Punti di Vista | Maurizio Savoncelli, Presidente Consiglio nazionale Geometri

Verso la laurea per il geometra: continua il pressing politico  e l’impegno della categoria sul territorio

La previsione di un titolo abilitante si traduce nella possibilità per i giovani che vogliono intraprendere la professione di geometra di conseguire la laurea a soli 22 anni, e d’inserirsi nel mondo del lavoro con un bagaglio di competenze di livello accademico.
Maurizio Savoncelli | Presidente Consiglio Nazionale Geometri.

L’orientamento scolastico, l’alternanza scuola-lavoro e le lauree abilitanti (in questi anni, la road map del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati in ambito istruzione e formazione) sono strumenti che consentono ai giovani d’inserirsi nel tessuto sociale, oltre che lavorativo.

E, soprattutto, rappresentano il più efficace antidoto al preoccupante aumento del numero dei Neet, i giovani che non lavorano, non studiano e non sono impegnati in attività formative: in Italia sono oltre due milioni, impegnarsi per arginare il fenomeno è un dovere di tutti.

Un percorso a tappe

Quattro corsi di laurea triennale “Costruzioni e Gestione del Territorio” in classe L7 (Ingegneria Civile e Ambientale) a Lodi, Mantova, Reggio Emilia e Rimini, in collaborazione con gli atenei di Modena e Reggio Emilia (Unimore) e della Repubblica di San Marino; cinque Poli tecnologici a Grosseto, La Spezia, Olbia, Siena e Torino, in collaborazione con l’Università Telematica Internazionale Uninettuno; cinque lauree professionalizzanti ispirate al recente decreto Fedeli (n. 935/2017), attivate presso l’Università degli Studi della Campania “L. Vanvitelli”, l’Università degli Studi di Padova, l’Università degli Studi di Udine, il Politecnico di Bari, il Politecnico delle Marche.

Legittimato da questi numeri, il Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati prosegue il pressing sulle forze politiche per assegnare continuità alla proposta di legge  “Disciplina della professione di geometra e norme per l’adeguamento delle disposizioni concernenti le relative competenze professionali, depositata a settembre 2016 alla Camera dei Deputati e sottoscritta da molti parlamentari di vari schieramenti.

I risultati non si sono fatti attendere: l’iter di approvazione, interrotto solo dalla fine della 17° legislatura, è già ripreso agli albori della 18°: il disegno di legge, oggi Atto Senato n. 57, è in attesa di essere assegnato alla Commissione competente.

Un titolo universitario che risponde alle richieste del mutato quadro socio-economico

Sono molto fiducioso per il percorso legislativo: in questo periodo di gestazione si è rafforzato lo scenario economico-sociale all’interno del quale deve essere contestualizzata la nostra proposta di riforma del percorso di accesso.

In parallelo, stanno maturando alcune dinamiche che il Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati ha ritenuto opportuno non trascurare: mi riferisco, in particolare, al titolo universitario previsto dalla Comunità Europea per esercitare la professione a livello transazionale (entro il 2020), unitamente alla sperimentazione dei percorsi quadriennali di istruzione secondaria di secondo grado del MIUR, ai quali sono stati ammessi anche sette istituti tecnici Cat (di Ferrara, Jesi, Grosseto, Bergamo, Campobasso, Trapani e Firenze).

Penso, in particolare, al ruolo di primo piano assegnato a Ordini e Collegi professionali nell’ambito delle lauree professionalizzanti configurate dal Ministro dell’Istruzione uscente Valeria Fedeli; all’appello lanciato dal sistema economico-sociale al mondo scolastico e accademico in favore di un modello didattico-formativo più allineato alle esigenze del mercato del lavoro e del territorio e, infine, alla crescente attenzione dei docenti, degli studenti e delle famiglie ai temi dell’orientamento e dell’alternanza scuola-lavoro: tre leve straordinarie per ridurre la disoccupazione giovanile che in Italia, è bene ricordarlo, è tra le più elevate in Europa. A patto, però, di azionarle in maniera sinergica  e puntare al medesimo obiettivo: investire sulla formazione e sullo sviluppo delle competenze tecniche richieste dal mondo del lavoro.

Un titolo universitario che consente ai giovani di entrare nel mondo del lavoro a soli 22 anni

Il consolidarsi di questo scenario evidentemente contribuisce a rendere più solida la nostra proposta, il cui valore aggiunto è la previsione di un titolo abilitante (input fornito, e ripreso, dalla “Cabina di regia nazionale per il coordinamento del sistema di istruzione tecnica superiore e delle lauree professionalizzanti” in occasione della stesura del documento d’indirizzo per la formazione terziaria), che si traduce nella possibilità – per i giovani che vogliono intraprendere la professione di geometra – di conseguire la laurea a soli 22 anni, e di inserirsi nel mondo del lavoro con un bagaglio di competenze di livello accademico.

Circa i tempi di messa a regime della Laura del Geometra, premesso che i tempi saranno dettati in sede legislativa, è possibile ipotizzare dieci anni dalla data di approvazione del disegno di legge: un tempo fisiologico per un processo di cambiamento che condurrà all’identificazione di un corso di studi focalizzato sulla professione, omogeneo e riconoscibile sull’intero territorio nazionale. A beneficio sia dei ragazzi, chiamati a decidere del proprio percorso di vita, che della categoria, capace di perpetuare la tradizione innovando, evolvendo e migliorando.

Saranno salvaguardati i diritti di tutti

Come già esplicitato nelle norme finali e transitorie della proposta di legge, sarebbero salvaguardati i diritti di tutti: degli studenti già iscritti all’istituto tecnico “Costruzioni, Ambiente e Territorio” (Cat), che potrebbero scegliere di conseguire l’abilitazione professionale secondo le norme vigenti (18 mesi di tirocinio al termine del diploma quinquennale);  degli iscritti alla classe prima fino all’anno di avvio del nuovo corso di laurea professionalizzante e abilitante; di coloro che, avendo conseguito una delle lauree previste dall’articolo 55 del dpr 328/2001, continuerebbero a utilizzare il titolo professionale di “geometra laureato”. Nulla cambierebbe, chiaramente, per i professionisti già iscritti all’Albo, legittimati nel loro operare dai titoli in precedenza acquisiti.

Il profilo del nuovo geometra laureato

Il nuovo geometra laureato sarà in grado di adattarsi a contesti che evolvono rapidamente sotto la spinta della rivoluzione digitale, e di svolgere – come da tradizione e vocazione – la propria professione in modo assolutamente qualificato, al fianco dei cittadini e al servizio della pubblica amministrazione.

La sua, tuttavia, non sarà una professionalità calata dall’alto, legittimata dal solo titolo universitario: la formazione accademica sarà l’ultimo miglio di un percorso lungimirante che parte da lontano, dalle scuole secondarie di primo grado, dove i giovanissimi studenti sono i destinatari di “Georientiamoci. Una rotta per l’orientamento”, il progetto di orientamento didattico promosso dalla Categoria; che prosegue negli istituti tecnici Cat, dove i ragazzi del triennio sono coinvolti in progetti di alternanza scuola-lavoro ispirati al protocollo d’intesa siglato con il Miur, capaci di favorire lo sviluppo di competenze tecniche e soft skills richieste dal mondo del lavoro. E approda, infine, a un percorso accademico il cui obiettivo è formare profili lavorativi allineati alle richieste del mercato.

di Maurizio Savoncelli
Presidente Consiglio Nazionale Geometri

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