Progetto europeo Cdw Circle per rigenerare materiali edili

Cdw Circle: un progetto per riciclare il 100% dei rifiuti edili

Presentata nell’auditorium dell’Eseb l’iniziativa pilota per valorizzare gli inerti da costruzione e demolizione

Brescia è capofila di un nuovo progetto di ben più ampio respiro e rilevanza territoriale che punta a valorizzare e riutilizzare i rifiuti da demolizione per reinserirli nel processo produttivo, favorendo un approccio circolare per lo sviluppo sostenibile della filiera delle costruzioni.

Il tavolo dei relatori (Ph Only Crew Giuseppe Zanardelli Fotolive)

L’iniziativa, presentata al pubblico nell’Auditorium di Eseb (Ente Sistema Edilizia Brescia) con il titolo completo “Value-added recycled materials from construction and demolition waste – Cdw Circle”, ha l’obiettivo di riciclare il 100% dei Cdw (Construction and Demolition Waste, ovvero rifiuti da costruzione e demolizione) attraverso una tecnologia di selezione radicalmente innovativa che permette di separare le frazioni inerti (come aggregati, mattoni, piastrelle) e consentire la produzione di materie prime secondarie a valore aggiunto da riutilizzare nel settore delle costruzioni.

Il trattamento dei rifiuti da demolizione e costruzione

Il comparto impiega circa il 50% delle principali materie prime disponibili e allo stesso tempo, secondo Eurostat, genera oltre il 33% del totale dei rifiuti prodotti in Europa.

I dati Anpar Italia riferiscono che solo il 7% del Cdw (Construction and Demolition Waste) riciclato viene oggi riutilizzato per produrre nuovo calcestruzzo per applicazioni strutturali e non strutturali, mentre la maggior parte dei Cdw minerali viene declassata per essere utilizzata come stabilizzatore per marciapiedi, ferrovie e altre opere civili (82%) oppure operazioni di riempimento (11,5%). Dati che lo caratterizzano come uno dei principali settori industriali per quanto concerne il consumo di materie prime e la produzione di materiali di scarto nell’Unione europea.

Cdw Circle, che beneficia del cofinanziamento di circa 2,2 milioni di euro a fondo perduto del programma Life (principale strumento finanziario dell’Unione europea dedicato all’ambiente e all’azione per il clima), prevede lo studio e la realizzazione, coinvolgendo i partner Cavart e Binder+Co, di un nuovo impianto pilota, successivamente installato in uno dei siti autorizzati del Gruppo Gatti di Lograto (Brescia), capofila del progetto, e capace di trattare oltre 90mila tonnellate all’anno di Cdw, proponendosi quale precedente emblematico di sostenibilità ed economia circolare a livello nazionale ed europeo nel trattamento dei rifiuti da demolizione e costruzione.

L’iniziativa impegna, oltre alle aziende Cavart (Bergamo) e Binder+Co (Austria), anche Regione Lombardia, Ente Sistema Edilizia Brescia, Università degli Studi di Brescia e un pool di imprese bresciane: Gruppo Gatti Spa, Pavoni Spa e Prandelli Santo Srl, con il supporto del Csmt (Innovative Contamination Hub), a cui è affidato lo sviluppo successivo del project management.

Cdw Circle testerà i suoi prodotti finali a Brescia e, a seguito della fase di test, i partner svilupperanno modelli di business adeguati, supportando la catena di approvvigionamento della nuova nicchia di mercato e la creazione di un ecosistema con le parti interessate attive nel settore.

Un progetto per far crescere l’economia circolare

Gli interessati possono approfondire la conoscenza dell’iniziativa trovando maggiori informazioni sullo spazio web dedicato al progetto: www.eseb.it/cdwcircle. Un progetto considerato da molti addetti ai lavori una possibile efficace chiave di volta per far crescere l’economia circolare.

Corrado Gatti (Ph Only Crew Giuseppe Zanardelli Fotolive)

Ne è convinto l’imprenditore Corrado Gatti, amministratore delegato dell’omonimo Gruppo protagonista con il ruolo di capofila dell’innovativo progetto di respiro europeo e con il concreto sostegno di Regione Lombardia: «Sono anni che parliamo di economia circolare ma se pensiamo ai tre milioni e mezzo di tonnellate di scorie edili prodotte annualmente in provincia di Brescia, per motivi tecnici e normativi rimangono in buona parte stoccate sul piazzale delle aziende che le macinano; altre vengono utilizzate come sottofondi stradali. O finiscono in discarica. Il nostro progetto, Cdw Circle, unico a livello europeo, non tritura indistintamente gli inerti da demolizione come accade oggi: vengono selezionate con un lettore ottico che funziona grazie all’intelligenza artificiale».

