Rifacimento tetto | Roma, Via Foppa

Villetta anni ’50: tecnica del tetto ventilato in legno

Il geom. Marco Silvagni illustra l’intervento di demolizione e rifacimento di un tetto in legno effettuato su un’abitazione a Roma. La sua impresa, Resolutionre Facility, specializzata in opere di manutenzione edilizia, ha optato per la soluzione del tetto ventilato in legno al fine di garantire elevate prestazioni di impermeabilità all’acqua, resistenza al vento e isolamento termico in modo da ottenere la minima dispersione energetica.
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Geom. Marco Silvagni | Efficienza energetica e comfort termico.

Geom. Marco Silvagni | Efficienza energetica e comfort termico
«Le coperture rappresentano uno degli elementi costruttivi fondamentali per ottenere la minima dispersione energetica e il comfort termico di un’abitazione. Ci troviamo spesso a intervenire su edifici di edilizia diffusa che necessitano di interventi di consolidamento strutturale ma anche di lavori di riqualificazione per ridurre le dispersioni energetiche. In copertura, come nel caso esaminato, è particolarmente importante operare per realizzare uno smorzamento dell’ampiezza e uno sfasamento temporale del picco dell’onda termica nel passaggio dagli strati esterni a quelli interni della copertura agendo sulla massa e sulle proprietà dei materiali. La tecnica del tetto ventilato è una risposta efficace e può essere applicata sia in edifici di nuova costruzione sia per le ristrutturazioni ricorrendo all’applicazione di pannelli da posizionare sotto il tetto a falda che permettano la formazione di un’intercapedine d’aria dello stesso spessore lungo tutta la falda per evitare fenomeni di accumulazione d’aria a temperature diverse o di creare strozzature che frenino la libera circolazione dell’aria. La posa dei pannelli viene effettuata dalla gronda verso il colmo. Lo sfrido del pannello terminale di ogni fila viene usato per iniziare la fila successiva. Questa procedura consente anche di ottenere giunti sfalsati e di ridurre al minimo la percentuale di sfrido».

Resolutionre Facility, impresa specializzata in opere di manutenzione e ristrutturazione edilizia, ha avuto l’incarico di effettuare lavori di demolizione e rifacimento di un tetto per una villetta bifamiliare. L’unità immobiliare in questione è stata realizzata a inizio anni ‘50 e presentava molte problematiche di natura strutturale. L’impresa dopo aver incaricato i propri tecnici specialisti per fare le prime indagini sia urbanistiche sia strutturali, con la collaborazione dell’ing. Francesco Doria e in accordo con la committenza, ha deciso di procedere come segue:
– verifica urbanistica per la pratica comunale (Cila);
– verifica della struttura portante;
– realizzazione di opere in c.a. per la distribuzione omogenea dei carichi permanenti (tetto) e accidentali (neve);
– dimensionamento delle travi principali in legno castagno per la realizzazione delle tre falde come l’esistente.

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Vista del tetto a fine lavori.

marco_silvagni_resolutionre_b_cPrima di procedere alle descrizione dei lavori per immagini, fase per fase, diretti dal Geom. Marco Silvagni, è opportuno fare una descrizione del dettaglio costruttivo impiegato: il tetto ventilato.

Coperture: tecnologie a confronto

Ogni tetto presenta un certo numero di elementi a seconda del diverso tipo di funzionamento della copertura. Tali strati funzionali possono portare generalmente a quattro tipi di coperture: copertura non isolata non ventilata, copertura non isolata ventilata, copertura isolata non ventilata (tetto caldo), copertura isolata e ventilata (tetto freddo). In quest’ultimo caso la copertura ha una composizione simile a quella del tetto caldo ma nella stratigrafia viene inserito uno spazio di ventilazione, che separa gli strati, interposto tra isolamento e sovracopertura.

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Rimozione del manto di tegole (vista dall’alto) e vista del muro centrale portante già portato in quota per realizzazione del cordolo in c.a.

Tetto ventilato: stratigrafia

Dal punto di vista tecnologico la copertura ventilata deve prevedere, dall’interno verso l’esterno:
– struttura
– strato di tenuta al vapore, quando si decide di inserirlo
– elemento termoisolante
– strato di ventilazione (si ottiene mediante realizzazione di una intercapedine a spessore costante fra gli elementi di copertura e lo strato sottostante)
– manto di copertura, con previste aperture di areazione in corrispondenza del colmo e della gronda.

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Particolare del displuvio fronte fabbricato attiguo con evidente problematica di tenuta della raccolta delle acque meteoriche.
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Armatura del ferro (diametro 14 mm) del cordolo perimetrale con staffe (diametro 8 mm e interasse 15 cm).

Secondo la norma Uni 9460 la sezione di flusso per intercapedini efficaci nella riduzione del flusso termico in clima estivo, nel caso di pendenze usuali in Italia (30-35%) e lunghezza di falda usuali (fino a 7 m), è di almeno 550 cmq netti per ogni metro di larghezza della falda.

