Ingegneria Sismica Italiana | Basilica di San Benedetto di Norcia

Approccio multidisciplinare per la conservazione e il restauro del patrimonio architettonico

L’associazione degli ingegneri strutturisti esperti in sismica, a seguito della elezione della commissione di indirizzo per l’intervento definitivo di recupero della Basilica di San Benedetto di Norcia, ha offerto la propria consulenza sottolineando la mancanza di figure di categoria che possano assicurare l’edificio sicuro e durevole.

Il ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo (Mibact) ha recentemente istituito la commissione d’indirizzo per l’intervento definitivo di recupero, restauro e ripristino, della Basilica di San Benedetto di Norcia.

L’associazione Isi, Ingegneria sismica italiana, preso atto della commissione eletta e stante l’assenza della categoria degli ingegneri tra i suoi componenti (un solo ingegnere tra gli 11 membri), ha offerto la propria collaborazione affinché per i lavori della Basilica si possano tenere in debito conto gli aspetti strutturali e di vulnerabilità sismica del manufatto, nonché delle più moderne tecnologie di recupero disponibili per raggiungere alti obiettivi di sicurezza.

La piazza centrale di Norcia dopo il sisma.

L’importanza della commissione multidisciplinare

Il valore aggiunto di una collaborazione costruttiva tra ingegneri strutturisti esperti in sismica e recupero e architetti e tecnici della conservazione può portare a un innalzamento culturale dell’approccio al recupero conservativo coniugato al miglioramento sismico di edifici monumentali. La vera forza di una commissione d’indirizzo dovrebbe proprio stare nella diversità dei suoi membri, che possono arricchire la ricerca delle soluzioni con prospettive differenti.

Lamenta l’Isi | Pochi ingegneri tra i comitati tecnico-scientifici

«La presenza degli ingegneri all’interno degli organi consultivi centrali del Mibact è cronicamente limitata. Non è presente alcun ingegnere nel Consiglio superiore del Beni culturali e paesaggistici, il massimo organo consultivo del Ministero, e la stessa assenza è riscontrabile nei comitati tecnico-scientifici. Negli istituti centrali, nazionali e autonomi e organi periferici del Ministero (segretariati regionali, poli museali regionali, soprintendenze) si stima una presenza inferiore al 2% d’ingegneri mentre tra i 587 funzionari nuovi assunti dal Ministero con il concorso 2016/2017 non troviamo alcun ingegnere. Ciò è paradossale, se consideriamo che i maggiori danni che si sono riscontrati nei terremoti passati, anche recenti, hanno riguardato soprattutto edifici storici e vincolati, in particolare chiese e luoghi di culto che, per la loro conformazione e per la debolezza strutturale insita in essi, risultano fra quelli più vulnerabili. Sentiamo l’esigenza di ribadire la coerenza con i principi metodologici cui il Mibact si richiama, come il Primo Principio della Carta Icomos 2003 (International Council on Monuments and Sites: la conservazione ed il restauro del patrimonio architettonico richiedono un approccio multidisciplinare. In merito al caso della Basilica di San Benedetto, Isi ha deciso di offrire la propria collaborazione per una ricostruzione sicura e durevole del patrimonio culturale fornendo la necessaria preparazione in diversi campi come il calcolo strutturale, la geologia e la geotecnica. Con la collaborazione di professionisti specializzati nelle varie discipline è possibile un approccio corretto  per una problematica così delicata. La collaborazione offerta non è dunque una marcatura del territorio da parte di una categoria di professionisti sugli altri, ma un coscienzioso allarme per evitare la definizione di criteri d’indirizzo non supportati dalle necessarie conoscenze. Ai termini di legge, i luoghi di culto possono essere aperti al pubblico dopo un intervento di miglioramento sismico conservativo solo perché un ingegnere si assume la responsabilità di firmare la valutazione di sicurezza obbligatoria prevista dal punto 8.3 delle Ntc (Norme Tecniche delle Costruzioni). Così facendo i rischi connessi alla conservazione restano in capo esclusivamente agli ingegneri, rischi che spesso possono essere notevolissimi. Nel recente terremoto in Emilia, ad esempio, c’è mancato davvero poco: il 20 maggio 2012 era domenica e le chiese sarebbero state gremite per le moltissime funzioni religiose (comunioni, matrimoni) previste per quella giornata. Il sisma è arrivato prima dell’alba (ore 4.03) e le chiese erano fortunatamente ancora vuote. Questo evento ha sottolineato nuovamente come sia naturale e, per certi versi ovvia, la richiesta di mettere insieme, in tutte le fasi di un percorso progettuale e, soprattutto, in quella che ne detterà i criteri metodologici, professionisti diversi: storici, architetti e ingegneri».

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