Edilizia museale | Museo Arcivescovile e Cappella dei Vescovi, Ravenna

Volumi ‘scrigno’ consolidati, conservati e rifunzionalizzati

L’edificio ravennate di epoca romana è stato sottoposto a un intervento di recupero delle murature interne ed esterne, di consolidamento di volte, solai, affreschi, pietre e dell’intera collezione lapidea. La dotazione degli impianti è stata realizzata nello spessore dei solai, le quote di piano sono rimaste le stesse, mentre le parti in risalita sono collocate in passaggi esistenti o vecchie canne fumarie. Gli intonaci esistenti sono stati mantenuti e integrati con malte simili agli originali. Le pavimentazioni del percorso museale e delle parti pubbliche sono state realizzate con listoni pronto parquet in rovere.

L’intervento riguarda le opere di restauro e la costruzione del nuovo percorso museologico e didattico del Museo arcivescovile di Ravenna, denominato Antiquarium e della cappella dei vescovi posta al piano terra. In particolare, si tratta di un edificio di tre piani fuori terra e uno interrato.

Giardino dell’Episcopio. Vista dal giardino dei fronti dell’edificio di epoca romana e bizantina I e III sec. D. C., a conclusione del restauro delle parti in laterizio e marmo e particolare della Cappella di Sant’Andrea.
Giardino dell’Episcopio. Vista dal giardino dei fronti dell’edificio di epoca romana e bizantina I e III sec. D. C., a conclusione del restauro delle parti in laterizio e marmo e particolare della Cappella di Sant’Andrea.

museo ravenna

Stato di fatto. L’edificio all’inizio del XX secolo aveva subito un primo intervento di restauro nel quale erano state attuate delle aperture al piano primo che modificavano il percorso della collezione del vescovo Farsetti, con interventi sui mosaici della Cappella di S. Andrea e scavi di approfondimento archeologico nel giardino. L’intero edificio era dotato di un impianto elettrico, d’illuminazione e di allarme di base, molto ridotto, nessun altro impianto era presente. L’unica dotazione era quella di un servizio igienico al primo piano e mancavano completamente i servizi igienici e la possibilità di accesso per i portatori di handicap.

Torre Sallustra (I sec. d.C.), secondo piano. Scoperta del voltino soprastante la sala della Cattedra e nuovo solaio realizzato sopra il voltino settecentesco, in ferro su pianta circolare.
Torre Sallustra (I sec. d.C.), secondo piano. Scoperta del voltino soprastante la sala della Cattedra e nuovo solaio realizzato sopra il voltino settecentesco, in ferro su pianta circolare.

museo ravenna

Paramenti esterni. Gli interventi sui paramenti e sulle murature esterne del piano terra, lato giardino dell’Episcopio, sono stati basati su uno studio approfondito delle malte, delle stuccature, degli intonaci e dei laterizi. In seguito sono state eseguite le opere di pulitura, consolidamento con iniezioni di calce, integrazione dei laterizi mancanti e ricostruzione delle malte e delle stuccature ammalorate con materiali provenienti dalle stesse zone o cave. Per le parti romane e bizantine gli studi hanno evidenziato un conglomerato di calce aerea con sabbie quaternarie, conchiglie e selci arrotondate a volte rosse, rosate, bianche e nere provenienti dal litorale di Cervia-Ravenna e dal litorale marchigiano, di Fano, mischiate a coccio pesto. Sono stati mantenuti gli antichi architravi in legno, ben visibili sul prospetto della torre e pulite e consolidate le parti in pietra della bifora. Il fronte settecentesco su piazza Arcivescovado è stato ripulito, sono stati demoliti i vecchi rappezzi di lacerti d’intonaco e sostituiti con intonaci a calce, è stata preparata la base per unificare il tutto con un fondo sul quale sono state applicate le tinte a calce.

Torre Sallustra, piano terzo, solaio di nuova esecuzione.
Torre Sallustra, piano terzo, solaio di nuova esecuzione.

