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Gli additivi per calcestruzzo: capitolo 1, additivi e aggiunte

Il volume «Gli additivi per calcestruzzo» di Enco, acquistabile online, il cui autore è il prof. Mario Collepardi, presenta 12 diversi tipi di additivi per calcestruzzo dai più utilizzati, come i riduttori di acqua, gli acceleranti, i ritardanti e gli aeranti, ai più particolari. In questo primo capitolo vengono spiegati gli additivi e le aggiunte per calcestruzzo e la loro classificazione in base all’azione che svolgono ed alla loro funzione.

Il volume «Gli additivi per calcestruzzo» è pubblicato da Enco – Engineering Concrete – il cui presidente è il prof. Mario Collepardi che da cinquant’anni svolge attività di ricerca e consulenza nel campo del calcestruzzo.

In questo libro sono presentati 12 tipi di additivi, che vanno da quelli più usualmente impiegati in tutto il mondo – come i riduttori di acqua, gli acceleranti, i ritardanti e gli aeranti – a quelli più particolari impiegati meno tradizionalmente come gli inibitori della reazione alcali-aggregato, gli inibitori di corrosione, i coloranti ed altri ancora.

Sono stati, inoltre illustrati l’impiego degli additivi in combinazione delle aggiunte minerali quali la cenere volante, il fumo di silice, la loppa d’altoforno, la cenere pesante macinata proveniente dagli inceneritori dei rifiuti solidi urbani, e gli agenti espansivi.

Capitolo 1: additivi e aggiunte per calcestruzzo

Gli additivi chimici e le aggiunte minerali sono prodotti che vengono impiegati, insieme agli altri ingredienti principali del calcestruzzo (acqua, cemento e aggregati) per migliorarne le proprietà.

Gli additivi (1-5), solitamente in forma di liquidi e prevalentemente di tipo organico, sono impiegati in quantità relativamente piccole (≤ 5% sul cemento) rispetto a quelle degli ingredienti principali: salvo eccezioni, da qualche centinaio di grammi a qualche chilogrammo per metro cubo di calcestruzzo. Esprimendo il loro dosaggio rispetto alla massa di cemento, gli additivi sono generalmente impiegati in misura che varia da 0.01% fi no ad un massimo del 2-3%, con l’unica eccezione degli additivi acceleranti di presa (per spritz beton) e degli antigelo (per getti in climi molto freddi: -15°C) che possono raggiungere dosaggi molto maggiori (fino a 7-8%).

Gli additivi, pur con un costo unitario relativamente alto rispetto agli altri ingredienti del calcestruzzo, finiscono per incidere in modo relativamente modesto se riferiti a 1 m3 di calcestruzzo, soprattutto se si confronta il beneficio da essi apportato ed il costo alternativo che si dovrebbe sostenere in loro assenza per conseguire lo stesso beneficio.

Le aggiunte minerali (6), in forma di polvere di tipo inorganica, sono impiegate in quantità più elevate anche se generalmente più piccole di quelle degli altri ingredienti: esse sono dosate in misura del 5-30% del peso del cemento, con qualche eccezione per calcestruzzi molto articolari dove l’aggiunta può diventare prevalente rispetto alla massa del conglomerato.

Le aggiunte minerali presentano un costo unitario che può variare entro un ampio intervallo:

  • da qualche centesimo di euro per chilogrammo (per i prodotti direttamente recuperati da altri processi industriali)
  • a qualche decimo di euro per chilogrammo (per prodotti di intesi oppure sottoposti a trattamenti industriali più o meno costosi).

Conseguentemente anche l’incidenza economica delle aggiunte minerali può variare entro un ampio intervallo: da qualche euro ad una decina di euro per metro cubo di calcestruzzo. Anche per le aggiunte, come per gli additivi, occorre però tener conto in un bilancio globale dei risparmi derivanti dal loro impiego accanto ai benefici prestazionali conseguiti soprattutto in combinazione tra loro.

Enco | Additivi per il calcestruzzo. Tabella 1.1

Nella Tabella 1.1 è mostrato un quadro schematico che riassume le principali caratteristiche degli additivi e delle aggiunte.

Classificazione degli additivi

Esiste un numero considerevole di additivi disponibili sul mercato, tutti raggruppabili in un numero limitato di categorie in base alla loro azione ed alla loro funzione correlata con il tipo di beneficio che si intende conseguire nel calcestruzzo.

In realtà, ciascun additivo presenta quasi sempre, accanto ad una funzione principale, altre funzioni secondarie (correlate con benefici specificatamente richiesti) o anche effetti collaterali negativi di minore importanza dei quali occorre ovviamente tener conto all’atto della loro scelta ed impiego.

Una classificazione degli additivi in base alle loro funzioni principali, ma che tiene conto anche degli effetti collaterali negativi, è mostrata nelle Tabelle 1.2 e 1.3 dove sono anche indicate le principali azioni degli additivi stessi (3).

Enco | Additivi per il calcestruzzo. Tabella 1.2

Nella Tabella 1.2 sono schematicamente mostrate le caratteristiche degli additivi più  comunemente e correttamente impiegati:

  • riduttori d’acqua (fluidificanti, superfluidificanti);
  • ritardanti;
  • acceleranti;
  • anti-gelo;
  • aeranti;
  • riduttori di ritiro igrometrico;
  • viscosizzanti.

In realtà gli additivi fluidificanti e superfluidificanti, raggruppati in questa classificazione in un’unica categoria, dal punto di vista merceologico sono generalmente considerati due additivi distinti.

Enco | Additivi per il calcestruzzo. Tabella 1.3

Nella Tabella 1.3 sono, invece, mostratele caratteristiche degli additivi speciali impiegati per scopi molto particolari e comunque di uso meno frequente rispetto a quelli della Tabella 1.2. Essi comprendono:

  • inibitori della reazione alcali-aggregato;
  • inibitori di corrosione;
  • coadiuvanti di pompaggio;
  • idrorepellenti;
  • coloranti.

Il volume «Gli additivi del calcestruzzo» è acquistabile online. 

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