Edilizia storica | Venezia

Riqualificazione e restauro del complesso dell’Ex birrificio Pilsen

Nello storico complesso dell’Ex birrificio Pilsen, a Venezia, presso il Bacino Orseolo, è stato realizzato un polo commerciale. Collocato nelle immediate vicinanze di Piazza San Marco, il complesso esistente è composto da due edifici, il primo risalente all'800, l’altro al ‘900. Nel corpo di fabbrica ottocentesco sono stati conservati i prospetti originali e i negozi su Calle Frezzaria. Sono state conservate le murature portanti, con significativi cambi di quota per i principali impalcati interni. L’edificio novecentesco è stato demolito, fatta eccezione per i prospetti su Bacino Orseolo e Calle Zorzi, mantenuti in opera durante i lavori attraverso un articolato sistema di sostegno in carpenteria metallica. Realizzate una nuova struttura metallica con una copertura a capriate che ha lasciato l’ultimo piano dell’edificio completamente libero da supporti interni.

Collocato nelle immediate vicinanze di Piazza San Marco, il complesso dell’Ex birrificio Pilsen, a Venezia, presso il Bacino Orseolo, si compone di due edifici, il primo risalente all’800, l’altro novecentesco. I lavori di riqualificazione hanno ridestinato l’immobile a polo per boutique di lusso.

L’edificio al termine dei lavori sulle facciate vincolate | ©Arch. Alberto Torsello

Nel corpo di fabbrica ottocentesco sono stati conservati i prospetti originali e i negozi su Calle Frezzaria. L’edificio novecentesco è stato demolito, fatta eccezione dei prospetti su Bacino Orseolo e Calle Zorzi.

Ing. Sandro Favero | Ad F&M Ingegneria.

Ing. Sandro Favero | Ad F&M Ingegneria

«Abbiamo dovuto porre attenzione principalmente a due temi: l’analisi del contesto fortemente edificato della città lagunare, e le nuove strutture. L’ambiente in cui sorgono gli edifici risulta fortemente confinato da una serie di calle con un calibro variabile da 1 ad 1,5 m di larghezza. Da questo sistema viario acquatico si è dovuto studiare un sistema di approvvigionamento dei materiali ad hoc, fatto di tecnologie il più possibile prefabbricate, leggere e di dimensioni modeste in modo da poter essere facilmente trasportate e poste in esser all’interno del cantiere. Per questo il General Contractor ha realizzato un sistema ingegnoso di carrucole in grado di rispondere puntualmente a tutti i bisogni di cantiere. La staticità delle nuove strutture del fabbricato hanno portato allo sviluppo di un procedimento di posizionamento di un telaio metallico interno dei fabbricati che una volta assemblato ha realizzato di fatto un nuovo scheletro a cui sono state successivamente agganciate le facciate, anch’esse oggetto di lavorazioni, che ha consentito di poter procedere con la demolizione delle vecchie strutture. Sulla linea dell’utilizzo di tecnologie leggere anche gli impalcati sono stati realizzati in legno. La combinazione di queste due tecnologie ha permesso di ottenere una struttura snella e al contempo resiliente. Un ulteriore miglioramento sismico dell’intero complesso edilizio è stato ottenuto mediante l’utilizzo d’intonaci armati sulle superfici verticali».

La struttura del ‘900

L’edificio novecentesco è stato svuotato all’interno mentre le tre facciate, vincolate, sono state preservate e puntellate in corso d’opera. Sono state prese in considerazione diverse opzioni di struttura di sostegno temporanea delle facciate durante i lavori di demolizione e i lavori di costruzione.

Ogni opzione è stata valutata in termini di costi, programma, capacità di soddisfacimento dei vincoli del cantiere e complessità nell’interfaccia con le opere permanenti. La soluzione vincente è stata quella di utilizzare fin da subito le opere d’acciaio in modo permanente. Ciò ha significato che le strutture portanti di progetto sono state inserite prima di demolire la struttura portante esistente per fornire una stabilità temporanea alle facciate mantenute.

Questa opzione poteva essere perseguita in quanto i livelli di pavimento del progetto non coincidevano con quelli esistenti ed è stata considerata la più appropriata in quanto le opere temporanee sono state successivamente eliminate. Ciò ha consentito una costruzione più veloce, connessioni con le strutture esistenti molto ridotte e basse quantità di materiale da risulta delle lavorazioni.