In tal modo il calcestruzzo viene tritato e si ricava la sabbia per produrre altro calcestruzzo; i mattoni vengono macinati e si ottengono malte per gli intonaci, un procedimento che risale agli antichi romani. «Al termine del ciclo di rigenerazione – continua Gatti – mettiamo sul mercato dei prodotti dalle caratteristiche del tutto simili al nuovo. Dobbiamo incentivare queste scelte tecnologiche oppure non si riuscirà a rispettare gli obiettivi di recupero di inerti previsto dal piano cave».

Decarbonizzare il settore del costruito

Al convegno di lancio hanno partecipato in presenza oltre duecento professionisti del settore e moltissimi altri si sono collegati on line: ingegneri, geometri e architetti iscritti agli ordini professionali di riferimento, imprenditori dei settori dell’estrazione e delle costruzioni.

Paolo Bettoni (Ph Only Crew Giuseppe Zanardelli Fotolive)

Al tavolo, ad aprire i lavori coordinati dal direttore di Eseb Antonio Crescini, è stato il presidente di Eseb Paolo Bettoni, insieme a Riccardo Trichilo (Ad di Csmt), ad Alberto Bonetti dell’Ordine degli Ingegneri Brescia, Giovanni Plizzari e Sabrina Sorlini (dipartimento Dicatam dell’UniBs), l’ad del gruppo Gatti (coordinatore del progetto) Corrado Gatti; Francesco Onori (chief operating officier di Cavart) e due relatori internazionali: César Seoanze, collegato da Bruxelles come project advisor del progetto Cinea (Agenzia esecutiva europea per il clima, l’infrastruttura e l’ambiente) e Georg Weingrill, responsabile di prodotto per Binder + Co, quindi per Regione Lombardia, la funzionaria Paola Zerbinati, intervenuta sul tema dell’uso di aggregati da riciclo, per approfondirne normativa, indirizzi e prospettive.

Giorgio Maione

A significare la rilevanza che il progetto assume per Regione Lombardia, c’è stato l’intervento conclusivo dell’assessore regionale all’Ambiente Giorgio Maione, che nell’occasione ha anche ricordato la recente approvazione del Consiglio regionale del Piano cave per la provincia di Brescia, da 43 milioni di metri cubi, ai quali si aggiungono 9,1 milioni di metri cubi di inerti da recupero.

 

L’assessore regionale all’Ambiente ha evidenziato l’impegno del suo assessorato e dell’ente presieduto da Attilio Fontana per decarbonizzare quanto più possibile anche il settore del costruito, «con iniziative concrete come quella, particolarmente innovativa, racchiusa nel Cdw Circle, che sosteniamo con convinzione, anche per la serietà degli attori coinvolti nel progetto».

Il vantaggio economico dei materiali rigenerati

La presentazione dell’interessante iniziativa è stata anche l’occasione per comprendere come mai vi siano ancora riserve sull’impiegare inerti da recupero, soprattutto perché non mancano voci perplesse in merito a possibili presenze di sostanze inquinanti al loro interno.

Corrado Gatti ha evidenziato come si registrino da più parti timori circa i possibili controlli e procedimenti, indicando come a tal proposito siano, però, sempre effettuati appositi test di cessione.

Secondo l’imprenditore il vero freno si deve alle committenze del settore pubblico, ricordando a tal proposito, l’esistenza di una legge che impone l’utilizzo del 5% di materiali da recupero. «Ma ci sono – sottolinea Gatti – Province, Regioni e grandi società pubbliche che ne vietano l’uso nei capitolati d’appalto, nonostante lo scorso settembre ci sia stata l’approvazione di un decreto end of waste per il riutilizzo di inerti d’edilizia. Decreto che ancor prima di entrare in vigore è stato prorogato a novembre 2024. Agli imprenditori servono certezze normative, che consentano di utilizzare questi materiali».

Oltre a contribuire a migliorare l’ambiente, i materiali rigenerati rappresentano anche un vantaggio economico rispetto a quelli tradizionali. Motivi più che validi, su vari fronti, per sperimentare e trovare strade nuove, burocrazia permettendo, per l’ottenimento di risultati migliori. Il progetto europeo sostenuto da Regione Lombardia va in tale direzione. Nei mesi a venire si conosceranno i risultati di tanto impegno e dei notevoli investimenti affrontati con convinzione da più attori.

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