Sistema delle costruzioni | Professione e formazione

Il Bim collaborativo

Quali aspetti nella quotidianità della pratica professionale sono spesso e impropriamente associati al concetto di Bim? Il termine è ormai abusato, spesso è rivolto alla produzione esclusiva di modelli tridimensionali rispetto ad alcuni aspetti gestionali assolutamente non secondari.

Esperti Building information modelingNel percorso conoscitivo/esplorativo sulle possibili declinazioni del Building information modeling – inteso nella sua accezione più ampia possibile –  si vuole provare a fare maggiore chiarezza su alcuni aspetti che nella quotidianità della pratica professionale sembrano essere a volte, troppo spesso e impropriamente, associati al concetto di Bim.

Il termine stesso è ormai abusato, spesso inteso rivolto alla produzione esclusiva di modelli tridimensionali rispetto ad alcuni aspetti gestionali assolutamente non secondari. In seconda battuta, proprio per questo motivo, si vuole spostare l’attenzione dai modelli tridimensionali, intesi quale prodotto finale e non veicolo d’informazioni, alle procedure di gestione delle stesse, basamento della metodologia Bim.

I modelli, infatti, visti troppo spesso come il punto di arrivo del workflow Bim, rappresentano, in realtà, il punto di partenza d’informazioni volte alla costruzione e alla successiva gestione e analisi del prodotto finito rappresentando così, di fatto, solo una, seppur importante, quota parte delle informazioni di un ben più complesso processo.

La stessa letteratura evidenzia questo tema cruciale. In particolar modo, la normativa anglosassone, riferimento autorevole, spesso principale per il tema in oggetto, sottolinea come « […] Non tutte le informazioni di progetto saranno create, scambiate e gestite in un formato Bim […] « e, ancora, che « […] tutte le informazioni di progetto, anche se in un ambiente Bim o in un formato convenzionale dovrebbero essere condivise utilizzando un singolo ambiente dati condiviso (Cde – Collaborative Data Environment) […]»apertura

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La rete delle informazioni di progettazione e costruzione nel processo edilizio.

Falsi miti

Metodologia o tecnologia? Molto spesso quando si parla di Bim si adoperano in maniera indifferente, o semplicemente alternata, i termini metodologia e tecnologia. Come già evidenziato in precedenti articoli si vuole fermamente ribadire come il Building Information Modeling rappresenti una metodologia di lavoro.

È pur vero, però, trattarsi di una metodologia di lavoro che si basa sulla gestione e sul flusso delle informazioni e che, pertanto, si fonda anche sulle potenzialità e sulle peculiarità specifiche delle tecnologie che si mettono in campo. Una procedura operativa, infatti, può essere definita solo sulla base delle caratteristiche che lo strumento prescelto consente di adoperare.

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Modello di flusso delle informazioni e dei controlli.

Esiste, quindi, uno stretto connubio metodologia- tecnologia che fa si che il l’acronimo Bim venga accompagnato quasi indifferentemente dai due termini. Il Bim come specifico software. Premesso che si è sottolineata nel punto precedente la natura metodologica del Bim molte volte capita di ricevere richieste di suggerimenti e/o valutazioni su particolari tecnologie in commercio. È, probabilmente, impossibile rispondere a questa domanda perché sarebbe come dire che un veicolo è meglio di un altro.

Entrambi permetteranno di raggiungere la meta prefissata permettendo di percorrere anche strade molto differenti tra loro. È probabile allora che una tecnologia possa risultare migliore di un’altra solo in vista del raggiungimento di un preciso scopo e non in valore assoluto. Torna, quindi, di fatto, nuovamente in evidenza il connubio procedura-tecnologia.

Inoltre, non tutti i software sono in grado di affrontare, eventualmente con la dovuta completezza, le diverse discipline di un progetto e, pertanto, bisognerà defi- nire le regole per cui tecnologie differenti possano dialogare nel rispetto del flusso, della quantità e della qualità delle informazioni al fine di raggiungere lo scopo finale: un progetto unico e completo in termini geometrici, costruttivi e gestionali.

Il Bim come modello unico. In realtà, contrariamente a una convinzione spesso diffusa, il fine di un processo Bim non è quello di avere un modello tridimensionale unico, bensì, quello di avere un unico flusso coordinato d’informazioni, grafiche e non, che permetta di avere un sviluppo progettuale, costruttivo e gestionale completo.

La ricerca di questo ambizioso obiettivo deve avvenire attraverso la condivisione di un unico ambiente di lavoro nel quale prendono vita modelli, anche differenti, creati ad hoc per rispondere a particolari esigenze di disciplina e di gestione delle informazioni, assieme a tutte le informazioni e la documentazione non necessariamente legata ai singoli modelli.