Strutture portanti, di collegamento verticale, paramenti murari interni, intonaci, stucchi e affreschi. Gli intonaci esistenti sono stati mantenuti e integrati con malte simili agli originali. A seguito di puntuali saggi, sono stati riportati alla luce strati sottostanti sui quali sono state trovate superfici pittoriche con scritte, sinopie o decorazioni di vari colori, ampie campiture localizzate nella torre e nelle sale più grandi. Le testimonianze pittoriche sono state restaurate, pulite e riquadrate da ampi spazi dove sono stati demoliti gli intonaci più recenti in maniera da evidenziare la muratura antica sottostante nelle varie fasi costruttive. Gli affreschi figurativi esistenti, localizzati nelle sale maggiori e nella cappella (di epoca alto medievale e quattrocentesca) hanno subito un restauro di consolidamento e pulitura. I saggi hanno evidenziato zone dove la muratura era particolarmente debole o non collegata, in qui è stato intrapresa una puntuale ricucitura con materiale di recupero in modo da consolidare l’intero fronte. Sono state recuperate tutte le cornici e riquadrature in gesso e gli stucchi che decorano le salette settecentesche. Il sistema della scala del XVIII secolo, realizzata con voltini in muratura di spessore modesto, è stato rinforzato con telaio esterno in acciaio chiamato ‘slitta’ dalla progettista: un’opera da fabbro studiata in parte in officina e in parte in opera, montata nella parte sottostante e finita a vernice.

Scala tra I e II piano. Vista del rinforzo e consolidamento della scala settecentesca detta Slitta, così come ideata e realizzata dall’arch. Evangelisti tramite profili in ferro sagomati.
Scala tra I e II piano. Vista del rinforzo e consolidamento della scala settecentesca detta Slitta, così come ideata e realizzata dall’arch. Evangelisti tramite profili in ferro sagomati.

Gli elementi in tubolari d’acciaio a sezione rettangolare, una volta sagomati, sono stati posti alla stessa distanza dalla muratura, due paralleli per rampa, con elementi a mensola che si appoggiano sulla muratura e saldati in opera. Un elemento di raccordo estetico e di protezione è saldato sulle piastre che legano le parti e finito con chiodi ribattuti a rappresentare la cosiddetta ‘slitta’. Il volume di nuova esecuzione in laterizio intonacato, che contiene la piattaforma elevatrice e i pianerottoli di sbarco in acciaio, è stato collocato sul lato interno verso la cattedrale e realizzato in muratura intonacata. La piattaforma scelta è una Elfo della EP Elevatori.

. Scala tra I e II piano, solaio di appoggio. Solaio esistente costituito da due parti differenti, voltino bizantino in mattoni di epoca antica e solaio in legno e travetti settecentesco. Sopra tale quota si è creato un nuovo solaio in ferro, per lo scarico della nuova struttura sulla quale appoggia la scala. Consolidamento del voltino antico con inserimento di ferri e resine, rete e gettata di calcestruzzo.
Scala tra I e II piano, solaio di appoggio. Solaio esistente costituito da due parti differenti, voltino bizantino in mattoni di epoca antica e solaio in legno e travetti settecentesco. Sopra tale quota si è creato un nuovo solaio in ferro, per lo scarico della nuova struttura sulla quale appoggia la scala. Consolidamento del voltino antico con inserimento di ferri e resine, rete e gettata di calcestruzzo.

Strutture portanti orizzontali, solai, volte, pavimentazioni. Sono state smontate e riutilizzate a seguito di pulitura le pavimentazioni in cotto del XVIII secolo che costituivano le pavimentazioni di alcune delle sale più piccole. Le pavimentazioni del percorso museale e delle parti pubbliche sono state realizzate con listoni pronto parquet in rovere.

Cappella dei Vescovi, piano terra. Prima dell’allestimento si vedono i risultati del restauro delle murature romane e altomedievali. Ci troviamo all’esterno della torre civica, inglobata nell’edificio, sulla quale s’impianta il campanile settecentesco. I rinforzi degli archi realizzati con strutture in ferro, la pavimentazione in battuto alla veneziana con dioriti, coccio pesto e madreperle a significare l’acqua e il suo corso.
Cappella dei Vescovi, piano terra. Prima dell’allestimento si vedono i risultati del restauro delle murature romane e altomedievali. Ci troviamo all’esterno della torre civica, inglobata nell’edificio, sulla quale s’impianta il campanile settecentesco. I rinforzi degli archi realizzati con strutture in ferro, la pavimentazione in battuto alla veneziana con dioriti, coccio pesto e madreperle a significare l’acqua e il suo corso.

