Workshop | Villa Deliella 1959-2019 

Quattro idee progettuali per il Museo della città Liberty a Palermo

A conclusione di un workshop che ha visto impegnati oltre venti ragazzi tra architetti e ingegneri seguiti da tutor di eccellenza, sono state elaborate a Palermo le 4 proposte progettuali e idee per il Museo del Liberty. L’area interessata è piazza Crispi su cui sorgeva villa Deliella, opera Liberty di Ernesto Basile demolita sessanta anni fa. Il Museo inteso come luogo di narrazione più che di esposizione, luogo di memoria ed esempio di rigenerazione urbana. 

«Luogo di narrazione più che di esposizione, nel quale raccontare un’epoca della città e il suo lascito ancora tangibile. Luogo di riscatto del vuoto generato dalla speculazione che armò le ruspe. Luogo d’intreccio tra architettura e suolo archeologico, ponte tra memoria e futuro. Luogo di comunicazione, esperienza e ricerca, di rigenerazione urbana, di riconnessione tra spazi pubblici da restituire alla vita collettiva. Museo della città, ma anche centro d’origine di un museo-città».

Questo il motivo che ha ispirato le idee progettuali prodotte a Palermo nelle giornate del Workshop Villa Deliella 1959-2019 da oltre 20 giovani professionisti laureati in ingegneria e architettura, che hanno lavorato divisi in quattro gruppi supervisionati da tutor.

Al dibattito tra esperti hanno partecipato anche – da sinistra – Vincenzo Di Dio, Pierandrea Angius (studio Zaha Hadid), Maurizio Carta e Mario Cucinella.

I promotori dell’iniziativa

L’iniziativa è stata voluta e finanziata dalla Regione per fissare le linee guida e i criteri sulla base dei quali bandire il concorso per la progettazione del nuovo polo culturale, nella prospettiva di recuperare un autentico luogo della memoria: l’area di piazza Crispi su cui sorgeva villa Deliella, opera Liberty di Ernesto Basile demolita sessanta anni fa durante la stagione del cosiddetto «sacco di Palermo».

Partner dell’organizzazione sono stati il Comune di Palermo, la Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Palermo, l’Università degli Studi di Palermo, Ordine degli Architetti della provincia di Palermo e Ordine dei Giornalisti di Sicilia e capofila l’Ordine degli Ingegneri che redigerà un report sulle idee e gli spunti progettuali da consegnare all’ amministrazione regionale.

Venti giovani e otto tutor

Villa dei Principi Deliella in stile Liberty in piazza Croci a Palermo. Costruita nel 1905, venne abbattuta nel 1959.

Oltre 20 giovani divisi in gruppi e sotto la guida di otto tutor esperti hanno lavorato per quattro giorni nell’ex Convento della Magione per tradurre le indicazioni iniziali, fornite da un bando di selezione, in possibili soluzioni progettuali.

A conclusione di un evento organizzato nel capoluogo dall’Ordine degli Ingegneri della provincia di Palermo per conto dell’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana sono state scelte 4 proposte progettuali.

Punti cardine dei progetti

Proposte diverse, ma con alcuni punti cardine in comune: il ritrovamento, con uno scavo, e la valorizzazione della componente archeologica, costituita dai ruderi del piano seminterrato di Villa Deliella la cui esistenza nel sottosuolo è nota agli esperti; la configurazione contenuta delle nuove cubature; le ampie pedonalizzazioni; l’estensione del verde con richiami alla vegetazione dell’epoca; la forte relazione con il contesto urbano e architettonico circostante, guardando al sistema delle piazze Crispi e Mordini, all’asse di via Libertà, alla via Notarbartolo, al Giardino Inglese, alle altre ville storiche e anche all’area portuale, visto che in futuro il Museo della città Liberty potrebbe essere il primo approdo culturale per chi arriva a Palermo dal porto.

Ing. Giuseppe Trombino | Coordinatore Workshop Villa Deliella 1959-2019

«Le esplorazioni progettuali hanno messo a fuoco le problematiche dell’area e alcuni punti fermi. Soprattutto, il museo deve rientrare in un complessivo progetto urbano che colleghi tutte le tracce del liberty ancora presenti sul territorio. Deve essere un dispositivo narrativo, non un museo contenitore. Più che esporre manufatti deve raccontare una storia, anche quella dell’urbanistica di quegli anni, e ciò riguarda tutto il grande quadrilatero di verde nel quale si trova l’area di Villa Deliella».