Poiché in questa opzione l’acciaio è stato coinvolto sia come struttura temporanea e sia come struttura permanente, il progetto è stato adattato per adeguarsi alla sequenza di costruzione, è stato sviluppato un modello strutturale dettagliato con l’acciaio costruito in ogni fase e calcolato l’acciaio per resistere sia ai carichi temporanei che a quelli finali complessivi. La struttura portante è a telaio controventato d’acciaio, gli impalcati sono in legno con getto collaborante in calcestruzzo.

Le fondazioni sono su pali Ø 220 mm e lunghi 9 m realizzati con la tecnica della lenta infissione, tecnica che consente di anticipare il getto della platea all’infissione dei micropali mentre la platea ha costituito zavorra di contrasto. Il telaio strutturale aveva una maglia variabile di 5×5 m con interpiano medio pari a 3.8 m, le colonne corrispondono ai profili Hea 280, le travi sono Heb240 e Heb300 con cappa collaborante, i controventi sono coppie di Upn 240.

I movimenti verticali relativi tra nuovi telai in acciaio,costruiti su fondazioni di pali, e le pareti perimetrali esistenti su fondazioni superficiali, sono ammessi grazie a una connessione che permette movimenti verticali differenziali, tranne il telaio e la facciata.

La struttura dell’800

Sono state mantenute le strutture originarie: elevazioni in muratura piena e solai in legno. Le elevazioni in muratura piena hanno subito un complesso risanamento per mezzo della tecnica scuci-cuci. Per quanto possibile sono stati recuperati i mattoni originali dalla demolizione o con nuovi elementi di produzione (Ibl).

Gran parte delle murature sono state demolite e ricostruite a causa dell’elevato degrado. Sono stati sostituiti tutti i solai lignei e consolidati quelli in acciaio. Sono state valutate diverse opzioni di demolizione interna e restauro della facciata, la soluzione scelta ha previsto l’inserimento di un nuovo telaio in acciaio portante prima della demolizione della struttura interna esistente. La nuova struttura d’acciaio è stata connessa e unita saldamente alle facciate esistenti con funzione stabilizzante in corso d’opera e funzione strutturale portante permanente per l’intero blocco novecentesco.

Innovativa è stata la tecnica di realizzazione delle fondazioni: i pali, in malta cementizia armata con tubo metallico interno, lunghi 9 m, sono stati lentamente infissi nel terreno utilizzando un martinetto idraulico la cui spinta veniva contrastata con il peso della nuova platea di calcestruzzo. Il grande vantaggio di questa tecnica è stata l’assenza di fanghi di risulta che avrebbero comportato ulteriore aggravio della gestione del cantiere.

Le facciate

Le facciate sono state rinnovate completamente attraverso la stesura d’intonaco in cocciopesto rc-21, fornito da Heres, composto da coppi macinati, sabbia di fiume lavata, legato con cale aerea, calce idraulica naturale ottenuta da calcinazione a bassa temperatura di marne a basso contenuto di sali solubili. Il legante di calce favorisce la migrazione dei sali presenti migliorando la traspirabilità della muratura.

La copertura

Le coperture degli edifici, una volta sistemata la struttura primaria e secondaria, sono state completate attraverso il posizionamento di pannelli Fire B di Stiferite in grado di rispondere in un unico elemento alle esigenze di carattere termico e di propagazione d’incendi. Sopra i pannelli sono stati posati coppi anticati di Tegolaia.

L’invecchiamento artificiale degli elementi di copertura è stato ottenuto attraverso l’impiego di engobbi a base di argille naturali in grado di fornire un aspetto similare al manto di copertura invecchiato naturalmente.

Gestione integrata del cantiere

Nel centro storico di Venezia le sfide di costruzione risultano significative: accesso limitato, lotti confinati, terreno di scarsa resistenza e consistenza, strutture secolari spesso ammalorate, allagamenti e maree.

Ulteriore fattore determinante per i cantieri è quello di limitare l’effetto dei lavori sul turismo, principale fonte di reddito della città. Un modo efficace per superare tali specificità è stata la sinergia tra team di progetto e impresa di costruzione con lo sviluppo simultaneo di progettazione e costruzione, ovvero la “progettazione integrata”, una pratica abbastanza recente ma molto usata a Venezia anche in passato.