Nel caso in cui non sia prioritaria l’esigenza di una efficace ventilazione estiva, e in presenza di lunghi periodi con ambiente umido, possono essere adottate coperture che assicurano lo smaltimento di eventuale vapore d’acqua accumulatosi nella copertura sia in inverno sia nelle stagioni intermedie, con uno spessore dell’intercapedine tale da assicurare una sezione libera di almeno 200 cmq per metro di larghezza di falda.

Deve essere assicurata sulla copertura un’adeguata sezione d’ingresso dell’aria in corrispondenza della linea di gronda e di uscita in corrispondenza del colmo; il corretto dimensionamento dello strato di ventilazione risulta essenziale per il buon funzionamento del sistema.

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Particolare dell’angolo del fabbricato per quota ribassata (trave da 28 in legno castagno – cambio di falda), lato sinistro.
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Fase del getto di cemento Rbk 350.

Tetto freddo: come funziona

Nel tetto freddo quindi lo strato di ventilazione migliora notevolmente l’isolamento termico della copertura; grazie alla ventilazione il vapore acqueo prodotto nell’abitazione viene espulso al di fuori del tetto, prevenendo in questo modo fenomeni di condensa. L’intercapedine naturale, che separa nettamente il manto di copertura dallo strato coibente sottostante, agevola infatti l’attivazione di “moti convettivi ascensionali”, che sottraggono gran parte del calore che altrimenti si trasmetterebbe agli strati sottostanti, e permette all’umidità di fuoriuscire senza compromettere il potere termoisolante degli strati sottostanti e dell’intercapedine stessa.

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Posizionamento delle travi principali in castagno (sezione 16×16 cm interasse 70 cm) con trave obliqua in legno 28×28 cm (lato frontale).
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Posizionamento delle travi principali in castagno sezione 16×16 cm interasse 70 cm (lato sinistro).

Per far sì che si attivi tale meccanismo, l’aria esterna deve entrare nell’intercapedine a livello di gronda e deve uscire dal colmo attraverso un elemento di sfiato. In questo modo in inverno la ventilazione lascia il materiale isolante asciutto, evitando condense, in estate l’aria fresca, che penetra dalla linea di gronda, si riscalda nell’intercapedine e diventa più leggera e fuoriesce dal colmo, sottraendo calore alla struttura.
In corrispondenza del colmo deve essere assicurata anche la tenuta all’acqua e alla neve trascinata dal vento. La coibentazione estiva del tetto infatti ha assunto una certa rilevanza, anche a seguito dell’aumento delle temperature; uno strato di ventilazione quindi aggiunge valore ai materiali isolanti che generalmente hanno una buona performance nel trattenere il calore all’interno dell’edificio ma possono avere problemi nel proteggere dal caldo o resistere alle alte temperature che si possono raggiungere nel sottotegola. Inoltre il tetto ventilato assicura una maggior durata degli elementi del manto di copertura, che possono asciugarsi rapidamente, sia all’intradosso che all’estradosso, dall’assorbimento per imbibizione dell’acqua piovana, diminuendo quindi i rischi di rotture in caso di gelo.

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Montaggio della canala di gronda in rame.
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Trattamento antiparassitario delle travi principali.

Le coperture ventilate, conformi alle norme Uni 9460/2008 e UNI 8627/6.2 possono produrre un abbassamento della temperatura dopo le ore di insolazione estiva e migliorare il comfort termico del sottotetto, soprattutto nei casi in cui si scelga di ristrutturarlo per trasformarlo in mansarda.

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Trattamento antiparassitario per il perlinato.
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Installazione della barriera al vapore.

Se l’intercapedine d’aria non rispetta i parametri delle norme Uni probabilmente si tratta di tetti micro ventilati, caratterizzati da una camera d’aria più contenuta e una più veloce e facile posa. La microventilazione sottotegola serve infatti per evitare persistenza di umidità, formazione di condensazioni e per prolungare la durata del sistema.

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Posa dei primi pannelli coibentati Fibrotek, spessore 8 cm.
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Fase di montaggio e particolare del cambio falda.

Tetto ventilato: quando e dove si applica

Il tetto ventilato può essere applicato sia in edifici di nuova costruzione sia per la ristrutturazione di un edificio attraverso l’applicazione di pannelli al di sotto del tetto a falda che permettano la formazione di un’intercapedine d’aria dello stesso spessore lungo tutta la falda, onde evitare fenomeni di accumulo d’aria a temperature diverse o creare strozzature che frenino la libera circolazione dell’aria. La posa dei pannelli viene effettuata dalla gronda verso il colmo. Lo sfrido del pannello terminale di ogni fila viene usato per iniziare la fila successiva. Questa procedura consente di ottenere giunti sfalsati e di ridurre al minimo la percentuale di sfrido.

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Realizzazione della conversa in piombo per la raccolta delle acque meteoriche adiacente al fabbricato condominiale.
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Montaggio della canala di gronda in rame.
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Tetto completato con perfetta complanarità con tetto adiacente, lato sinistro e destro.

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