Gli ambienti della Cappella e del Duomo hanno pavimentazione in battuto alla veneziana, di disegno diverso per i tre ambienti, realizzati a piè d’opera degli spessori convenzionali: opera artigianale impegnativa sia nella scelta dei materiali di base sia nell’esecuzione.

Cappella dei Vescovi, piano terra. Vista della sala voltata. Si notano il restauro delle murature avvenuto con azioni di pulitura, riempimenti e iniezioni con calci, consolidamento della volta a botte ancorata alle murature laterali. Gli archi di contrafforte del XVIII secolo sono stati puliti e consolidati con inserimenti di ferri e malte.
Cappella dei Vescovi, piano terra. Vista della sala voltata. Si notano il restauro delle murature avvenuto con azioni di pulitura, riempimenti e iniezioni con calci, consolidamento della volta a botte ancorata alle murature laterali. Gli archi di contrafforte del XVIII secolo sono stati puliti e consolidati con inserimenti di ferri e malte.

Gli interventi sui solai sono stati di tre tipi:

  1. solai coperti da volte in arellato, consolidamento di travi antiche e loro utilizzo con affiancamento di travi in ferro, raddoppio strutturale per aumentare la portanza come richiesto dalla normativa;
  2. solai coperti da volte in arellato, completamente ammalorati, sostituiti con solai in acciaio;
  3. solai a vista con la sostituzione delle travi più danneggiate, al piano terra;

nei percorsi di collegamento e nelle parti dove la muratura mancava di un vero e proprio appoggi (come la Cappella), sono stati demoliti e realizzati in legno.

Cappella dei Vescovi, piano terra. Consolidamento delle murature della torre civica (X secolo) con inserimento di ferri e iniezioni di calci, restauro dei paramenti in laterizio e degli intonaci romani attraverso la loro pulitura e consolidamento. Particolare dell’appoggio dei nuovi solai sulle murature antiche.
Cappella dei Vescovi, piano terra. Consolidamento delle murature della torre civica (X secolo) con inserimento di ferri e iniezioni di calci, restauro dei paramenti in laterizio e degli intonaci romani attraverso la loro pulitura e consolidamento. Particolare dell’appoggio dei nuovi solai sulle murature antiche.

Nella torre tra primo e secondo piano è stata scoperta una volta in laterizio dallo spessore ridotto ed è stata consolidata con rete, iniettori in acciaio e cappa in cemento ed è stato costruito un nuovo solaio calpestabile in acciaio alla quota superiore.
La zona sulla quale appoggia la sala delle lapidi, al primo piano, è costituita da volte di epoca bizantina, parte del Vivarium e murature romane. Qui è stato realizzato un intervento di consolidamento delle volte dall’alto con iniettori in acciaio, cappa con rete e dal basso di iniezioni tra mattone e mattone di apposite malte, pulitura degli stessi, stuccatura delle fughe e collegamento con le strutture verticali. Inoltre sono state realizzate opere puntuali a sostegno di quelle murature alle quali mancavano gli appoggi.
Il piano di appoggio della Cappella e del Duomo è una soletta in calcestruzzo, staccata dalle murature antiche, isolata dall’umidità di risalita con apposito telo, finita in battuto e, a sua volta isolata dal terreno con tessuto non tessuto.

Cappella dei Vescovi, piano terra. Visibili le tubazioni dell’impianto di controllo dell’umidità e dell’aria, in appoggio su un piano di sabbia e scavate in trincea sul terreno vivo, contenute in un massetto completamente staccato dalle murature antiche.
Cappella dei Vescovi, piano terra. Visibili le tubazioni dell’impianto di controllo dell’umidità e dell’aria, in appoggio su un piano di sabbia e scavate in trincea sul terreno vivo, contenute in un massetto completamente staccato dalle murature antiche.

