Integrazioni

Volta in canniccio

Per la sua flessibilità, l’incannicciato consente di seguire le più diverse configurazioni delle strutture di orizzontamento o di copertura, rifinendone l’intradosso. Per questa la ragione per cui si è scelto questo tipo di finitura per realizzare una struttura voltata di grande complessità.
Villa Imperiale di Terralba (Ge) eretta nella seconda metà del XV secolo subì nel secolo successivo radicali trasformazioni a livello architettonico.

La parte più consistente dell’intervento sui dipinti murali di Villa Imperiale di Terralba (Ge) ha riguardato il restauro conservativo e la ricostruzione di parte della complessa struttura cinquecentesca del salone centrale: una «volta appesa» in legno, canniccio e intonaco.

Obiettivi generali e passi progettuali. I lavori sulle superfici decorate della villa hanno riguardato tre ambiti diversi:

  • prospetti esterni;
  • salone con il «Ratto delle Sabine» di Luca Cambiaso, al piano nobile;
  • altre sale affrescate del piano nobile. 

Gli interventi, pur svolgendosi in contemporanea, hanno comportato la risoluzione di problematiche assai diverse con lo studio mirato di metodologie e materiali. Qui in particolare verranno descritte le operazioni eseguite sulla volta del salone affrescato da Luca Cambiaso, limitatamente al recupero e integrazione della struttura incannicciata. La complessa operazione sull’affresco sarà oggetto di una scheda apposita.

Descrizione degli elementi. La struttura di sostegno della volta del Cambiaso è costituita:

  • da una orditura di travetti (il cosiddetto «capanno»);
  • da centine o costole in principale disposizione, a interasse contenuto e con irrigidimenti (distanziali) «a doppio padiglione»;
  • da una stuoia di canne o canniccio, base per la decorazione «a fresco»;
  • da «pendini» in legno che collegavano strutturalmente centine e costole ai travetti.

I travetti sono a sostegno delle centine e a queste è inchiodato il canniccio, al cui intradosso è posto l’intonaco affrescato. Questa complessa struttura, ottenuta nel XVI secolo, recuperando materiale da un precedente soffitto tardo quattrocentesco, fu più volte manomessa nel corso dei secoli. In origine l’orditura di travetti sosteneva anche il manto di copertura in ardesia, in seguito, con la sopraelevazione della villa, tre delle quattro falde inserite nelle aggiunte murarie furono private del manto di copertura e di conseguenza venne modificato l’equilibrio statico dell’insieme. Nel corso dei lavori sono state individuate nelle murature d’ambito, le tracce di queste mutazioni; sono state, inoltre, rilevate a più riprese, sostituzioni nell’orditura principale di sostegno del capanno.

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