Il Collaborative Data Environment – o Common Data Environment – (Cde) come repository di progetto. Parlare di un unico ambiente condiviso di collaborazione non deve trarre in inganno. Un ambiente di lavoro non può e non deve essere visto come un semplice contenitore nel quale ciascun operatore carica la propria quota parte di progetto pensando che le cosa vadano a posto da sole.

Un ambiente collaborativo e le procedure di gestione e controllo dello stesso sono un aspetto fondamentale del processo generale di progettazione, costruzione e gestione di un manufatto/ infrastruttura. Un sistema al quale tutti gli attori coinvolti devono partecipare anche se con profili diversi a seconda delle responsabilità di progetto, della possibilità di accesso esclusivo a dati di competenza specifica, nel quale non ci si può limitare a caricare materiale scaricandosi di responsabilità.

Un sistema nel quale è possibile e necessario un dialogo attivo dei diversi attori attraverso l’assegnazione di specifiche attività, la segnalazione di problemi sia sui modelli che sui singoli documenti, la notifica di avvenuta/non avvenuta risoluzione di un’attività o un problema. Un percorso iterativo che gradualmente deve portare il sistema alla gestione ottimale del sempre crescente carico d’informazione che i sistemi e i suoi operatori sono chiamati a gestire.

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Metodologia di costruzione logica del modello 4d.
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Metodologia di costruzione logica del modello 5d.

Ambienti e procedure di collaborazione

La fase esecutiva del processo edilizio e, quindi, l’attività di organizzazione del cantiere è una attività complessa che coinvolge diversi aspetti e ambiti: la sicurezza, gli obblighi normativi, le buone pratiche organizzative, un’adeguata analisi dei costi della sicurezza, una consapevolezza del proprio ruolo e delle proprie responsabilità da parte dei committenti, delle imprese dei coordinatori per la sicurezza.

L’insieme di questi temi e aspetti deve essere coordinato e supportato, per una gestione ottimale del cantiere edile, da un significativo schema di gestione documentale. Spesso, nella realtà operativa, nella quotidianità della professione, la compilazione dei documenti, la gestione amministrativa e documentale della fase esecutiva viene vista dagli operatori come un mero peso burocratico.

Questa percezione tuttavia non risulta sempre corretta. Il documento rappresenta ancora oggi, lo strumento per trasferire dati, informazioni, comunicazioni d’opera. Quale che sia la forma del documento, cartaceo o digitale, non vi è ancora una soluzione operativa che possa sostituire detto strumento; in altre parole, non vi è una metodologia che possa sostituire o superare lo scambio d’informazioni tra diversi soggetti attraverso la produzione di documentazione idonea, ne si vede attualmente altra soluzione per dimostrare l’avvenuto rispetto del dettato normativo.

Si assume che per tutte le attività svolte nei cantieri temporanei o mobili è necessario predisporre una specifica documentazione relativa anche al tema della sicurezza. Sicurezza che non deve essere vista come un mero obbligo normativo, ma come un’opportunità di corretta valutazione dei rischi all’interno del cantiere e un notevole miglioramento delle condizioni lavorative e, di conseguenza, volta a una riduzione dei tempi di lavoro.

Senza dubbio la quantità e la complessità dei documenti previsti dalla normativa è elevata cosi come molteplici sono gli adempimenti ai quali i datori di lavoro, i responsabili dei lavori e i coordinatori della sicurezza devono sottostare e ai quali devono ottemperare. La documentazione prevede documenti a carattere generale (notifica preliminare, piani di sicurezza, piani di lavoro, tesserini di riconoscimento, ecc.) e documentazione specifica relativa ai macchinari e alle attrezzature (dichiarazioni Ce delle attrezzature, registri di controllo).

Per una corretta gestione documentale e sostanziale del cantiere è necessario predisporre un sistema che consenta sia la conservazione e l’aggiornamento documentale di cantiere che una rapida e agevole consultazione, con opportuni criteri di accesso, da parte delle figure incaricate.

A tal proposito, la Normativa prevede quelli che devono essere i documenti necessari alla gestione della sicurezza, le figure incaricate e i relativi obblighi e, altresì, che gli stessi documenti debbano subite variazioni in base all’evoluzione dei lavori in cantiere. Conservare la documentazione, rappresenta uno degli adempimenti più importanti e delicati per la gestione della sicurezza. Nell’ottica di una necessaria e auspicabile evoluzione del settore edile, anche la gestione documentazione deve innovarsi e seguire lo sviluppo della tecnologia.