L’impiantistica. La dotazione degli impianti di riscaldamento a pavimento, solo per le parti a museo, ed elettrico è stata realizzata nello spessore dei solai. Le quote di piano sono rimaste le stesse, mentre le parti in risalita sono collocate in passaggi esistenti o vecchie canne fumarie. È importante sapere che le murature verticali sono state preservate nella loro interezza collocando gli elementi impiantistici, come i termostati, incassati nella muratura in pochissimi punti.

Cappella dei Vescovi, piano terra. Vista delle sale complete degli impianti elettrici e di controllo dell’umidità, pavimentazione a battuto pronto per essere levigato, soletta e pavimentazione staccate dalle pareti antiche.
Cappella dei Vescovi, piano terra. Vista delle sale complete degli impianti elettrici e di controllo dell’umidità, pavimentazione a battuto pronto per essere levigato, soletta e pavimentazione staccate dalle pareti antiche.

I dispositivi per il controllo dell’umidità delle sale sono stati collocati battiscopa disegnati appositamente.
La centrale termica è stata posta al secondo piano in un piccolo ambiente in testa tra abside ed episcopio, raggiungibile con una passerella sospesa in acciaio con grigliato metallico.
L’impianto più importante è quello della Cappella a piano terra, un vero proprio impianto di controllo dell’umidità di risalita. L’ambiente è una struttura millenaria che fuoriesce dal terreno per 5 m e ne rimane interrata per altrettanti, l’area nella quale s’innesta è un antico canale. L’aria dell’ambiente viene mantenuta a temperatura costante per non favorire l’umidità capillare nelle murature in laterizio a vista e viene trattata e raccolta da bocchette montate nel pavimento, immessa in appositi canali di grande diametro che corrono in certa profondità sotto la soletta portante e confluiscono nella sala di controllo. Nella stessa maniera sono stati trovati punti di risalita esistenti per collocare l’impianto idrico antincendio.

Sale verdi settecentesche dette del Calendario e dei Capitelli, piano primo. Rinforzo dei solai esistenti con l’inserimento di travi in acciaio.
Sale verdi settecentesche dette del Calendario e dei Capitelli, piano primo. Rinforzo dei solai esistenti con l’inserimento di travi in acciaio.

Le dorsali dell’impianto elettrico sono state poste all’interno di vecchie canne fumarie e la distribuzione a pavimento avviene in appositi spazi lasciati tra le pareti e i tappeti distributori. I sistemi elettrici per l’illuminazione generale, per quella di emergenza e per gli allarmi sono comandati da un sistema bus con computer centrale.
Gli impianti idrici sanitari sono stati realizzati ex novo per i servizi igienici per il pubblico.
L’impianto illuminotecnico delle sale è stato realizzato a soffitto, appeso alle strutture nuove e vecchie in gesso, mentre l’impianto delle teche e degli elementi a parete è a pavimento o in esterno. In questo modo sono state rispettate le strutture antiche. Sono stati utilizzati sistemi a binario per le stanze di dimensioni più grandi come la sala delle lapidi e la pinacoteca, che portano fari con diverse ottiche, corpi centrali multi lampada per le altre.

Sala delle lapidi, piano primo. Montaggio dell’impianto di riscaldamento e delle dorsali orizzontali dell’impianto elettrico.
Sala delle lapidi, piano primo. Montaggio dell’impianto di riscaldamento e delle dorsali orizzontali dell’impianto elettrico.

L’illuminazione di emergenza è agganciata ai solai, o nei mobili esistenti e incorporata nelle teche realizzate ex novo, preservando quasi interamente l’involucro dell’edificio. I corpi illuminanti e i sistemi di distribuzione sono stati scelti in specificità delle opere o degli spazi da illuminare. Un sistema a binario sospeso con faretti spot alogeni serve all’illuminazione delle sale lapidee di grandi dimensioni, tale sistema è integrato con cestelli con alogene per compensare le illuminazioni delle parti di passaggio e fungono da luci di emergenza. Altri cestelli con alogene facenti funzione d’illuminazione generale e di emergenza, illuminano gli ambienti più piccoli, mentre per le sale grandi controsoffittature sagomate in cartongesso ospitano faretti alogeni da incasso e binari porta faretti. Anche le pannellature didattiche sono illuminate da lampade alogene singole.

