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I marmi scelti peri i lavori di adeguamento liturgico del Duomo di Monfalcone

I lavori di adeguamento liturgico Duomo di Monfalcone sono stati realizzati con marmi Margraf e sono una parte di quelli del progetto complessivo approvato nel 2009, redatto dall’architetto Rodolfo Boscarol di Monfalcone.

La chiesa, precedente al Duomo di Monfalcone e dedicata a S. Ambrogio, fu distrutta nel conflitto 1915-1918; essa custodiva alcune tele venete di Palma il Giovane e mobili intagliati da Matteo Deganutti. La ricostruzione del Duomo, durante il quadriennio dal 1926 al 1929, si basò sul progetto degli architetti romani Gino Benigni e Francesco Leoni e riporta forme neoromantiche.

Duomo di Monfalcone_Presbiterio Basso 600

I lavori di adeguamento liturgico realizzati, sono una parte di quelli del progetto complessivo approvato nel 2009, redatto dall’architetto Rodolfo Boscarol di Monfalcone: tali lavori seguono quelli realizzati negli anni ‘60 – ‘70 in accoglimento di quanto richiesto dai documenti del Concilio Vaticano II e si rapportano alla spazialità architettonica della chiesa esistente.
La definizione longitudinale dello spazio originario è stata mantenuta, assieme alla spazialità di matrice paleocristiana, coniugata alla luminosità (traslata dal romanico) della chiesa esistente. In questo contesto, tutti i marmi utilizzati sono stati forniti da Margraf >>.

Duomo di Monfalcone_Battistero 600

L’asse della chiesa è stato ridefinito mediante una successione di episodi architettonici e liturgici: il sagrato, il portico, la porta, l’asse processionale, con a fianco il battistero in marmo nero Port Laurent, il presbiterio basso in Lipica Unito, con la piattaforma del celebrante in Verde Pavone, l’ambone e lo scalone monumentale in Veselye, la predella dell’altare in Verde Pavone, l’altare in Giallo d’oriente, il ciborio in Bianco Namibia, il crocifisso, l’abside e il catino absidale.
Punto focale della nuova sistemazione liturgica è l’altare, collocato al centro del presbiterio alto del 1929. Tutti i marmi sono stati lavorati e posati, in collaborazione con la ditta Sgubin Marmi, riprendendo in chiave contemporanea l’anticha tecnica a «macchia aperta».
L’altare è rialzato rispetto al piano del presbiterio, da tre gradini in marmo Verde Pavone, che fuoriescono dai limiti dei 4 pilastri del ciborio. La mensa in Giallo d’oriente è sorretta da quattro colonne per lato (i quattro Evangelisti), in Bianco Perlino spazzolato.

Duomo di Monfalcone_Ambone_01 600

Il nuovo ciborio si innalza sopra l’altare, si compone di 4 pilastri sostenuti da una struttura in ferro rivestita in marmo Bianco Namibia, con andamento degradante, in spessore, verso il cielo e di una copertura a volta in piattine di ferro dorate.
Alle spalle dell’altare, sull’asse della chiesa, è collocato, in posizione preminente, l’unico Crocifisso della chiesa, sospeso nello spazio dell’abside.
L’ambone, poggia su un basamento in Verde Pavone che esce dal piano del presbiterio basso, ed è perimetrato da una balaustra a cassettoni in marmo Giallo d’oriente. Sempre sull’ambone è presente la tribuna dell’Evangelo, il cui leggio in Breccia Paradiso, è sorretto da due colonne in Bianco Perlino, a simboleggiare i due angeli che nel Vangelo di Luca annunciano alle Mirofore la resurrezione di Cristo. Verso la navata l’ambone è delimitato da una parete in Bianco Perlino, emblema della pietra sepolcrale.

Duomo di Monfalcone_Altare_02 600

Il luogo della ministerialità liturgica è collocato sul nuovo presbiterio basso, sul lato opposto all’ambone. È costituito di una base che fuoriesce dal presbiterio stesso, in modo da avvicinare il più possibile il celebrante alla sua comunità. La base si configura come uno spesso elemento in marmo Verde Pavone sviluppato orizzontalmente, a equilibrare il senso di verticalità dell’ambone fronti stante. In esso, la sede del celebrante è costituita da una seduta in legno rovere curvato con schienale e braccioli in marmo Giallo d’oriente, a cassettoni solo sul retro.
Il battistero è collocato all’ingresso della chiesa. Il basamento è in marmo nero Port Laurent, di forma ottagonale, secondo la più tradizionale simbologia del luogo. Il fonte battesimale è quello originario scolpito dallo scultore Costantino Novelli nel 1929.

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