Siteb | Analisi trimestrale

Aumenta la manutenzione stradale e si produce più conglomerato bituminoso

Siteb ha pubblicato l’analisi periodica che mostra segnali incoraggianti per la rimessa in sicurezza delle strade. La produzione di asfalto ha superato la soglia dei 26 milioni di tonnellate compiendo un balzo in avanti del 10,2% rispetto al 2017. Siteb confida nel decreto Sblocca Cantieri per far ripartire le infrastrutture.

Michele Turrini | Presidente Siteb

Michele Turrini | Presidente Siteb

«Per far ripartire economia e lavoro occorre tornare investire in infrastrutture. Si stima che per ogni miliardo di euro investito in questo campo si generino 15mila nuovi posti di lavoro e circa un punto di Pil. In Italia, il sistema delle infrastrutture viarie è fermo da oltre 30 anni e pochissime sono le nuove costruzioni realizzate in questo mezzo secolo. Anche la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’esistente è stata carente soprattutto negli ultimi 15 anni. I primi dati positivi registrati lo scorso anno, dopo un lungo tunnel, lasciano ben sperare, ma vanno consolidati con una visione lungimirante sulle opere pubbliche, nuove a da manutenere, necessarie per traghettare il nostro Paese verso la mobilità del futuro. Abbiamo grandi aspettative verso il decreto Sblocca-cantieri che il Governo sta varando, da cui ci attendiamo misure per una reale ripartenza dei troppi cantieri fermi e una decisa revisione del Codice Appalti che snellisca le procedure, riducendo soprattutto gli aspetti burocratici, vera spina nel fianco di tutte le attività di questo Paese».

Siteb | L’analisi trimestrale ha evidenziato una maggiore produzione di coglomerato bituminoso che viene utilizzato per la manutenzione delle strade.

Nel 2018 i lavori stradali hanno fatto registrare una decisa inversione di tendenza rispetto agli ultimi 12 anni di continuo calo.

La produzione di asfalto (conglomerato bituminoso), principale indicatore dello stato di manutenzione delle nostre strade, ha superato la soglia dei 26 milioni di tonnellate compiendo un balzo in avanti del 10,2% rispetto al 2017.

Ricordiamo che nel 2006 sulle strade ne venivano impiegate 44 milioni di tonnellate che garantivano reti efficienti e in sicurezza, quello del 2018 è comunque un significativo passo in avanti verso quota 30 milioni, ritenuta oggi la soglia minima per garantire strade in buono stato in tutta la Penisola. Resta il bollino rosso per le arterie comunali e provinciali.

I dati emergono dall’ultima analisi trimestrale effettuata dall’Associazione Siteb – Strade Italiane e Bitume. Nel 2018 la produzione di asfalto, in stallo negli ultimi 4 anni intorno ai 22-23 milioni di tonnellate, si è improvvisamente sbloccata, raggiungendo e superando i 26 milioni di tonnellate.

Sull’andamento positivo hanno inciso gli investimenti dell’Anas e l’avvio tardivo di cantieri previsti nei mesi successivi all’entrata in vigore del Codice Appalti e poi rinviati fino allo scorso anno.

Non tutta la rete stradale nazionale ha beneficiato della ripresa: le arterie provinciali e comunali restano in una situazione di empasse e alle prese con riforme incompiute, casse vuote e senza fondi nemmeno per la manutenzione ordinaria.

Economia circolare

Il settore stradale si conferma protagonista dell’economia circolare: complice i bilanci sempre più in rosso delle amministrazioni, l’aumento del costo del bitume e gli obiettivi di riciclo fissati a livello europeo; è cresciuto negli ultimi mesi il ricorso all’impiego del fresato d’asfalto (materiale ottenuto dalla rimozione del manto stradale durante gli interventi di manutenzione) che consente di sostituire, con medesime prestazioni, percentuali crescenti di bitume vergine. Il materiale riciclato ha raggiunto il 20% del conglomerato prodotto ogni anno.

L’allarme manutenzione resta

Se ci assestassimo su una produzione di asfalto intorno ai 30 milioni di tonnellate non basterebbero 15 anni per rimettere in sicurezza tutte le strade.

Secondo uno studio promosso da Fondazione Sviluppo Sostenibile, ai ritmi attuali di manutenzione saranno necessari 30 anni per rifare completamente almeno una volta i 600mila km della rete stradale complessiva.

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