Cappella di Sant’ Andrea, piano primo. Realizzazione dell’impianto illuminotecnico a led, esterno con elementi in acciaio a illuminare mosaici e marmi del IV sec. d. C.
Cappella di Sant’ Andrea, piano primo. Realizzazione dell’impianto illuminotecnico a led, esterno con elementi in acciaio a illuminare mosaici e marmi del IV sec. d. C.

Per la Cappella di S. Andrea è stato realizzato un impianto esterno. I corpi lampada sono piantane con tubolari in acciaio verniciato che portano fari led a diverse gradazione di luce, così come l’impianto è localizzato negli stessi tubolari appoggiati al pavimento a seguire la pianta a croce greca. La posizione delle piantane, che ripete quella delle torce dell’antichità, è quella dei 4 punti dove vi sono gli incroci, la qualità della luce cercata e ottenuta, tutta puntata sui mosaici che decorano le volte a croce e a botte, è quella che fa riflettere in tutto l’arco del giorno una luce meravigliosa per la quale sono stati creati, nel rispetto della cultura bizantina e dello stesso vescovo Pietro, ideatore della cappella. Sistemi a led e a fibra ottica sono stati montati nelle teche e nei mobili esistenti, inserendoli in casse di legno studiate apposta per ospitare la luce e l’oggetto.

Sala della Pinacoteca e Sala della Croce, piano secondo. Poco prima dell’allestimento museale si possono notare la scarnitura delle pareti, il restauro delle parti sottostanti, la finitura delle pareti con tinta a calce, la soffittatura in cartongesso con lacunari di nuova esecuzione a contenere l’impianto illuminotecnico e la pavimentazione in parquet di rovere.
Sala della Pinacoteca e Sala della Croce, piano secondo. Poco prima dell’allestimento museale si possono notare la scarnitura delle pareti, il restauro delle parti sottostanti, la finitura delle pareti con tinta a calce, la soffittatura in cartongesso con lacunari di nuova esecuzione a contenere l’impianto illuminotecnico e la pavimentazione in parquet di rovere.

museo ravenna

Strutture non portanti orizzontali esistenti e nuove. Quasi tutte le stanze ai due piani presentano a soffitto volte ribassate in strutture in legno con rivestimento in arellato, canne e gesso, con e senza decorazione pittorica. Questi elementi sono stati realizzati nel XVIII secolo e nell’intervento sono stati mantenuti, recuperati e consolidati, così come le decorazioni. Nelle sale più grandi sono state realizzate nuove strutture, soffittature con disegno a lacunare che ospitano l’impianto illuminotecnico e di segnalazione delle emergenze come in quelle vecchie. Le tinte delle pareti interne ed esterne sono tutte a calce.

Menzione speciale al Premio Domus 2015
Menzione speciale al Premio Domus Restauro 2015

Concorso internazionale | Menzione speciale al premio Domus Restauro 2015
Verbale della Giuria: «L’intervento si segnala per il rigore con il quale sono state condotte le complesse opere di restauro e di sistemazione museale di questo esteso e stratificato complesso architettonico. Testimonianza concreta della necessità che simili interventi, i quali si svolgono in un lasso di tempo assai esteso, debbano essere sempre ricondotti a un progetto coerente e unitario».

Diletta Evangelisti | Progettazione e direzione lavori
Diletta Evangelisti | Progettista, direzione artistica e direzione lavori

