L’intervista | Edoardo Accettulli, Anafyo

Con Anafyo, società che nasce Bim oriented nelle costruzioni, il punto sullo sviluppo del Bim in Italia

Con Edoardo Accettulli, direttore generale Anafyo, abbiamo fatto il punto sul grado di sviluppo del Bim nelle aziende italiane. Da qui al 2025, inevitabilmente le competenze delle PA in merito al Bim dovranno crescere. Nel settore privato, studi di architettura e società d’ingegneria stanno facendo passi da gigante. Rispetto a qualche anno fa, quando in pochi sapevano cosa fosse il Bim, oggi in ogni azienda di qualsiasi dimensione, almeno un tecnico esperto di Bim è presente. Tutto questo movimento si ripercuote positivamente anche sulla PA, aumenta la competenza, aumentano le risorse formate presenti sul mercato. Il privato sarà sicuramente di traino per il pubblico nei prossimi anni. A Saie Bari Anafyo presenterà i risultati del primo progetto sviluppato da un ente pubblico di gestione mobiliare e immobiliare con metodologia Bim.
Edoardo Accettulli | Direttore Generale Anafyo.
Edoardo si laurea in architettura al Politecnico di Milano con tesi sperimentale in Fisica Tecnica su progetto del Cesi. Svolge per 4 anni attività di progettazione e sviluppo modelli Gis (Geographic Information System) presso un Intergraph Solution Center. In ambito architettonico, distribuisce per otto anni in esclusiva sul mercato italiano le soluzioni SoftCad. Dopo due anni nel team Building di Bentley System Italia passa in Autodesk dove per quasi 8 anni segue il mercato Aec (Architettura, Ingegneria, Costruzioni) con mansione di Business developer e Territory Sales. Ha contribuito, promosso e supportato il passaggio dalla progettazione Cad al Bim in alcune fra le più importanti realtà italiane del settore. Cofondatore di Anafyo, da marzo 2016, in qualità di direttore generale, promuove e coordina tutte le attività dell’azienda. Svolge attività di consulenza e formazione relativamente all’implementazione della metodologia Bim in ambito Aec; studio e realizzazione di modelli Bim finalizzati alla gestione degli edifici (O&M); sviluppo di soluzioni dedicate alla localizzazione e controllo di apparecchiature mobili. Edoardo collabora da diversi anni con la Divisione Edilizia di tecniche Nuove.

Edoardo quando e perché nasce Anafyo?

Anafyo è una società di consulenza in ambito Aec (Architettura, Engineering, Construction). Nasce dall’idea di tre colleghi che hanno lavorato per molti anni fianco a fianco nell’implementazione della metodologia Bim in alcune fra le più importati società del settore in Italia, Europa e Medio Oriente.

Forti dell’esperienza acquisita in questo ambito, decidemmo di creare una nostra azienda, con l’intenzione di lavorare esclusivamente su progetti Bim-oriented. Attualmente operiamo in diversi settori, principalmente in ambito Architettura, Ingegneria e Costruzioni, e stiamo cominciando ad “approcciare” anche altri settori “contagiati” dal Bim, quali quello manifatturiero e del’Information Technology.

Il nostro team affianca le aziende nella gestione di progetto, coordinamento dei dati, sviluppo di modelli Bim. Studiamo, proponiamo e sviluppiamo i progetti di implementazione Bim attraverso training, coaching e affiancamento operativo.

I nostri clienti sono general contractor, gestori immobiliari, aziende manifatturiere, ma anche pubblica amministrazione. Fino a oggi abbiamo lavorato su progetti Bim in Svizzera, Italia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Africa, Medio Oriente.

Da quando avete iniziato questa nuova esperienza, qual è stata la vostra evoluzione e come è cambiato il mercato del Bim in questi anni?

Anafyo è stata fondata nel marzo del 2014, poco dopo abbiamo cominciato con il primo lavoro, Milano era sotto sopra, cantieri ovunque in preparazione dell’Expo. Abbiamo modellato in Bim una stazione della nuova linea 5 della metropolitana. Ci era stato chiesto di sviluppare un modello con cui pianificare e gestire la sicurezza sul cantiere. Con decine di aziende coinvolte contemporaneamente nelle diverse lavorazioni, continue modifiche e revisioni dei tempi, non era facile tenere aggiornato il piano delle attività.

Ricordo che la prima volta che avviammo il sistema, impostato secondo il cronoprogramma ricevuto, scoprimmo che le protezioni nella stazione comparivano tre giorni dopo l’arrivo della talpa.

Evidentemente, nel continuo aggiornamento dei programmi e delle attività si era perso l’allineamento fra i tempi delle due attività. Attraverso la visione di un filmato era stato molto facile scovare l’errore, mentre all’analisi dalle tabelle del cronoprogramma era sfuggito.

Edificio Storico | Sviluppo modello Bim finalizzato alla verifica statica e gestione asset di edificio storico (1500 D. C.) a seguito di rilievo con laser scanner.

In questi 5 anni il mercato è cambiato molto più di quanto si potesse immaginare, anche se complessivamente siamo ancora molto indietro rispetto al mondo anglosassone.