Sostanzialmente i principali vincoli del cantiere sono stati la presenza dell’attracco delle gondole in attività con vincoli imposti dall’Associazione dei Gondolieri di Venezia, le attività commerciali e bar affacciati su calle Frezzeria in attività, un piccolo punto di consegna dei materiali (cavana), poco spazio per lo stoccaggio dei materiali impiegati nelle lavorazioni, i ponteggi in quota stretti e immediatamente antistanti alle finestre degli edifici circostanti, dotati di mantovane parasassi e teli antipolvere.

Inoltre vi erano le facciate da preservare e stabilizzare durante le demolizioni interne e successivamente da restaurare, unico transito per lo smaltimento dei materiali, stretto e trafficato dai pedoni e le ridotte fasce orarie di deroga ai rumori. È allora stata sviluppata una strategia per affrontare i vincoli presenti con un lavoro di sinergia tra Studio TA e Studio F&M Ingegneria, il costruttore, Dottor Group spa, e le autorità locali.

Attracco delle gondole

Il bacino Orseolo è uno degli approdi principali di gondole della città di Venezia, essenziale era che i lavori di costruzione fossero eseguiti senza influenzare in modo significativo il passaggio e lo stazionamento delle imbarcazioni.

La strategia messa in atto ha previsto di ridurre temporaneamente di circa 20 mq tale area e conseguentemente predisporre il punto di consegna dei materiali mantenendo al contempo il passaggio dei pedoni lungo la fondamenta che costeggia il bacino Orseolo.

Consegna materiali

La consegna dei materiali è stata sempre complessa e delicata, sopratutto in riferimento ai livelli di marea. Una marea troppo alta non consentiva alla chiatta di passare sotto i ponti e una marea troppo bassa non permetteva alle chiatte pesanti di percorrere in sicurezza i canali fino al cantiere. Il numero di viaggi doveva essere limitato per ridurre l’impatto sul traffico delle gondole.

Le Autorità preposte hanno concesso un solo arco temporale nella giornata in cui effettuare le consegne: al mattino presto. Dottor Group ha di conseguenza ottimizzato al massimo i tempi e le risorse per gestire la compresenza delle gondole nel Bacino Orseolo. Tutto il materiale da costruzione, compresa la gru e le strutture d’acciaio, è stato trasportato in cantiere in questo modo.

Smaltimento materiali

I detriti prodotti con l’avanzamento delle demolizioni sono stati impacchettati manualmente in maniera adeguata all’interno del cantiere, caricati su carrelli elettrici e portati sul molo di San Marco-Vallaresso, a circa 250 metri dal cantiere, dove venivano caricati su apposite barche. Il lavoro di trasporto è stato svolto durante la notte da una decina di operai specializzati.

Consegna della macchina per l’infissione dei pali

La macchina per l’infissione dei pali non poteva essere portata via barca fino al Bacino Orseolo a causa delle sue dimensioni (3×1.8 m, peso di 3.6 t). Questo ha comportato il trasporto della macchina con una chiatta fino al molo vicino piazza San Marco, l’attraversamento di notte e il raggiungimento del cantiere via terra. Il carico massimo ammissibile sul selciato storico di piazza San Marco autorizzato è stato di 4 kN/mq, è stato quindi distribuito il carico su un’impronta di 9 mq ricorrendo a un sistema di diffusione del peso che comprendeva due strati di pannelli lignei, travetti trasversali di legno e binari longitudinali in alluminio.

di Corrado Colombo

CHI HA FATTO COSA

  • Committente Mediterraneo Sviluppo srl
  • General Contractor Dottor Group spa
  • Programmazione e progetto architettonico e direzione lavori TA Architettura
  • Progettazione strutturale F&M Ingegneria spa
  • Impianti Fiel spa e Zara
  • Prevenzione incendi Sicurtecno, P.I. Vincenzo Muzi
  • Bonifiche Eureka srl
  • Direttore operativo opere strutturali Ing. Andrea Marascalchi
  • Coordinatore sicurezza in fase di esecuzione Arch. Antonio Girello
  • Collaudatore opere strutturali Ing. Gianfranco Baldan

CHI HA FORNITO COSA

  • Fornitura e posa strutture metalliche GR Strutture srl
  • Fornitura e posa intonaco fibrorinforzato e intonaco cocciopesto Heres
  • Nuovi solai interpiano edificio ‘800 Legnami Barel
  • Nuovi solai interpiano edificio ‘900 Zanutta spa
  • Fornitura e posa ascensori e scale mobili Schindler

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here