Arch. Giuseppe Di Benedetto | Coordinatore Workshop Villa Deliella 1959-2019

«Il vuoto desolante prodotto dalla demolizione di Villa Deliella costituisce oggi più che mai, anche se in termini paradossali, un valore monumentale  ma nell’accezione più profonda del termine monumentum e del suo significato etimologico di menimi e di moneo, di ricordo e di ammonimento. Perché ciò che ancora sopravvive è certamente degno di memoria intellettuale e di considerazione estetica. Al contempo, l’assenza della villa del Basile esercita un severo ammonimento morale rivolto alla città rispetto a quanto accadde durante il ‘sacco di Palermo’. Tutto ciò deve essere letto e interpretato in chiave propositiva, affinché si pensi a una modificazione di questo luogo carica di valori emozionali ed evocativi mai disgiunti dalla sua storia».

Vincenzo Di Dio | Presidente Ordine degli Ingegneri Provincia di Palermo

«Sono state giornate di dibattito aperto e autentico e si sono accesi i riflettori sulla prospettiva di un nuovo portale culturale che sarebbe una grande occasione per la città di Palermo e la Sicilia. Un’occasione da cogliere a mio avviso tenendo nella giusta considerazione la posizione dei privati proprietari, che non vanno visti come controparte ma anzi come possibili protagonisti di un processo virtuoso di trasformazione dell’area, e sia la normativa vigente che la legge urbanistica in itinere possono offrire gli strumenti appropriati. Il Liberty è un tesoro da valorizzare e la figura di Ernesto Basile, dichiarato icona urbana dal Consiglio Comunale, potrebbe essere al centro di un’opera di identificazione simile a quella realizzata con successo in altre grandi città d’Europa. E c’è anche l’occasione per fare della vicenda di Villa Deliella un caso di memoria di vita vissuta, affinché scempi come quelli compiuti durante il sacco di Palermo non si ripetano».

Villa Deliella | Sottrazione come riscatto.

Le quattro proposte

Di seguito le quattro esplorazioni progettuali che declinano i temi comuni con soluzioni diverse dal punto di vista concettuale, volumetrico e morfologico.

1. Sottrazione come riscatto

La proposta denominata «Sottrazione come riscatto» (tutor Barbara Lino e Danilo Maniscalco) coniuga integralmente l’idea del museo-ipogeo. Una piazza nella piazza si articola in forma di cretto attorno al ritrovamento del piano interrato della Villa Delliella e così si compie il passaggio da un valore negativo a uno positivo: il vuoto lasciato in superficie dalla distruzione della villa cede lo scenario al vuoto dello spazio sottostante, che diventa dispositivo di innovazione e tradizione, luogo in cui raccontare una storia locale di respiro europeo attraverso attività narrative, didattiche e di laboratorio, luogo dal quale intraprendere un viaggio alla scoperta della città Liberty.

L’intento evocativo legato alla memoria del luogo è sostenuto anche dalla rivisitazione della parte in superficie. Nelle piazze Crispi e Mordini, fuse in un un’unica area ciclo-pedonale e con l’innesto di una scultura dedicata a Ernesto Basile, alcuni elementi verticali assicurano il passaggio della luce naturale verso il museo sottostante: uno di questi diventa pretesto per un nuovo murales urbano, e in una ricostruzione virtuale in forma di ologramma o con superfici trasparenti, oppure in muratura, riappaiono la vecchia facciata e la torre della villa, plastico monito a futura memoria sulle conseguenze del ‘sacco di Palermo’.

Villa Deliella | Fundamentals.

2. Fundamentals

Dal titolo di una Biennale di Venezia trae spunto concettuale la proposta denominata «Fundamentals» (tutor Anna Igea Garretto e Sebastiano Provenzano): l’idea portante è ripartire dagli elementi significativi per esaltarli, valorizzare tutto ciò che rimane della Villa Deliella, cioè innanzitutto i ruderi del seminterrato, ma anche la casina del custode, i piloni angolari e gli alberi che facevano parte del giardino. La parola d’ordine è evocazione, ma senza riproposizione acritica del dove era e del come era.

L’esplorazione progettuale suggerisce una struttura parzialmente ipogea, con il percorso museale collocato nello spazio delle fondamenta (coperte a vetri) per sottolineare drammaticamente l’assenza della villa e con una ricostruzione virtuale degli ambienti all’interno.