Le nostre imprese di costruzioni, pur essendo nella filiera quelle che ci rimettono di più, sono ancora molto diffidenti verso il Bim. Le poche aziende che hanno approcciato la metodologia e cominciano a vedere i primi frutti, per non perdere il vantaggio sui concorrenti, non ne parlano.

Gli studi di architettura si stanno avvicinando al Bim, anche se spesso nel modo sbagliato, delegando tutto a uno dei molti Bim Manager che le Università italiane stanno sfornando a pieno ritmo.

Questi ragazzi hanno molta passione, entusiasmo e profonda conoscenza degli strumenti software, ma non hanno nessuna esperienza pratica, si trovano coinvolti in processi complessi che non conoscono, costretti a imparare da soli e velocemente, con tutto ciò che ne consegue.

La progettazione degli impianti è il settore che sta assorbendo il maggior numero di esperti del settore. Qui il tecnico con esperienza e scarsa conoscenza del Bim viene affiancato da giovani Bim User e Bim Coordinator nello studio e modellazione degli impianti.

Siamo solo all’inizio del processo, la maggior parte delle aziende lavora ancora in modo cosiddetto “tradizionale”, ci vorranno ancora parecchi anni perché la metodologia Bim diventi lo standard in ambito Aec.

Solar Decathlon | Modellazione Bim, interrogazione ed estrazione informazioni modello edificio progettato dalle Università di Perugia e Chieti – Pescara selezionato per il Solar Decathlon 2019 di Dubai. Docente prof. arch. Antonio Basti, laureando Adriano Remigio, supporto tecnico alla realizzazione del modello Revit dell’edificio ing. Vittorio Mottola (Anafyo).

Quali sono tra i progetti che avete sviluppato quelli che ritieni più significativi sia come consulenza sia come progettazione?

Abbiamo supportato un’azienda italiana, Estel, nella fornitura di arredi e pareti attrezzate per uno degli edifici più grandi al mondo. Il general contractor, Skanska, impose il Bim a tutte le aziende coinvolte, più di novanta.

Credo sia stata una scelta giusta, difficilmente si sarebbe potuto finire nei tempi un edificio così grande se non si fosse analizzato, simulato e risolto tutto su modello Bim, con 60 giorni di anticipo rispetto al cantiere.

Il nostro collega, ing. Vittorio Mottola, ha preparato i modelli Revit di tutti gli elementi d’arredo presenti nella fornitura. Ogni oggetto è stato sviluppato in Bim con il supporto dei tecnici Estel, non si tratta di elementi particolarmente complessi dal punto di vista geometrico, quanto dal punto di vista delle informazioni a corredo di ciascun elemento.

Ricordo che anche elementi apparentemente semplici avevano una lista lunghissima di parametri assegnati. Si è lavorato secondo la metodologia Bim nella sua forma più ortodossa.

Faccio un esempio: una parete divisoria, composta da telaio, pannelli, vetri, staffe, viti, rondelle, guarnizioni, perni, ecc. viene sviluppata con la forma più semplice possibile, poco più che un parallelepipedo, telaio, pannelli e vetri. Tutte le altre parti sono presenti solo come informazioni, decine e decine di parametri, per ogni oggetto.

Questo ha consentito di ottenere modelli leggeri – sono state preparate, spedite e montate oltre 18.000 pareti divisorie – ma complete di tutte le informazioni necessarie per preparare senza errori i singoli lotti, consegnarli nella zona corretta e assemblarli senza problemi. Complessivamente l’attività è durata più di 3 anni, da poco abbiamo finito di sistemare l’as-built come richiesto dalla proprietà.

In ambito progettazione abbiamo collaborato con le engineering impegnate nel progetto 10 città di Telecom. Si trattava di ristrutturare le sedi dell’azienda in 10 città italiane, un progetto da 400 milioni di euro che prevedeva la restituzione in Bim di tutti i modelli.

Con questo progetto abbiamo avviato all’implementazione della metodologia Bim alcune fra le più importanti engineering italiane, con le quali abbiamo lavorato per oltre un anno, nella conversione e adattamento dei progetti “tradizionali” in modelli Bim.

Ricordo che ricevevamo solo tavole 2D, era un disastro, ci mancavano le altezze di quasi tutto. Dai disegni non risultavano le altezze dei gradi delle scale, non trovavamo le altezze dei davanzali delle finestre, fu fatto un enorme lavoro di rilievo supplementare, per ottenere quelle informazioni che per lo sviluppo del modello Bim sono fondamentali. Con alcune di queste aziende collaboriamo ancora, abbiamo partecipato insieme a bandi Bim, abbiamo proseguito nell’affiancamento su progetti particolarmente complessi.

Anafyo | Tavola riassuntiva informazioni per il cantiere per Tracciamento muri, informazioni estratte da modello Bim dell’edificio.

Quali sono i prossimi eventi che avete in programma?

