A Intermat 2024 va in scena la decarbonizzazione

I Saloni Francesi hanno scelto la sede di Assimpredil/Ance per la seconda tappa italiana (la prima è stata Roma) del Roadshow per promuovere la prossima edizione di Intermat (Parigi, 24/27 aprile 2024).

Oltre che per scoprire i contenuti della manifestazione, l’evento è stato l’occasione per capire come sta andando il mercato europeo delle costruzioni e quali saranno i suoi sviluppi futuri.

Allegro ma non troppo

«Il settore delle costruzioni in Europa conta 12 milioni di lavoratori, con oltre 3 milioni di imprese, numeri importanti che danno l’idea di quanto questo mercato sia vitale per l’economia del Continente», ha affermato Riccardo Viaggi, Segretario Generale del Cece.

«Gli industriali europei valutano con un’ottica peggiorativa il futuro, anche se la percezione generale permane ottimista. E i singoli Paesi reagiscono con dinamiche diverse al contesto in cui si trovano, con una Germania sempre meno forte (e comunque con una fetta dal 25% nella torta complessiva), Uk e Francia con rispettivamente il 14 e il 13% e un’Italia che torna ad essere in 4° mercato europeo».

Il mercato quindi si presenta sempre vivace ma con qualche rallentamento dovuto anche all’incertezza sul fronte geopolitico che non invoglia certo investimenti né pubblici né privati.

Un nuovo Intermat

Intermat dovrà quindi tenere conto di questo scenario in continuo mutamento e soprattutto, dopo 6 anni di assenza (l’ultima edizione è stata quella del 2018) dovrà confrontarsi con tecnologie che nel corso di un periodo così lungo si sono costantemente evolute.

Come ha spiegato Christophe Lecarpentier, direttore di Intermat, a Parigi prenderà vita un Forum dello spazio Filiera, una piattaforma tv con un ciclo di tavole rotonde che presenteranno le grandi sfide delle costruzioni, affrontando una tematica al giorno, con uno spazio anche dedicato al mondo del noleggio, che ha la capacità di intercettare per primo le innovazioni e trasmetterle agli utilizzatori perché le scoprano, le provino, le adottino. Ampio spazio verrà dato anche all’industria del calcestruzzo, che verrà rappresentata da un vero e proprio salone a sé, spalmato sia in un’area esterna che interna. E ci sarà poi un polo dedicato alle nuove tecnologie ed energie, con un cantiere connesso e a bassa impronta di carbonio al centro dell’edizione 2024 di Intermat. Previste anche due zone di dimostrazione e il Villaggio Start-up in cui le new entry dell’innovazione tecnologica si presenteranno per offrire i loro prodotti e i loro servizi.

Parola d’ordine: decarbonizzare

Non solo nelle macchine da costruzione, dove il concetto di riduzione delle emissioni è di più facile comprensione, ma nell’edilizia in genere, partendo dai materiali, calcestruzzo in primis, il materiale forse più energivoro che esista insieme all’acciaio. Occorrerà quindi adattare le norme di progettazione e adottare principi di economia circolare per la gestione dei materiali da demolizione e il loro riutilizzo in loco.

Sarà poi necessario sviluppare Bim e strumenti digitali in un’ottica sempre più sostenibile e affinare i mezzi di manutenzione predittiva sia delle macchine degli edifici, per velocizzare tempi, denaro e risorse e ottimizzare la produttività in cantiere.

«Il settore dell’edilizia e delle costruzioni è un attore chiave nella lotta contro il cambiamento climatico», ha affermato Michele Levati, Direttore Ingegneria Civile L22 di Lombardini 22. «Gli edifici e le costruzioni insieme rappresentano il 36% del consumo globale di energia finale e il 39% delle emissioni di anidride carbonica (CO2) legate all’energia, se si include la produzione di energia a monte. L’intensità energetica per metro quadrato del settore globale dell’edilizia deve migliorare in media del 30% entro il 2030 (rispetto al 2015) per essere sulla buona strada per soddisfare le ambizioni climatiche globali stabilite nell’Accordo di Parigi».

Di tutto questo (e di molto altro) si parlerà quindi nella prossima edizione di Intermat, anch’essa in linea con l’impegno di diminuire l’impronta di carbonio grazie a un format di salone ripensato anche in termini organizzativi.

 

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