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Vinto il «Premio Piccinato» per la pianificazione territoriale

La giuria, nel conferire il premio, ha espresso la seguente motivazione: «Il progetto affronta con ricchezza di soluzioni funzionali ed espressive il grande tema della riqualificazione del tessuto edilizio esistente, presentando, attraverso convincenti esemplificazioni, le modalità di raggiungimento di questo ambizioso obiettivo ormai ricorrentemente evocato a livello amministrativo, tecnico e culturale.

Promosso dalla Regione Veneto e giunto alla settima edizione, il premio è stato assegnato per la categoria Amministrazioni ad Ater e Iuav Venezia. Il riconoscimento rende atto del lavoro svolto per la riqualificazione di edifici e aree urbane del territorio del passato recente che necessitano d’interventi per adattarli a un moderno concetto di abitazione.

Il premio Luigi Piccinato per l’urbanistica e la pianificazione territoriale, promosso dalla Regione Veneto e giunto alla settima edizione, è stato assegnato, per la categoria amministrazioni  all’Ater di Venezia e all’Università Iuav di Venezia, per il progetto «Cinque punti per modificare il passato prossimo».

Ricordiamo che negli anni venti del secolo scorso Le Corbusier sintetizzava in 5 punti i principi cardine della «nuova architettura moderna del Novecento» influenzando forme e strategie dell’architettura di quel secolo.
Ora, un gruppo di docenti di Iuav insieme con l’Ater di Venezia si è aggiudicato il Premio Piccinato sintetizzando proprio in 5 nuovi punti le strategie guida, non per la nuova costruzione, ma per la rigenerazione dell’edilizia abitativa esistente, realizzata nel dopoguerra e nel periodo del boom edilizio.
Il riconoscimento rende atto dell’attenzione posta da Ater e da Iuav al recupero e alla riqualificazione di edifici e aree urbane del territorio del passato recente, che hanno bisogno d’interventi in grado di adattarli a un moderno concetto sia di abitare sia di vivere il territorio.

 

Premio Luigi Piccinato.

Collaborazione tra Ater e IuavQuesto consistente patrimonio edilizio del «passato prossimo» è oggi un problema prioritario per migliorare la qualità del vivere, per non occupare ulteriore suolo e per concorrere alla riqualificazione urbana delle città e del paesaggio Veneto.
Il rilevante numero di abitazioni costruite nel dopoguerra e negli anni ’50 e ’60 è per molti aspetti ora diseconomico, non conforme con i canoni dell’abitare contemporaneo e con le necessità di riduzione dei consumi energetici e di gestione degli alloggi.
Iuav e Ater hanno inteso su questo lavorare insieme. In cinque anni un team di docenti e studenti dell’ateneo veneziano coordinati dal prof. Pierantonio Val ha predisposto progetti elaborati in vari luoghi analizzando una dozzina di quartieri abitativi di proprietà e gestione dell’Ater veneziana.
Tutto questo in stretta collaborazione con gli uffici dell’Ater di Venezia, coordinati dall’architetto Stefania Spiazzi. La collaborazione tra Iuav e Ater è iniziata con i primi workshop tenuti a Conegliano (2008 e 2009) ed è proseguita negli anni, avvalendosi anche della collaborazione dei laboratori di dodici aziende del settore edilizio del territorio.
Non si è trattato solamente di ristrutturare le costruzioni sotto il profilo del risparmio energetico o dell’accessibilità o delle normative (Piano casa) ma di cogliere questa occasione per far interagire gli abitanti con le istituzioni del territorio e lo stesso.
Al lavoro di ricerca, condotto all’interno del corso di laurea magistrale per l’architettura della conservazione e costruzione dello Iuav, hanno partecipato, in cinque anni e altrettanti corsi, trecento studenti, sette docenti e i tecnici dell’Ater, sviluppando oltre 150 progetti, parecchie tesi di laurea, avvalendosi sempre della collaborazione delle aziende del settore edilizio coinvolte.

Riconversione a basso costo. Nel concreto sono state approfondite sia le possibili trasformazioni dei grossi complessi di edilizia residenziale pubblica costruiti nel secondo dopoguerra (Piazza del Mercato a Marghera e Sant’Eufemia alla Giudecca), sia gli interventi realizzati negli anni settanta (come via del Bosco e via Catene a Marghera, via Triestina a Favaro).
Il vasto lavoro raccolto in forma di atlante ha fatto emergere un elenco di condizioni e procedure operative utile come modello per gli interventi di riconversione di edilizia residenziale a basso costo: una metodologia schematizzata nei Cinque punti per modificare il passato prossimo che dà il titolo al progetto:

  • densità abitativa e delle relazioni;
  • attacco a terra;
  • attacco al cielo; 
  • diaframma osmotico; 
  • progettare la modificazione continua.

Motivazione. La giuria, nel conferire il premio, ha espresso la seguente motivazione: «Il progetto affronta con ricchezza di soluzioni funzionali ed espressive il grande tema della riqualificazione del tessuto edilizio esistente, presentando, attraverso convincenti esemplificazioni, le modalità di raggiungimento di questo ambizioso obiettivo ormai ricorrentemente evocato a livello amministrativo, tecnico e culturale. Il progetto si segnala altresì come significativo esempio di collaborazione inter-istituzionale volto ad adeguare/sviluppare i principi della sostenibilità di edifici residenziali pubblici databili al periodo della prima metà del novecento».
Monica Pavan

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