Produzione | Confindustria Ceramica

Andil entra in Confindustria Ceramica

La nuova Confindustria Ceramica, casa comune di tutte le aziende industriali che trasformano l’argilla, è una realtà che in Italia si compone di 287 aziende, molti di queste organizzate in gruppi, che occupa 28.400 dipendenti per un fatturato complessivo, realizzato in Italia, superiore ai 6,5 miliardi di euro.

Un percorso comune durato circa 10 anni, che si è concluso con una ratifica – all’unanimità durante l’ultima assemblea dello scorso 11 giugno – della fusione per incorporazione di Andil in Confindustria Ceramica.

Al tavolo, da sinistra: Luigi Di Carlantonio, Franco Manfredini, Giovanni Savorani. In piedi da sinistra: Gülnaz Atila, Vincenzo Briziarelli, Antonio D’Agostino, Mario Cunial, Vittorio Borelli e Armando Cafiero.

Un passo importante che unifica adesso, nella stessa casa comune, tutte le componenti manifatturiere attive nella trasformazione industriale dell’argilla: piastrelle e lastre, ceramica sanitaria, stoviglie, materiale refrattario, ceramica tecnica e laterizi.

L’industria dei laterizi in Italia è una realtà composta da 76 produttori sparsi su tutto il territorio nazionale, attivi in 94 stabilimenti che occupano circa 3.500 addetti, per un fatturato nell’ordine dei 380 milioni di euro.

Il laterizio, i cui prodotti rappresentano la parte strutturale delle abitazioni e degli edifici – essendo utilizzate nell’involucro esterno (muri portanti o di tamponamento), nelle tramezzature interne e nelle coperture (coppi e tegole per il tetto) – è un’industria a vocazione principalmente nazionale, anche se circa il 10% del fatturato viene esportato in nazioni confinanti.

Il percorso di avvicinamento con Andil è avvenuto attraverso la costituzione, nel 2010, della Federazione Confindustria Ceramica e Laterizi, un organismo associativo di secondo livello guidato da Franco Manfredini che – mantenendo l’autonomia delle rispettive associazioni – ne ha messo in comune alcuni servizi, quali l’energia, l’abitare sostenibile, la digitalizzazione delle costruzioni, la comunicazione.

Un’esperienza molto positiva, che come più volte enunciato dal presidente Manfredini ha saputo valorizzare le azioni sinergiche dei due settori ceramici, senza creare extra-costi, ma solo benefici.

Oggi, l’essere tutti presenti all’interno della medesima associazione consente l’ottimizzazione di tutti i servizi associativi per tutte le aziende, laterizi compresi, ed estende la rappresentanza all’intero settore ceramico, aggiungendo l’ultimo tassello.

L’attuale configurazione organizzativa di Confindustria Ceramica è, infatti, il risultato ultimo di successivi processi di aggregazione.

Assopiastrelle nasce nel 1964 come associazione dei produttori di maiolica e ceramica e registra il primo allargamento nel 1988 quando Anir – l’associazione che riunisce le imprese dei refrattari – viene fusa per incorporazione.

Bisognerà aspettare quasi due decenni (2007) quando la fusione con Federceramica dà vita a Confindustria Ceramica e vede l’allargamento ai comparti dei sanitari, della ceramica da tavola e della ceramica tecnica.

Oggi la ‘nuova’ Confindustria Ceramica, casa comune di tutte le aziende industriali che trasformano l’argilla, è una realtà che in Italia si compone di 287 aziende, molti di queste organizzate in gruppi, che occupa 28.400 dipendenti per un fatturato complessivo, realizzato in Italia, superiore ai 6,5 miliardi di euro.

Valori importanti, destinati a diventare 7,3 miliardi di fatturato per 31.500 addetti, qualora si consideri anche l’internazionalizzazione produttiva del settore delle piastrelle.

È con questi numeri che Confindustria Ceramica potrà rappresentare l’industria ceramica italiana nel contesto nazionale e internazionale; una voce unica per presentare le istanze di un comparto industriale sempre più importante per l’economica del Paese e per valorizzare il made in Italy nel mondo.

A cura di Andrea Serri

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