Un portale del Liberty, che dia l’idea di cosa è stato il Liberty a Palermo soprattuto attraverso le tecnologie multimediali e “conduca” il visitatore alle testimonianze ancora esistenti, sul presupposto che il vero museo del Liberty è la città. Un piano inclinato porta all’ingresso, posto quattro metri al disotto dell’attuale superficie.

Un corpo a forma di L lungo le vie Castriota e Borrelli, soprelevato di un livello e mezzo, si dispone a protezione dello spazio archeologico e anche della casa del custode, della quale si ipotizza la musealizzazione mediante copertura a vetri.

Il nuovo volume non compromette gli alberi già esistenti, che anzi, come elemento di memoria storica, vanno a formare una sorta di quinta scenica. A un elemento verticale di impronta contemporanea è affidata la rievocazione della torre angolare della Villa Deliella. Punto caratterizzante del lavoro è anche il ripensamento dei percorsi pedonali, che si estendono per tutta la piazza Crispi fino al margine della via Libertà.

Villa Deliella | Mu.Li.De.

3. Mu.Li.De (Museo Liberty Deliella)

In Mu.Li.De. (tutor Luigi Failla e Nicola Piazza) la valorizzazione delle rovine di Villa Deliella esistenti nel sottosuolo e la razionalizzazione del traffico sono obiettivi centrali posti sullo stesso piano.

Terzo elemento caratterizzante è un nuovo volume sospeso che sorvola le rovine, un sistema di gallerie soprelevate, spazi aperti e coperti a vetro, squarci attraverso i quali la luce naturale irradia dall’alto verso il basso sia l’interno delle campate, sia il giardino archeologico sottostante, come se si trattasse di un’area ipogea.

A sostenere le campate sono due corpi verticali di spessori diversi, posti sui bordi di via delle Croci e di via Borelli. L’edificio è configurato a strati verticali, accostati anziché sovrapposti, con un ingresso principale su Piazza Crispi. Rimane aperto il fronte di via Castriota, per lasciare spazio alla vegetazione di Ficus Benjamin e alla casina del custode che si trova all’angolo con via delle Croci.

Il sistema delle piazze Crispi e Mordini diviene un unico spazio pubblico del nuovo museo e annette al suolo pedonalizzato anche l’ultimo tratto di via delle Croci, per un collegamento diretto con l’ingresso al Giardino Inglese.

La piazza Crispi (dove viene prospettato un parcheggio sotterraneo con sbocco su via Castriota) dà l’ingresso al nuovo spazio museale e unisce lo spazio pubblico al giardino archeologico attraverso un cammino in lieve pendenza con gradoni bassi (una cordonata), ma è possibile accedere anche da una quota più alta rispetto alle rovine, anteponendo così la vista del giardino all’accesso al museo.

Villa Deliella | Onda Liberty.

4. Onda Liberty

«Onda Liberty» (tutor Luciana Macaluso e Calogero Vinci) vuole rappresentare metaforicamente la propagazione dell’influenza di Villa Deliella sull’area urbana circostante. Riemergono anche qui i ruderi dell’opera del Basile, ma non come spunto per un allestimento ipogeo: in questo caso le rovine del seminterrato rimangono a cielo aperto.

Lungo il margine dell’area che costeggia la via Castriota trova collocazione lo spazio museale, in un corpo sospeso che si sviluppa in linea orizzontale e dal quale si innalza una grande vela-lucernario di forma rettangolare. Nell’intera struttura dominano le pareti a vetro, e quindi le trasparenze.

La torre, visitabile fino in cima, è concepita come punto panoramico, in senso reale ma anche con dispositivi tecnologici per offrire ai visitatori la suggestione di una ricostruzione virtuale sia della Villa Deliella, sia della città Liberty.

La rivisitazione del contesto urbano si spinge fino alle ville storiche (Giardino Inglese, Villa Falcone-Morvillo, Villa Trabia) con aree pedonali e vegetazione iconica del Liberty (Iris, Papavero, Palma, Jacaranda, Glicine), coinvolgendo per intero le piazze Crispi e Mordini, così come la via Libertà fino a via Notarbartolo, ma si estende anche verso il mare, lungo la via Borrelli fino all’Ucciardone.

E da piazza Mordini a piazza Crispi il suolo è rimodellato con un declivio leggero e costante fino alle rovine, per un dislivello complessivo di due metri (c’è però un recupero di quota all’intersezione con la via Libertà, sulla quale è prevista la realizzazione del tram).

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here