Cooperative di produzione e lavoro | Assemblea nazionale

Carlo Zini (Ancpl): «servono nuove norme e fonti di finanziamento. Al Governo chiediamo di rivedere la riforma delle Bcc»

Per il vertice dell’Ancpl giudizio positivo per le riforme avviate dal Governo. Necessario è riflettere sul rapporto tra la proprietà cooperativa e le nuove necessità finanziarie anche in base alle esperienze realizzate in tema di costituzione di società di capitali a controllo cooperativo.

Un’attenzione particolare al tema della rigenerazione urbana, un nuovo ruolo per i consorzi cooperativi e una loro forte integrazione, il rapporto tra proprietà cooperativa e nuove necessità finanziarie, l’auspicio che si sviluppi il mercato del lavoro sono i temi emessi dall’assemblea dell’Associazione nazionale delle cooperative di produzione lavoro (Ancpl) tenutasi a Bologna e aperta dal presidente Carlo Zini.

Il presidente Ancpl Carlo Zini durante l'Assemblea nazionale.
Il presidente Ancpl Carlo Zini durante l’Assemblea nazionale delle Cooperative di produzione e lavoro.

L’indagine congiunturale.
Anche per il settore cooperativo delle costruzioni il 2015 si è rivelato «l’anno orribile», il più difficile di questa lunga crisi che in 8 anni ha bruciato posti di lavoro e disintegrato alcune realtà imprenditoriali che avevano avuto origine sin dai primi anni del ‘900. Eppure accanto a molti dati negativi si sono registrate buone performance di altre cooperative del comparto delle costruzioni, soprattutto di quelle che avevano già intrapreso l’internazionalizzazione e una specifica specializzazione, insieme ad alcune cooperative del manifatturiero. Non sono mancati poi casi di «workers buyout», cooperative nate dalla crisi di aziende private che hanno così dato continuità alla produzione aziendale e continuità all’occupazione.
Sono dati questi evidenziati anche dalla indagine congiunturale dell’Ufficio studi di Ancpl condotta su un panel di 220 cooperative che ha confermato il miglioramento e la stabilizzazione del sentiment delle imprese nel corso del secondo semestre del 2015 mentre nelle prime settimane del 2016 sembra prevalere la cautela con un incremento del +2,2% degli occupati dal giugno 2014 alla fine del 2015, quale risultante tra il saldo positivo del manifatturiero e quello negativo nell’edilizia .
Come spiega una nota dello stesso Ufficio studi «I valori complessivi di fatturato (+3,1% sul 2014) e produzione (+4,1% sul 2014) risultano influenzati da una prestazione meno performante delle imprese di grandi dimensioni rispetto alle cooperative medio-piccole. L’andamento particolarmente positivo della redditività pare invece attribuibile ad alcune grandi imprese (redditività operativa 12,3%; utile +45,6%), dalle industriali (redditività operativa 10,4%; utile +30,6%), mentre risulterebbero ancora in sofferenza le cooperative del comparto dell’edilizia (redditività operativa – 3,5%; utile -9,1%) e di piccola dimensione (redditività operativa -4,4%; utile -5,4%)».
La propensione all’investimento in chiusura d’esercizio è risultata meno positiva rispetto alle aspettative manifestate negli ultimi semestri. Si è di fronte ad un mutamento del mercato e dei bisogni della popolazione: sono cambiate le sensibilità, le norme, come quelle sugli appalti, sul consumo di suolo e, per quanto riguarda il comparto dell’edilizia, ha sottolineato Zini «ci si dedicherà soprattutto alla rigenerazione urbana e del territorio e sempre meno alla realizzazione di nuove costruzioni». Tendenza questa che deve essere accompagnata da un apparato nomativo adeguato, procedure più rapide, accesso a finanziamenti per piani d’area e anche per interventi più limitati. Il tema sul quale si farà il punto il 14 marzo in un apposito convegno promosso da Ancpl, Legacoop Emilia-Romagna e Legacoop Bologna.
Cooperative edilizieConsorzi cooperativi. Una situazione nella quale assumono un ruolo nuovo anche i consorzi cooperativi «che dovrebbero recuperare pienamente la loro missione commerciale caratteristica» e offrire soluzioni integrate che tengano assieme produzione, servizi, manutenzione, sociale, cultura. Consorzi, dalle costruzioni ai servizi, che devono sempre più integrarsi tra loro, così come accadrà per le associazioni cooperative della produzione e lavoro e dei servizi, Ancpl e Legacoop servizi, destinate a fondersi in una unica associazione anche in vista della imminente nascita dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, la casa unitaria nella quale dal 2017 confluiranno pienamente Legacoop, Confcooperative e Agci.
Capitalizzazione e riforma delle Bcc. Un ampio passaggio della relazione è stato dedicato al tema delle risorse finanziarie e della capitalizzazione, da sempre punto dolente nelle strategie delle imprese cooperative imprese che, per natura giuridica, non possono ricorrere al mercato privato dei capitali. «Occorre riflettere sul rapporto tra la proprietà cooperativa e le nuove necessità finanziarie anche alla luce delle esperienze realizzate in tema di costituzione di società di capitali a controllo cooperativo e di emissione di strumenti finanziari complessi. È evidente che il mercato in cui si opera, specie se a livello internazionale, pone esigenze non convenzionali. C’è bisogno di interventi, anche normativi, per crescere e far in modo che il sistema cooperativo possa essere realmente competitivo sui mercati globalizzati, con i quali deve ormai confrontarsi non solo per svilupparsi, ma anche per non perdere le posizioni raggiunte» ha rilevato Zini dando un giudizio positivo sull’azione del Governo per quanto riguarda l’Europa e per una serie di riforme (Job’s Act, pubblica amministrazione, appalti, Cooperazione internazionale) e contrarietà per la riforma delle Banche di credito cooperativo in quanto viene violato «un principio sacrosanto dell’ordinamento cooperativo, ossia l’indivisibilità delle riserve accantonate nel tempo, patrimoni accumulati dalle generazioni passate e che appartengono alle generazioni future».
Zini al Governo ha chiesto un ripensamento «non ci nascondiamo una duplicità di sentimenti in questo momento. Il primo non è lieto, perché rispecchia la grave preoccupazione per tutte le cooperative colpite dalla crisi, per i tanti posti di lavoro persi. Il sentimento lieto che proviamo invece è nel proporci un obiettivo unitario, integrando settori per essere competitivi nelle nuove sfide che il mercato ci pone e per dare nuovi valori alle nostre attività d’impresa. Se oltre mezzo secolo di vita del settore di produzione e lavoro sarà al servizio di questo nuovo progetto strategico anche il pensiero di dover chiudere quest’esperienza è superato dalla volontà di andare avanti per una nuova impresa che ci auguriamo più grande. È una sfida difficile. Nel nostro linguaggio, non dovremo essere semplici costruttori, pur grandi, ma imprenditori cooperativi con una visione globale dello sviluppo e del fare impresa».

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