Abbiamo appena tenuto un seminario in collaborazione con il Cpt di Messina, di cui il segretario, Giuseppe Moroso, è stato moderatore, dedicato ai nuovi obblighi per la pubblica amministrazione. Abbiamo presentato un quadro generale della situazione italiana in merito agli appalti Bim, in funzione del decreto 560 che sancisce i tempi d’implementazione della metodologia nella PA.

A ottobre, in occasione della prima edizione del Saie a Bari, parteciperemo come partner tecnologici al seminario di presentazione del primo progetto sviluppato da un ente pubblico di gestione mobiliare e immobiliare con metodologia Bim.

Il progetto lo abbiamo sviluppato in affiancamento a NKE per l’Università della Basilicata. Si tratta in assoluto della prima realizzazione di un sistema informativo basato su metodologia Bim per la gestione e la rendicontazione – come prevedono le nuove norme – di una struttura pubblica. Abbiamo già iniziato a preparare il programma del seminari e siamo in attesa della conferma da parte di tutte le aziende che hanno contribuito alla realizzazione di questo impegnativo progetto.

Anafyo | Tavola posizionamento scarichi e forometrie per il cantiere, informazioni estratte dal modello Bim dell’edificio a seguito della verifica delle interferenze.

Qual è il vostro apporto in ambito formativo? Quali sono i trend e i bisogni che riscontrate ogni giorno?

Come società di consulenza, Anafyo si occupa ovviamente anche di formazione, in questi primi 5 anni di attività abbiamo erogato oltre 3000 ore di formazione. Diciamo che il corso di formazione classico, quello di 3 o 4 giorni, non è il nostro standard. Lo abbiamo fatto quando ci è stato chiesto, ma non ci entusiasma, perché difficilmente risolve il problema.

Non crediamo nella formula del corso preconfezionato, ogni azienda è unica e opera in modo differente dalle altre. Utilizza i propri strumenti, sviluppa progetti secondo una propria metodologia, parte da livelli di conoscenza e adozione delle tecnologie differenti dalle altre aziende.

Crediamo che il corso preconfezionato che vada bene per tutti non esista. Utilizziamo il metodo che abbiamo imparato e sperimentato più volte nella nostra precedente esperienza lavorativa, operando su progetti molto grandi e complessi.

Partiamo con un’analisi della situazione, definiamo il punto di partenza, in termini di risorse, competenze specifiche, attività principali e secondarie, soluzioni, fornitori e collaboratori esterni. Definiamo insieme all’azienda il punto di arrivo a medio e lungo termine.

Effettuiamo una serie d’interviste per capire come si pone il personale dell’azienda in merito al cambiamento in arrivo, per capire cosa funziona bene e cosa necessita di correzioni e aggiustamenti.

Solo alla fine di questo processo, che di norma dura 2 o 3 giorni, presentiamo al management il nostro piano di intervento sviluppato ad hoc in termini di obiettivi, tempi e risorse coinvolte. Si tratta di attività impegnative che ci coinvolgono per uno o due anni, ma che garantiscono alle aziende il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

Da qui al 2025 secondo voi quanto cresceranno le competenze della PA in materia di appalti?

Da qui al 2025, inevitabilmente le competenze delle PA in merito al Bim dovranno crescere, come e di quanto, non è facile dirlo. Come unica certezza abbiamo quella di sapere che non ci sono, ad oggi aziende già pronte. Possiamo però dire che alcune stanno già partendo.

Come dicevo prima, a Messina lo scorso 6 maggio abbiamo tenuto un seminario fortemente voluto dai comuni della provincia che vogliono capire come muoversi nel prossimo futuro. Sappiamo che la Provincia Autonoma di Bolzano sta preparando un progetto d’implementazione che coinvolgerà tutti i dipartimenti.

Quindi non ne possiamo fare una questione geografica, in due province, estremo nord e estremo sud si è già al lavoro.

Siamo solo nel 2019, mancano ancora 5 anni alla scadenza dei termini che renderanno obbligatorio il Bim indipendentemente dall’importo dell’appalto, credo ci sia tutto il tempo per formare le nuove figure professionali. Inoltre, credo possano esserci grandi opportunità per i giovani con competenze specifiche che rimpiazzeranno i tecnici che in questi anni andranno in pensione.

Secondo voi che tipo di evoluzione sta vivendo il mercato del Bim nel mercato privato, potrebbe trainare anche il comparto pubblico?

Assolutamente si, in ambito privato, studi di architettura e società d’ingegneria, stanno facendo passi da gigante. Rispetto a qualche anno fa, quando in pochi sapevano cosa fosse il Bim, oggi in ogni azienda di qualsiasi dimensione essa sia, almeno un tecnico esperto di Bim è presente.

Le strutture più grandi, impegnate in appalti internazionali, hanno costituito un team interno dove le competenze sul Bim sono molto elevate, non mancano casi di Bim Manager rientrati in Italia con esperienza fatta presso i grandi studi inglesi o americani.

Tutto questo movimento si ripercuote positivamente anche sulla PA, aumenta la competenza, aumentano le risorse formate presenti sul mercato. Il privato sarà sicuramente di traino per il pubblico nei prossimi anni.

Intervista a cura di Livia Randaccio

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