Infrastrutture | Investimenti

3,9 miliardi per interventi alle infrastrutture idriche

La scelta di destinare quasi quattro miliardi, di cui tre del Pnrr, a interventi sulle infrastrutture idriche è stata rafforzata dall’impegno a procedere, nell’ambito delle riforme previste dal Piano, a una profonda rivisitazione della governance del settore, in modo da assicurare la realizzazione di nuovi invasi, la manutenzione straordinaria delle reti esistenti, la messa in sicurezza degli impianti e una gestione efficiente dell’intero sistema.

Ammontano a 3,9 miliardi di euro gli investimenti nelle infrastrutture idriche definiti nel corso degli ultimi 19 mesi, di cui 2,9 miliardi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), finalizzati a potenziare e migliorare l’efficienza del sistema idrico nazionale e fare fronte agli effetti della crisi climatica.

Il 60% dei fondi complessivamente ripartiti, pari a circa 2,3 miliardi di euro, è destinato alle regioni del Mezzogiorno. In particolare, con riferimento ai fondi Pnrr, circa due miliardi di euro sono destinati a finanziare progetti per le infrastrutture idriche primarie.

Il 44% degli interventi riguarda il potenziamento delle infrastrutture (991 milioni), il 41% l’adeguamento delle infrastrutture esistenti (779 milioni), il 10% l’adeguamento sismico e la messa in sicurezza delle infrastrutture (121 milioni), mentre il restante 5% prevede la realizzazione o il potenziamento del volume degli invasi (108 milioni).

Il 38,4% delle risorse è destinato a progetti per l’utilizzo potabile della risorsa idrica, con la realizzazione di 1.282 km di infrastrutture, di cui 975 per nuove condotte. Il restante 61,6% è destinato all’utilizzo irriguo o misto, con un’incidenza sulle superfici irrigue interessate pari a circa il 15% del totale nazionale. Ulteriori 900 milioni sono destinati a progetti per il potenziamento della rete di distribuzione idrica, con l’obiettivo di ridurre le perdite e aumentarne l’efficienza.

Questi sono alcuni dei dati contenuti nel rapporto Gli investimenti e le riforme Pnrr per le infrastrutture idriche, l’approfondimento sulle azioni intraprese per il settore idrico dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili.

Il rapporto evidenzia la strategia complessiva del Mims per le infrastrutture idriche, illustra gli investimenti previsti dal Pnrr e le novità introdotte dalla riforma finalizzata a rafforzare la governance del settore.

In particolare, la riforma semplifica le procedure di formazione, attuazione e monitoraggio del nuovo “Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico”, riduce i tempi per l’erogazione dei finanziamenti ai soggetti attuatori, affidando al Mims l’attività di gestione, e unifica i precedenti piani “Invasi” e “Acquedotti”.

Il Piano diventa, dunque, il principale strumento di finanziamento pubblico che riunisce le risorse economiche destinate agli interventi nel settore, innovando anche il metodo attraverso il quale i progetti e relativi finanziamenti verranno selezionati e valutati dal Ministero, con un’attenzione specifica alla sostenibilità degli interventi.

Enrico Giovannini | Mims

«La riforma e gli ingenti investimenti sul settore idrico hanno consentito di riportare il tema delle infrastrutture idriche al centro dell’azione del Governo. La scelta di destinare quasi quattro miliardi, di cui tre del Pnrr, a interventi sulle infrastrutture idriche è stata rafforzata dall’impegno a procedere, nell’ambito delle riforme previste dal Piano, a una profonda rivisitazione della governance del settore, in modo da assicurare la realizzazione di nuovi invasi, la manutenzione straordinaria delle reti esistenti, la messa in sicurezza degli impianti e una gestione efficiente dell’intero sistema. L’attenzione alla resilienza e sostenibilità delle infrastrutture idriche sollecitata anche dal Rapporto “Cambiamenti climatici, Infrastrutture e Mobilità” che abbiamo pubblicato lo scorso anno, è quanto mai attuale considerati gli effetti della crisi climatica e l’aumento dei fenomeni siccitosi che interessano il Paese. Da qui la necessità di una strategia di medio-lungo periodo che metta in sicurezza queste opere fondamentali per il benessere delle persone e il funzionamento del sistema economico».

Per quanto riguarda il Pnrr, al 30 settembre il Mims ha conseguito le nove milestone di propria competenza riferite al 2021, nonché quelle previste per i primi tre trimestri del 2022.

Ha inoltre raggiunto in anticipo rispetto la scadenza di fine anno ulteriori tre milestone, due per le riforme e una per gli investimenti, mentre sono già stati predisposti gli atti per conseguire gli ultimi due obiettivi, relativi alle concessioni portuali e gli investimenti ferroviari, previsti per il quarto trimestre.

Coerentemente con il cronoprogramma, il 2022 è stato prevalentemente un anno dedicato alla progettazione e all’avvio delle procedure di gara delle diverse opere. Al 30 settembre sono 63 le procedure di affidamento per lavori e servizi legati al Pnrr e al Pnc pubblicate finora, per un valore complessivo di circa 8,6 miliardi di euro. Entro la fine dell’anno è previsto l’avvio di 55 ulteriori gare (per un valore complessivo di 1,6 miliardi), un numero superiore a quello registrato nei primi tre trimestri del 2022.

Per quanto riguarda il Pnc, nel 2021 sono stati raggiunti tutti i 32 obiettivi previsti, mentre al 30 settembre 2022 sono stati conseguiti 25 target sui 31 (81%) originariamente fissati.

In ragione degli aumenti dei prezzi delle materie prime, un intervento normativo ha prorogato di tre mesi le scadenze iniziali, il che vuol dire che entro l’anno dovrebbero essere raggiunti i sei target mancanti.

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