista e docente a contratto, Università degli Studi della Basilicata.

Ing. Mauro De Luca Picione | Bisogna lavorare su dati reali di analisi
Perché la rivoluzione Bim in atto possa avere successo è necessario che sia la modellazione che la metodologia di analisi e interrogazione dei modelli stessi siano progettate e definite dagli specialisti del settore e delle singole aree delle costruzioni.

È quindi importante che siano disponibili dati reali di analisi, essenziali per poter mettere a sistema le esigenze degli operatori con le potenzialità del Bim e la relativa metodologia di gestione delle informazioni. È condivisibile immaginare che l’introduzione della metodologia Bim debba essere supportata da una costante attività di feedback e verifica dell’efficacia dello stesso percorso di implementazione.

Sono auspicabili e necessari studi come quello illustrato, volti a mantenere stabile il rapporto tra sviluppo ed esigenze.
Conoscere approfonditamente il comparto e le sue esigenze operative nella gestione delle informazioni, così come dei singoli ambiti disciplinari è la strategia corretta per avere risultati concreti e adeguati. Allo stesso tempo è opportuno avere un continuo e reale riscontro dell’utilizzo di strumenti e procedure nelle diverse aziende per confermare le strategie di sviluppo.

È sicuramente interesse assoluto degli stessi operatori del comparto, dunque, comprendere il fenomeno Bim attraverso un riscontro del suo percorso d’implementazione affinché lo stesso sia orientato alla risoluzione di problemi e tematiche reali.

Ing. Vittorio Mottola | Laureato in ingegneria edile, libero professionista e imprenditore edile, consulente software tecnico e Bim Manager.
Ing. Vittorio Mottola | Laureato in ingegneria edile, libero professionista e imprenditore edile, consulente software tecnico e Bim Manager.

Ing. Vittorio Mottola | È necessario chiarire scopi e standard
Nonostante la realizzazione del modello di progetto sia sempre più di frequente un requisito fondamentale per le committenze, non sempre i tecnici di settore sono in grado di rispondere autonomamente alle richeste. Molto spesso, inoltre, il modello viene visto esclusivamente come punto di arrivo e non come punto di partenza per una serie di possibili valutazioni, analisi e monitoraggi.

Tuttalpiù, in un’ampia casistica riscontrata sul campo, si cerca di estrapolare dal modello un set di dati utile che si possa avvicinare a un computo metrico estimativo. Il più delle volte, ancora, l’intera fase di modellazione viene condotta senza l’individuazione chiara di un obiettivo specifico, pensando si possano ottenere poi, «gratuitamente», a modello ultimato, tutte le informazioni che dovessero via via risultare necessarie. L’individuazione di uno o più obiettivi e la definizione di una precisata strategia operativa, invece, potrebbe far emergere la necessità di un cambio totale di rotta nella Model breakdown structure (Mbs) o la creazione di uno o più specifici modelli di scopo.

Parlare di Building Information Modeling implica riferirsi ai concetti di scopo e di standard. Infatti, le «Information» dell’acronimo Bim necessitano dell’esplicita individuazione di parametri strategici specifici e, per fare questo, è necessario definire, possibilmente in via preliminare, regole, parametri e procedure ad hoc: gli standard di progetto.

Il Bim, oggi tanto citato, non è una novità del settore delle costruzioni, ma una rivoluzione che già da anni cerca ormai di trasformare radicalmente il settore stesso, tant’è che è la letteratura, già ricca di casistiche eterogenee, a individuare un elenco ben definito dei possibili usi di un modello e a fornire studi statistici che paragonano le percentuali di adozione e di percezione del possibile vantaggio risultante. Benché i dati siano riferiti a studi del 2010, appare utile riportare alcuni grafici che confermano quanto l’interesse sul tema del Bim e dell’integrazione multi-disciplinare sia sentito e quanta strada ci sia ancora da percorrere.

Per ricevere la versione completa del report, maggiori informazioni sui dati raccolti o contribuire al lavoro di ricerca è disponibile la mail: bim@anafyo.com.

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