Ance-Anac | Verso il Nuovo Codice Appalti

Appalti: la novità è il periodo transitorio

Ci sarà un periodo transitorio, si parla di 2-3 mesi, per il Nuovo Codice Appalti in attesa delle linee guida Anac. Questa la richiesta di Raffaele Cantone accolta dal ministro Delrio e con molta probabilità accolta anche dal Consiglio di Stato. Le puntualizzazioni dell’Ance, in particolare sulla norma che interessa i criteri d'aggiudicazione dov’è previsto il massimo ribasso e in tema di subappalto.

Il convegno organizzato dall’Ance e tenutosi ieri avente per tema il Nuovo Codice degli Appalti (che dovrà essere approvato dal Consiglio dei ministri entro il 18 aprile) ha portato al settore una novità: nel testo definitivo verrà inserita una nota riguardante un periodo transitorio di 2-3 mesi nei quali «vivrà» il vecchio regolamento risalente al 2010.
ance convegno appaltiLe richieste di Raffaele Cantone. La proposta del periodo transitorio è stata formulata direttamente dal vertice dell’Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone che ha chiesto alla platea Ance di non abbandonarsi alla depressione e ha confermato gli impegni assunti per l’attuazione del Nuovo Codice Appalti spiegando di avere comunicato alle commissioni parlamentari di riferimento una nota aggiuntiva che funge da riassunto delle correzioni proposte dall’Anac in questi mesi e già ampiamente illustrate in sede di commissioni parlamentari.
Alla folta platea dei costruttori Cantone ha ulteriormente specificato che il rating reputazionale per le imprese deve essere una competenza esclusiva dell’Anac (e nessuna sovrapposizione con le funzioni Soa), la necessità di un potere sanzionatorio Anac nei confronti dei concessionari che non rispettano la quota dell’80% di lavori da affidare a terzi e la previsione di una parziale vincolatività degli atti di regolazione flessibile dell’Anac.

Raffaele Cantone | Presidente Anac
Raffaele Cantone | Presidente Anac

La disponibilità di Delrio. Il ministro per le Infrastrutture, Graziano Delrio, ha subito asserito che il Governo non ha nessun problema a introdurre un regime transitorio in attesa delle linee guida per il Nuovo Codice Appalti. Dice Delrio: «se il presidente Anac chiede 2 mesi di tempo per le linee guida non c’è nessuna opposizione da parte nostra per una riforma di tale importanza. Il Nuovo Codice degli Appalti è un enorme salto in avanti rispetto al passato ma serve prudenza».

Le puntualizzazioni di De Albertis. Il presidente dell’Ance, Claudio De Albertis, ha formulato una serie di puntualizzazioni riguardanti alcuni temi partendo, nel suo intervento, dagli gli indicatori che parlano dell’anno in corso come l’anno della svolta per il settore dell’edilizia e in particolare per il mercato dei lavori pubblici che può beneficiare di alcune condizioni favorevoli per fare quel salto di qualità auspicato da tempo.

Claudio De Albertis | Presidente Ance
Claudio De Albertis | Presidente Ance

«Sul piano finanziario una grande opportunità è rappresentata dalla clausola europea degli investimenti grazie alla quale l’Italia, con un aumento di spesa  per 5, 1 miliardi di euro, può attivare il cofinanziamento di programmi infrastrutturali per il valore di 11.3 miliardi di euro. È necessario però dare prova di efficienza e di competitività del sistema Paese. I meccanismi di spesa delle pubbliche amministrazioni vanno disincrostati, i progetti devono rispondere agli obiettivi di qualità e di efficienza che i territori necessitano e le imprese devono cambiare il proprio approccio per realizzare prodotti capaci di rispondere alle esigenze dei cittadini.

Sul piano normativo
la nuova riforma del Codice degli Appalti è lo strumento necessario per imprimere una svolta in termini di semplificazione e legalità in un mercato che in questi anni non ha dato buona prova di sé. Bene quindi lo spirito della legge Delega approvata dal Parlamento che ci auguriamo trovi piena attuazione all’interno del codice, in dirittura d’arrivo. Per raggiungere questo obiettivo è necessario un ultimo sforzo in chiave di chiarezza e di rispetto della concorrenza che deve valere per tutti. Bene quindi la riduzione delle norme e l’introduzione di una soft regulation affidata all’Anac. Attenzione però a che queste linee siano cogenti e che venga garantito un adeguato periodo transitorio in modo da assicurare un passaggio ordinato tra la vecchia e la nuova normativa.

Nel Nuovo Codice
, tra i principi, c’è quello della tutela della concorrenza. Per questo come Ance siamo assolutamente contrari a qualsiasi passo indietro sulla norma che impone ai concessionari, che non hanno vinto in gara la propria concessione, di mettere sul mercato l’80% delle opere di loro competenza. Così come va tutelato il principio che le gare vanno fatte sempre per evitare rendite di posizione e assicurare opere di qualità e con costi adeguati.

Attenzioni specifiche merita il tema della qualificazione
. Bene, dunque, la scelta del Governo di mantenere il regime Soa che però deve essere fortemente rivisto, rafforzando i controlli sui soggetti certificatori e puntando sui requisiti ‘reputazionali’, che mirano a valorizzare le imprese sane, corrette e che hanno eseguito bene le opere.

Tra gli aspetti critici
ci preme segnalare la norma che riguarda i criteri di aggiudicazione laddove si prevede il massimo ribasso con verifica della congruità delle offerte fino a 1 milione di euro. Una soglia entro la quale è racchiuso l’84% circa dei bandi di gara. Meglio sarebbe, invece, in chiave di semplificazione e rapidità delle procedure, consentire il massimo ribasso con l’esclusione automatica delle offerte anomale, attraverso metodi antiturbativa da tempo proposti dall’Ance e in parte recepiti dal Codice, e innalzando la soglia di applicazione a 2,5 milioni di euro.

Per quanto concerne il subappalto
occorre specificare che, in caso di pagamento diretto da parte della stazione appaltante, il subappaltatore è l’unico responsabile di eventuali inadempienze retributive e contributive nei confronti dei propri dipendenti. Si ritiene inoltre che la previsione di indicare in sede di gara una terna di subappaltatori non risponde a un’esigenza di trasparenza, visto il lungo arco temporale che intercorre tra le proposte in gara e la realizzazione dell’opera».

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