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Andrea Tomasi (Fondazione Inarcassa): bene Jobs Act ma mancano equo compenso e garanzia pagamenti

Per il vertice della Fondazione Inarcassa è l’occasione per predisporre un sistema idoneo di tutela per i lavoratori.
Andrea Tomasi | Presidente Fondazione Inarcassa
Andrea Tomasi | Presidente Fondazione Inarcassa

Il presidente di Fondazione Inarcassa, Andrea Tomasi, braccio operativo sui temi della professione creato da Inarcassa, commenta l’approvazione del Consiglio dei Ministri del testo che riforma il lavoro di professionisti e partite Iva.
«Il provvedimento è certamente sintomo di una rinnovata attenzione riservata dal Governo al mondo delle partite iva e delle professioni ordinistiche. Un’attenzione confermata dalla nomina del professor Tommaso Nannicini a sottosegretario alla Presidenza del Consiglio col compito, tra l’altro, di lavorare al disegno di legge dedicato ai lavoratori autonomi, così come anticipato dal premier Renzi. Tuttavia ci spiace constatare che il testo del Governo non affronti due questioni di centrale rilevanza per i lavoratori autonomi e quindi anche per i liberi professionisti: il riconoscimento dell’equo compenso e l’introduzione di forme di garanzia per il pagamento delle prestazioni. Temi questi chiave, soprattutto perché il fine del disegno di legge è quello di tutelare il lavoro autonomo, affermandone finalmente la giusta dignità. La ratio stessa del provvedimento risulterebbe, quindi, frustrata se nel corso dell’iter legislativo non trovassero cittadinanza tali punti. E’ una questione di principio, in quanto si tratta di profili che una disciplina organica del lavoro autonomo non può non affermare. E’ finalmente la giusta occasione per predisporre un sistema di tutele per i lavoratori autonomi che si avvicini a quello del lavoro dipendente. Per questo ci auguriamo che Governo e Parlamento continuino a dimostrare la disponibilità al dialogo con le categorie interessate e i professionisti coinvolti, al fine di migliorare ulteriormente il testo in sede di dibattito parlamentare».

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