Restauro | Calce idraulica

Materia terrosa ad alta traspirabilità

Röfix Bellit Fino è il prodotto utilizzato per il restauro del bassorilievo realizzato nel centro storico di Udine.

Il restauro del bassorilievo che copre quasi l’intera facciata dell’edificio civico 89 di via Pracchiuso, nel centro storico di Udine, è stato progettato da Franco Del Zotto Odorico.

«L’architetto Francesco Mattini e il direttore della Caritas di Udine Don Luigi Gloazzo mi chiesero se me la sentivo di fare un lavoro sulla facciata della casa natale di Tina Modotti, aggiungendo che il luogo era deputato a diventare asilo notturno per senza fissa dimora, gestito dalla Caritasspiega lo stesso arch. Del Zotto Odorico confermando cheora, l’asilo è in opera da diversi anni, assistendo molte persone, e l’opera dedicata alla memoria della Modotti, sporge dalla facciata a testimonianza non solo della memoria di questa grande donna del XIX secolo, ma anche della vita e dell’aiuto che transitano all’interno di queste mura».
L’opera prende spunto dalle decorazioni delle facciate degli palazzi storici quattrocenteschi delle nostre città, dove la facciata decorata aveva non solo una funzione estetica ma anche identitaria.

Bassorilievo e strati d’intonaci. Durante i lavori l’assistenza tecnica è stata fornita da Andris Pavan e l’opera, costituita da un bassorilievo composto da strati d’intonaci, è stata prodotta adottando una tecnica simile allo sgraffito. Allo scopo è stata usata una calce idraulica Röfix Bellit Fino, spessore 15 mm.
Presa rapida sul supporto e facilità di lavorazione, sono questi i punti di forza di un prodotto la cui composizione si basa sul legante Belit, disilicato di calcio, che corrisponde allo storico “cemento romano” o “calce romana”, impiegato fino al 1900 prima del cemento Portland.
Oltre che per le sue caratteristiche fisico chimiche e per la sua traspirabilità, un altro aspetto rilevante che trasmette questo prodotto è essere «materia terrosa», che si avverte nel suo risultato finale e trasmette un’immagine umile della materia usata.
L’opera è stata prodotta attraverso un sistema innovativo quasi automatizzato, un sistema che lo stesso ideatore dell’opera ha brevettato, a fronte di consistenti operazioni simili già svolte per altre opere di arredo urbano.

Il procedimento brevettato consente di creare composizioni tridimensionali su superfici di diverso genere e forma, senza la presenza di giunti di dilatazione, creando una continuità di forma precisa, come se l’opera fosse un unico pezzo di bassorilievo costituito sul posto. (B. Ko.)

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