Diletta Evangelisti | L’eccezionalità dell’edificio
«Il progetto di quella parte del palazzo vescovile, l’antico Episcopio (nel quale ha sede il Museo Arcivescovile, già dal XVIII secolo) e l’attuale Cappella dei Vescovi, ha avuto come scopo il restauro scientifico dell’intero edificio interno ed esterno e di tutti i suoi ambienti. In particolare, il recupero del piano terra e del secondo piano, costituito da diverse stanze mai aperte al pubblico, per la realizzazione di un nuovo percorso museale che ha interessato l’intera superficie dell’edificio in tutti i suoi piani e la dotazione di tutti gli impianti, i servizi igienici per personale e portatori di handicap, un nuovo arredo espositivo, il recupero e restauro degli arredi antichi esistenti e dell’intera collezione lapidea composta da più di 200 pezzi. La particolarità dell’edificio, sede dei vescovi fin dalla sua nascita (IV secolo D.C.) e poi utilizzato come museo Antiquarium, è proprio quella di essere costituito da “volumi-scrigni” montati su tre livelli fuori terra e uno interrato, anche aggettanti tra di loro, costruiti uno di seguito all’altro a partire dal I sec. D.C. Di epoca Romana, la Torre Sallustra, l’acquedotto traianeo, i corpi centrali della Cappella di S. Andrea, patrimonio dell’umanità-Unesco e del Vivarium del V secolo, le salette medievali del IX secolo, fino agli interventi del XVIII secolo attuati dal vescovo Farsetti (che ha realizzato la collezione): collegamenti orizzontali, verticali e un corpo nuovo perpendicolare al più antico. L’eccezionalità dell’edificio è quella di essere una testimonianza unica di edificio romano e paleocristiano che ha mantenuto intatta la sua destinazione e utilizzo da quando è stato costruito. L’eccezionalità del contenuto è quello di essere contenitore di opere d’arte come la cappella di S. Andrea, coperta di mosaici con raffigurazioni iconografiche, simboliche e della natura a rappresentare la bellezza e la perfezione come nella tradizione bizantina e di contenere oggetti come la cattedra eburnea del vescovo Massimiano, intarsiata dai maestri mediorientali e la croce in argento del vescovo Agnello. Il nuovo percorso museale destina nelle stesse sale di origine, al primo piano, dove si trova la Cappella di S. Andrea, la collezione lapidea con una nuova esposizione che segue l’ordine cronologico e la amplia nelle salette settecentesche e colloca la cattedra nella Torre Sallustra».

Sala della Pinacoteca e Sala della Croce, piano secondo. Poco prima dell’allestimento museale si possono notare la scarnitura delle pareti, il restauro delle parti sottostanti, la finitura delle pareti con tinta a calce, la soffittatura in cartongesso con lacunari di nuova esecuzione a contenere l’impianto illuminotecnico e la pavimentazione in parquet di rovere.
Sala della Pinacoteca e Sala della Croce, piano secondo. Poco prima dell’allestimento museale si possono notare la scarnitura delle pareti, il restauro delle parti sottostanti, la finitura delle pareti con tinta a calce, la soffittatura in cartongesso con lacunari di nuova esecuzione a contenere l’impianto illuminotecnico e la pavimentazione in parquet di rovere.

Chi ha fatto Cosa
Edificio: Museo arcivescovile e cappella dei vescovi
Committente: ministero per i Beni e le Attività culturali, direzione Emilia Romagna, Soprintendenza Ravenna
Proprietà: Archidiocesi di Ravenna e Cervia
Progettista, direttore artistico e direttore lavori: arch. Diletta Evangelisti, Bologna
Progettazione strutturale: ing. Giovanni Righi-ing. Clio Antonellini
Progettazione elettrica e illuminotecnica: ing. Claudio Scanavini, Bolzano
Progettazione impianti di climatizzazione: ing. Gualtiero Stabellini, Ferrara
Studi e analisi di murature, malte e intonaci: geologo Gian Carlo Grillini, Università degli Studi di Ferrara
Impresa edile: Acmar scpa Ravenna
Impianti elettrici: Gpg snc di Paolo Callegati, Ravenna – Erredi Impianti snc, Ravenna
Impianti idrci e di controllo aria: Cemi spa, Ravenna
Controsoffittature: Adria System srl, Forlì
Opere in vetro: Vetras, Serramenti srl, Ravenna
Opere di falegnameria: Falegnameria Sasdelli, Massa Lombarda, Ravenna
Restauro dei paramenti esterni, interni e dei pezzi della collezione: Etra snc, Lugo, Ravenna – Wunderkammer, Ravenna – Laboratorio del Restauro, Ravenna

Cappella dei Vescovi, piano terra. Vista della sala dalla botte con allestimento dei sarcofagi.
Cappella dei Vescovi, piano terra. Vista della sala dalla botte con allestimento dei sarcofagi.

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