Gli sviluppi relativamente recenti legati alle tecniche dell’informazione e della comunicazione hanno modificato il modo di concepire i documenti e gli strumenti per trasmettere la conoscenza in un processo tuttora in corso di evoluzione. Il complesso delle attività di gestione documentale richiede, ormai improrogabilmente, la necessità di «informatizzazione» dei processi documentali, in modo da ottenere risposte con tempi e modalità rapide.

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Tra le diverse piattaforme operative in grado di soddisfare i requisiti di un’ambiente Cde presentiamo a titolo di esempio una soluzione italiana: Building in Cloud (Bic). Bic rappresenta un efficace modo di creare, condividere e gestire tutte le informazioni relative a un edificio e al suo processo di creazione; gestisce tutte le fasi del ciclo di vita di un edificio supportando e coordinando le attività di lavoro dei progettisti, dei costruttori e dei proprietari/società di gestione per facilitare il rispetto del budget, dei tempi e della qualità dell’opera. La tecnologia basata su cloud consente di disporre di una piattaforma senza necessità di disporre di personale It o server dedicati. Per questo motivo tutte le attività di Project, Asset e Facility Management sono sempre aggiornate e accessibili da qualunque device.
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La gestione ottimale del team di lavoro in un progetto o in una attività complessa sono uno dei requisiti fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi di tempi, costi e qualità di un progetto. Building in Cloud ha re-immaginato un modo più produttivo ed efficiente di svolgere le attività in team. Le attività e le comunicazioni del team sono centralizzate in un unico posto sempre accessibile in modo trasparente e tracciabile. Sono previste funzionalità di accesso e di sicurezza dei dati basati sui ruoli ritagliati su misura per gruppi di lavoro Aec (Architectural Engineering Costruction). Bic consente ai membri del team autorizzati di accedere ai dettagli del progetto gestire attività o risolvere problemi oltre ad avere accesso e condividere documenti.
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Il modulo Document Management consente di gestire la condivisione dei file, storicizzando le revisioni e il caricamento di nuovi documenti, durante tutta l’arco di vita dell’edificio, sia esso in fase di progettazione, costruzione o manutenzione. È possibile caricare, visualizzare e condividere con tutto il tuo team di lavoro documentazione in ogni tipo di formato mantenendo attiva tutta la storia dell’edificio.

Cad e procedure

Le differenze che una procedura Bim porta alla luce rispetto i tradizionali workflow di lavoro sono molteplici e non riguardano quindi, seppur tema di per se già potenzialmente complesso, la creazione di modelli strutturati e pienamente fruibili, ma la gestione di tutte le informazioni necessarie alla gestione di un processo di cui il progetto grafico è solo uno step.

Il prof. arch. Vittorio Caffi, Ceo di Anafyo Sagl, intervistato nei mesi scorsi, concludeva la sua intervista con una riflessione semplice e pungente: «il Bim è il Cad che avremmo sempre voluto». Le tecnologie Cad non impedivano la creazione di modelli geometricamente complessi ma non consentivano di collegare quegli stessi modelli ai processi e ai documenti cui erano strettamente legati.

Un corretto approccio al Bim, pertanto, non può essere visto esclusivamente come l’apprendimento di una tecnologia volta alla modellazione ma, di contro, alla comprensione delle logiche necessarie affinché quella stessa modellazione possa essere parte integrante, condivisa e strutturata del processo progettuale, costruttivo e manageriale.

Per una corretta gestione di un flusso d’informazioni è, pertanto, necessario avere un idoneo ambiente di lavoro. Disporre di un elevato grado d’informazioni senza che le stesse siano gestibili equivale ad avere poche informazioni o a non averne affatto.

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Il modulo Spazi è progettato per fornire a progettisti, costruttori e proprietari una adeguata analisi e visibilità dell’uso degli spazi mantenendo le informazioni aggiornate in tempo reale in un unico database centralizzato. Sono sempre disponibili informazioni riguardo alla superficie, alla destinazione d’uso e al livello di occupazione degli spazi, raggruppati per piani, edifici, e/o zone geografiche. Building in Cloud consente di gestire, durante tutto il proprio ciclo di vita, più classi di assetattrezzature per ufficio, mobili, attrezzature di laboratorio, impianti ecc. È possibile collegare gli asset alle informazioni grafiche per una loro facile localizzazione, la proprietà e l’accesso alle informazioni degli asset vengono garantite attraverso il controllo degli accessi strutturati in funzione dei privilegi degli utenti.

Ing. Mauro De Luca Picione
Dottore di Ricerca in ingegneria edile, libero professionista e docente a contratto, Università degli Studi della Basilicata.

Ing. Vittorio Mottola
Laureato in ingegneria edile, libero professionista e imprenditore edile,
consulente software tecnico.

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